Domani inizieranno le votazioni per le presidenze delle Camere: il MoVimento 5 Stelle dovrebbe avere quella di Montecitorio, con Roberto Fico in pole position. Al centrodestra (in particolare a Forza Italia) spetterebbe Palazzo Madama: Berlusconi propone Paolo Romani, ma c'è il veto del M5s. Tra i nomi circolati nelle ultime ore anche quelli di Riccardo Fraccaro per la Camera e di Anna Maria Bernini per il Senato. Ma le trattative sembrano essersi interrotte bruscamente: tutto azzerato, si riparte da capo.
- Salvini: "Trattativa sulle presidenze delle Camere azzerata. Si riparte da zero" 22 Marzo
- Giorgetti è il nuovo capogruppo della Lega alla Camera 22 Marzo
- Grasso su presidenze Camere: "Per noi un condannato è sempre impresentabile" 22 Marzo
Elezione presidenze, in corso le trattative tra i partiti: no a Romani anche per il Pd
I capigruppo di tutte le forze parlamentari sono riuniti dalle 20 negli uffici del Movimento 5 Stelle. Alla riunione sono presenti Danilo Toninelli e Giulia Grillo per il M5S, Paolo Romani e Renato Brunetta per Fi, Gianmarco Centinaio e Massimiliano Fedriga per la Lega, Maurizio Martina e Lorenzo Guerini per il Pd, Fabio Rampelli, Ignazio La Russa e Guido Crosetto per Fdi e Pietro Grasso per Leu. Nel corso della riunione, i rappresentanti dei partiti cercheranno di trovare "una quadra" e di arrivare a un accordo sui nomi da proporre per le presidenze di Camera e Senato. Nei giorni scorsi sembrava essere stato raggiunto un accordo di massima tra M5S e Lega, ma si è arrivati subito a un perentorio stop alle trattative quando il centrodestra ha proposto Paolo Romani per la presidenza del Senato.
Il nome di Romani è indigesto ai 5 Stelle per via della condanna per peculato e anche il Pd, attraverso Rosato, ha dichiarato che non appoggerà l'elezione del forzista. La presidenza della Camera dovrebbe spettare, stando agli accordi, al Movimento 5 Stelle, mentre al centrodestra andrà quella di Palazzo Madama. Il rebus da risolvere è quello dei nomi da candidare, un rebus che ha bisogno di soluzioni in tempi stretti, dato che le elezioni dei nuovi presidenti prenderanno il via nella giornata di domani.
Il Pd non voterà Romani per la presidenza del Senato
"Noi non voteremo Romani. Non abbiamo nessuna intenzione di votare Romani. Poi se ci viene chiesta una valutazione diciamo che è stato un capogruppo di opposizione che ha avuto un comportamento sempre serio e rispettoso", ha dichiarato il dem Ettore Rosato durante un'intervista concessa a Porta a Porta. L'accordo per l'elezione dei presidenti di Camera e Senato appare sempre più lontano, nonostante le votazioni per l'elezione delle due cariche inizieranno formalmente domani.
Ultimo giorno da presidente della Camera per Laura Boldrini: "Un po' di malinconia c'è"
Ultimo giorno da presidente della Camera per Laura Boldrini, che da domani tornerà a essere una deputata semplice, con l'inizio della nuova legislatura: "Stanotte a mezzanotte scoccherà la nuova legislatura, la mia presidenza della Camera è terminata. Oggi andrò alle Fosse Ardeatine e farò l'ultima cerimonia ufficiale e questa è l'ultima trasmissione che faccio con questo ruolo", ha spiegato Boldrini ai microfoni di Un Giorno Da Pecora. "Sono stati cinque anni belli ed intensi però è giusto anche cambiare. Un po' di malinconia c'è sempre. Ho lasciato il mio ufficio, sono rimasta da sola, lì, nel buio…trasloco, ma vado in un bell'ufficio, non mi lamento". E ora cosa farà? "La deputata, un bel ruolo, che mi consente di fare molte attività sul territorio dove sono stata eletta".
Lei quando apprese della sua nomina?
"Alle 7.30 nei corridoi della Camera, me lo disse Franceschini, che avvicinandosi, mi disse che avrei avuto una sorpresina".Poi, cosa accadde?
