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Il bilancio di martedì 10 marzo: 10149 contagi, di cui 631 morti e 1004 guariti

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E' salito il numero dei contagi, arrivato a quota 10.149, di cui 1.004 guariti e 638 morti. Il premier Conte ha firmato il decreto che estende le restrizioni previste per le zone arancioni a tutto il Paese, che diventa così un'unica grande zona protetta: sospeso il campionato di calcio, scuole e università chiuse da Nord a Sud fino al 3 aprile. Interdette al pubblico piazza San Pietro e Fontana di Trevi a Roma. Fontana e Zaia: "Chiudere tutto". Crollano ancora le borse. In Val d'Aosta isolato un asilo: un bimbo è risultato positivo. Intanto, in Cina e Corea del Sud continua a calare il bilancio dei nuovi casi.

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07:28

Scuole e università chiuse in tutta Italia fino al 3 aprile

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Tra i provvedimenti annunciati dal premier Conte nella serata di lunedì 9 marzo c'è la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado e delle Università su tutto il territorio nazionale. La misura, che era già stata presa per le cosiddette zone arancioni, e cioè la Lombardia e le altre 14 province di Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e Marche, viene di fatto estesa a tutta Italia per arginare le diffusione del Coronavirus e l'aumento del numero dei contagi. Si ricorda che la validità dell'anno scolastico è salva anche se non si raggiungono di fatto i 200 giorni di lezione in aula previsti dalla legge. Il governo ha precisato che i giorni di assenza maturati a causa dell'emergenza Coronavirus non verranno conteggiati, in modo da non penalizzare gli studenti sia per gli esami finali che in relazione ai voti di fine anno.

"Già a partire dalle prossime ore forniremo a tutti informazioni più dettagliate, come abbiamo fatto in questi giorni. È una misura dolorosa ma necessaria, che condivido. Mi impegno a stare ancora più vicino a studenti e personale scolastico. Andremo avanti affrontando insieme questa emergenza. Le attività si sospendono ma la scuola non si ferma", ha scritto su Facebook il ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina.

A cura di Ida Artiaco
07:20

Il premier Conte dichiara tutta Italia zona protetta: "Non c'è più tempo"

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Il premier Giuseppe Conte, con un decreto comunicato in tarda serata ieri, lunedì 9 marzo, ha reso nota la decisione del governo di estendere a tutto il Paese le restrizioni già previste per le cosiddette "zone arancioni", cioè la Lombardia e le altre 14 province tra Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Marche, più colpite dall'emergenza Coronavirus. Ciò significa che tutte le scuole e università da Nord a Sud resteranno chiuse fino al 3 aprile, saranno vietati gli spostamenti "se non per comprovate necessità di salute e lavoro", saranno chiusi anche i bar dopo le ore 18 ma resteranno aperti i negozi di alimentari e beni di prima necessità. In altre parole, si potrà uscire di casa per comprare cibo, anche se resta l'obbligo di affollarsi e correre ad acquistare generi alimentari o altri beni di prima necessità che potranno in ogni caso essere acquistati nei prossimi giorni. Sospeso anche il Campionato di calcio e vietate le celebrazioni religiose, dunque messe, matrimoni e funerali.

"Sono pienamente consapevole della gravità e della responsabilità – ha spiegato Conte -. Non possiamo permetterci di abbassare la guardia. È il momento della responsabilità e tutti l'abbiamo. Voi cittadini tutti con me. La decisione giusta oggi è di restare a casa. Il futuro nostro è nelle nostre mani". Le nuove misure, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, diventeranno operative da questa mattina. Poco prima della conferenza stampa del presidente del Consiglio, il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, aveva reso noto il bollettino quotidiano dei nuovi casi di Covid-19: in Italia ci sono 9172 contagiati, di cui 724 guariti e 463 morti. Di questi, 4.316 sono i pazienti ricoverati di cui il 10% è in terapia intensiva.

Intanto, nel resto del mondo, in particolare in Cina, cala il numero delle nuove vittime. Ne sono state registrate "solo" 17 nelle ultime 24 ore. Si tratta del secondo bilancio positivo consecutivo dallo scorso mese di gennaio, quando è scoppiata l'emergenza. Secondo i dati raccolti dalla Johns Hopkins University, il numero delle vittime nel mondo ha raggiunto i 4.012. Il contagio nel mondo, diffuso in oltre 100 Paesi, ha colpito finora più di 110mila persone.

A cura di Ida Artiaco
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