"L'ergastolo è da molto tempo ritenuto una pena inumana e degradante, le pene devono tendere alla rieducazione del condannato. L'ergastolo è il tributo che lo stato di diritto paga alla pena vendicativa". È uno dei passaggi dell'arringa di Giovanni Caruso, difensore di Filippo Turetta accusato dell'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin. Dopo la richiesta della condanna all'ergastolo, formulata ieri dal pubblico ministero Andrea Petroni, oggi in Corte d'Assise a Venezia è stata la volta dell'arringa a difesa per Filippo Turetta, l'omicida reo confesso di Giulia Cecchettin. Il 23enne di Torreglia ha partecipato all'udienza. Non c'era invece il papà di Giulia, Gino Cecchettin. La prossima udienza sarà quella della sentenza, il 3 dicembre.
Processo Turetta, l'avvocato difensore: "Fillppo non è Pablo Escobar"
"Filippo Turetta sa che dovrà fare molti anni di galera, ma non è el Chapo, non è Pablo Escobar". Così nell'arriga il difensore di Filippo Turetta, il prof. Giovanni Caruso che nelle quattro ore di discussione ha sostenuto che Turetta non puntava ad essere un latitante inafferrabile. In un'altra parte del suo intervento, il legale ha tentato anche di rivalutare il rapporto di Filippo con Giulia, confutando le contestazioni del reato di stalking e le relative aggravanti. "Giulia Cecchettin non aveva paura di Filippo Turetta – ha detto Caruso – Voleva lasciarlo ed aveva scritto una lista che elencava i motivi per interrompere quel rapporto. Giulia andava da uno psicologo, ma non ci risulta che fosse per la relazione con Filippo". "Nessuno dubita che Filippo fosse ossessionato da Giulia – ha proseguito – ma i tanti messaggi da ‘relazione tossica' non possono essere relativi alla loro relazione prima dell'ottobre 2023".
I motivi per i quali Turetta dovrebbe meritare le attenuanti generiche
All’avvocata Cornaviera il compito di elencare i motivi per cui Filippo Turetta merita le attenuanti, dal comportamento processuale alla giovane età. Infine le richieste: la difesa chiede dunque la caduta delle aggravanti della premeditazione, della crudeltà e degli atti persecutori. E che vengano riconosciute in ogni caso le attenuanti generiche. A Turetta “non interessa” se avrà l’ergastolo o meno anni, assicura il suo avvocato.
L'avvocato di Turetta: "Non gli interessa se avrà l'ergastolo, accetterà la sentenza"
"A Filippo Turetta interessa e ha interessato avere un comportamento processuale corretto e accetterà la sentenza. Non gli interessa se avrà l'ergastolo". L'avvocato Giovanni Caruso ha sintetizzato così le aspettative del suo assistito, in vista del verdetto atteso il 3 dicembre.
Difesa Turetta conclude: "Aggravanti siano ritenute insussistenti"
La difesa di Filippo Turetta chiede “in via principale che vengano ritenute insussistenti le aggravanti della premeditazione, della crudeltà, degli atti persecutori”. È la richiesta dell’avvocato Giovanni Caruso, che insieme con Monica Caruso difende Filippo Turetta, nel processo a suo carico per l’omicidio di Giulia Cecchettin. La difesa chiede inoltre, “in via subordinata” che siamo riconosciute “le attenuanti generiche”.Nessuna richiesta in merito alla formulazione della pena.
Cosa ha detto la difesa di Turetta per cercare di evitare la condanna all’ergastolo per l’omicidio Cecchettin
Dopo la richiesta della condanna all’ergastolo da parte del Pm di Venezia Petroni, oggi il processo per l’omicidio di Giulia Cecchettin è continuato con l’arringa di Giovanni Caruso, avvocato difensore di Filippo Turetta, che ha cercato di dimostrare l’assenza delle aggravanti della premeditazione, della crudeltà e dello stalking: “Chiediamo che vengano riconosciute le attenuanti generiche”.
La difesa di Turetta chiede di riconoscere attenuanti generiche
"Vanno riconosciute le attenuanti generiche". Lo ha detto l'avvocato Giovanni Caruso, legale difensore di Filippo Turetta, durante l'arringa in aula davanti alla Corte d'Assise di Venezia, presieduta da Stefano Manduzio, nel processo per io femminicidio di Giulia Cecchettin. Le attenuanti generiche "vanno valutate alla luce della personalità di Turetta". Il processo dovrà valutare se "Turetta merita il riconoscimento, e non la concessione, delle attenuanti generiche e se eventualmente meritino di essere soppesate ammesso e non concesso in termini di equivalenza e subvalenza".
