Parte dell'esercito turco ha tentato di prendere il potere con la forza venerdì sera occupando i punti nevralgici delle grandi città e le sedi istituzionali. Accogliendo l'appello del Presidente Erdogan, migliaia di persone però sono scese in piazza appoggiate dalla polizia facendo arretrare i militari. In diverse zone sono nati scontri a fuoco che hanno causato decine di vittime. Alla fine sono migliaia gli arresti tra le forze armate compresi colonneli e generali.
- Stati Uniti: "Stiamo con Erdogan" 16 Luglio
- Erdogan partito da Istanbul, destinazione ignota 16 Luglio
- Oltre 2.700 giudici rimossi dall'incarico 16 Luglio
- Turchia, sono 2.839 i militari arrestati. Si pensa a ripristino della pena di morte 16 Luglio
- Rimossi 29 colonnelli e 5 generali 16 Luglio
Stati Uniti: "Stiamo con Erdogan"
"Gli Stati Uniti sono con il governo democraticamente eletto in Turchia", ha dichiarato la Casa Bianca, sottolineando che il presidente americano Barack Obama avrebbe parlato del colpo di stato turco con il segretario di stato Usa John Kerry.
Sui social circolano le immagini di un golpista decapitato
Sui social network stanno iniziando a circolare le immagini di un golpista ucciso dai sostenitori di Erdogan sul ponte del Bosforo a Istanbul. Il militare golpista turco, insieme a una cinquantina di altri compagni, si sarebbe arreso all'esercito lealista e sarebbe stato successivamente picchiato a morte e decapitato da un gruppo di sostenitori del presidente turco, i quali probabilmente hanno inoltre rilanciatofoto e video dell'esecuzione sul web.
Un fotogiornalista tra le vittime civili del golpe
Tra gli oltre 200 persone morte nel corso del fallito colpo di stato militare in Turchia ci sarebbe anche il fotogiornalista Mustafa Cambaz. A renderlo noto è la International Federation of Journalists via Twitter, precisando che Combaz sarebbe morto a causa di un colpo d'arma da fuoco alla testa. La notizia è stata diramata anche dal quotidiano conservatore turco Yeni Safak, il quale riferisce che Cambaz era un loro giornalista, e che sarebbe morto "dopo che gli hanno sparato alla testa quando un gruppo di militari fedeli al religioso turco Fehullah Gulen ha aperto il fuoco contro la gente nella zona di Cengelkoy, a Istanbul".
Erdogan partito da Istanbul, destinazione ignota
Il presidente turco Erdogan sarebbe partito dall'aeroporto di Istanbul, ma la destinazione è tuttora ignota. Lo riferisce l'account Twitter @intlspectator, oltre a numerose agenzie di stampa italiane ed estere, tra cui Al-Jazeera.
Oltre 2.700 giudici rimossi dall'incarico
Il massimo organismo turco di controllo dei magistrati ha rimosso all'incarico 2.745 giudici in tutta la Turchia. Lo comunica l'agenzia Anadolu, precisando che la decisione è stata presa durante una riunione di emergenza dell'Alto consiglio di giudici e procuratori, questa mattina. La stessa fonte ha inoltre aggiunto che la riunione aveva lo scopo di comminare eventuali sanzioni disciplinari ai giudici sospettati di avere collegamenti con Gulen che vive in Usa ed è stato accusato di aver ispirato il fallito golpe militare. Il Consiglio ha inoltre rimosso 5 dei 22 membri che lo componevano e ordinato l'arresto di 9 giudici della Corte Suprema.
Turchia, sono 2.839 i militari arrestati. Si pensa a ripristino della pena di morte
Binali Yildirum, primo ministro turco, ha dichiarato che sono 2.839 i militari arrestati dopo il tentato putsch contro l'esecutivo di Erdogan. Oltre agli arresti, il comando ha destituito anche cinque generali e 29 colonnelli, mentre parte dei ribelli avrebbe riparato in Grecia. Non è ancora chiaro quanti siano i reparti che hanno partecipato al tentato colpo di stato, anche se l'impressione è che, oltre alla partecipazione attiva dei militari, siano diverse le unità che hanno atteso l'evolversi degli eventi (e per parte delle quali è stato decisivo l'appoggio di Usa e Germania ad Erdogan). Quello di ieri è stato il primo golpe dopo 40 anni di convivenza apparentemente pacifica tra i comandi militari e quelli politici. In realtà Erdogan ha avviato negli anni del suo esecutivo un percorso di profondo rinnovamento finalizzato a ridurre l'ingerenza dei militari, sia per stabilizzare il suo potere, sia per andare incontro alle richieste europee di stabilizzare la struttura democratica della Turchia. Sempre in ossequio alle indicazioni dell'Europa – che per anni ha considerato la Turchia un paese potenzialmente candidato ad entrare nell'Unione – il paese mediorientale ha abolito la pena di morte nel 2004, pur non comminando pene capitali già dal 1984.
Nel suo discorso alla nazione via FaceTime Erdogan ha assicurato che le fazioni ribelli subiranno "la pena che meritano". Un discorso che in quelle ore voleva confermare la leadership del presidente e fungere da minaccia a chiunque volesse schierarsi dalla parte del nemico. Secondo alcune voci si ipotizza un ripristino della pena di morte che potrebbe essere proprio applicata contro parte dei ribelli. Un'ipotesi che, qualora dovesse essere confermata dai fatti, allontanerebbe ulteriormente la Turchia dall'Unione europea.