"Andai al gruppo di SeL, e chiesi a Migliore chi sarebbe stato questo prescelto, che io credevo fosse del Pd. Loro fecero un applauso, tutto a mia insaputa, guardarono verso di me, e io mi girai a mia volta. Ma non c'era nessuno…"E, lì, ha capito
"Sì, e dissi: ma voi siete matti…subito dopo andai, nell'aula dei gruppi, ero sotto shock. Appresi la notizia più con timore che con gioia, per qualche giorno fui veramente scioccata!".
Salvini: "Trattativa sulle presidenze delle Camere azzerata. Si riparte da zero"
Tutto da rifare. Le trattative per l’elezione dei presidenti di Camera e Senato sembrano essersi completamente arenate. A confermarlo è anche il leader della Lega Matteo Salvini. Ai cronisti che lo hanno intercettato a Montecitorio e che gli hanno chiesto se le trattative fossero state azzerate, Salvini ha risposto: “Sembra proprio di sì”. Il leader della Lega, dopo il fallito tentativo di convocare un tavolo per oggi – chiesto ieri dal centrodestra – con tutti gli altri partiti politici, cerca comunque di riaprire al Pd. A chi gli ha chiesto se i dem siederanno al tavolo del confronto, il segretario del Carroccio ha risposto: “È quello che auspichiamo”.
Salvini ha anche scherzato sui suoi rapporti con Luigi Di Maio, capo politico del MoVimento 5 Stelle, con cui sta dialogando in questi giorni per provare a sbloccare la partita riguardante le presidenze delle due Camere: “Sento più Di Maio che la mia mamma”, ha ironizzato il leader della Lega. “Se c’è un tavolo da riconvocare – ha detto ancora Salvini tornando a parlare delle trattative con gli altri partiti – noi siamo pronti. Si riparte da zero e partecipi anche il Pd”. “Discutiamo su tutto e con tutti”, ha detto ancora Salvini facendo intendere che non ci saranno veti anche se ha escluso la possibilità che una delle due presidenze possa andare al Pd.
Ieri il centrodestra ha fatto una richiesta esplicita alle altre parti in causa: assegnare la presidenza della Camera al MoVimento 5 Stelle e quella del Senato a un esponente della propria coalizione (e in particolare di Forza Italia). Proposta che sembra essere, almeno per il momento, naufragata con il M5s che si dice contraria all'elezione a Palazzo Madama di Paolo Romani, nome proposto da Berlusconi. Salvini ha riaffermato che la presidenza di almeno un ramo del Parlamento spetti al centrodestra: "Non faccio nomi ma che una Camera spetti al centrodestra mi sembra ovvio. La Lega non chiede niente".
Giorgetti è il nuovo capogruppo della Lega alla Camera
Il vicesegretario della Lega, Giancarlo Giorgetti, è il nuovo capogruppo leghista alla Camera. Lo ha stabilito l'assemblea del gruppo, appena terminata nella Sala della Regina. Prende il posto di Massimiliano Fedriga, candidato alla presidenza della Regione Friuli Venezia Giulia.
Al termine dell'incontro Salvini ha detto: "Se c'è da ridiscutere col Pd o coi 5 Stelle, siamo disponibili a ridiscutere sia col Pd che coi 5 Stelle. Vogliono che ci vediamo con i gruppi? Ripartiamo dai gruppi. Non facciamo un problema di forma". Giorgetti è l'uomo che la Lega voleva come presidente della Camera, mentre per lo stesso ruolo il M5S vorrebbe piazzare Roberto Fico.
Di Maio: "Propongo nuovo incontro per trovare figure di garanzia per le presidenze delle Camere"
Per uscire dallo stallo che si è venuto a creare nelle ultime ore per l'elezione dei presidenti delle due Camere, il capo politico del MoVimento 5 Stelle Luigi Di Maio propone "un nuovo incontro tra i capigruppo di tutte le forze politiche per ristabilire un dialogo proficuo al fine di un corretto processo per l'individuazione delle figure di garanzia per le presidenze delle Camere". Di Maio parte dal presupposto che nelle ultime ore sono emerse "difficoltà nel percorso che porta all'individuazione dei presidenti delle Camere". Difficoltà che il capo politico del M5s motiva così, in un post su Facebook: "Il Pd si è rifiutato di partecipare al tavolo di concertazione proposto dal centrodestra, e lo stesso centrodestra continua a proporre la candidatura di Romani che per noi è invotabile".
