Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno chiesto altre 24 ore al presidente della Repubblica per provare a formare un governo tra M5s e Lega. I due sono rimasti in attesa di una via libera definitivo da Forza Italia, che è arrivato in serata con le parole di Silvio Berlusconi: "Non poniamo veti ma non voteremo la fiducia".
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- Salvini e Di Maio chiedono 24 ore di tempo al Quirinale: si lavora a un accordo 09 Maggio
- Mattarella è pronto a dare l'incarico per il governo "neutrale" nel pomeriggio 09 Maggio
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Forza Italia verso l'astensione critica: cosa significa
Qualcosa si muove e la possibilità di formare un governo politico tra MoVimento 5 Stelle e Lega sembra un’ipotesi meno improbabile di quanto non fosse solo ieri sera. Ma cosa è cambiato nelle ultime ore e cosa ha portato Salvini e Di Maio a chiedere altre 24 ore al presidente della Repubblica Sergio Mattarella prima di varare il governo neutrale? L’ipotesi di cui si discute in questo momento è quella di una astensione critica ma benevola di Forza Italia a un governo tra M5s e Carroccio, senza così un vero sostegno dei berlusconiani all’esecutivo.
Berlusconi sta considerando l’idea di un governo a due senza i voti dei parlamentari di Forza Italia, di cui le M5s e Lega non hanno bisogno a livello numerico. Per dirla con le parole di Giovanni Toti, presidente della regione Liguria, una astensione o critica benevola. “Ho parlato col presidente Berlusconi e penso si possa andare in quella direzione”, ha affermato oggi Toti su Radio1. Un sistema che scagionerebbe Fi dall’accusa di essere responsabile di un nuovo voto in estate. I senatori azzurri, intanto, hanno dato mandato a Berlusconi per prendere ogni decisione. “Non possiamo votare un governo di tregua che non sia espressione della volontà degli elettori – ha fatto sapere Anna Maria Bernini, capogruppo di Fi a Palazzo Madama -. È stato lasciato al presidente Berlusconi l’importante compito di proseguire questa trattativa. Tutti i senatori si sono stretti attorno al presidente demandando a lui la decisione di questo fondamentale snodo della legislatura”.
L’idea spiegata oggi da Toti è quindi quella di una astensione critica, in quanto M5s e Lega hanno i voti per un accordo di governo. Forza Italia non darà un appoggio esterno, ma – per dirla con Toti – “non vuol dire che non si possa guardare a questa esperienza di un nostro socio strutturale da 20 anni con critica benevolenza”. Una sorta di astensione benevola, la definisce ancora il presidente della regione Liguria.
Un governo, dunque, di cui Fi non farebbe parte. Ma – questo è il messaggio da far passare – così gli azzurri darebbero un aiuto a Mattarella. E comunque Toti ricorda che c’è la possibilità che il presidente del Consiglio sia una figura ben vista da Fi, come magari il leghista Giancarlo Giorgetti. “Non ho parlato di opposizione ma neanche di sostegno: se fosse un governo Di Maio-Salvini andremmo nel mezzo”, conclude Toti.
Salvini e Di Maio chiedono 24 ore di tempo al Quirinale: si lavora a un accordo
Il leader della Lega, Matteo Salvini e il capo politico del MoVimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, hanno informato la presidenza della Repubblica che è in corso un confronto per pervenire ad un possibile accordo di governo e hanno chiesto al capo dello Stato 24 ore di tempo per arrivare a una soluzione condivisa. Fonti del Quirinale hanno confermato la "richiesta" dei due leader politici e a questo punto il Capo dello Stato potrebbe attendere prima di comunicare il nome del Presidente del Consiglio incaricato di formare l'esecutivo di garanzia.
Il leader della Lega ha poi risposto brevemente ai cronisti, lasciando Montecitorio. "Entro 24 ore conto di avere qualcosa da dire", ha affermato senza svelare, almeno per il momento, altri dettagli. Salvini ha inoltre fatto sapere di non aver ancora sentito il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi. Il leader della Lega pone come condizione a ogni eventuale governo la non rottura dell'alleanza del centrodestra, "qualunque cosa accada". Salvini ha fatto sapere che dovrà parlare sia con Berlusconi che con Di Maio e che ancora "non c'è una risposta definitiva da nessuno". "O si trova una chiusura in 24 ore – ha affermato ancora – oppure la chiusura la danno gli italiani".
