Le ultime notizie sull'attacco turco in Siria: aumenta la tensione in Medi Oriente mentre continuano i raid turchi in Siria. Nelle zone del conflitto, migliaia di persone sono in fuga. Il ministro degli Esteri Di Maio invita a non accettare i ricatti di Erdogan e ad "agire con una sola voce". E L'Ue valuta eventuali sanzioni.
- Newsweek: "I turchi bombardano per sbaglio forze speciali Usa" 11 Ottobre
- ONU: "Centomila sfollati dall'inizio dell'invasione nel nord della Siria" 11 Ottobre
- I curdi: "A causa della Turchia fuggiti da una prigione cinque miliziani dell'Isis" 11 Ottobre
- Guerra in Siria, l'ambasciatore turco: "Delusi dall'Italia, stiamo difendendo confine Ue" 11 Ottobre
- Francia: "Sul tavolo Ue sanzioni alla Turchia" 11 Ottobre
- Siria, già 60mila sfollati dopo un giorno di guerra con la Turchia 10 Ottobre
- Erdogan: "Uccisi 109 curdi. Se l'UE ci ostacolerà pronti a inviare 3,6 milioni di profughi" 10 Ottobre
- I curdi: "Abbiamo respinto un nuovo attacco di terra turco" 10 Ottobre
Siria, il premier Conte: "Inaccettabile il ricatto sui profughi del presidente turco Erdogan"
"L'Ue deve muoversi con una sola voce, non è accettabile questa iniziativa unilaterale, rischia di esser controproducente, di destabilizzare l'intero quadrante già compromesso. Non possiamo accettare che ci possa essere un ricatto tra l'accoglienza fornita dalla Turchia ai rifugiati, meritevole ma con fondi europei, e l'offensiva" in Siria. Lo ha dichiarato il premier Giuseppe Conte in relazione alle frasi pronunciate oggi dal presidente turco Erdogan, che ha minacciato i leader europei: se continueranno a condannare l’incursione dell'esercito di Ankara contro le milizie curde definendola un’occupazione, la Turchia aprirà le porte e lascerà passare milioni di rifugiati.
Siria, Di Maio convoca l'ambasciatore turco: "Offensiva in Siria inaccettabile"
L'Italia interviene sulla questione mediorientale: il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha convocato l'ambasciatore turco nel nostro Paese, disponendone la convocazione alla Farnesina, a seguito delle iniziative militari di Ankara nella Siria nord-orientale. Lo ha reso noto proprio la Farnesina aggiungendo che, nel riaffermare l'importanza della cessazione di ogni azione unilaterale, l'Italia ribadisce che l'unica strada percorribile per una soluzione duratura alla crisi siriana è rappresentata dal processo politico in corso sotto gli auspici delle Nazioni Unite.
La convocazione arriva dopo che, nelle prime ore del pomeriggio di giovedì, Di Maio aveva preannunciato che il prossimo lunedì, al consiglio dei ministri degli Affari esteri europei, l’Italia ha intenzione di chiedere "di agire con una sola voce anche attraverso l’utilizzo di misure nei confronti della Turchia che l’invitino a tornare indietro rispetto all’offensiva che ha deciso di muovere". Il numero uno della Farnesina ha anche aggiunto che "come governo pensiamo che sia inaccettabile, la condanniamo e rischia di compromettere la lotta al terrorismo. Le azioni di forza e le azioni militari nel passato hanno fatto soltanto proliferare il terrorismo".