L'avvocato di Turetta: "Filippo ossessionato da Giulia, ma lei non aveva paura"
"Filippo Turetta era letteralmente ossessionato da Giulia, un'ossessione che lo portava a temere una contabilità ossessiva dei comportamenti, delle abitudini e delle relazioni di Giulia. Che l'imputato avesse un comportamento petulante, oserei dire insopportabile, è fuori discussione". È uno dei passaggi dell'arringa di Giovanni Caruso, difensore di Filippo Turetta accusato dell'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin. Ma questo non comporta, a dire del legale, l'aggravante degli atti persecutori (stalking) che necessita di "uno stato d'ansia e paura perdurante e grave".
Nel ricostruire la relazione di oltre un anno, l'avvocato ricostruisce quello che si trasforma, dopo alcuni mesi, in un "amore tossico" dove Giulia "intelligente e solare, con un enorme spessore umano" si accorge che quel "ragazzo, timido, insicuro che marca il territorio non ha le caratteristiche che lei desidera" e lo lascia. Giulia Cecchettin, però, aggiunge il difensore "non cambia le sue abitudini di vita, si sta per laureare, va dallo psicologo ma non per Filippo. Che non ci sia stato nessun tipo di evento perturbativo è comprovato dal fatto che si organizzato per andare ai concerti anche quando non stavano più insieme. Se avesse avuto paura per la sua incolumità avrebbe dato appuntamento lei al suo futuro omicidio il giorno 11 novembre 2023? Se ha paura non si fa accompagnare dalla amiche? Giulia non ha paura di Filippo Turetta'‘.
Legale Turetta: "Filippo non teme l'ergastolo"
"Non teme l'ergastolo, è dispiaciuto per essere stato descritto come una persona che mente". Lo ha detto Giovanni Caruso, difensore di Filippo Turetta, prima di iniziare la propria arringa davanti alla corte d'assise di Venezia dove il 23enne è imputato dell'omicidio di Giulia Cecchettin. Per Caruso, però, non si tratta di un ‘crucifige' di Turetta; "bisogna cercare di capire cosa può aver provato Filippo mentre uccideva Giulia". "Mi appello – ha detto il legale, rivolto alla Corte – al principio di legalità, non ad una sentenza giusta, ma di legalità, che vi impone di giudicare Turetta con un ‘braccio legato dietro alla schiena'; il principio di legalità è la magna carta della giustizia, che protegge anche voi della Corte oltre a Turetta".
"Turetta ha ucciso in uno stato di alterazione emotiva": l'arringa della difesa in aula
"Tutto gli elementi comprovano che si è trattato di un'aggressione a cortocircuito, nel momento in cui ha agito lo ha fatto in preda all'emotività, in uno stato di un'alterazione emotiva, con concitazione". È uno dei passaggi dell'arringa di Giovanni Caruso, difensore di Filippo Turetta accusato dell'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin. L'imputato sferra "colpi alla cieca, non si ricorda quanti ne ha dati e dove li ha dati. Due sono i colpi mortali perché in profondità".
Avvocato Turetta: "Omicidio efferato ma non c'è l'aggravante della crudeltà"
"È un omicidio efferato ma non c'è l'aggravante della crudeltà". Lo sostiene Giovanni Caruso, difensore di Filippo Turetta accusato dell'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin, per sostenere che non esiste l'aggravante della crudeltà per il femminicidio della studentessa di Vigonovo. Il legale ricorda che la crudeltà non è legata al numero dei colpi, 75 le coltellate inferte all ventiduenne, ed "è incompatibile con le alterazioni emotive della condotta" che a sua volte esclude la premeditazione.
Legale Turetta: "Carcere unico ambiente ospitale per lui"
"Veramente credete che Turetta si prefigga di farla franca ed evitare l'ergastolo?". Lo chiede l'avvocato Giovanni Caruso ai giudici veneziani durante la sua arringa, collegandosi alle affermazioni del pm Andrea Petroni che ieri aveva sostenuto di sentirsi "preso in giro" da Filippo Turetta. "Dico una cosa molto triste. Sapete qual è l'unico ambiente ospitale per lui in cui può essere considerato un essere umano? È il carcere, sono i compagni di cella forse perché vivono di un'umanità compromessa, di un'incrinatura più o meno irreparabile della loro condizione esistenziale. La società oggi non è pronta per ospitare Turetta ed è giusto che sia così perché la pena significa tempo, tanto tempo. Sa che gran parte della sua giovinezza la trascorrerà con questa umanità compromessa".
