Le ultime notizie in diretta sulla tregua a Gaza e gli aggiornamenti dopo l'accordo tra Israele e Hamas firmato nella notte a Doha: nella mattinata di oggi il gabinetto di Israele ha approvato l'accordo con Hamas, poi ci sarà il via libera definitivo del governo del premier Benjamin Netanyahu che avverte: "Se la fase 2 fallisce, la guerra riprende".
L'accordo prevede che i combattimenti nella Striscia di Gaza vengano messi in pausa, così come il rilascio di decine di ostaggi detenuti dai militanti di Gaza in cambio di prigionieri palestinesi catturati da Israele. Consentirebbe anche a centinaia di migliaia di palestinesi sfollati di tornare nelle loro case a Gaza.
In un'intervista il presidente Usa Joe Biden ha chiesto al primo ministro Netanyahu di "trovare un modo per soddisfare le legittime preoccupazioni" dei palestinesi, dopo la sottoscrizione di tutte le parti dell'accordo per la tregua a Gaza. Mentre il presidente eletto Donald Trump ha dichiarato che il cessate il fuoco "deve essere concluso prima che io presti giuramento" il 20 gennaio. Trump si è intestato più volte il raggiungimento dell'accordo stesso.
Anche i leader del G7 hanno accolto positivamente l'accordo e lo hanno definito "uno sviluppo significativo". Hanno inoltre esortato Israele e Hamas a lavorare sulla sua "piena attuazione".
“Qui ci stanno bombardando come fosse il primo giorno”, a Gaza 116 persone uccise dall'annuncio di tregua
“Da quando è stato annunciato il cessate il fuoco i bombardamenti sono solo aumentati. Abbiamo paura, la situazione è molto difficile. Non possiamo uscire dalle tende, siamo terrorizzati, ma non abbiamo acqua e neanche da mangiare", su Fanpage.it la testimonianza dal Nord della Striscia.
Governo israeliano si riunisce per discutere accordo su cessate il fuoco a Gaza
Il governo israeliano si è riunito per discutere dell'accordo di cessate il fuoco e dello scambio tra ostaggi detenuti da Hamas e prigionieri palestinesi. Lo ha riferito il quotidiano israeliano «Haaretz», dopo che il gabinetto di sicurezza ha approvato l'intesa. Si tratta di un passaggio formale anche se ha spaccato il governo con l'abbandono dei leader di destra contrari all'intesa. La riunione del governo israeliano, prevista alle 14.30 italiane, è iniziata con circa 3 ore di ritardo.
Hamas aveva chiesto calma 48 ore prima dello scambio dei prigionieri
Hamas aveva chiesto calma 48 ore prima dello scambio dei prigionieri con Israele per poter consegnare gli ostaggi il primo giorno. Le fonti hanno affermato alla Tv al Jazeera un che i mediatori hanno compiuto grandi sforzi per avviare una fase di calma sul terreno e fermare i bombardamenti prima che l'attuazione dell'accordo abbia inizio domenica. Per questo Hamas ha accusato Israele di provocare "massacri orribili" a Gaza per "bloccare" l'accordo sul cessate il fuoco
Hamas fornirà domani i nomi dei primi ostaggi israeliani liberati
Hamas renderà noti i nomi dei primi tre ostaggi che libererà domenica 24 ore prima di consegnarli alle Idf. Sabato quindi, si saprà chi saranno le tre donne, probabilmente civili, che torneranno per prime in libertà nell'ambito della prima fase dell'accordo raggiunto con Israele. I familiari dei rapiti sono stati informati oggi sui nomi degli ostaggi che saranno rilasciati nella prima fase dell'operazione. L'elenco dei sequestrati pubblicato oggi non indica le loro condizioni, ovvero se siano ancora vivi o morti.
Israele libererà 95 detenuti palestinesi domenica alle 16
Dopo la riunione del gabinetto, il ministero della Giustizia israeliano ha pubblicato l'elenco dei detenuti palestinesi il cui rilascio è previsto nel primo round dell'accordo, soggetto all'approvazione del governo. L'elenco comprende 95 detenuti e, secondo il piano, la loro liberazione non sarà effettuata prima delle 16,00 (ora locale) di domenica. La maggior parte dei detenuti palestinesi nell'elenco sono donne e solo uno, con meno di 18 anni, condannato per omicidio.
