È fitto di appuntamenti il secondo giorno del viaggio di Papa Francesco in Kenya. In mattinata la messa per la evangelizzazione dei popoli all’università di Nairobi, evento di massa più importante della tappa nel Paese.
- Il secondo giorno di Papa Francesco in Kenya 26 Novembre
- La messa del Papa: “Arroganza uomini ferisce le donne e minaccia i bambini” 26 Novembre
- “Mai più Dio a giustificazione violenza” 26 Novembre
Il secondo giorno di Papa Francesco in Kenya
La seconda giornata in Kenya di Papa Francesco è iniziata alle 8,15 ora locale con un incontro ecumenico e interreligioso nella nunziatura di Nairobi, presenti esponenti di diverse confessioni cristiane, di animisti e di musulmani, oltre a 7 personalità civili particolarmente impegnate nella promozione del dialogo interreligioso. “In una società democratica e pluralistica come questa – ha detto il Papa – la cooperazione tra leader religiosi e le loro comunità diviene un importante servizio al bene comune”.
La messa di oggi a Nairobi – Alle 10.15 la messa per la evangelizzazione dei popoli all’università di Nairobi, evento di massa più importante della tappa in Kenya. Dopo il pranzo in privato in nunziatura, il Pontefice si trasferisce alla St.Mary's School, scuola media e liceale fondata dai missionari “spiritani” irlandesi, dove incontra religiosi, clero e seminaristi, e tiene loro un discorso. Alle 17, le 15 in Italia, Papa Francesco va alla sede dell'Unon-Unep, le due agenzie dell'Onu per l'ambiente e gli insediamenti umani. Il rientro in nunziatura è previsto intorno alle 19.
Timori per la sicurezza del Papa – Per Francesco è il primo viaggio in Africa. Bergoglio, partito ieri da Roma, tornerà il 30 novembre. Al suo arrivo in Kenya il pontefice ha parlato di povertà e di protezione dell'ambiente sottolineando come il terrorismo affondi le sue radici nella disperazione di chi non ha nulla. Durante il volo che lo ha portato in Africa ha scherzato con i giornalisti sui rischi che corre: “Più delle persone – ha detto – temo le zanzare”.
La messa del Papa: “Arroganza uomini ferisce le donne e minaccia i bambini”
Bergoglio ha chiesto ai cattolici del Kenya di “opporre resistenza alle pratiche che favoriscono l'arroganza negli uomini, feriscono o disprezzano le donne e minacciano la vita degli innocenti non ancora nati”. “La fede nella Parola di Dio ci chiama a sostenere le famiglie nella loro missione all'interno della società, ad accogliere i bambini come una benedizione per il nostro mondo e a difendere la dignità di ogni uomo e di ogni donna, poiché tutti noi siamo fratelli e sorelle nell'unica famiglia umana”, così nell'omelia. “In obbedienza alla Parola di Dio, siamo chiamati – ha ricordato il Papa rivolto alla folla che nonostante la pioggia ha partecipato con grande entusiasmo al rito – a rispettarci e incoraggiarci a vicenda e a raggiungere tutti coloro che si trovano nel bisogno”. Il Papa ha continuato dicendo che oggi assistiamo all'avanzata di nuovi deserti, “creati da una cultura del materialismo e dell'indifferenza verso gli altri”. “Uomini e donne – ha chiesto Francesco – irradino la verità, la bellezza e la potenza del Vangelo che trasforma la vita, siano canali della grazia di Dio, che permettano alla sua misericordia, benevolenza e verità di diventare gli elementi per costruire una casa che rimanga salda. Una casa che sia un focolare, dove fratelli e sorelle vivano finalmente in armonia e reciproco rispetto, in obbedienza alla volontà del vero Dio, che ci ha mostrato, in Gesù, la via verso quella libertà e quella pace a cui tutti i cuori aspirano”. “Abbiamo bisogno – ha esclamato il Papa – di questi doni di grazia! Il mondo ha bisogno di questi doni! Il Kenia ha bisogno di questi doni!”. “Dio – ha concluso – è la roccia sulla quale siamo chiamati a costruire. Gesù, il Buon Pastore, la roccia sulla quale costruiamo le nostre vite, guidi voi e le vostre famiglie sulla via del bene e della misericordia per tutti i giorni della vostra vita. Egli benedica tutti gli abitanti del Kenya con la sua pace”.
Canti e balli per Papa Francesco nel campus di Nairobi
Nel campus di Nairobi, sotto la pioggia, centinaia di preti, suore, seminaristi e fedeli hanno cantato e ballato per accogliere Papa Francesco. Anche il presidente kenyota Uhuru Kenyatta ha seguito il canto accennando con la testa il ritmo del coro.
“Mai più Dio a giustificazione violenza”
“Il nostro Dio è dio della pace, il suo santo nome non deve mai essere usato per giustificare l'odio e la violenza”: è quanto ha detto Papa Francesco nell'incontro interreligioso a Nairobi, citando “i barbari attacchi al Westgate Mall, al Garissa University College e a Mandera”, perpetrati da Al Shabaab. A Garissa, lo scorso aprile, sono stati uccise 148 persone, quasi tutti ragazzi.