Mentre l'Ue condanna l'azione militare della Turchia “che mina seriamente la stabilità e la sicurezza di tutta la regione", il leader turco Erdogan ha ribadito la volontà di impossessarsi dell'intero confine turco-siriano "da Manbij al confine con l'Iraq". Trump ha annunciato che firmerà un ordine esecutivo "per imporre sanzioni contro dirigenti ed ex dirigenti del governo turco e qualsiasi persona che contribuisca alle azioni destabilizzanti della Turchia nel nordest della Siria".
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- Erdogan: "Riporteremo a casa 2 milioni di rifugiati siriani" 15 Ottobre
- Trump: "Sono pronto a distruggere l'economia turca" 15 Ottobre
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- Erdogan sfida gli alleati Nato: "State con noi o con i terroristi?" 14 Ottobre
- Accordo tra Assad e i curdi per fermare l'avanzata turca 13 Ottobre
- Siria, riprende l'offensiva turca: nuovi bombardamenti sui curdi all'alba 13 Ottobre
- L'appello delle forze curde agli Stati Uniti: "Aiutateci" 12 Ottobre
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Erdogan: "Riporteremo a casa 2 milioni di rifugiati siriani"
"Abbiamo salvato dall'occupazione dei terroristi mille chilometri quadrati di territorio in Siria" così il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha annunciato l'avanzata dell'esercito turco nel nord-est della Siria dopo l'offensiva militare nel Paese in chiave anti curda. "Presto metteremo in sicurezza" l'intero confine turco-siriano "da Manbij al confine con l'Iraq", ha aggiunto Erdogan ribadendo la volontà della Turchia di stabilire una sorta di zona cuscinetto a discapito dei territori siriani di confine in mano ai curdi che sarebbero così occupati dall'esercito turco. L'offensiva dunque si defenestrerà nei prossimi giorni anche ai centri strategici ancora sotto il controllo delle milizie curde, come Kobane e la capitale del Rojava, Qamishli. "Dopo ci assicureremo che i rifugiati tornino a casa", ha aggiunto il leader turco, spiegando: "In una prima fase riporteremo a casa un milione di rifugiati siriani, in una seconda tappa 2 milioni di rifugiati nella zona di sicurezza che stiamo creando con l'offensiva".
Trump: "Sono pronto a distruggere l'economia turca"
Donald Trump è "assolutamente pronto a distruggere rapidamente l'economia della Turchia se i leader turchi proseguiranno su questo percorso pericoloso e distruttivo". Così il presidente americano ha preannunciato l'ordine esecutivo "per imporre sanzioni contro dirigenti ed ex dirigenti del governo turco e qualsiasi persona che contribuisca alle azioni destabilizzanti della Turchia nel Nordest della Siria".
Durante una telefonata con il leader turco Erdogan, Trump ha chiesto di "porre fine all'invasione" in Siria e di dichiarare un "cessate il fuoco immediato", avviando "negoziati con le forze curde in Siria", Secondo il vicepresidente Usa Mike Pence, il tycoon newyorkese ha ha ricevuto da Erdogan rassicurazioni sul fatto che le forze turche non attaccheranno la città di Kobane. "Il presidente Trump è stato molto duro con Erdogan", ha fatto sapere Pence.
"Dopo aver sconfitto il 100% del Califfato dell'Isis, ho in gran parte spostato le nostre truppe fuori dalla Siria. Lasciamo che la Siria e Assad proteggano i curdi e combattano la Turchia per la propria terra". Lo ha scritto su Twitter Donald Trump, provando a spiegare la sua decisione di ritirare le truppe statunitensi dal Nord del Paese dove è in corso l'offensiva militare di Ankara. "Ho detto ai miei generali: perché dovremmo combattere per la Siria e Assad per proteggere la terra del nostro nemico? Chiunque voglia aiutare la Siria a proteggere i curdi è per me il benvenuto, che si tratti della Russia, della Cina o di Napoleone Bonaparte. Spero che facciano tutti bene, noi siamo a 7.000 miglia di distanza!".
Sanzioni Usa al governo turco e dazi su acciaio
Il presidente americano Donald Trump ha annunciato su Twitter che firmerà un ordine esecutivo "per imporre sanzioni contro dirigenti ed ex dirigenti del governo turco e qualsiasi persona che contribuisca alle azioni destabilizzanti della Turchia nel nordest della Siria". Saranno inoltre aumentati i dazi sull'acciaio sino al 50 percento e verranno fermati i negoziati per un accordo commerciale con Ankara da 100 miliardi di dollari.
