Serviranno mesi per verificare le condizioni di agibilità di almeno 200mila abitazioni nel cratere, che potrebbero aver riportato seri danni strutturali. Intanto i sindaci dei piccoli borghi lamentano: "Abbandonati a noi stessi, non sappiamo cosa fare".
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Procura indaga per disastro colposo dopo i crolli in Umbria
A seguito dei crolli avvenuti in Umbria a causa del terribile terremoto che ha sconvolto il Centro Italia, la Procura della Repubblica di Spoleto, competente per territorio, ha deciso di aprire un fascicolo di indagine ipotizzando il reato di disastro colposo. Al momento ovviamente si tratta di una inchiesta solo conoscitiva e quindi a carico di ignoti e senza indagati. L'obiettivo dei magistrati è quello di verificare se ci possano essere state eventuali responsabilità per i crolli che hanno interessato edifici pubblici e privati in vari centri della regione.
Dalla Procura fanno sapere che in realtà gli accertamenti sono stati avviati già da qualche tempo e l'apertura del fascicolo di indagine rappresenta una sorta di atto dovuto dopo i crolli delle ultime settimane. I pm, compatibilmente con le esigenze dei soccorsi, hanno incaricato vigili del fuoco e forze dell'ordine di fare un censimento degli edifici interessati. Lo scopo è quello di capire se i finanziamenti per gli interventi relativi ai precedenti terremoti siano stati utilizzati in maniera corretta in particolare per i lavori di ristrutturazione sugli edifici, sia pubblici che privati. Sui risultati dell'inchiesta viene mantenuto il massimo riserbo.
Errani: "Serviranno 15 giorni per completare le verifiche sulle scuole"
A margine di una conferenza stampa con il Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, 40 sindaci e il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, Vasco Errani ha spiegato: "Entro 15 giorni dovremo completare una verifica su tutte le scuole. Nei casi più semplici i sindaci potranno disporre lavori urgenti, se i danni sono maggiori verranno individuate soluzione provvisorie in accordo con l'Ufficio scolastico regionale. I Comuni – ha aggiunto – devono operare per aree, individuando soluzione omogenee".
Mattarella atteso oggi a Norcia e Camerino
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è atteso per oggi a Norcia e Camerino. Il Capo dello Stato porterà la sua solidarietà a due delle città maggiormente colpite dal terremoto.
Decine di scosse nella notte
Quella trascorsa è stata l'ennesima notte caratterizzata da decine e decine di terremoti: la scossa più forte è stata registrata alle 7.08 con una magnitudo di 3.5: i comuni più vicini all'epicentro sono stati quelli di Pieve Torina, Fiordimonte e Pievebovigliana, in provincia di Macerata. Poco prima, alle 7:07, un'altra scossa di magnitudo 3.4: in questo caso i comuni più vicini all'epicentro sono stati Norcia e Cascia, in provincia di Perugia.
Terremoto Centro Italia, i sindaci: "200mila case potrebbero essere inagibili"
"Ci aspettiamo almeno 200mila domande di sopralluoghi per verificare l'agibilità degli immobili". A dirlo, in un'intervista a Repubblica, è stato il presidente dell'Anci Antonio Decaro, sottolineando come si tratti di numeri ben quattro volte superiori rispetto al sisma de L'Aquila del 2009 e come, oltre all'incognita di altre scosse che potrebbero distruggere nuovi borghi e città, un altro nemico da sconfiggere per le popolazioni duramente colpite sia quello della burocrazia. Sono decine di migliaia i cittadini che attendono di conoscere l'esito delle verifiche dei tecnici Aedes e a questo punto il rischio è che si debbano aspettare mesi e, nel frattempo, vivere negli hotel, nei camping messi a disposizione sulla costa o in case affittate in zone considerate più sicure.
Non sono pochi i sincaci che puntano il dito contro il sistema di Protezione Civile nazionale. Rosa Piermattei, primo cittadino di San Severino Marche, denuncia: "Ci manca tutto. Solo oggi ho firmato un centinaio di ordinanze di sgombero. L'ho fatto per strada, a penna, perché non c'è rimasto più nulla. Non so, vogliono vedere la città completamente rasa al suolo prima di mandarci qualcuno?". Lo stesso allarme è stato lanciato dal sindaco di Gagliole, Mauro Riccioni, che ha dichiarato: "Nessuno ci ha dato indicazioni, noi sindaci dei comuni più piccoli ci stiamo arrangiando con la solidarietà dal basso e il lavoro dei volontari". Situazione identica a Fiastra e Acquacanina, dove fino a ieri le cucine con centinaia di sfollati sono state rifornite da associazioni di volontariato e non dal sistema di Protezione Civile.