Domani inizieranno le votazioni per le presidenze delle Camere: il MoVimento 5 Stelle dovrebbe avere quella di Montecitorio, con Roberto Fico in pole position. Al centrodestra (in particolare a Forza Italia) spetterebbe Palazzo Madama: Berlusconi propone Paolo Romani, ma c'è il veto del M5s. Tra i nomi circolati nelle ultime ore anche quelli di Riccardo Fraccaro per la Camera e di Anna Maria Bernini per il Senato. Ma le trattative sembrano essersi interrotte bruscamente: tutto azzerato, si riparte da capo.
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Grasso su presidenze Camere: "Per noi un condannato è sempre impresentabile"
Grasso ha fatto sapere durante una conferenza stampa a Montecitorio che Liberi e Uguali "non terrà posizioni aventiniane" rispetto alla trattativa per l'elezione dei presidenti delle Camere. "Siamo stati consultati e stiamo pienamente nel dialogo e continuiamo a starci. Partecipiamo e chiediamo contatti bilaterali e riunioni in cui possiamo offrire un contributo valido al futuro assetto dei vertici del Parlamento".
Ma chiarisce che servono "figure istituzionali, di garanzia e che possano apparire come tali. Devono distaccarsi una volta elette da quelle che sono le politiche e le problematiche del loro partito. Per noi vale il regolamento interno che ci siamo dati: una persona condannata, anche solo in primo grado, è impresentabile e incandidabile".
Dall'elezione dei presidenti delle Camere alle consultazioni: quando avremo un nuovo governo
Si inizia domani, venerdì 23 marzo, con l’elezione dei presidenti delle due Camere. La diciottesima legislatura prenderà ufficialmente il via alle 10.30 al Senato e alle 11 alla Camera dei deputati. La prima tappa di un processo che si chiuderà con le consultazioni e la formazione di un governo. O, in caso di fallite trattative tra i partiti in ballo, anche con il ritorno al voto. L’elezione dei presidenti dei due rami del Parlamento può essere il preludio a un accordo di governo, ma non è detto che a spuntarla, invece, siano altre logiche. Soprattutto al Senato, dove al quarto scrutinio è previsto un ballottaggio tra i due candidati più votati. E in caso di mancato accordo tutto è possibile, non avendo né il centrodestra né il MoVimento 5 Stelle i numeri per farcela senza il sostegno dell’altra parte o del Pd. Alla Camera la questione è più complessa e il rischio è che le votazioni si prolunghino, ma ad oggi un accordo tra centrodestra (coalizione più votata) e M5s (partito più votato) non sembra lontano: Montecitorio ai pentastellati, Palazzo Madama a Forza Italia.
Dopo la scelta dei successori di Pietro Grasso e Laura Boldrini, ai neo-eletti deputati e senatori spetterà il compito di iscriversi al gruppo di appartenenza, il 25 marzo. Entro il 27, invece, tutte le forze politiche dovranno scegliere i loro capigruppo. Solo a quel punto le forze parlamentari potranno essere ricevute dal Colle per le consultazioni: per il momento si assicura però che i colloqui con Sergio Mattarella non dovrebbero iniziare prima del 3 aprile, subito dopo Pasqua.
Non è del tutto esclusa la possibilità che il presidente della Repubblica incontri i presidenti delle Camere già giovedì 29 marzo, nel caso in cui le due elezioni arrivino in tempi brevi. Ma comunque sarà il capo dello Stato a decidere quali saranno le date e se fare in fretta o meno. Secondo le previsioni, le consultazioni dovrebbero terminare il 6 aprile e lunedì 9 aprile Mattarella potrebbe dare le prime indicazioni e decidere in che modo procedere. A quel punto le ipotesi in campo possono essere svariate: nuove consultazioni, affidamento di un pre-incarico, incarico pieno. Solo allora si potrà iniziare a capire quando un nuovo governo si potrà insediare.
Rosato: "Sulle presidenze delle Camere aperti al confronto, ma solo se si riparte da zero"
Il capogruppo alla Camera del Pd Ettore Rosato ribadisce la linea del partito: aperti al dialogo ma non se tutto è già stato deciso. Intervistato da Radio Capital, Rosato parla della questione delle presidenze delle Camere e della proposta di Berlusconi di sedersi a un tavolo per discutere dei dettagli, partendo però dal presupposto che la presidenza del Senato spetti al centrodestra e quella della Camera al MoVimento 5 Stelle. “Siamo disponibili al confronto, a ragionare insieme, ma non a sederci a un tavolo dove è tutto deciso. In quel caso basta un sms”, afferma Rosato.
Per le presidenze del Parlamento M5s e Fi avrebbero detto a Rosato di aver già deciso: “Così non va bene, noi siamo disponibili al confronto e a ragionare insieme se si riparte da zero”, commenta il capogruppo del Pd. “Il gioco per spartirsi le poltrone – continua – lo stanno facendo in modo molto duro, sia nel M5s che nel centrodestra. Noi chiediamo a entrambi di proporre nelle istituzioni persone all'altezza”.
Comunque, assicura Rosato, “alle votazioni non faremo come il M5s quando abbiamo votato Grasso e Boldrini, quando ci fu quasi una occupazione dell'aula. Avremo un atteggiamento responsabile, siamo in Parlamento, ma non sosterremo candidature che non sono condivise”. Rosato parla di Luca Lotti e Maria Elena Boschi, smentendo le voci circolate negli ultimi giorni: l’ipotesi di Lotti alla presidenza del Copasir e della Boschi alla presidenza della Vigilanza Rai è solo “gossip”, secondo Rosato.