Siria, Trump: "La Turchia deve bombardare secondo le regole". Macron: "Così si aiuta l'Isis"
"Seguo la situazione da vicino. E se non agirà secondo le regole la Turchia sarà colpita molto duramente finanziariamente e con delle sanzioni". Queste le parole di Donald Trump che è tornato a parlare della crisi mediorientale, lanciando un avvertimento ad Ankara impegnata nell'offensiva contro i curdi nel nord della Siria. All'inquilino della Casa Bianca ha risposto a distanza il presidente francese Emmanuel Macron, secondo il quale "l'offensiva della Turchia nel nord della Siria "rischia di aiutare l'Isis a ricostruire il suo Califfato". Macron, nel corso di una conferenza stampa tenuta a Lione, ha anche condannato "con la più grande fermezza l'offensiva militare unilaterale in Siria", invitando il governo di Ankara a "porvi fine il più rapidamente possibile".
Siria, colpi di mortaio curdi verso la Turchia: tra i morti un bambino di 9 mesi
Almeno due civili, di cui uno è un bimbo rifugiato siriano di 9 mesi, sono rimasti uccisi nelle provincia frontaliera turca di Sanliurfa da razzi e colpi di mortaio sparati dalle zone sotto controllo curdo nel nord della Siria, in risposta all'offensiva militare lanciata ieri da Ankara. Il piccolo è stato identificato come Muhammad Omar, mentre l'altro civile ucciso è Cihan Gunes, funzionario turco dell'ufficio delle imposte di Akcakale, una delle città di frontiera da cui è partita ieri l'offensiva turca. Il totale dei feriti per questi attacchi è così salito ad almeno 46, secondo quanto rende noto la prefettura locale.
Siria, già 60mila sfollati dopo un giorno di guerra con la Turchia
Sono già più di 60mila gli sfollati in Siria in meno di 24 ore, a seguito del lancio dell'offensiva militare della Turchia ieri contro una milizia curda nel nordest della Siria. Lo riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti umani. "Da mercoledì oltre 60mila persone sono state costrette a spostarsi, fuggendo dalle zone alla frontiera con la Turchia, in particolare le zone di Ras al-Ain e Derbassiye", ha riferito l'Osservatorio, precisando che gli sfollati si dirigono verso dei territori più a est, verso la città di Hassake.
La Turchia all'ONU: "Nostra azione proporzionata, misurata e responsabile"
La Turchia, in una lettera inviata al Consiglio di Sicurezza dell'ONU, ha dichiarato che la sua operazione militare nel nord della Siria sarebbe "proporzionata, misurata e responsabile". "L'operazione prenderà di mira solo terroristi e i loro nascondigli, rifugi, armi ed equipaggiamenti", si legge ancora nel documento, di cui l'ANSA ha avuto visione, precisando che vengono "adottate tutte le precauzioni per evitare danni collaterali alla popolazione civile".
Nella missiva inviata da Ankara al Consiglio di Sicurezza Onu, si afferma che "i negoziati con gli Usa su una zona di sicurezza rimangono inconcludenti". Il Consiglio si riunirà oggi a porte chiuse per discutere della situazione in Siria su richiesta dei cinque membri europei (Gran Bretagna, Francia, Germania, Belgio e Polonia).
Colpi di mortaio verso la Turchia, 18 feriti
Numerosi colpi di mortaio sono stati sparati dalle zone sotto controllo curdo in Siria verso le località frontaliere turche di Ceylanpinar e Akcakale, provocando almeno 18 feriti. Si tratta dei primi cittadini turchi rimasti colpiti dall'inizio ieri dell'offensiva di Ankara, partita proprio dalle località prese di mira dai curdi. Lo rendono noto le autorità locali.
Siria, comandante curda: "Turchia attacca Rojava con jihadisti"
"Oggi la Turchia non attacca da sola al confine con il Rojava, ma con i jihadisti, con questi miliziani. Chiediamo come mai un Paese Nato possa attaccare con i jihadisti la coalizione che ha combattuto l'Isis. La Turchia può fare facilmente un genocidio, uccide tutti, bombarda tutti. Lanciamo un appello alla comunità internazionale per fermare gli attacchi e creare una zona cuscinetto in Siria". Lo ha dichiarato Dalbr Jomma Issa, una comandante delle milizie curde YPJ, in conferenza stampa alla Camera. "Purtroppo ieri sono avvenuti questi attacchi, e abbiamo le foto. La Turchia dice che attaccano zone militari, ma qui ci sono foto che mostrano che a loro non importa di civili e militari, uccidono tutti", ha dichiarato, mostrando alcune immagini stampate su un foglio. A margine, la comandante ha riferito che le forze curde hanno avuto notizie questa mattina di "un villaggio bombardato dai turchi e tantissime famiglie sono state uccise".
