Il pubblico ministero ha chiesto una condanna a 30 anni per Veronica Panarello, mamma del piccolo Lorys, accusata dell'omicidio del figlio.
- Chiesti 30 anni per Veronica Panarello 03 Ottobre
- Il papà di Lorys vuole la separazione dalla moglie Veronica 03 Ottobre
- L'avvocato della Panarello: "Il pm ci ha dato ragione sul movente" 03 Ottobre
- Il nonno del piccolo Lorys: "Voglio giustizia" 03 Ottobre
- L’avvocato del suocero: “Movente in rapporto madre-figlio” 03 Ottobre
- Veronica Panarello: “Trent’anni?”. E si chiude nel silenzio 03 Ottobre
Chiesti 30 anni per Veronica Panarello
Il pm ha chiesto una condanna di 30 anni per Veronica Panarello, la donna accusata dell'omicidio del figlio Lorys Stival. La richiesta è stata formulata al termine della requisitoria davanti al Gup di Ragusa Andrea Reale. L'udienza è appena terminata.
Nel suo lungo intervento il magistrato prima ha tracciato il profilo della Panarello, poi è entrato nel merito delle versioni da lei fornite smontandole una a una. Il pubblico ministero ha ricostruito il contesto psicologico e sociale in cui è maturato il delitto, quello familiare, il rapporto tra madre e figlio, un legame “distorto” in cui la donna “non era appieno genitore e Lorys non era un figlio”. Quella di Veronica Panarello viene descritta una “personalità controversa”.
La Procura ipotizza una relazione extraconiugale tra la Panarello e il suocero Andrea Stival, dalla donna accusato di essere l'esecutore materiale del delitto del piccolo Lorys. Parlando del possibile movente dell’omicidio il procuratore Petralia ha detto infatti ai cronisti di “prendere atto” delle dichiarazioni fornite dalla Panarello nel corso del processo. “Il movente non è indispensabile – ha detto Petralia – di fronte a una ricostruzione dei fatti che vada ogni oltre ragionevole dubbio: in questo caso non c’è bisogno ci sia per forza un movente”.
Mercoledì parleranno le parti civili. Venerdì, invece, ci sarà l'arringa difensiva e poi la decisione del giudice entro metà ottobre.
Il papà di Lorys vuole la separazione dalla moglie Veronica
Mentre la Procura di Ragusa ha chiesto la condanna a 30 anni per la Panarello, è emerso che Davide Stival, il papà del piccolo Lorys, vuole separarsi dalla moglie Veronica. La notizia è stata confermata anche a Fanpage.it: non è ancora stato predisposto alcun atto formale ma da oltre 5/6 mesi – ci confidano – ci sarebbero contatti tra gli avvocati di entrambi.
In realtà già lo scorso anno il legale della Panarello, ai microfoni di Fanpage.it, aveva annunciato che la sua assistita era in attesa della separazione da Davide Stival. “Il rapporto con Davide Stival è chiuso. Lei aspetta che il marito le chieda la separazione per una sorta di coerenza interna che ogni uomo deve avere”, aveva detto l'avvocato.
L'avvocato della Panarello: "Il pm ci ha dato ragione sul movente"
I commenti di Francesco Villardita, legale di Veronica Panarello, dopo la richiesta di condanna a 30 anni per la sua assistita e di Francesco Biazzo, legale di Andrea Stival.
Il nonno del piccolo Lorys: "Voglio giustizia"
Le uniche parole pronunciate dal suocero della Panarello, Andrea Stival, all’uscita dal Tribunale di Ragusa: “Voglio giustizia”.
L’avvocato del suocero: “Movente in rapporto madre-figlio”
“La tesi di Veronica Panarello di una presunta relazione tra lei e Andrea Stival è falsa come risulta dimostrato dagli atti processuali. Il movente del delitto potrebbe essere legato al rapporto conflittuale che aveva con il figlio Lorys”, ha commentato il legale del suocero della donna, l'avvocato Francesco Biazzo sottolineando che “anche su questo il pm nelle sua requisitoria ha speso tante parole”. L’avvocato ha sottolineato come “la Procura ha escluso in maniera inoppugnabile la presenza di Andrea Stival sul luogo del delitto e definito attendibilissima e inattaccabile la testimonianza della sua compagna”. Secondo l'avvocato “Veronica ha tirato nel processo l'unica persona che le era rimasta vicina”.