Difesa Turetta: "Filippo non vuole dileggiare nessuno"
"Filippo Turetta non vuole dileggiare nessuno, verificheremo questo aspetto di cui parla il pm che si è sentito preso in giro". È uno dei passaggi dell'arringa dell'avvocato Giovanni Caruso, legale difensore di Filippo Turetta, in aula nel processo a carico del giovane di Torreglia, in provincia di Padova, per l'omicidio della ex fidanzata Giulia Cecchettin."Ho detto io a Filippo di mettere per iscritto quello che è successo, gli ho detto: ‘Tu hai mentito anche a me'", ma non vuole dileggiare nessuno", asserisce Caruso. "Ció che ha scritto è perché le cose stanno così", evidenza, leggendo dal memoriale dell'imputato che la lista del 7 novembre 2023, serviva per "sfogare anche la mia frustrazione anche un eventuale momento, quando l'ho pensata quel martedì sera, non so come definire".
Avvocato Turetta: "La lista non mostra la premeditazione"
La lista compilata il 7 novembre 2023 da Filippo Turetta "cosa denota? Un intento preciso, lucido?". In aula l'avvocato Giovanni Caruso, legale difensore di Turetta, a processo per l'omicidio della ex fidanzata Giulia Cecchettin, rilegge le "cose da fare" elencate nella lista trovata nel cellulare dell'imputato e dice: "Non è premeditazione: è la dimostrazione esattamente contraria che la premeditazione non vi è stata". Caruso rilegge la lista: "Calzino umido in bocca, togliere le scarpe, legare caviglie sotto e sopra ginocchia, bloccare portiere dell'auto". Sono elenchi di chi vuole uccidere? Chiudere le portiere perché non scappi, dopo averla uccisa? Devo mettere un calzino in bocca? – afferma – Il pm dice che voleva sequestrarla e poi ucciderla, facendo un salto storico, affermando che quell'elenco è dimostrativo della premeditazione, le leviamo le scarpe perché fugge? Il cadavere?. La preordinazione non è sufficiente per la premeditazione – aggiunge – perché la preordinazione è compatibile con il dolo di proposito. Lo avevo pensato per un futuro momento se avessi mantenuto" quel proposito, legge in aula Caruso dal memoriale di Turetta, agli atti del processo. La premeditazione "non è proprio caso di scuola, ma consiste nella mancanza di intermittenze, la persistenza deve essere monolitica non granulare: ‘lo faccio non lo faccio" "cosa capita domani" "sono pronto domani vedremo'".
Avvocato Caruso: "Se c'è uno che non sa premeditare alcunché è Filippo Turetta"
"Se c'è uno che non sa premeditare alcunché è Filippo Turetta". È uno dei passaggi dell'arringa di Giovanni Caruso, difensore di Filippo Turetta accusato dell'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin. "Non me ne voglia Filippo ma, a meno che non sia il più consumatore degli attori, è insicuro: è insicuro di fare gli esami, non sa se riprendere a giocare a pallavolo, non sa se Giulia è ancora innamorata di lui", aggiunge il legale. Ieri, nella sua requisitoria il pm Andrea Petroni "ha detto che questo è un caso di scuola della premeditazione, dissento: non è proprio un caso di scuola" chiosa il difensore.
"Non dovete comprendere Filippo, dovete mettere argine della legalità": parla l'avvocato di Turetta
"Porterò una goccia d'acqua di legalità, voglio portarla fino alle sue estreme conseguenze". Lo afferma l'avvocato Giovanni Caruso a sottolineare la difficoltà e il dovere di difendere Filippo Turetta a processo, davanti alla corte d'Assise di Venezia, per l'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin. Nell'arringa, dice rivolgendosi ai giudici togati e popolari, spiega: "Io sono il colibrì, voi siete il leone, non abbandonate la foresta in fiamme. Non dovete comprendere Filippo, dovete mettere un argine, quello della legalità" aggiunge il legale che ricorda che non è un processo indiziario, ma un processo in cui c'è da decidere solo la condanna di Turetta.
L'avvocato di Turetta: "Compito non facile assistere un imputato reo confesso di omicidio"
"Oggi ho un compito non facile: assistere, difendere un imputato reo confesso di un omicidio efferato, gravissimo e altri reati satellite. Assisto un giovane ragazzo che ha ucciso una giovane ragazza privandola della vita, dei ricordi, dei sogni, delle speranze, dei progetti e la priva di tutti i legami che la univano alle persone che l'amavano e aveva riposto in lei aspettative di un futuro radioso". Inizia così l'arringa – davanti alla corte d'Assise di Venezia a di Giovanni Caruso, difensore di Filippo Turetta accusato dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin.
Caso Cecchettin: al via la quarta udienza, Filippo Turetta in aula
Prende il il via una nuova udienza nel processo a carico di Filippo Turetta, per l'omicidio di Giulia Cecchettin. L'imputato è presente in aula, davanti alla Corte d'Assise di Venezia, nel giorno in cui tocca alla sua difesa – avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera – prendere la parola davanti ai giudici. Assenti, invece, Gino Cecchettin, papà di Giulia, e la nonna della vittima Carla Gatto
Alla Camera Gino Cecchettin si commuove per il minuto di rumore per Giulia
Un minuto di silenzio, nell'Aula dei gruppi parlamentari della Camera, è stato dedicato alla memoria di Giulia Cecchettin, uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turetta, per il quale ieri il pm di Venezia, Andrea Petroni, ha richiesto l'ergastolo.