La maggior parte dei ministri israeliani voterà sì all'accordo, no di Ben Gvir e Smotrich
La stragrande maggioranza dei ministri dell'intero governo israeliano voterà a favore dell'accordo con Hamas, lo riportano i media locali. Contrari invece i ministri di ultradestra Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich. Ieri Ben Gvir ha annunciato che lui e il suo partito Otzma Yehudit si dimetteranno se l'accordo di cessate il fuoco e di rilascio degli ostaggi verrà approvato. "Se la guerra contro Hamas riprenderà con tutta la sua forza per raggiungere i suoi obiettivi e gli scopi decisivi che restano incompiuti, torneremo al governo", ha detto.
A Gaza 88 morti in 24 ore
Sono 88 i palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore, facendo salire a 46.876 il bilancio delle vittime dall'inizio della offensiva lanciata da Israele dopo l'assalto subito da Hamas. Lo ha reso noto il ministero della Sanità di Gaza City aggiungendo che almeno 110.642 persone sono rimaste ferite dal 7 ottobre 2023.
Hamas accusa Israele: "Sta causando massacri orribili per bloccare accordo a Gaza"
Hamas ha accusato Israele di provocare massacri orribili a Gaza per bloccare l'accordo sul cessate il fuoco annunciato mercoledì e che dovrebbe entrare in vigore domenica. In una nota la fazione palestinese ha puntato il dito contro l' intensificazione degli attacchi aerei. Secondo quanto riferito da Al-Jazeera, nei raid condotti sulla Striscia dopo l'annuncio dell'accordo sono morte almeno 113 persone, tra cui 28 minori e 31 donne, e 264 sono rimaste ferite. "Israele sta deliberatamente commettendo questi massacri nel suo tentativo di bloccare l'accordo di cessate il fuoco", ha sostenuto Hamas, esortando i mediatori a fare pressione su Israele affinché fermi i massacri.
Il Servizio delle carceri israeliano trasferirà i detenuti palestinesi
Saranno le autorità israeliane, non la Croce Rossa, a facilitare la prima parte del trasporto dei prigionieri palestinesi , per garantire che "i terroristi non si discostino dalle rigide linee guida di sicurezza e si astengano da qualsiasi espressione di gioia all'interno del territorio israeliano", lo ha affermato il Servizio carcerario israeliano annunciando che che si sta preparando a rilasciare i detenuti di sicurezza palestinesi come parte dell'accordo di cessate il fuoco con Hamas a Gaza
Egitto e Israele concordano ingresso aiuti umanitari, previsti 600 camion al giorno
Nei negoziati in corso al Cairo, Egitto e Israele hanno concordato l'ingresso di 600 camion di aiuti umanitari al giorno nella Striscia di Gaza, nel quadro dell'accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi israeliani. Agli incontri hanno partecipato rappresentanti di varie organizzazioni delle Nazioni Unite e gli Stati Uniti. L'emittente egiziana Al Qahera ha mostrato immagini di camion di aiuti nella città egiziana di El Arish dirigersi verso Rafah, al confine con la Striscia di Gaza.
Netanyahu: "Se la fase 2 dell'accordo fallisce, la guerra riprende"
"Se la fase 2 dell'accordo fallisce, la guerra riprende" lo ha ribadito il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu. Durante la riunione del gabinetto di sicurezza, il premier infatti ha riferito che Israele "ha ricevuto garanzie inequivocabili da entrambi i presidenti Usa, sia Biden che Trump, che se i negoziati sulla fase due dell'accordo falliscono e Hamas non accetta le richieste di sicurezza, l'Idf tornerà a combattere intensamente a Gaza con il sostegno degli Stati Uniti".
La Premio Nobel Leymah Gbowee: "A Gaza un genocidio, bisogna sperare in tregua duratura"
"Sono felice che finalmente sia stato raggiunto un accordo tra il governo di Israele e Hamas perché i palestinesi ne avevamo maledettamente bisogno. Faccio parte dell'organizzazione di donne che hanno avuto il premio Nobel e siamo state le prime a definire quanto sta succedendo a Gaza come un genocidio. Oggi si è fatto un passo in avanti e spero che questo porti anche a una situazione che consenta ai palestinesi di ricostruire la propria vita, bisogna nutrire speranza che questo accordo possa durare nel tempo". Lo ha detto la Premio Nobel per la Pace 2011, Leymah Gbowee, a proposito della tregua raggiunta a Gaza, al termine dell'inaugurazione dell'anno accademico all'Università Cattolica di Milano.