La comandante ha poi aggiunto: "L'idea di un intervento Onu può sicuramente aiutare. Da sempre abbiamo detto che vogliamo i caschi blu. Se le Nazioni unite riuscissero a mandare una forza tra noi e la Turchia e tra noi e il regime. Due possibilità possono fermare la guerra: o l'Onu realizza una ‘no fly zone' cuscinetto o può portare le forze delle Nazioni Unite. Ci sono tantissime dichiarazioni di diversi Paesi, alcuni hanno preso posizioni positive ma questo non basta a fermare la Turchia, chiediamo ai Paesi di prendere una nuova posizione per fermare la Turchia, non solo per condannare", ha affermato.
Dalbr Jomma Issa ha concluso: "Se qualcuno attacca il nostro Paese dobbiamo difenderci, siamo pronti, le nostre forze sono al confine combattendo, non lasceremo mai che le forze della Turchia superino i confini, ma la Turchia non ha iniziato operazioni a terra. Noi come forza democratica in Siria prima di tutto crediamo nella forza del nostro popolo per liberare quelle zone, ma abbiamo la speranza che la comunità internazionale fermi gli attacchi in Turchia con gli aerei. Il nostro problema è questo, non abbiamo modo di difenderci dagli attacchi aerei", ha spiegato. "L'America ha tante basi militari in Siria, soprattutto sul confine con la Turchia, e queste basi sono ancora lì ma sul confine gli Usa si sono ritirati", ha riferito la comandante. "Noi abbiamo un esercito enorme e tantissime armi, ma sempre sulla terra. Se l'America dovesse fornirci armi antiaeree significherebbe che gli Usa vogliono fermare la guerra, e crediamo che l'America non voglia farlo".
Migliaia di curdi lasciano il nord della Siria dopo l'arrivo dei militari turchi
Genova, imbrattato il portone del consolato turco
Proteste contro l'operazione militare turca contro i curdi in Siria anche a Genova dove un gruppo di manifestanti ha imbrattato con vernice rossa il portone della sede del consolato turco. L'azione è avvenuta durante la notte. Oltre alla vernice per simboleggiare il sangue, sull'asfalto a terra è comparsa la scritta: "Rojava resiste". Ignoti gli autori del gestii, indaga la Digos del capoluogo ligure.
Erdogan: "Il mondo stia sereno, elimineremo l'Isis"
Al mondo intero "voglio dare questa rassicurazione: Daesh (Isis) non sarà presente nella regione" della Siria nordorientale dopo l'operazione militare avviata dalla Turchia. Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, parlando ai leader provinciali del suo partito Akp. "Oggi ci chiedono cosa ne faremo dei membri di Daesh. Faremo quello che abbiamo fatto con i membri di Daesh già finiti sotto il nostro controllo: li terremo in galera o li manderemo nei Paesi d'origine, se questi li accetteranno", ha aggiunto Erdogan, riferendosi ai timori su possibili fughe di jihadisti detenuti nelle carceri curde a seguito dell'offensiva turca. Le forze democratiche siriane a guida curda hanno accusato l'esercito di Ankara di aver bombardato la scorsa notte una di queste prigioni nell'area di Qamishli.