Unicef, 70.000 bimbi sfollati in Siria
Secondo l’Unicef circa 70000 bambini hanno dovuto lasciare le loro case a causa delle ostilità nel nordest della Siria. L'Unicef conferma inoltre che almeno 4 bambini sono stati uccisi e altri 9 sono rimasti feriti. Sette bambini sarebbero invece stati uccisi in Turchia. A darne notizia è Henrietta Fore, direttore generale dell'Unicef. Sono stati poi attaccate tre strutture e veicoli sanitari e una scuola. La stazione idrica di A'louk che forniva acqua a circa 400.000 persone ad Al-Hasakeh è fuori servizio. L'Unicef esprime "preoccupazione" per almeno 170.000 bambini che potrebbero avere bisogno di assistenza umanitaria. Nonostante le violenze, l'organizzazione sta lavorando con i propri partner per garantire assistenza umanitaria immediata, che comprende, tra l'altro, prima assistenza alle famiglie che arrivano presso i rifugi collettivi e distribuzione di 95.000 litri di acqua e 12 cisterne per sopperire alla mancanza di acqua nei rifugi presso la città di Al-Hasakeh.
L’ultima intervista di Hevrin Khalaf: “Turchia ostacola la pace”
"Le minacce turche ostacolano i nostri sforzi per trovare una soluzione pacifica alla crisi siriana" aveva detto nell'ultima intervista Hevrin Khalaf, l'attivista barbaramente trucidata insieme ad autista e collaboratore sull’autostrada M4, tra Manbij e Qamishlo, mentre si dirigeva a un appuntamento del Partito per il Futuro della Siria di cui era diventata segretario generale. L'attivista, paladina dei diritti delle donne, da tempo si batteva per la pacificazione fra curdi, cristiano-siriaci e arabi nella regione ormai martoriata da una guerra civile senza fine.
Erdogan: "Finiremo quello che abbiamo iniziato"
"Finiremo quello che abbiamo iniziato", così il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha ribadito l'intenzione sua e del suo Paese di proseguire l'avanzata militare nel nord est della Siria in chiave anti curda, nonostante le critiche e le sanzioni promesse a livello internazionale. "Andremo fino in fondo. Siamo determinati" ha aggiunto Erdogan. Intanto le truppe di Ankara hanno iniziato l'offensiva su Manbij, località strategica controllata dai curdi a ovest del fiume Eufrate.
Siria, l'Ue condanna la Turchia: "Impegno di tutti gli Stati per lo stop alla vendita di armi"
"L'Ue condanna l'azione militare della Turchia che mina seriamente la stabilità e la sicurezza di tutta la regione" è quanto si legge nel testo diffuso a conclusione del Consiglio degli affari esteri dell'Ue sull'offensiva militare di Ankara nel nord est della Siria. Il Consiglio, che riunisce i ministri degli esteri degli stati membri, ha sancito anche "l'impegno degli Stati a mantenere forti posizioni nazionali rispetto alla politica di export delle armi". Un impegno subito raccolto dall'Italia che nelle prossime ore varerà un decreto ministeriale per bloccare "l'export di armamenti verso la Turchia per tutto quello che riguarda il futuro dei prossimi contratti e dei prossimi impegni". Ad annunciarlo è stato lo stesso ministro degli Esteri Luigi Di Maio a margine del Consiglio europeo, spiegando che non serve un passaggio parlamentare in quanto "per le nostre regole si tratta di un decreto ministeriale, come quello che abbiamo firmato sui rimpatri".
Giornalista curdo morto dopo bombardamento turco
Un giornalista curdo-siriano è morto lunedì in seguito delle ferite riportate durante un bombardamento turco compiuto ieri nel nord-est della Siria. Lo riferiscono i media curdi. Il giornalista deceduto è Muhammad Efrin che da domenica era ricoverato in gravissime condizioni in ospedale. Era stato vittima, assieme ad altri giornalisti, civili e miliziani curdi, di un raid dell'esercito turco a sud di Ras al Ayn/Serekaniye. Nell'attacco erano morte 14 persone, tra cui un altro giornalista curdo Saad Ahmad, e un reporter straniero di cui non si conoscono ancora le generalità
Erdogan sfida gli alleati Nato: "State con noi o con i terroristi?"
