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Terremoto, 200mila case potrebbero essere inagibili. Deformata area di 600 km quadrati

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Serviranno mesi per verificare le condizioni di agibilità di almeno 200mila abitazioni nel cratere, che potrebbero aver riportato seri danni strutturali. Intanto i sindaci dei piccoli borghi lamentano: "Abbandonati a noi stessi, non sappiamo cosa fare".

08:13

Decine di scosse nella notte

Quella trascorsa è stata l'ennesima notte caratterizzata da decine e decine di terremoti: la scossa più forte è stata registrata alle 7.08 con una magnitudo di 3.5: i comuni più vicini all'epicentro sono stati quelli di Pieve Torina, Fiordimonte e Pievebovigliana, in provincia di Macerata. Poco prima, alle 7:07, un'altra scossa di magnitudo 3.4: in questo caso i comuni più vicini all'epicentro sono stati Norcia e Cascia, in provincia di Perugia.

A cura di Davide Falcioni
07:29

Terremoto Centro Italia, i sindaci: "200mila case potrebbero essere inagibili"

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"Ci aspettiamo almeno 200mila domande di sopralluoghi per verificare l'agibilità degli immobili". A dirlo, in un'intervista a Repubblica, è stato il presidente dell'Anci Antonio Decaro, sottolineando come si tratti di numeri ben quattro volte superiori rispetto al sisma de L'Aquila del 2009 e come, oltre all'incognita di altre scosse che potrebbero distruggere nuovi borghi e città, un altro nemico da sconfiggere per le popolazioni duramente colpite sia quello della burocrazia. Sono decine di migliaia i cittadini che attendono di conoscere l'esito delle verifiche dei tecnici Aedes e a questo punto il rischio è che si debbano aspettare mesi e, nel frattempo, vivere negli hotel, nei camping messi a disposizione sulla costa o in case affittate in zone considerate più sicure.

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Non sono pochi i sincaci che puntano il dito contro il sistema di Protezione Civile nazionale.  Rosa Piermattei, primo cittadino di San Severino Marche, denuncia: "Ci manca tutto. Solo oggi ho firmato un centinaio di ordinanze di sgombero. L'ho fatto per strada, a penna, perché non c'è rimasto più nulla. Non so, vogliono vedere la città completamente rasa al suolo prima di mandarci qualcuno?". Lo stesso allarme è stato lanciato dal sindaco di Gagliole, Mauro Riccioni, che ha dichiarato: "Nessuno ci ha dato indicazioni, noi sindaci dei comuni più piccoli ci stiamo arrangiando con la solidarietà dal basso e il lavoro dei volontari". Situazione identica a Fiastra e Acquacanina, dove fino a ieri le cucine con centinaia di sfollati sono state rifornite da associazioni di volontariato e non dal sistema di Protezione Civile.

A cura di Davide Falcioni
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