La proposta di Di Maio viene reiterata da Danilo Toninelli, futuro capogruppo del M5s al Senato: "Il dialogo va avanti con tutti, per chi vuole il dialogo". Ai cronisti che gli fanno notare come il MoVimento non abbia risposto all'appello del centrodestra di ieri (che proponeva un nuovo confronto tra tutti i leader), Toninelli replica: "Se tu organizzi un tavolo e non dici come… Adesso cerchiamo noi di ristabilire un contatto tra le forze parlamentari. Adesso noi li chiamiamo e cerchiamo di ristabilire un contatto a livello dei gruppi perché dobbiamo eleggere i presidenti delle Camere".
Il centrodestra conferma Paolo Romani come candidato alla presidenza del Senato
Nuovo vertice a Palazzo Grazioli tra Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini: i tre leader del centrodestra non fanno passi indietro e confermano Paolo Romani come candidato unitario per la presidenza del Senato. Ieri il centrodestra ha proposto un accordo alle altre forze politiche: presidenza di Palazzo Madama a Forza Italia, presidenza di Montecitorio al MoVimento 5 Stelle. Richiesta che sembra aver messo in difficoltà i pentastellati, tanto da annullare l’assemblea degli eletti prevista per questa mattina per decidere sulle presidenze delle Camere.
Oggi Berlusconi, Meloni e Salvini si sono incontrati nella residenza romana del leader di Forza Italia. Presenti anche Giancarlo Giorgetti per la Lega, Ignazio La Russa per Fratelli d’Italia, Renato Brunetta e lo stesso Romani per Fi. Già ieri i tre alleati avevano fatto sapere che il loro candidato è Romani, ma né il MoVimento 5 Stelle né altre forze politiche come Liberi e Uguali sono disposte ad accettare il nome del capogruppo forzista al Senato in quanto condannato. Oggi, però, Berlusconi, Meloni e Salvini fanno sapere di voler andare avanti senza ripensamenti su questo nome e attendono risposte dagli altri leader politici ai quali ieri si sono appellati chiedendo un dialogo aperto a tutti partendo dalla suddivisione delle presidenze da loro proposta.
Salta l'assemblea del M5s sulle presidenze delle Camere: trattative in fase di stallo
La proposta del centrodestra, che chiede al MoVimento 5 Stelle di poter avere la presidenza del Senato lasciando ai pentastellati quella della Camera, sembra aver in parte destabilizzato il M5s che ha deciso di annullare la riunione congiunta tra deputati e senatori prevista per oggi alle 13 a cui avrebbe dovuto partecipare anche il capo politico Luigi Di Maio. Una assembla sconvocata e che potrebbe tenersi o questa sera o domani mattina prima dell’inizio dei lavori dell’aula. Al centro dell’incontro doveva esserci il tema delle presidenze delle due Camere, ma per ora ogni decisione sembra rinviata.
Secondo quanto riportato da alcune fonti interne al MoVimento, le trattative sono ancora in corso e sarebbe quindi inutile incontrarsi fino a che non si fa chiarezza sulla richiesta del centrodestra. Alcuni esponenti sembrano essere critici verso l’apertura a Berlusconi, considerando che la presidenza del Senato dovrebbe andare proprio a un esponente di Forza Italia, ipotesi osteggiata da alcuni pentastellati che ricordano come Berlusconi sia un nemico storico del MoVimento.
Il timore del M5s è che, non accettando l’accordo proposto dal centrodestra, rimanga tagliato fuori da entrambe le presidenze in caso di un’intesa tra la coalizione guidata da Matteo Salvini e il Pd. D’altronde, lo stesso Pd oggi ha chiesto di annullare le trattative ripartendo da zero e dicendosi, in questo caso, disposto a far parte del tavolo negoziale. L’augurio dei parlamentari è che la situazione si sblocchi in fretta, prima dell’inizio delle votazioni previsto per domani anche se, come ricordano in molti nel MoVimento, i primi scrutini non dovrebbero essere decisivi e ci sarà ancora spazio per ulteriori trattative.
Grasso su presidenze Camere: "Per noi un condannato è sempre impresentabile"
Grasso ha fatto sapere durante una conferenza stampa a Montecitorio che Liberi e Uguali "non terrà posizioni aventiniane" rispetto alla trattativa per l'elezione dei presidenti delle Camere. "Siamo stati consultati e stiamo pienamente nel dialogo e continuiamo a starci. Partecipiamo e chiediamo contatti bilaterali e riunioni in cui possiamo offrire un contributo valido al futuro assetto dei vertici del Parlamento".