"Siete con noi o coi i terroristi?" così il President turco Recep Tayyip Erdogan ha sfidato gli alleati della Nato dopo le c pesanti critiche e le polemiche giunte da tutto il mondo contro la sua offensiva militare e lo sconfinamento in Siria per colpire i curdi nel Paese. Secondo il leader turco, gli alleati saprebbero vittima di disinformazione perché lo sconfinamento del suo esercito nel Paese vicino con relativi bombardamenti sarebbe solo frutto della voglia di lottare contro i terroristi e liberarsene una volta per tutte. "Ho parlato ieri con la cancelliera tedesca Angela Merkel e il giorno prima con il premier britannico Boris Johnson. Nei nostri colloqui ho capito che c'e' una seria disinformazione" ha spiegato Erdogan, aggiungendo: "Starete dalla parte del vostro alleato Nato, o dalla parte dei terroristi? Ovviamente loro non possono rispondermi a questa domanda retorica".
Siria, Trump: "L'Europa prenda in carico i miliziani Isis. Non arriveranno negli Usa"
Mentre sta cominciando il sesto giorno di bombardamenti turchi sulla Siria, continua il botta e risposta all'interno delle comunità internazionale sul futuro dei miliziani dell'Isis, all'indomani della notizia che centinaia di persone sono fuggite da un campo profughi nel Rojava dove i curdi, ormai impegnati sul fronte di guerra, non controllano più le carceri dove sono detenuti i terroristi dello Stato Islamico. Per il presidente americano Donald Trump, "gli Stati Uniti hanno il peggio dei prigionieri dell'Isis – si legge in un Tweet -. La Turchia e i curdi non devono lasciarli scappare. L'Europa avrebbe dovuto riprenderseli dopo le numerose sollecitazioni. Lo faccia ora. Non arriveranno mai e non saranno mai portati in Usa". Durissimo nei suoi confronti è stato il generale americano John Allen, ex comandante della coalizione internazionale anti-Isis che ricoprì l'incarico durante l'amministrazione Obama dopo esser stato capo delle forze Usa in Afghanistan: "Il presidente Donald Trump ha le mani sporche di sangue per aver abbandonato i nostri alleati curdi – ha detto -. Le conseguenze dell'attuale crisi erano del tutto prevedibili e nonostante questo gli Usa hanno dato la luce verde", aggiungendo che quella messa in atto dal leader turco Erdogan è una vera e propria operazione di pulizia etnica: "Questo è quello che succede quando il presidente Trump segue il suo istinto e si allinea con gli autocrati".
Accordo tra Assad e i curdi per fermare l'avanzata turca
L'esercito governativo siriano tenterà di entrare in due località chiave nell'est siriano, ancora controllate dalle forze curde, per respingere l'offensiva turca in corso nell'area. Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, che riferisci di un accordo tra i curdi e Bashar Al Assad. L'accordo con Damasco è frutto dell'intermediazione della Russia, intervenuta dopo il ritiro ufficiale delle truppe americane da Kobane. L’esercito siriano dovrebbe entrare nelle città di Kobane e Manbij, attualmente controllate dai curdi finiti sotto l'offensiva militare della Turchia, entro le prossime 48 ore
Raid turco su convoglio di giornalisti stranieri, vittime e feriti
Uno dei raid turchi che da giorni tempestano il confine siriano dopo l'offensiva ha colpito nelle scorse anche convoglio di reporter e giornalisti stranieri facendo vittime e feriti. Lo riferiscono i media locali presenti nella zona di Qamishli, spiegando che tra i morti ci sono anche giornalisti. Fonti parlano di almeno un giornalista straniero ucciso e altri feriti ma altre voci parlano di almeno altri due giornalisti stranieri uccisi. Il gruppo sarebbe stato coinvolto in un bombardamento di artiglieria dell'esercito turco nel nord-est della Siria. I giornalisti coinvolti infatti si trovavano a bordo di un pulmino non lontano dalla zona del fronte dell'offensiva turca.
