Dopo una lunga campagna referendaria i cittadini italiani hanno votato No a larga maggioranza. Il premier ha ammesso la sconfitta e annunciato ieri notte la fine della sua esperienza di governo: "Ho perso io, me ne assumo le responsabilità". Questa mattina c'è stato un colloquio informale di un'ora al Quirinale con il Presidente della Repubblica Mattarella.
- Renzi non formalizza dimissioni in Cdm: prima l'approvazione della legge di bilancio 05 Dicembre
- Mattarella conferma: crisi congelata, dimissioni Renzi dopo ok a legge bilancio 05 Dicembre
- Berlusconi: "Io sono stato decisivo, ho spostato almeno il 5% dei voti" 05 Dicembre
- Vittoria schiacciante dei No e affluenza record, Renzi si dimette 05 Dicembre
- Risultati definitivi: il No al 59,9%, il Sì al 40,1% 05 Dicembre
- Nel voto estero trionfa il Sì: 65% a 35% 05 Dicembre
Renzi non formalizza dimissioni in Cdm: prima l'approvazione della legge di bilancio
Il presidente del consiglio Matteo Renzi non ha formalizzato le dimissioni nel corso del Consiglio dei ministri di questa sera. La notizia è riportata dall'agenzia DIRE, secondo cui la formalizzazione delle dimissioni annunciate ieri da Renzi avverrà solo quando il Senato avrà approvato la legge di bilancio, in modo da mettere al riparo il Paese dal rischio dell’esercizio provvisorio.
Renzi, stando a quanto riferiscono più fonti, avrebbe confermato nella riunione con i ministri l'intenzione di dimettersi. Sarà la formalizzazione a slittare: avverrà dopo l'approvazione della manovra di bilancio – forse già in settimana. L'ipotesi presa in considerazione, dunque, è quella di una sorta di "congelamento" delle dimissioni fino alla conclusione dell'iter della legge, in modo da consentire una fiducia "tecnica" sulla manovra. I tempi potrebbero essere più rapidi nel caso in cui al Senato si trovi un accordo per anticipare il termine della scadenza degli emendamenti in commissione e non presentare alcuna proposta di modifica.
Berlusconi: "Fiducia in Mattarella, elezioni in tempi brevi"
Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi ha commentato la decisione concordata da Renzi e Mattarella di "congelare la crisi di governo": "Abbiamo fiducia nel ruolo di garante del capo dello Stato. Siamo certi che il presidente della Repubblica saprà individuare la soluzione più corretta per assicurare agli italiani in tempi brevi la possibilità di votare e di scegliere finalmente, dopo tre governi non eletti, il governo a cui intendono affidare la guida del Paese".
Mattarella conferma: crisi congelata, dimissioni Renzi dopo ok a legge bilancio
Il comunicato del Presidente della Repubblica chiarisce il percorso che porterà Renzi alle dimissioni. Che, dunque, non arriveranno subito, ma dopo l'approvazione della legge di bilancio.
Il Presidente della Repubblica ha ricevuto questa sera al Palazzo del Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri, dottor Matteo Renzi.
Il Presidente del Consiglio, a seguito dell'esito del referendum costituzionale tenutosi nella giornata di ieri, ha comunicato di non ritenere possibile la prosecuzione del mandato del Governo e ha pertanto manifestato l'intento di rassegnare le dimissioni.
Il Presidente della Repubblica, considerata la necessità di completare l'iter parlamentare di approvazione della legge di bilancio onde scongiurare i rischi di esercizio provvisorio, ha chiesto al Presidente del Consiglio di soprassedere alle dimissioni per presentarle al compimento di tale adempimento.
Renzi al Colle per le dimissioni
Terminato il Consiglio dei ministri, Matteo Renzi si è diretto al Colle, dove consegnerà le sue dimissioni al capo dello Stato, Sergio Mattarella.
Consiglio dei ministri brevissimo, durato solo 10 minuti
Si è conclusa dopo circa dieci minuti la riunione del Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi in cui era attesa l'ufficializzazione delle dimissioni da parte del presidente del Consiglio, Matteo Renzi.