Israele, il Gabinetto di sicurezza approva l'accordo sul cessate il fuoco a Gaza
Il gabinetto di sicurezza israeliano ha approva l'accordo sul cessate il fuoco a Gaza e sugli ostaggi. Lo ha affermato l'ufficio del Primo Ministro in una dichiarazione Venerdì pomeriggio. Gli 11 membri votanti del gabinetto di sicurezza hanno approvato l'accordo con una semplice maggioranza di voti. Il Governo israeliano al completo, composto da 33 membri, deve ancora approvare l'accordo. La riunione è prevista per le 15:30 locali, le 14.30 in Italia. "Dopo aver esaminato tutti gli aspetti politici, di sicurezza e umanitari, e comprendendo che l'accordo proposto sostiene il raggiungimento degli obiettivi della guerra, la Commissione dei Ministri per gli Affari di Sicurezza Nazionale (Gabinetto politico) ha raccomandato al governo di approvare il piano proposto. Il governo si riunirà più tardi oggi" riferisce l'ufficio del primo ministro.
Media: "Al Cairo iniziati i colloqui 'tecnici' per l'attuazione della tregua"
Sono iniziati i colloqui al Cairo tra mediatori egiziani, qatarioti, americani e israeliani "per stabilire meccanismi per l'attuazione dell'accordo di cessate il fuoco a Gaza". Lo ha riferito Al-Qahera News, citando una fonte egiziana informata.
L'Alta rappresentante dell'Ue Kallas vede il premier palestinese: "Pronti alla ricostruzione"
"Oggi ho incontrato il premier palestinese Mohamad Mustafa, poche ore dopo l'annuncio di un accordo per un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Questo accordo può rappresentare un passo avanti verso una pace duratura, ma sappiamo tutti che ci attendono molte sfide difficili. Siamo pronti a fornire assistenza umanitaria, ricostruzione e recupero. L'Ue ha appena stanziato un nuovo pacchetto di aiuti da 120 milioni di euro per Gaza. Stiamo anche discutendo sulla possibilità di ridistribuire la nostra missione di monitoraggio a Rafah per garantire la stabilità al confine". Lo ha scritto su X l'Alta rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Kaja Kallas.
Media: "1.700 detenuti palestinesi in cambio dei 33 ostaggi israeliani"
Secondo una copia trapelata dell'accordo, oltre 1.700 detenuti palestinesi saranno liberati in cambio di 33 ostaggi israeliani nella prima fase dell'accordo: 700 terroristi, di cui 250-300 stanno scontando l'ergastolo; 1.000 cittadini di Gaza catturati dall'8 ottobre durante i combattimenti nella Striscia; e 47 detenuti nuovamente arrestati in seguito all'accordo sulla liberazione di Gilad Shalit del 2011. Lo riferiscono i media israeliani.
Easyjet annuncia la ripresa dei voli dal 1° giugno
La compagnia aerea low cost britannica easyJet annuncia che riprenderà i voli per Israele dal 1° giugno, avendo sospeso tutte le sue rotte per Tel Aviv in seguito al primo attacco diretto dell'Iran a Israele ad aprile. In una dichiarazione citata dai media ebraici, easyJet afferma che la compagnia aerea opererà 38 voli settimanali da e per Israele sulle rotte di Londra, Ginevra, Amsterdam, Milano, Berlino, Basilea e Nizza.
L'annuncio arriva dopo che la compagnia aerea low cost ungherese Wizz Air ha ripreso la sua rotta da Londra a Tel Aviv questa settimana, mentre il gruppo tedesco Lufthansa ha affermato che le sue compagnie aeree avrebbero ripreso i voli da Israele il 1° febbraio, in mezzo a un cauto ottimismo intorno a un nascente accordo di cessate il fuoco con ostaggi tra Israele e il gruppo di Hamas a Gaza.
Hamas sull'accordo: "Ostacoli superati grazie ai generosi sforzi dei mediatori"
Gli ostacoli per il raggiungimento dell'accordo sul cessate il fuoco nella Striscia di Gaza sono stati superati "grazie ai generosi sforzi dei mediatori". Lo riferisce in una nota il movimento islamista palestinese Hamas citato dall'emittente qatariota al Jazeera, precisando che alcune questioni erano rimaste in sospeso "a causa del mancato rispetto da parte di Israele dei termini dell'accordo". Hamas ha aggiunto che i nomi degli ostaggi che verranno rilasciati nella prima fase, che si estenderà per 42 giorni, "saranno resi noti secondo le procedure concordate".