In un'altra seri di bombardamenti i turchi hanno colpito persino le basi militari statunitensi tanto da spingere i soldati americani presenti nel nord-est della Siria a ritirarsi dalla loro base vicino alla cittadina di Ayn Arab/Kobane, lungo la frontiera turco-siriana. Intanto nelle stesse ore la Turchia ha fatto sapere di aver preso il controllo della M4, l'autostrada strategica nel nord est della Siria nei pressi della quale sei civili siriani sono stati uccisi a sangue freddo da miliziani filo-turchi compresa l'attivista Hevrin Khalaf.
Siria, riprende l'offensiva turca: nuovi bombardamenti sui curdi all'alba
È ripresa all'alba di oggi, domenica 13 ottobre, l'offensiva turca nei territori del Rojava, l'enclave autonoma curda nel nord-est siriano. Lo riferisce al- Arabiya. Secondo fonti curde, quando ormai si è al quinto giorno delle operazioni militari, ci sono stati bombardamenti a Gire Spi e Serekaniye. Ankara, con la sua contestata operazione "Fonte di pace", conquista una città strategica, Ras Al-Ayn e prepara l'offensiva su Tel Abyad. Intanto, dopo l'Olanda, anche la Germania e la Francia, alla vigilia del Consiglio Affari Esteri dell'Ue che dovrà decidere le sanzioni contro la Turchia, hanno sospeso le esportazioni di armi al paese di Erdogan, mentre la Lega Araba ha chiesto alle Nazioni Unite di adottare misure per fermare l'offensiva militare e ritirare "immediatamente" le forze turche dalla Siria.
Salgono intanto anche i bilanci delle vittime tra i civili e tra le forze in campo. È impossibile verificare in maniera indipendente sul terreno le informazioni fornite dai diversi organi di propaganda, ma fonti concordanti parlano di almeno 40 civili siriani uccisi negli ultimi tre giorni.
Francia e Germania decidono per lo stop alla vendita di armi alla Turchia
Parigi ha deciso di sospendere immediatamente l'esportazione di armi verso la Turchia. Lo hanno annunciato il ministro degli Esteri e il ministro della Difesa francesi, Jean-Yves Le Drian e Florence Parly, in una nota congiunta: "In attesa di una cessazione di questa offensiva, la Francia ha deciso di sospendere ogni progetto di esportazione verso la Turchia di materiali bellici suscettibili di essere utilizzati nel quadro dell'offensiva in Siria. Questa decisione ha effetto immediato". I ministri hanno precisato che lunedì prossimo a Lussemburgo il Consiglio Affari Esteri dell'Ue "sarà l'occasione per coordinare un approccio europeo in questa direzione". Anche Berlino nel pomeriggio ha annunciato che non venderà più armi ad Ankara.
Osservatorio per diritti umani: "Miliziani filo-turchi giustiziano sei civili siriani"
A riferirlo è l'osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria. Sei civili siriani sarebbero stati uccisi con raffiche di mitra da miliziani filo-turchi nel nord-est del Paese. I civili, sempre secondo l'Osservatorio, sarebbero stati radunati di fronte a un muro nei pressi del confine fra Siria e Turchia. L'agenzia Ansa specifica che non è stato possibile, al momento, verificare l'accaduto in maniera indipendente.
Le forze curde in Sira accusano gli Stati Uniti di averle abbandonate
Le forze curde in Siria, al momento sotto attacco turco, hanno chiesto agli Stati Uniti di "assumersi le proprie responsabilità morali" e di "rispettare le promesse prese". In un comunicato stampa, le Forze democratiche siriane hanno puntato il dito contro Washington, accusando gi USA di aver abbandonato l'esercito curdo di fronte all'offensiva turca: "I nostri alleati ci avevano garantito la loro protezione", ma poi "ci hanno abbandonati con la loro ingiusta decisione di ritirare le loro truppe alla frontiera turca".
L'appello delle forze curde agli Stati Uniti: "Aiutateci"
Le forze curde in Siria chiedono agli Stati Uniti di "assumersi le proprie responsabilità morali" e di "rispettare le promesse" dopo aver accusato Washington di averle abbandonate davanti all'offensiva delle truppe turche. "I nostri alleati ci avevano garantito la loro protezione", invece "ci hanno abbandonati con la loro ingiusta decisione di ritirare le loro truppe alla frontiera turca", hanno deplorato le Forze democratiche siriane in un comunicato letto davanti ai giornalisti
Lega Araba: "L'aggressione turca è una minaccia alla sicurezza internazionale"
Anche la Lega Araba si schiera contro l'invasione del nordest della Siria da parte della Turchia: "L'aggressione turca alla Siria costituisce una minaccia diretta per la sicurezza nazionale araba, così come per la pace e la sicurezza internazionali". Lo si afferma nel documento finale di una riunione d'urgenza dei ministri degli Esteri della Lega Araba tenutasi oggi al Cairo. Nel documento si aggiunge che l'attacco è "una violazione flagrante dei principi della Carta delle Nazioni Unite" contro la quale la Siria ha il diritto legittimo di difendersi con ogni mezzo.
