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Le consultazioni per il nuovo governo

Salvini e Di Maio chiedono 24 ore al Colle: Berlusconi cede e dà l’ok al governo M5s-Lega

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Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno chiesto altre 24 ore al presidente della Repubblica per provare a formare un governo tra M5s e Lega. I due sono rimasti in attesa di una via libera definitivo da Forza Italia, che è arrivato in serata con le parole di Silvio Berlusconi: "Non poniamo veti ma non voteremo la fiducia".

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10:00

Mattarella vuole che i partiti trovino soluzione "politica", M5S e Cdx: "No a governi tecnici"

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Dopo la fine del terzo giro di consultazioni, che si è concluso ieri sera, restano i veti incrociati di Lega e M5S, nonostante il presidente Mattarella abbia passato ancora una volta la palla ai partiti, esortandoli a trovare una soluzione "politica". Rimane sostanzialmente l'indisponibilità di Di Maio a formare un governo con una coalizione che contempli al suo interno Silvio Berlusconi, sebbene il leader pentastellato abbia dichiarato di voler fare un passo di lato, rinunciando alla premiership. Il capo politico del Movimento ha dichiarato ieri sera di aver lasciato il "cellulare acceso" per Salvini, a ulteriore prova di una sua apertura al dialogo con la Lega. Ma il leader del Carroccio tira dritto, e ribadisce il suo "aut aut": "O governo di centrodestra o al voto il prima possibile", anche a luglio. Ma le elezioni in estate non sarebbero gradite, non solo al Quirinale, che paventa anche un forte rischio astensionismo, ma non piacerebbero nemmeno al Cavaliere. La data papabile per un ritorno alle urne, che è circolata nelle ultime ore, è quella del 22 luglio. Tutti principali partiti hanno mostrato una chiusura di fronte a un richiamo alla responsabilità del Presidente Mattarella, che in alternativa a un ritorno al voto, ha proposto un governo di garanzia fino a dicembre, e poi nuove elezioni in primavera. Ma un governo "neutrale", ha sottolineato il Presidente, sarebbe pronto a dimettersi subito, qualora si manifestasse la possibilità di un'alleanza tra i partiti che hanno vinto le elezioni del 4 marzo. Soltanto il Pd si è detto pronto a sostenere l'iniziativa di Mattarella, mentre M5S e centrodestra dicono a gran voce: "No a governi tecnici". Meloni sintetizza così: "Nel 2011 era lo spread, ora l'aumento dell'Iva: cambiano le "minacce" ma la volontà di calpestare la sovranità popolare è la stessa". E parla di "colpo di Stato mascherato".

A cura di Annalisa Cangemi
09:46

Di Maio: "Se si tornerà a votare sarà colpa di Salvini, ne risponderà alla storia"

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Secondo il capo politico del MoVimento 5 Stelle Luigi Di Maio se si tornerà a votare la colpa sarà di Matteo Salvini. Intervistato da Rtl 102.5 il giorno dopo le dichiarazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha proposto un governo neutrale fino a dicembre, Di Maio sembra però essere già in campagna elettorale, come annunciato da lui stesso ieri, durante una diretta Facebook. “Se si tornerà a votare la colpa è di Salvini che ha scelto la restaurazione al cambiamento e ne risponderà alla storia e agli italiani”. Secondo il leader del M5s non ci sono alternative al voto: “Le prossime elezioni saranno un ballottaggio tra M5s e Salvini”.

Di Maio ironizza sul suo rapporto con il leader della Lega: “Mi ricorda quello stato di Facebook, una relazione complicata. La Lega è una forza con enormi potenzialità ma se non è libera non può fare nulla per questo Paese. Sarà interessante vedere questo signore in campagna a dire io voglio cambiare il Paese con Berlusconi”. “Io – continua Di Maio – sono sempre stato onesto e lineare anche con il Quirinale. Noi un governo neutrale non lo votiamo perché significherebbe portare al governo persone che non hanno una connessione con la popolazione e rischierebbero solo di far quadrare i conti con un effetto simile a quello del governo Monti”.

La data più probabile per il voto è quella del 22 luglio, secondo il capo politico del M5s. Che sa bene quanto alto sia il rischio di astensionismo, considerato un vero e proprio “dramma”. Inoltre, spiega ancora Di Maio, il rischio è che Salvini si ripresenti con Berlusconi in coalizione: “Saremmo punto e a capo. Queste coalizioni non nascono per un’ideale ma per fini elettorali”, spiega parlando della possibilità di un accordo post-elettorale con la Lega. Infine, un passaggio sulla sua carriera politica: “Se avessimo chiuso un governo di programma della durata di due anni per me la mia carriera politica sarebbe anche potuta finire così”.

A cura di Stefano Rizzuti
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