Il cancelliere tedesco Scholz: "Implementare le decisioni su Gaza, Hamas deponga le armi"
"Il tempo di un compromesso" su Gaza "è venuto. Le decisioni vanno implementate passo dopo passo". Lo ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz a Berlino, in una conferenza stampa con il premier svedese Ulf Kristersson. "La sofferenza delle famiglie deve finalmente avere una fine", ha detto con riferimento agli ostaggi. "Hamas è chiamato a deporre le armi, il terrorismo di Hamas deve finire", ha aggiunto.
"Dall'annuncio della tregua almeno 113 morti a Gaza"
Sarebbero almeno 113 i morti, compresi 28 minori e 31 donne, e 264 i feriti nella Striscia di Gaza da quando è stato annunciato un accordo per una tregua tra Israele e Hamas. Lo riferiscono fonti interne all'enclave palestinese, secondo quanto riportato dalla tv satellitare al-Jazeera. Stando alle informazioni fornite dai soccorritori, 87 persone sono state uccise a Gaza City, altre 14 a Khan Yunis, dieci nella zona centrale di Gaza e due a Rafah.
Ufficio del permier Netanyahu: "Iniziata la discussione del gabinetto di sicurezza su accordo"
Il gabinetto di sicurezza israeliano è riunito per dare l'assenso finale sull'accordo di cessate il fuoco raggiunto con Hamas, che prevede il rilascio di 33 ostaggi in una prima fase. Lo scrive il Times of Israel. La riunione è stata confermata dall'ufficio del premier Benjamin Netanyahu che ha postato una foto dell'incontro in corso.
"Prima dell'incontro è stata condotta una valutazione della sicurezza operativa sull'attuazione dell'accordo, sotto l'egida del primo ministro Netanyahu, alla presenza del gruppo di negoziatori di ritorno da Doha", ha aggiunto l'ufficio.
Il presidente Macron: "Due francesi nella lista dei 33 ostaggi da liberare"
"I nostri concittadini Ofer Kalderon e Ohad Yahalomi figurano nella lista dei 33 ostaggi che devono essere liberati nella prima fase dell'accordo di Gaza". Lo ha annunciato con un post su X il presidente francese Emmanuel Macron. "Restiamo mobilitati – aggiunge Macron – senza cedimenti affinché le loro famiglie possano riabbracciarli".
In base all'accordo donne e 210 minori palestinesi saranno i primi a essere scarcerati
L'accordo tra Israele e Hamas firmato nella notte a Doha prevede che in totale, per i primi cinque ostaggi civili e i due bambini Bibas, vengano scarcerati 210 detenuti minori e donne palestinesi. Per le cinque soldatesse saranno liberati 150 ergastolani palestinesi e altri 100 detenuti. Per nove rapiti malati e feriti verranno rilasciati 110 ergastolani.
Per 10 rapiti adulti verranno rilasciati 30 ergastolani e altri 270 detenuti. Per Mengistu e Sayed, in ostaggio da dieci anni a Gaza, verranno rilasciati 60 prigionieri e altri 47 liberati nell'accordo di Shalit del 2011 che sono stati nuovamente incarcerati. Inoltre, verranno rilasciati 1.000 palestinesi arrestati dall'8 ottobre 2023 ma che non hanno partecipato al massacro.
Il premier israeliano Netanyahu: "I primi ostaggi saranno rilasciati domenica"
L'ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che, nonostante i ritardi nella firma dell'accordo e nella sua approvazione da parte del governo, si prevede che i primi ostaggi saranno rilasciati da Gaza domenica, come previsto. Lo riporta il Times of Israel. Una volta che l'accordo di cessate il fuoco sarà stato approvato sia dal gabinetto di sicurezza che dall'intero gabinetto, e sarà entrato in vigore, ha dichiarato l'ufficio, "il rilascio degli ostaggi potrà essere effettuato secondo lo schema pianificato", che prevede la liberazione, domenica, di tre ostaggi.
Resa nota la lista dei 33 ostaggi israeliani che saranno rilasciati da Hamas
È stata resa nota la lista dei 33 ostaggi che saranno rilasciati da Hamas durante la prima fase dell'accordo. L'elenco non è in ordine di rilascio e non indica le condizioni degli ostaggi. Israele ritiene che la maggior parte dei 33 siano vivi. Tra i primi ad essere rilasciati ci sono le donne rapite dai kibbutz e al festival di Nova: Romi Gonen, Emili Demari, Arbel Yehud, Doron Steinbrecher, nonché Shiri Bibas e i suoi figli Ariel e Kfir.