Dura replica invece alle critiche arrivate da sauditi ed Egitto. "Non possiamo accettare le loro critiche all'operazione. L'Arabia Saudita si guardi allo specchio. Chi ha bombardato finora lo Yemen? Prima rendete conto di questo. E anche tu, Egitto, non puoi parlare. Nel tuo Paese c'è un assassino della democrazia, come il presidente Abdel Fattah al Sisi" ha dichiarat ilo presidente turco Recep Tayyip Erdogan,
Erdogan: "Uccisi 109 curdi. Se l'UE ci ostacolerà pronti a inviare 3,6 milioni di profughi"
A meno di 24 ore dall'inizio dell'operazione militare ‘Fonte di pace' nel nord-est della Siria, "109 terroristi sono stati uccisi" dai raid della Turchia. Lo ha reso noto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, parlando ai leader provinciali del suo patrtito, l'Akp, e spiegando che il bilancio conta anche numerosi feriti, tutti consegnati alle forze armate turche o ai suoi alleati. Tra le vittime secondo la Mezzaluna Rossa ci sono anche 10 civili. I villaggi, occupati dai miliziani locali cooptati da Ankara dell'Esercito siriano libero (Esl), sono quelli di Yabse e Tal Fander, che erano stati oggetto di bombardamenti turchi nelle scorse ore.
Erdogan ha poi aggiunto: "Se l'Ue ci accuserà di occupazione della Siria e ostacolerà la nostra operazione militare, apriremo le porte a 3,6 milioni di rifugiati e li manderemo da voi". Il leader di Ankaraha accusato Bruxelles di non aver rispettato le "promesse", perché' non ha ancora trasferito la seconda tranche di 3 miliardi di euro di aiuti per la gestione dei rifugiati siriani, prevista dagli accordi, rivendicando che la Turchia avrebbe invece speso "40 miliardi di dollari". Erdogan ha anche rinnovato le critiche all'Ue per non aver accettato la Turchia come Paese membro. "Dal '63 fino a ora ci avete tenuti occupati", ha detto il presidente turco, riferendosi all'accordo di associazione che quell'anno ha stabilito le relazioni formali tra Ankara e le istituzioni europee.
Mosca, promuoveremo il dialogo fra Ankara e Damasco
La Russia promuoverà il dialogo "tra Damasco e Ankara" alla luce dell'operazione turca in Siria. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov. "Abbiamo motivi per credere che soddisferà gli interessi di entrambe le parti", ha affermato Lavrov. Allo stesso tempo la Russia "promuoverà i contatti tra Damasco e i gruppi curdi che rinunciano all'estremismo e alle tattiche terroristiche", ha affermato. Lo riporta Interfax.
La Russia desidera che le tensioni nel nord-est della Siria si attenuino il prima possibile sulla base del rispetto per la sovranità e l'integrità territoriale del Paese. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov sottolineando che i militari russi e turchi continuano "a comunicare". "Abbiamo una linea per la de-escalation, un canale di comunicazione regolare: i nostri militari si stanno parlando", ha detto. Lo riporta Interfax.
I curdi: "Abbiamo respinto un nuovo attacco di terra turco"
Le Forze democratiche siriane (Fds) a guida curda hanno dichiarato di aver di nuovo respinto un "tentativo di incursione terrestre" dell'esercito turco a Ras al Ayn, dopo aver sostenuto lo stesso ieri sera rispetto a un'incursione a Tal Abyad, circa 120 chilometri più a ovest. Si tratta dei due punti d'accesso delle forze armate di Ankara e delle milizie arabe locali cooptate dalla Turchia per l'offensiva lanciata ieri nel nord-est della Siria. Secondo la nota delle Fds, l'attacco è stato fermato "sull'asse di Tal Halaf e Haluk", di fronte alla postazione frontaliera turca di Ceylanpinar.
Di Maio alla Turchia: "Sospendere l'offensiva"
Come governo italiano "chiediamo al governo turco di cessare immediatamente l'offensiva perché non è assolutamente accettabile che si utilizzi la forza e che si continui a mettere a repentaglio la vita del popolo siriano. L'unica strada possibile da seguire è quella delle Nazioni Unite". Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio a margine della Conferenza Italia – America Latina.