L’avvocato di Veronica Panarello: “Assist alla difesa dalla Procura”
“Quello di oggi è un assist alla difesa, non me l'aspettavo. Non parlo di autogol, ma di presa di coscienza e totale onestà intellettuale dei pm”: così l'avvocato Francesco Villardita ha commentato la tesi della Procura di ritenere plausibile il movente esposto da Veronica che ha rivelato di una sua presunta relazione con il suocero. Sul fatto che gli investigatori non siano riusciti a collocare in alcun modo l'uomo nel luogo del delitto al momento dell'omicidio l’avvocato ha ribadito che “se non esiste la prova della sua presenza non è detto che non ci fosse: se la Procura non ha dimostrato che il suocero non fosse a casa, non ha neppure dimostrato che l'ha ucciso da sola”.
Veronica Panarello: “Trent’anni?”. E si chiude nel silenzio
“Trent'anni?”: è l'unica frase pronunciata in aula dalla Panarello subito dopo la richiesta di condanna della Procura di Ragusa. La mamma di Lorys si è poi chiusa nel silenzio assoluto. Lo ha detto il suo legale, l'avvocato Francesco Villardita: "Può sembrare strano questo ‘credo e non credo': credo all'ipotesi di relazione sessuale ma non credo alla compartecipazione del suocero nell'omicidio. Sarà interessante ascoltare le parti civili, soprattutto quella del suocero che nel processo è parte civile ma fuori è indagato per concorso nell'omicidio”.
Il pm smonta tutte le versioni di Veronica Panarello
Dal Palazzo di Giustizia di Ragusa trapela che il pm starebbe smontando tutte le versioni di Veronica Panarello. Resta l'incognita sul movente: per la madre del piccolo Lorys sarebbe da ricercare nella presunta relazione extraconiugale con il suocero.
"Veronica è tesa come qualunque essere umano"
"E ‘tesa come qualunque essere umano” è il commento del difensore Francesco Villardita. "Una serie di elementi che saranno presentati al giudice come quello delle telecamere, potrà essere per noi determinante anche se non inquadrano il suocero con la pistola fumante. La verità si può dimostrare con una serie di elementi che sottoporremo al giudizio" ha aggiunto.
"Dai documenti probatori si evince che Andrea Stival non è coinvolto nell'omicidio e che il movente indicato dalla Panarello è assolutamente falso" ha precisato Francesco Biazzo, legale del suocero della Panarello.
Il papà di Veronica: "La vorrei libera ma deve pagare per le sue colpe"
In aula presente anche Francesco Panarello, papà di Veronica, che continua a sostenere l'innocenza della figlia. Prima di entrare al Palazzo di Giustizia di Ragusa, si è concesso ai microfoni dei cronisti.
"Veronica manipolatrice e bugiarda cronica"
"Veronica Panarello manipolatrice e bugiarda cronica. Con Lorys non c'era un normale rapporto tra padre e figlio. Lo trattava da amico e non da figlio" ha detto in aula il pm Marco Rota che in giornata potrebbe chiedere la condanna a 30 anni di reclusione per Veronica Panarello, accusata dell'omicidio del figlio.
Processo Veronica Panarello: è il giorno della requisitoria del pm
Il pubblico ministero potrebbe chiedere 30 anni di reclusione per Veronica Panarello, la madre del piccolo Lorys Stival, strangolato con delle fascette da elettricista il 29 novembre 2014 a Santa Croce Camerina, nel ragusano. Una condanna esemplare che il Gup Andrea Reale dovrà vagliare nei prossimi giorni per poi arrivare a sentenza entro metà ottobre. Gli inquirenti, infatti, non hanno mai avuto dubbi e non hanno creduto alle ultime versioni della Panarello che è tornata ad accusare il suocero Andrea Stival nell'udienza del 26 settembre.
Veronica Panarello ha agito da sola
Per la Procura di Ragusa, infatti, ad uccidere il piccolo Lorys sarebbe stata Veronica Panarello, da sola, senza alcun complice. A confermarlo le numerose telecamere installate a Santa Croce Camerina, un "grande fratello" che ha costretto la madre della vittima a raccontare (quasi) tutta la verità.
L'accusa, poi, non crede alla tesi della relazione extraconiugale scoperta dal figlio: "Adesso racconto tutto a papà" avrebbe detto Lorys, spingendo la mamma a dargli una punizione esemplare insieme al suocero Andrea Stival con la quale avrebbe intrattenuto rapporti clandestini. Di fatto, in questa terribile vicenda non è stata né rinvenuta l'arma del delitto né è mai emerso un movente credibile per gli inquirenti.