Il giorno dopo nella sede del Cnel: "Siamo sopravvissuti ma niente champagne o trenini"
Bersani: "Nel paese disaffezione e distacco, non l'abbiamo consegnato alla destra"
"Come aveva solennemente promesso la Carta dei valori del Pd, nessun governo adesso oserà più impugnare la Costituzione per affermarsi, dividendo il paese. Nel risultato di ieri c'è qualcosa in più. Avevamo visto per tempo che nel paese si muoveva un'onda di disaffezione e di distacco. Non abbiamo accettato di consegnare tutto questo alla destra". Lo scrive su Facebook Pierlugi Bersani, all'indomani dal voto sul referendum costituzionale.
"Adesso – ha aggiunto – ci impegniamo per la stabilità e per una netta e visibile correzione delle politiche. Una vera governabilità può derivare solo dalla capacità di rispondere alla nuova e grande questione sociale che si è aperta nel mondo e in Italia. È ora di comprendere finalmente che l'alternativa tra sinistra e destra si gioca nel profondo della società. L'establishment viene dopo".
Blog di Grillo: "Votiamo con Italicum anche al Senato, bastano alcune correzioni"
"Con il voto referendario gli italiani hanno espresso un chiaro segnale politico: la volontà di andare il prima possibile al voto. L’unico problema è la legge elettorale, che i partiti per tre anni hanno usato come merce di scambio delle loro trattative alle spalle dei cittadini. Ora ci troviamo con due leggi elettorali tra Camera e Senato molto diverse.Alla Camera è l'Italicum". Così con un post sul blog di Beppe Grillo, il Movimento 5 stelle esplicita la sua proposta per le prossime elezioni.
"La nostra soluzione è applicare la stessa legge al Senato su base regionale", si legge nel post: "È sufficiente aggiungere alcune righe di testo alla legge attuale per farlo e portarla in Parlamento per l'approvazione. Stiamo lavorando alla bozza che presenteremo in questi giorni. La legge recepirà in automatico le indicazioni della Consulta che si pronuncerà a breve. Dopo di che avremo una legge elettorale costituzionale pronta all'uso evitando mesi di discussioni e mercato delle vacche dei partiti. La nostra soluzione e l'azione di controllo della consulta garantiscono l'approvazione di una legge costituzionale e al di sopra delle parti. I partiti farebbero solamente una legge peggiore per i cittadini e ‘Anticinquestellum'".
Presidente Cnel: "Risultato è chiaro, istituto non si tocca. Riconosciuto nostro ruolo"
"L'ironia va colta sempre nel suo lato positivo. Non do risposte ‘di pancia'. Mi ha colpito, certo, la facilità con cui una parte della politica e dell'informazione ha sottovalutato il ruolo del Cnel, organo di rilevanza costituzionale, ma le cui origini risalgono agli inizi del ‘900. In ogni caso, quella di domenica è stata una battaglia democratica grande e importante". Così il presidente del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, Delio Napoleone, ha commentato all'AdnKronos il risultato del referendum costituzionale di ieri.
"Il risultato – ha aggiunto – è chiaro: per i cittadini l'art.99 della Costituzione non va toccato e il collegamento tra il mondo del lavoro, la politica, i corpi rappresentativi intermedi, interrotti da troppo tempo, vanno ripristinati, in modo da favorire l'armonizzazione degli interessi di capitale e lavoro. È stato riconosciuto il nostro ruolo come valore aggiunto della democrazia".
Direzione del Pd slitta a mercoledì 7 dicembre
La direzione del Partito democratico, prevista inizialmente per domani pomeriggio, slitta a mercoledì 7 dicembre alle 15.
Renzi stasera tornerà al Colle per presentare le dimissioni
Matteo Renzi tornerà questa sera al Quirinale, dopo il necessario passaggio del Consiglio dei ministri convocato per le 18 e 30, per presentare le proprie dimissioni. Stando alle fonti dell'Ansa – che riporta la notizia – le dimissioni al momento sarebbero irrevocabili. Nell'aria c'è l'ipotesi che Renzi possa comunque restare fino all'approvazione della Legge di Bilancio da varare in Senato in tempi brevissimi, già entro venerdì.
