Dalla cavità della grotta di Tham Luanga, nel nord della Thailandia, è stato tirato fuori per ultimo anche l'allenatore, rimato al fianco dei baby calciatori per 17 lunghissimi giorni. Tutti salvi i dodici ragazzini, stanno bene.
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Thailandia, riprese le operazioni di soccorso: i primi 8 ragazzi usciti dalla grotta
Le operazioni per il recupero di otto dei dodici giovani calciatori e del loro allenatore intrappolati nella grotta thailandese di Tham Luang sono entrate nel vivo. Dopo il salvataggio dei primi quattro, avvenuto ieri con successo, le operazioni sono state sospese per riprendere questa mattina alle 8 ora locale (le tre di notte in Italia): altri quattro giovani sono stati estratti, e si fanno sempre più concrete le possibilità che tutti tornino presto all'esterno della grotta, nonostante la continua minaccia delle condizioni meteo avverse.
Nel frattempo il ministro dell'Interno, Anupong Paochinda, ha fatto sapere che le condizioni dei quattro giovani soccorsi ieri sono buone: si trovano tutti nell'ospedale da campo vicino alla grotta. Non sono ancora stati trasferiti nell'ospedale di Chiang Rai, e sono in corso sul posto esami medici. La lunga permanenza nella grotta potrebbe averli indeboliti eccessivamente: proprio per questo saranno tenuti in isolamento anche tra di loro e senza vedere le famiglie per le prime 24 ore, come precauzione per evitare infezioni. Lo riportano le tv thailandesi. Un intero piano dell'ospedale Prachanukroh di Chiang Rai è stato riservato per il gruppo. L'area è stata interdetta ai media.
Narongsak Ossottanakorn, portavoce ufficiale delle operazioni di soccorso, ha comunicato che livelli di acqua che inondano parzialmente la grotta sono scesi in modo importante, e che ciò dovrebbe consentire ai ragazzi di camminare per gran parte del viaggio. I sommozzatori devono percorrere 1,7 chilometri, per un totale tra andata e ritorno che richiede 11 ore. Per questo le operazioni potrebbero durare 2 giorni e saranno vincolate alle condizioni del tempo.
Lo psicologo: "Subito terapia per i ragazzi"
Una volta fuori dalla grotta in cui sono rimasti intrappolati per giorni i ragazzi thailandesi e il loro allenatore dovranno essere immediatamente assistiti a livello psicologico, per trovare chi è più fragile e presenta già i sintomi del disturbo post-traumatico da stress, come un aumento dell'ansia, gravi alterazioni del ritmo sonno-veglia e disturbi al sistema nervoso. A dirlo è Massimo Di Giannantonio, presidente dei professori di psichiatria italiani. "E' importante capire chi è più vulnerabile al trauma, in modo da predisporre una terapia ed evitare che il disturbo da stress post-traumatico si cronicizzi", spiega il professionista. Il momento più traumatico che può averli segnati, secondo Di Giannantonio, è quello in cui "hanno avvertito il pericolo, la mancanza di speranza, il timore di diventare protagonisti di una tragedia senza ritorno", continua. Una volta che si manifestano i primi sintomi del disturbo da stress post-traumatico, che possono essere "un aumento dell'ansia e dell'angoscia, gravi alterazioni del ritmo circadiano e del sistema nervoso, sottoposto ad esperienze altamente stressanti, bisognerà procedere alla terapia Emdr", cioe' di desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari. Ci si focalizza
sul ricordo dell'esperienza traumatica e, utilizzando i movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destro/sinistra degli emisferi cerebrali, "alla fine si riesce a cancellare l'emozione negativa associata al ricordo – prosegue – Il trattamento dura al massimo tre mesi".