Successivamente, secondo il piano, saranno liberate le cinque soldatesse Liri Elbag, Karina Ariev, Agam Berger, Daniela Galbo e Naama Levi. La lista include anche 10 uomini di età compresa tra i 50 e gli 85 anni: Ohad Ben Ami, Gidi Moses, Keith Sigal, Ofer Calderon, Eliyahu Sharabi, Itzik Elgart, Shlomo Mancer, Ohad Yahalomi, Oded Lipschitz e Tzachi Idan.
Inoltre, dovrebbero essere rilasciati nella prima fase dell'accordo altri nove ostaggi, tra cui feriti e malati – Yarden Bibas (il padre dei due bambini), Shagai Dekel Chen, Yair Horn, Omer Venkert, Aleksandr Tropnov, Eliya Cohen, Or Levy, Tal Shoham e Omer Shem Tov – così come Avra Mengistu e Hisham Shaaban al-Said, che sono prigionieri a Gaza già da dieci anni.
I leader del G7: "Appoggiamo pienamente l'accordo, è sviluppo significativo"
"Appoggiamo pienamente e sosterremo l'accordo di cessate il fuoco raggiunto tra Israele e Hamas": lo affermano in un comunicato i leader del G7. "Si tratta di uno sviluppo significativo che ha il potenziale per garantire il rilascio di tutti gli ostaggi rimanenti, facilitare ulteriormente gli aiuti umanitari urgentemente necessari e aprire la strada ai civili per tornare alle loro case e alle loro vite e ricostruirle", prosegue la nota. "Rimaniamo inequivocabili nella nostra condanna di Hamas", sottolineano inoltre i leader dei Paesi del G7.
Il presidente eletto Usa Donald Trump: "L' accordo sia chiuso prima del mio insediamento"
Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha intimato le parti coinvolte a finalizzare l'accordo per il cessate il fuoco tra Israele e Hamas prima del suo insediamento alla Casa Bianca, che avverrà il prossimo 20 gennaio. Trump ha anche ribadito che il suo coinvolgimento è stato cruciale per la negoziazione.
"Abbiamo cambiato il corso, e lo abbiamo cambiato in fretta, e francamente è meglio che sia fatto prima che io presti giuramento", ha detto in un'intervista podcast con Dan Bongino. Trump ha invece accusato il presidente uscente Biden di non aver fatto nulla. "Non cerco credito. Voglio liberare queste persone", ha aggiunto a proposito degli ostaggi nelle mani di Hamas. La tregua dovrebbe iniziare domenica.
Il presidente Usa Joe Biden: "Netanyahu soddisfi le legittime preoccupazioni dei palestinesi"
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha chiesto al premier israeliano Benjamin Netanyahu di "trovare un modo per soddisfare le legittime preoccupazioni" dei palestinesi, dopo la sottoscrizione di tutte le parti dell'accordo per la tregua a Gaza. "Continuavo a ricordare al mio amico – ed è un amico, anche se ultimamente non andiamo molto d'accordo – Bibi Netanyahu, che deve trovare un modo per soddisfare le legittime preoccupazioni di un vasto gruppo di persone chiamate palestinesi, che non hanno un posto dove vivere in modo indipendente", ha detto il presidente uscente in un'intervista su MSNBC.
Media: "Rilascio ostaggi lunedì durante insediamento di Donald Trump"
Secondo alcuni funzionari israeliani, citati dai media locali, è "altamente probabile" che la liberazione degli ostaggi avvenga lunedì 20 gennaio, proprio in concomitanza con l'insediamento del neo-presidente eletto USA, Donald Trump, alla Casa Bianca.
È stato inoltre spiegato che la votazione sull'accordo da parte del governo e del gabinetto israeliani, prevista come detto in giornata, proseguirà fino a sabato. Di conseguenza, appare plausibile che i primi tre ostaggi vengano rilasciati lunedì anziché domenica.
Iniziata la riunione del gabinetto di sicurezza del premier Netanyahu
È iniziata la riunione del gabinetto di sicurezza israeliano chiamato a votare sull'accordo di cessate il fuoco a Gaza e liberazione degli ostaggi. Lo ha riferito un funzionario israeliano. Dopo questa votazione, sarà la volta del governo a esprimersi sull'intesa. Il ministro per la Sicurezza nazionale e leader di estrema destra Itamar Ben-Gvir ha già annunciato che il suo partito Otzma Yehudit lascerà l'esecutivo se l'accordo verrà approvato, mentre il collega di estrema destra e ministro delle Finanze Bezalel Smotrich dovrebbe votare contro ma restare al governo.