Ma chiarisce che servono "figure istituzionali, di garanzia e che possano apparire come tali. Devono distaccarsi una volta elette da quelle che sono le politiche e le problematiche del loro partito. Per noi vale il regolamento interno che ci siamo dati: una persona condannata, anche solo in primo grado, è impresentabile e incandidabile".
Dall'elezione dei presidenti delle Camere alle consultazioni: quando avremo un nuovo governo
Si inizia domani, venerdì 23 marzo, con l’elezione dei presidenti delle due Camere. La diciottesima legislatura prenderà ufficialmente il via alle 10.30 al Senato e alle 11 alla Camera dei deputati. La prima tappa di un processo che si chiuderà con le consultazioni e la formazione di un governo. O, in caso di fallite trattative tra i partiti in ballo, anche con il ritorno al voto. L’elezione dei presidenti dei due rami del Parlamento può essere il preludio a un accordo di governo, ma non è detto che a spuntarla, invece, siano altre logiche. Soprattutto al Senato, dove al quarto scrutinio è previsto un ballottaggio tra i due candidati più votati. E in caso di mancato accordo tutto è possibile, non avendo né il centrodestra né il MoVimento 5 Stelle i numeri per farcela senza il sostegno dell’altra parte o del Pd. Alla Camera la questione è più complessa e il rischio è che le votazioni si prolunghino, ma ad oggi un accordo tra centrodestra (coalizione più votata) e M5s (partito più votato) non sembra lontano: Montecitorio ai pentastellati, Palazzo Madama a Forza Italia.
Dopo la scelta dei successori di Pietro Grasso e Laura Boldrini, ai neo-eletti deputati e senatori spetterà il compito di iscriversi al gruppo di appartenenza, il 25 marzo. Entro il 27, invece, tutte le forze politiche dovranno scegliere i loro capigruppo. Solo a quel punto le forze parlamentari potranno essere ricevute dal Colle per le consultazioni: per il momento si assicura però che i colloqui con Sergio Mattarella non dovrebbero iniziare prima del 3 aprile, subito dopo Pasqua.
Non è del tutto esclusa la possibilità che il presidente della Repubblica incontri i presidenti delle Camere già giovedì 29 marzo, nel caso in cui le due elezioni arrivino in tempi brevi. Ma comunque sarà il capo dello Stato a decidere quali saranno le date e se fare in fretta o meno. Secondo le previsioni, le consultazioni dovrebbero terminare il 6 aprile e lunedì 9 aprile Mattarella potrebbe dare le prime indicazioni e decidere in che modo procedere. A quel punto le ipotesi in campo possono essere svariate: nuove consultazioni, affidamento di un pre-incarico, incarico pieno. Solo allora si potrà iniziare a capire quando un nuovo governo si potrà insediare.
Rosato: "Sulle presidenze delle Camere aperti al confronto, ma solo se si riparte da zero"
Il capogruppo alla Camera del Pd Ettore Rosato ribadisce la linea del partito: aperti al dialogo ma non se tutto è già stato deciso. Intervistato da Radio Capital, Rosato parla della questione delle presidenze delle Camere e della proposta di Berlusconi di sedersi a un tavolo per discutere dei dettagli, partendo però dal presupposto che la presidenza del Senato spetti al centrodestra e quella della Camera al MoVimento 5 Stelle. “Siamo disponibili al confronto, a ragionare insieme, ma non a sederci a un tavolo dove è tutto deciso. In quel caso basta un sms”, afferma Rosato.
Per le presidenze del Parlamento M5s e Fi avrebbero detto a Rosato di aver già deciso: “Così non va bene, noi siamo disponibili al confronto e a ragionare insieme se si riparte da zero”, commenta il capogruppo del Pd. “Il gioco per spartirsi le poltrone – continua – lo stanno facendo in modo molto duro, sia nel M5s che nel centrodestra. Noi chiediamo a entrambi di proporre nelle istituzioni persone all'altezza”.
Comunque, assicura Rosato, “alle votazioni non faremo come il M5s quando abbiamo votato Grasso e Boldrini, quando ci fu quasi una occupazione dell'aula. Avremo un atteggiamento responsabile, siamo in Parlamento, ma non sosterremo candidature che non sono condivise”. Rosato parla di Luca Lotti e Maria Elena Boschi, smentendo le voci circolate negli ultimi giorni: l’ipotesi di Lotti alla presidenza del Copasir e della Boschi alla presidenza della Vigilanza Rai è solo “gossip”, secondo Rosato.