Turchia, Renzi sollevato dal fallimento del golpe contro Erdogan
Il Primo ministro italiano si è detto sollevato per il fallito colpo di stato turco. Ieri, 15 luglio, i militari hanno tentato di spodestare il premier turco Erdogan, che dopo una rocambolesca fuga ha comunicato il fallimento del golpe via FaceTime. Come Obama, anche Renzi si è detto rassicurato dal ritorno di Erdogan che rappresenta un volere democratico e un fattore di stabilità: "La preoccupazione per una situazione fuori controllo in un partner Nato come la Turchia lascia spazio al prevalere della stabilità e delle istituzioni democratiche". Un augurio viene poi rivolto dal premier agli stranieri su suolo turco: "Auspichiamo che non ci siano rovesci e pericoli per la popolazione e per tutti gli stranieri presenti in Turchia". Dopo l'attentato di Nizza e il golpe in Turchia, il primo ministro ha voluto soffermarsi proprio sui principi cardine dei governi occidentali, esprimendo profonda convinzione che "libertà e democrazia siano sempre la via maestra da seguire e difendere". Il golpe, intanto, si ‘ chiuso con 194 morti e 104 feriti tra i ribelli, contro 41 poliziotti, 2 soldati e 47 civili tra i lealisti. 1.500 i militari arrestati.
Rimossi 29 colonnelli e 5 generali
Ben 29 colonnelli e 5 generali sono stati rimossi dal loro incarico a seguito del fallito colpo di stato in Turchia. Lo ha reso noto il responsabile degli Interni Efkan Ala dopo aver ripreso il controllo del suo dicastero senza rivelare la sorte digli altri gradi. Arrestati invece oltre 1500 militari che avevano preso parte all'assalto. Le stesse fonti hanno annunciato che il capo di stato maggiore, arrestato dai golpisti nelle prime ore dell'assalto, il generale Halusi Akar, è stato liberato questa mattina da una base aerea alla periferia di Ankara. Sembrano invece ancora nelle mani dei golpisti altri generali di cui non si sa ancora nulla.
In Turchia è ancora caos, ignota la sorte di molti generali
In Turchia è ancora caos dopo il fallito golpe dei militari. Nele ore successive alla resa dei solatio è stata caccia ai golpisti ma ancora ora no si quale sia la sorte di alcuni generarli arrestati nelle prime ore dell'assalto armato. La procura di Ankara intanto ha aperto un fascicolo a carico dell'ex comandante dell'Aeronautica e membro del consiglio di sicurezza militare Akin Ozturk e del luogotenente generale delle truppe di terra Metin Iyidil, entrambi accusati di aver preso parte al golpe. L'accusa è di alto tradimento nei confronti del Paese, delle istituzioni e dell'ordine democratico.
Nel fallito golpe 190 morti
Sono 194 i morti a seguito del fallito colpo di stato in Turchia. Lo ha reso noto il generale Umit Dundar, nominato provvisoriamente a capo dell'esercito dopo il tentativo di golpe di ieri sera. Secondo il militare la maggior parte delle vittime, 104, erano putschisti che avevano preso parte all'azione per rovesciare il potere di Erdogan. Tra le vittime ci sarebbero infine anche 41 sono poliziotti, 47 civili, e 2 militari lealisti. La situazione nel Paese comunque è ancora confusa. "Molti comandanti dello Stato maggiore sono stati presi come ostaggi all'inizio del golpe e sono stati portati in luoghi sconosciuti", ha spiegato il militare.
Cosa è accaduto in Turchia
È stata una lunga notte di paura e sangue in Turchia dove a causa di un colpo di stato dei militari si è sfiorata la guerra civile. Una parte consistente dell’esercito ha tentato di rovesciare il potere con la forza venerdì sera occupando i punti nevralgici delle grandi città e le sedi istituzionali. In strada sono scesi carri armati e blindati mentre nei cieli elicotteri e aerei hanno bombardato alcune sedi politiche
– Intorno alla mezzanotte ora locale i militari sono usciti dalle caserme e hanno bloccato alcune strade e fatto irruzione nei palazzi del potere e nelle tv proclamando il coprifuoco e la legge marziale
– Sono state segnalate esplosioni e attacchi nella zona del Parlamento ad Ankara e sui due ponti sul Bosforo a Istanbul.
– Il Presidente Erdogan è riuscito ad evitare l'arresto e tramite FaceTime in diretta alla CNN Turk ha invitato la popolazione a scendere in massa in piazza contro il colpo di stato
– Migliaia di persone, appoggiate dalla polizia fedele al governo, si sono riversate in strada cercando di bloccare carri armati e militari. I alcune zone i militari hanno sparato in altre sono nati veri e propri scontri a fuoco tra forze armate e polizia e si contano decine di morti
– Dopo diverse ore i militari hanno iniziato a indietreggiare e ad arrendersi. La polizia ha arrestato centinaia di militari golpisti e il Governo ha annunciato il fallimento del golpe
– Il presidente Erdogan, dopo una rocambolesca fuga nella notte sui cieli turchi, è ritornato ad Istanbul dove ha tenuto una breve conferenza stampa in cui ha spiegato che il golpe è fallito e che c'è la volontà di "fare pulizia" nelle forze armate.
-Nonostante le rassicurazioni, però, per tutta la notte e fino all'alba gli scontri e i bombardamenti sono proseguiti, concentrati soprattutto intorno all'area del palazzo presidenziale ad Ankara.
– Il bilancio al momento parla 194 morti, 104 tra i golpisti. Le altre vittime sono 41 poliziotti e due soldati fedeli al governo e 47 civili. Oltre 1500 i militari arrestati