I ministri degli Esteri dei Paesi della Lega Araba hanno determinato di assumere "misure urgenti per far fronte all'aggressione turca contro la Siria", comprese la riduzione delle relazioni diplomatiche, la cessazione della cooperazione militare e la revisione delle relazioni economiche.
Mezzaluna Rossa: "Almeno 60 civili uccisi dai bombardamenti. Sei sono bambini"
Almeno 10 civili sono stati uccisi stamattina nei raid turchi nel nord-est della Siria. Lo riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti umani. Al momento sono in corso violenti combattimenti.
Complessivamente dall'inizio dell'invasione almeno 60 civili sono stati uccisi, tra cui 7 donne e sei minori. A riferirlo la Mezzaluna Rossa curdo-siriana. In un comunicato diffuso dalla stessa organizzazione di soccorso medico della regione autonoma nord-orientale siriana, si fa l'elenco delle 60 persone uccise tra il 9 e l'11 ottobre nelle regioni a ridosso della frontiera turca.
I curdi: "Già quasi 200mila sfollati"
Sarebbero ormai quasi 200mila gli sfollati nel nordest della Siria, dove da quattro giorni vanno avanti le operazioni militari della Turchia e dei ribelli siriani alleati. Come riporta la tv satellitare al-Arabiya, le autorità curde parlano di più di 191mila sfollati. I dati diffusi ieri dalle Nazioni Unite parlavano di circa 100mila persone costrette ad abbandonare le proprie case dall'inizio dell'offensiva.
L'Ong italiana "Un Ponte Per": "La Turchia ha colpito le nostre ambulanze"
Due ambulanze dell'ONG italiana Un Ponte Per sono state bombardate dall'aviazione militare turca. E' accaduto questa mattina, 12 ottobre, tra le sette e le otto: i due veicoli si stavano dirigendo verso i presidi sanitari di emergenza costruiti a sud di Ras Al Ain dall'associazione e dalla Mezzaluna Rossa Curda (KRC). "Due medici della KRC sono stati feriti e le nostre ambulanze sono state danneggiate. Un Ponte Per condanna questo attacco nella maniera più assoluta", ha dichiarato l'ONG in un post su Facebook. L'associazione ha specificato che le ambulanze appartengono anche alla Mezzaluna Rossa.
"Chiediamo con forza che le istituzioni internazionali si adoperino perché il Diritto Umanitario Internazionale e la Convenzione di Ginevra siano rispettate: le strutture mediche, il personale medico-sanitario, gli operatori e le operatrici umanitarie devono essere protette in tempo di guerra, e non possono diventare un target. Così come non possono diventarlo le popolazioni e le infrastrutture civili. Se niente verrà fatto per fermare tutto questo, sarà impossibile sostenere la popolazione e portare l’aiuto umanitario necessario".
Attivisti bloccano voli per la Turchia a Fiumicino in solidarietà con i curdi
Alle 12 una trentina di persone hanno bloccato i check in della Turkish Airlines all'aeroporto di Fiumicino per protestare contro l'offensiva turca di Erdogan nei confronti del popolo curdo. Gli attivisti hanno esposto uno striscione con scritto "Viva la rivoluzione delle donne, fermiamo l'invasione in Rojava" e distribuito volantini alle persone in attesa per imbarcare il proprio bagaglio. "In queste ore la Turchia sta distruggendo un progetto rivoluzionario basato su democrazia radicale, liberazione delle donne ed ecologia – hanno dichiarato gli attivisti – E lo sta facendo con le nostre armi, visto che Erdogan è uno dei principali clienti dell'industria bellica italiana, in dispregio alla no fly zone e a qualsiasi diritto internazionale, sicuro di poter ricattare l'Unione Europea con i milioni di profughi bloccati alle sue porte. Non possiamo rimanere fermi a guardare". Per il momento le forze dell'ordine non sono intervenute.