Lotti: "Tutto è iniziato con il 40% nel 2012, ripartiamo dal 40% di ieri"
"Tutto è iniziato col 40% nel 2012. Abbiamo vinto col 40% nel 2014. Ripartiamo dal 40% di ieri!", ha scritto su Twitter il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Luca Lotti.
Consiglio dei ministri convocato per le 18 e 30
"Il Consiglio dei Ministri è convocato lunedì 5 dicembre alle ore 18,30 a Palazzo Chigi per comunicazioni del Presidente", si legge in una nota del governo.
Renzi: "Mille giorni difficili ma belli, grazie a tutti, viva l'Italia"
Mattarella: "Di fronte a noi impegni e scadenze da rispettare"
"L'alta affluenza al voto, registratasi nel referendum di ieri, è la testimonianza di una democrazia solida, di un Paese appassionato, capace di partecipazione attiva", si legge in una nota del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "L'Italia – prosegue il comunicato del Quirinale – è un grande Paese con tante energie positive al suo interno. Anche per questo occorre che il clima politico, pur nella necessaria dialettica, sia improntato a serenità e rispetto reciproco. Vi sono di fronte a noi impegni e scadenze di cui le istituzioni dovranno assicurare in ogni caso il rispetto, garantendo risposte all'altezza dei problemi del momento".
Direzione Pd di martedì potrebbe slittare
A quanto si apprende, potrebbe slittare la direzione del Partito democratico che ieri sera, alla luce della sconfitta del referendum, era stata annunciata per martedì. Stando a fonti Dem la riunione non sarebbe stata convocata, e potrebbe quindi essere rinviata.
De Luca: "Risultato è una lezione, ora è il tempo dell'umiltà"
"Gli elettori hanno respinto in modo netto la proposta referendaria. Ogni votazione è una lezione da comprendere, e su cui riflettere. A maggior ragione in questo caso, di fronte ad un risultato perentorio e generalizzato. Oggi, dunque, è il tempo dell'umiltà e della responsabilità, in una fase che si annuncia difficile per l'Italia. Va dato atto a Matteo Renzi di aver compiuto un gesto di grande dignità e coerenza, assumendosi tutte le responsabilità e rimettendo il mandato". Così il governatore campano, Vincenzo De Luca, ha commentato il risultato del referendum e le dimissioni di Renzi.
Renzi al Quirinale: colloquio di un'ora con Mattarella
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi si è recato stamane al Quirinale per un colloquio di oltre un'ora con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La notizia è riportata dall'Agenzia Ansa, che cita fonti della maggioranza. Nel pomeriggio è previsto un consiglio dei Ministri, poi Renzi dovrebbe salire ufficialmente al Colle per rassegnare le sue dimissioni.
Merkel: "Delusa, ho lavorato bene con Renzi. Ma rispetto la decisione"
La cancelliera tedesca Angela Merkel si dice delusa per le dimissioni di Matteo Renzi in seguito al risultato del referendum costituizionale. "La cancelliera ha preso atto con rammarico delle dimissioni del premier italiano", ha detto il portavoce del governo di Berlino, Stefen Seibert, sottolineando che Merkel "ha lavorato molto bene assieme a Matteo Renzi". La cancelliera "ha lavorato con grande fiducia con Renzi, ma la decisione democratica degli elettori italiani deve essere rispettata come la decisione del premier. Il governo tedesco offrirà stretta cooperazione in amicizia e partnership con il nuovo governo in Italia, qualunque esso sia".
