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Gli italiani bocciano la riforma. Renzi: “Mi dimetto”. Mattarella: “Prima legge di bilancio”

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Dopo una lunga campagna referendaria i cittadini italiani hanno votato No a larga maggioranza. Il premier ha ammesso la sconfitta e annunciato ieri notte la fine della sua esperienza di governo: "Ho perso io, me ne assumo le responsabilità". Questa mattina c'è stato un colloquio informale di un'ora al Quirinale con il Presidente della Repubblica Mattarella.

10:55

Grasso: "Chi vota decide, chi non vota lascia decidere gli altri!"

Dopo aver votato il presidente del Senato Pietro Grasso ha affidato a Twitter un breve commento: "La sovranità appartiene al popolo. Chi vota decide, chi non vota lascia decidere gli altri!".

A cura di Davide Falcioni
09:49

Referendum: seggi aperti, gli italiani decidono sulla Costituzione. Si vota fino alle 23

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Dopo una lunga e sotto molti aspetti durissima campagna referendaria gli italiani sono chiamati a esprimersi sulla riforma della Costituzione:  sono 46.714.950 gli elettori che oggi, fino alle 23, avranno diritto di promuovere o bocciare – rispettivamente con un Sì oppure un No – la legge che porta  la firma del Presidente del Consiglio Matteo Renzi e del ministro per le Riforme e i Rapporti col Parlamento Maria Elena Boschi e che modifica 47 articoli della "legge delle leggi" su un totale di 139.

Il quesito al quale i cittadini devono rispondere è il seguente ed è stato oggetto nei mesi scorsi di aspre polemiche: "Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?”. Trattandosi di referendum confermativo non è previsto alcun quorum, di conseguenza il risultato del voto sarà valido indipendentemente da quante persone andranno alle urne.

Quella vissuta è stata una campagna referendaria tra le più aspre e combattute degli ultimi anni: da una parte i sostenitori del "Sì" guidati dal Partito Democratico, dall'altro il comitato per il No che ha tenuto insieme Movimento 5 Stelle, Lega Nord, Forza Italia e tutta la sinistra italiana. Anche ieri i due fronti non hanno perso occasione per lanciarsi reciproche accuse a proposito della presunta violazione del silenzio elettorale. Oggi, dopo mesi di polemiche che hanno fortemente spaccato il paese, saranno gli elettori ad esprimersi, con un sì oppure un no che – comunque vada – avrà conseguenze politiche importanti per l'Italia.

A cura di Davide Falcioni
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