Tra i presenti anche il padre di Giulia, Gino Cecchettin, visibilmente emozionato per l'iniziativa in ricordo della figlia. L'
Le parole della sorella Elena Cecchettin durante la giornata contro la violenza sulle donne
"Se un giorno sarò io, chiamatelo patriarcato", sono queste le parole che Elena Cecchettin, sorella di Giulia uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turetta, ha fatto proprio ieri nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, mentre in aula a Venezia si celebrava la nuova udienza del processo contro il 22enne di Torreglia.
La giovane ha, infatti, condiviso sulle proprie stories Instagram un post di Valeria Fonte, commentando: "Sottoscrivo ogni slide". La scrittrice ha pubblicato un carosello ispirato alla poesia di Cristina Torre Cáceres diventata virale dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin: "Se domani sono io, mamma, se non torno domani, distruggi tutto. / Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima".
Quando arriverà la sentenza contro Filippo Turetta
Davanti alla corte d'Assise di Venezia il pm Andrea Petroni ha chiesto l'ergastolo per il ventiduenne di Torreglia, accusato di femminicidio volontario pluriaggravato, stalking, sequestro di persona e occultamento di cadavere
L'attesa è ora per il 3 dicembre, quando verrà emessa la sentenza di primo grado
Nel diario di Giulia Cecchettin i motivi della richiesta ergastolo a Turetta
In una lista, Giulia valutava tutti i comportamenti preoccupanti di Filippo Turetta alla vigilia della fine della loro relazione. Il 31 luglio, Cecchettin scriveva i suoi 15 motivi per chiudere la relazione con il 22enne compagno di università e il quadro che emerge è inquietante. Tra questi, la ragazza scriveva che il 22enne aveva "strane idee sulla tortura e sul farsi giustizia da solo se tradito". Nella medesima lista, Cecchettin ribadiva che per lo studente "non esistevano spazi personali" e che davanti ai no diventava estremamente insistente.
Le tappe del processo per l'omicidio di Giulia Cecchettin
Giulia Cecchettin è stata uccisa l’11 novembre 2023 dall’ex fidanzato Filippo Turetta: dalla prima udienza del 25 settembre alla sentenza attesa per il 3 dicembre passando per l’interrogatorio dell’imputato il 25 ottobre. Tutte le tappe dall'omicidio al processo.
Perchè è stata chiesta la condanna all'ergastolo per Filippo Turetta
Il pm Andrea Petroni ha chiesto la condanna all’ergastolo per Filippo Turetta, il 22enne a processo per l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Ci sono infatti motivi ben precisi secondo il magistrato per i quali il 22enne merita di passare il resto della vita dietro le sbarre.
L'imputato "aveva tutte le possibilità e gli strumenti culturali per scegliere", ha detto prima di pronunciare la richiesta di condanna: "Andava a scuola in quelle che frequentano anche i vostri figli, si stava per laureare. Turetta è a credito, non è tra chi non ha mai avuto una chance o ha conosciuto la sopraffazione".
Ha agito con crudeltà e con un’azione omicidiaria di "almeno venti minuti".
In cosa consiste la rieducazione di cui potrebbe beneficiare Filippo Turetta
L’avvocato penalista Daniele Bocciolini spiega a Fanpage.it perché è stata chiesta la condanna all’ergastolo per Filippo Turetta, imputato nel processo per l’omicidio di Giulia Cecchettin, e cosa significa che può beneficiare della “rieducazione”.
Chiesto l'ergastolo per Filippo Turetta: cosa succede oggi a Venezia nella seconda udienza
Ieri il pm di Venezia Andrea Petroni ha chiesto la condanna all'ergastolo per Filippo Turetta, al termine della requisitoria del processo per l'omicidio di Giulia Cecchettin, davanti alla Corte d'Assise.
Il 22enne di Torreglia è stato riconosciuto colpevole di tutti i reati a lui ascritti: omicidio volontario pluriaggravato, stalking, sequestro di persona e occultamento di cadavere. Tra le cui aggravanti quella principale è la premeditazione.
Come invece ha ammesso lo stesso Turetta confessando l'omicidio, l'11 novembre 2023 l'imputato ha incontrato l'ex fidanzato con l'intento di rapirla, ucciderla e poi togliersi la vita
Oggi il processo si riapre alle 9.30 con l'arringa del difensore dell'imputato, Giovanni Caruso. Per la sentenza sarà necessario attendere fino al prossimo 3 dicembre.