Attacco congiunto tra Usa, Regno Unito e Francia: colpiti siti militari a Damasco e Homs. Contro la Siria sarebbero stati lanciati 103 missili, di cui "almeno 65" sarebbero stati intercettati. La Russia, che era stata avvertita dell'attacco, minaccia ritorsioni.
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Trump attacca la Siria: notte di bombardamenti su Damasco e Homs
"Ho ordinato l’attacco alla Siria". L'annuncio di Donald Trump è arrivato in diretta tv, intorno alle 22, ora di Washington (in Italia erano le tre di notte), a una settimana dagli attacchi con gas chimici di Douma, in un drammatico discorso alla nazione. Il Presidente USA ha insistito sulla necessità di agire contro i crimini e la barbarie perpetrati dal regime di Bashar al Assad, definito "un mostro" che massacra il proprio popolo."Il nostro obiettivo è distruggere le capacità di lanciare armi chimiche del regime siriano", ha detto Trump. Tutto ciò mentre primi missili Tomahawk cadevano su Damasco e Homs. L’operazione, arrivata un po’ a sorpresa dopo che nelle ultime ore erano giunti segnali di distensione, è stata portata avanti da Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, che hanno utilizzato unità navali e forze aeree.
Dove sono caduti i missili
Colpiti un centro di ricerca nel centro della capitale siriana, un impianto di stoccaggio di armi chimiche a Ovest di Homs e una seconda struttura nelle vicinanze, sempre contenente armi chimiche ed equipaggiamenti. Secondo il regime di Assad i danno sarebbero limitati. Dalle prime informazioni ci sarebbero almeno tre civili rimasti feriti in uno dei punti colpiti, la base di Homs.
Le reazioni della Russia
Il ministero degli Esteri russo ha dichiarato che l'attacco "è una violazione del diritto internazionale e un attacco alla sovranità siriana". "Bisogna essere davvero eccezionali per colpire la capitale della Siria proprio nel momento in cui si è guadagnata una possibilità di avere un futuro pacifico" ha scritto su Facebook la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, stigmatizzando gli Usa e gli alleati Londra e Parigi. Anche l'ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, ha avvertito su Facebook che ci saranno "conseguenze" e ha accusato l'Occidente di aver delineato "uno scenario prestabilito".