Turchia: "Ras al-Ayn è caduta". Ma le autorità curde smentiscono: "La città sta resistendo"
La Turchia rivendica "il controllo della zona residenziale di Ras al-Ayn", nel nordest della Siria. La notizia è stata diffusa dall'agenzia ufficiale Anadolu che cita il ministero della Difesa di Ankara in merito agli ultimi sviluppi nel quadro dell'offensiva turca avviata mercoledì scorso contro le forze curde nella regione. "L'Esercito nazionale siriano ha preso il controllo del centro di Ras al-Ayn", scrive anche il quotidiano filogovernativo Sabah. Ras al-Ayn, ricorda la tv curda Rudaw, è una roccaforte dell'alleanza curdo-araba delle Forze democratiche della Siria (Fds). La località si trova nel governatorato siriano di Hasakah, al confine tra Siria e Turchia. Ieri la città era stata già bombardata ieri.
Ma le autorità curde smentiscono l'annuncio del ministero della Difesa turco, e sottolineano che la città non è caduta: "Ras Al-Ain sta ancora resistendo e i combattimenti sono in corso", ha detto un funzionario delle forze democratiche siriane a guida curda. Lo stesso Osservatorio siriano per i diritti umani afferma che la città, principale obiettivo dell'offensiva turca, non e' stata completamente conquistata.
Russia blocca la dichiarazione Usa al Consiglio di sicurezza Onu per fermare l'offensiva turca
La Russia ha bloccato al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite una dichiarazione redatta dagli Stati Uniti che chiedeva di fermare l'operazione militare turca nella Siria nord-orientale, iniziata lo scorso 9 ottobre. La dichiarazione, secondo quanto riferito da fonti diplomatiche citate dall'agenzia di stampa turca ‘Anadolu', esortava la Turchia a terminare l'operazione e ad affrontare la questione curda attraverso canali diplomatici.
Secondo le stesse fonti, anche la Cina si è unita a Mosca nel respingere la dichiarazione, in cui i membri del Consiglio di sicurezza esprimevano "profonda preoccupazione" per il conflitto avviato da Ankara ormai quattro giorni fa, e per le sue implicazioni, comprese le questioni umanitarie e di sicurezza. Con oltre 300 terroristi "neutralizzati", secondo quando ha riferito il governo i Erdogan, e più di 100mila civili in fuga, dopo i raid aerei sulla popolazione curda, la Turchia non è intenzionata a interrompere l'offensiva. L'obiettivo dichiarato dell'operazione è di creare una zona cuscinetto lungo il confine turco dove, secondo Ankara, i rifugiati siriani residenti in Turchia potrebbero tornare.
Intanto proseguono gli scontri: tre civili sono morti nelle ultime ore nel sudest della Turchia a causa dei colpi di mortaio lanciati dalla Siria. L'agenzia ufficiale turca Anadolu riferisce della morte di un uomo a Suruc per le ferite riportate ieri in un attacco che ha fatto anche altri due morti. L'attacco viene attribuito ai "terroristi" delle Ypg, i miliziani curdi siriani delle Unità di protezione del popolo.
Siria, postazione Usa colpita da fuoco turco evacuata nella notte: nessun ferito
Proseguono le tensioni nel Nord della Siria: da quando è iniziata l'offensiva turca contro i curdi si contano almeno 100mila civili in fuga. Stati Uniti ed Europa minacciano adesso sanzioni contro la Turchia. Questa notte una postazione americana del Nord Est della Siria è stata evacuata dopo essere finita sotto il fuoco di artiglieria dei turchi. Il Pentagono ha fatto sapere che le truppe hanno lasciato l'avamposto dopo l'esplosione causata dalle forze di Ankara. L'evacuazione dovrebbe essere temporanea. Non ci sono stati feriti, e le truppe non si sono ritirare da Kobane, dove si trovavano. I turchi, ha riferito sempre il Pentagono, sapevano che nell'area c'erano truppe americane, e ha messo in guardia Erdogan dall'evitare azioni che possano tradursi in una immediata azione di difesa americana.
Secondo il governo di Ankara, sarebbero 342 i "terroristi neutralizzati", da quando è iniziato il conflitto, cioè terroristi uccisi, feriti o costretti alla resa. Secondo curdi 5 miliziani dell'Isis sono fuggiti dopo il raid turco in un carcere.