Moscovici (Ue): "Populismo ha perso in Austria, non vincerà in Italia"
Anche se il premier Matteo Renzi ha deciso di dimettersi, il referendum in Italia era una questione di politica interna, non come il voto sulla Brexit nel Regno Unito, e, come dimostra il voto in Austria, "i populisti anti Ue e l'estrema destra non vinceranno in Europa". Ad affermarlo è stato il commissario europeo agli Affari economici e finanziari, Pierre Moscovici, secondo cui quello italiano "era un referendum di politica interna, sulla riforma della Costituzione in Italia; Renzi ha scelto di dare le dimissioni, ma è anche un uomo che ha fatto riforme molto importanti, economiche, politiche, sociali; ci sarà una forma di continuità in Italia". Moscovici ha poi ricordato che "l'Italia è un paese forte, con istituzioni forti", e ha dichiarato di avere "fiducia nella capacità delle autorità italiane di far fronte alla situazione, ma questa è prima di tutto un crisi politica italiana".
"I populisti in Europa – ha aggiunto – stanno cercando ogni volta di trasformare qualunque voto in un voto pro o contro l'Unione europea, ma hanno torto e perderanno. Hanno perso ieri in Austria, e sono molto soddisfatto che abbiamo evitato un l'elezione di un presidente di estrema destra, sarebbe stata la prima volta dalla Seconda Guerra mondiale. È la prova che non è una fatalità che i populisti vincano, e che l'estrema destra vinca: non hanno vinto in Austria, non vinceranno in Italia e non vinceranno in Francia". In Italia, ha concluso, "c'è stato un voto su delle riforme costituzionali che non hanno convinto, ma non era un voto contro l'Ue, anche se qualcuno è stato mosso da questa motivazione; ma non si può dire che sia stato un voto come quello sulla Brexit, non ha senso".
Boccia (PD): “Renzi deve dimettersi anche da segretario dem"
Renzi “deve seguire l’esempio di Bersani. Non ha più senso mantenere in vita un gruppo dirigente del genere. Bisogna andare al Congresso del Pd già a gennaio 2017 con Renzi dimissionario”: lo dice il presidente della commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia (Pd) ad Agorà. “Ora – sostiene Boccia – si deve aprire il congresso, e Renzi se si vuole ricandidare lo deve fare da semplice iscritto al Pd. Se si chiude un ciclo si lascia il Partito libero di fare un confronto. Auspico martedì da Renzi un discorso in linea con quello da lui tenuto questa notte”.
Maria Elena Boschi: “Avevamo immaginato un altro risveglio”
"Peccato. Avevamo immaginato un altro risveglio: istituzioni più semplici in Italia, paese più forte in Europa. Non è andata cosi. Ha vinto il no, punto. Adesso al lavoro per servire le Istituzioni. Mettiamo al sicuro questa legge di bilancio. Poi pubblicheremo il rendiconto delle tante cose fatte da questo Governo. A tutti i comitati, a tutti gli amici e le amiche che ci hanno dato una mano, grazie. Decideremo insieme come ripartire, smaltita la delusione. Un abbraccio”. Così il ministro Maria Elena Boschi su facebook.
Berlusconi: "Io sono stato decisivo, ho spostato almeno il 5% dei voti"
Non usa giri di parole l'ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per commentare i risultati del referendum sulla riforma della Costituzione: "Sono stato decisivo, solo io ho spostato almeno il 5% dei voti, forse anche di più". Poi, al Corsera, ha aggiunto: "Senza di me non si va da nessuna parte, ma per quanto riguarda il Governo tocca al Pd, una maggioranza raccogliticcia ce l'hanno, per noi possono pure arrivare a fine legislatura".
Lo spread sale a quota 178 punti (+16)
Non sono positive le prime notizie che arrivano dai mercati dopo il No alla riforma della Costituzione e le conseguenti dimissioni del Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Lo spread Bund – Btp tocca quota 178 punti, in crescita di 16 punti rispetto alla chiusura di venerdì pomeriggio. Il rendimento dei titoli decennali è invece ancora intorno al 2%.