La Turchia: "Non abbiamo colpito civili"
"Nella pianificazione ed esecuzione dell'operazione Fonte di Pace vengono presi di mira solo rifugi, ripari, postazioni, armi, mezzi ed equipaggiamenti che appartengono a terroristi del Pkk/Pyd-Ypg e di Daesh (Isis)". A scriverlo in una nota il ministero della Difesa di Ankara, respingendo così le denunce delle Forze democratiche siriane a guida curda di aver colpito "civili", uccidendone almeno 8.
Turchia apre inchiesta per "propaganda terrore" verso i critici all'invasione in Siria
All'indomani dell'inizio dell'operazione militare contro le milizie curde nel nord-est della Siria, è scattata in Turchia la repressione interna contro i commenti ostili all'offensiva. La procura della capitale Ankara ha aperto stamani un'inchiesta per "propaganda terroristica" nei confronti dei co-leader del filo-curdo Hdp, terza forza nel Parlamento turco, i deputati Sezai Temelli e Pervin Buldan. Almeno altre 78 persone sono indagate per i loro post sui social media.
Invasione in Siria, i curdi; "Abbiamo ucciso 5 soldati turchi"
"I curdi non hanno aiutato gli americani durante la Seconda Guerra Mondiale. Non ci hanno aiutati in Normandia, per esempio". Sono le parole pronunciate da Donald Trump per giustificare il tradimento del popolo curdo e la decisione di autorizzare l'invasione del nord della Siria da parte dell'esercito turco, un'operazione che – vista la sproporzione delle forze sul campo di battaglia – rischia di trasformarsi in un massacro per i combattenti curdi, da sempre in prima linea nella guerra allo Stato Islamico ma ance modello di progressismo per tutto il medio oriente, e non solo.
Il voltafaccia degli Stati Uniti potrebbe quindi consegnare intere aree del nordest della siria al controllo turco, paese che più volte è stato accusato di essere molto tollerante con i miliziani dell'Isis. "I curdi stanno combattendo per la loro terra", ha dichiarato Trump durante un evento organizzato alla Casa Bianca, aggiungendo che "non ci hanno aiutato durante la Seconda guerra mondiale. Non ci hanno aiutato in Normandia, ad esempio". Il Presidente degli Stati Uniti ha quindi affermato che, come americani, "abbiamo speso un mucchio di soldi per aiutare i curdi in termini di munizioni, in termini di armi, in termini di denaro, in termini di pagamenti". In ogni caso, "detto tutto questo, a noi piacciono i curdi", ma "ci sono diverse fazioni. Avete il Pkk, che è una fazione, e che ha lavorato con noi. Si tratta di un gruppo canaglia, ma ha lavorato con noi. Ma abbiamo speso tantissimo e loro stanno combattendo per la loro terra. Per cui quando dite ‘stanno combattendo per noi', sì. Loro stanno combattendo per la loro terra". La coalizione militare a guida Usa ha sostenuto militarmente e finanziariamente l'Ypg nell'ambito della lotta al sedicente Stato Islamico (Is) in Siria.
Nel frattempo stamattina il ministero della Difesa turco ha annunciato che le forze militari turche "hanno colpito finora 181 postazioni delle organizzazioni terroristiche nel nordest della Siria nel corso dell’Operazione Fonte di pace" iniziata ieri. Poco dopo l’annuncio di Ankara dell’inizio dell’offensiva di terra, il portavoce dell’SDF (le Forze Democratiche Siriane dominate dalle milizie curde YPG) Mustafa Bali ha detto dal canto suo su Twitter che "l’offensiva terrestre delle forze turche è stata respinta dai combattenti dell’SDF a Tal Abyad". Cinque militari turchi sarebbero stati uccisi.