Vittoria schiacciante dei No e affluenza record, Renzi si dimette
Secondo i risultati sul referendum costituzionale la vittoria del No è stata schiacciante. I dati del Viminale dicono che il 59,68% ha votato per il No, contro il 40,32% dei Sì. Alle urne sono andati 31.997.916 elettori pari al 68,48% degli aventi diritto. Anche gli italiani all'estero hanno risposto presente: la Farnesina ha reso noto che alla consultazione referendaria hanno preso parte 1.251.728 elettori dei 4.052.341 nostri connazionali aventi diritto al voto, per un'affluenza pari al 30,89%.Una partecipazione sicuramente molto alta, che va al di là delle più rosee previsioni.
Matteo Renzi, visti i risultati del referendum costituzionale, ha parlato agli italiani in tv e, quando era da poco passata la mezzanotte, ha annunciato che lascerà l'incarico di premier: “Io ho perso, lo ammetto. L’esperienza politica del mio Governo finisce qui”. Il presidente del Consiglio già oggi pomeriggio si recherà al Quirinale per rassegnare le dimissioni. Sergio Mattarella, informa l’agenzia Ansa, era sta avvisato telefonicamente dell’intenzione di annunciare le dimissioni già nella tarda serata di ieri.“Mi assumo tutte le responsabilità della sconfitta – ha detto Renzi – Io ho perso, nella politica italiana non perde mai nessuno, io invece ho perso”. E con la voce rotta dall'amarezza e dalla delusione, si è complimentato col fronte del No: "Ora consegno ai leader del fronte del no onori e oneri, ora dovranno fare una legge elettorale”. E ancora: "Volevo tagliare le poltrone della politica e alla fine è saltata la mia”.
I leader dell'opposizione, uniti dal comune intento di dire ‘No' alla riforma costituzionale, hanno esultato. Il primo a parlare è stato Matteo Salvini dopo neanche una decina di minuti dall'uscita dei primi exit polls che davano la vittoria dei No: "Grazie agli italiani che hanno votato per la democrazia, abbiamo sconfitto i gufi. Niente governicchi", è stato il monito del segretario della Lega Nord. Salvini ha parlato di una sconfitta "non solo di Renzi ma di tutti i suoi lacchè". "Siamo pronti – ha detto – da subito a dare un'alternativa, perché l'opzione Renzi gli italiani l'hanno rottamata". Beppe Grillo è intervenuto sul suo blog: "Addio Renzi" ora, "gli italiani devono essere chiamati al voto al più presto. La cosa più veloce, realistica e concreta per andare subito al voto è andarci con una legge che c'è già: l'Italicum", ha scritto il leader M5S. Silvio Berlusconi ha scelto un gioco di parole per un primo breve commento alla vittoria del No: "Sì! Ha vinto il No. Gli italiani riscattano la democrazia".
Risultati definitivi: il No al 59,9%, il Sì al 40,1%
A spoglio praticamente concluso, il risultato appare chiarissimo: gli italiani hanno bocciato la riforma della Costituzione che portava la firma del Presidente del Consiglio e del ministro per le Riforme Maria Elena Boschi. Il No ha ottenuto il 59,9% dei voti, al Sì solo il 40,1%. Un risultato piuttosto omogeneo in tutte le Regioni, eccezion fatta per la Toscana e l'Emilia Romagna, dove il Sì ha ottenuto poco più del 50%. Destano particolare impressione i voti del Mezzogiorno, con i picchi della Sicilia (No al 71%), della Calabria (No al 66%), della Campania (No al 68,5%) e della Puglia (No al 67%).
Nel voto estero trionfa il Sì: 65% a 35%
Come previsto, il voto degli italiani all'estero premia il Sì: quando è stato scrutinato oltre un terzo dei voti, i residenti all'estero sono favorevoli alla riforma per il 65%, mentre i contrari sono il 35%. Un dato interessante che però non sposterà gli equilibri complessivi della consultazione, che ha visto il fronte del No trionfare con circa 20 punti di distanza.
Affluenza definitiva al referendum: ha votato il 68,44%
Stando ai dati diffusi dal ministero dell'Interno, l'affluenza al referendum costituzionale alle 23 in Italia ha superato il 68%. Il dato definitivo è che ha votato il 68,44% degli aventi diritto.