Di Maio ha invece fatto sapere di non aver disdetto gli impegni della campagna elettorale. "Salvini – ha spiegato – mi ha chiesto altre 24 ore e insieme le abbiamo chieste al Colle, ma io resto in campagna elettorale".
Toti (FI): "Governo Lega-M5S non è guerra termonucleare, non è un veto contro di noi"
Giovanni Toti, governatore della Liguria, dice di essersi confrontato con Berlusconi su una possibilità che potrebbe sbloccare lo stallo, e permettere la nascita di un governo politico con un'alleanza Lega-M5S, pur non votando la fiducia a un governo che contempli al suo interno i Cinquestelle. Il presidente della Liguria non pensa a un appoggio esterno al governo, ma smussa i toni: "Ho sentito Berlusconi stanotte, oggi leggo dei titoli dei giornali abbastanza surreali sul suo passo indietro o di lato, il tema vero è che la Lega e il M5S hanno i voti per insediare un Governo e fare un accordo politico, a cui Forza Italia non parteciperà con un appoggio esterno". Ma questo, secondo Toti, non deve essere letto necessariamente come un passaggio ostile ai danni degli Azzurri. "Non vuol dire che dopo sei settimane di stallo del Paese, non si possa guardare a questa esperienza di un nostro socio strutturale da vent'anni, con una benevolenza critica".
"A questo punto FI è spettatore neutrale, quello che ho cercato di spiegare al presidente Berlusconi, con cui mi sono confrontato, è che non deve sentire il passaggio come un veto nei nostri confronti, semplicemente è un governo di cui non facciamo parte, a cui non voteremo neppure la fiducia – spiega Toti – "Non vuol dire che debba essere la guerra termonucleare, dare una mano a Mattarella a costruire un'opportunità di governo, mettere alla prova chi ritiene di essere in grado di rispondere al Paese, senza giudicarlo pregiudizialmente, sarebbe un atteggiamento di responsabilità, senza assumersela. Non credo che FI debba dare l'appoggio esterno al governo, ma ritengo che Salvini e Di Maio non abbiano bisogno della nostra autorizzazione per farlo e che con Salvini possiamo considerarlo non un governo pregiudizialmente a noi ostile".
Di Maio: "Salvini spera in un governo fino all'ultimo? Io sono già in campagna elettorale"
"Salvini ci proverà fino all'ultimo? Non so, questo ce lo devono dire loro. Ma ci abbiamo provato 60 giorni, almeno che non ci siano colpi di scena clamorosi…", ha dichiarato stamane Luigi Di Maio all'agenzia di stampa Adnkronos, commentando le parole del leader della Lega. "Stamattina c'è la nostra riunione per la raccolta fondi, domani sono in partenza, siamo già in campagna elettorale. Se ci dovessero essere novità bisogna innanzitutto informare il Quirinale, perché abbiamo già attentato troppo alla pazienza del Presidente della Repubblica, altrimenti si torna al voto modificando la legge Tremaglia, così andiamo alle urne prima senza attendere il 22 luglio".
"Il Movimento 5 Stelle non pone alcun veto su Silvio Berlusconi, vuole semplicemente dialogare con la Lega. Abbiamo fatto un passo indietro per andare avanti insieme. Per me l'interlocutore a destra era la Lega e a sinistra era il Pd, ma entrambi hanno deciso di tornare in campagna elettorale", ha aggiunto. "Noi vogliamo fare un governo che preveda due forze politiche e non quattro. Perché lo abbiamo visto cosa succede quando si fanno i governi a quattro o a cinque forze politiche. Abbiamo detto: andiamo avanti insieme per un governo del cambiamento. Qual è il veto? Nessuno".
Mattarella è pronto a dare l'incarico per il governo "neutrale" nel pomeriggio
Questa sera Mattarella potrebbe finalmente affidare l'incarico e indicare il nome di colui, o colei, che guiderà il governo "neutrale" fino a dicembre, traghettando il Paese fino a dicembre e a nuove elezioni nel 2019. Si parla di un presidente del Consiglio donna, oppure di un uomo con una squadra di ministre donne.Già la prossima settimana è atteso il giuramento e il voto di fiducia in Parlamento. Continua intanto il pressing su Berlusconi: Salvini chiede al leader di Forza Italia di valutare un passo di lato, permettendo così la nascita di un governo politico Lega-M5S. Sarebbe ancora questa infatti la pre-condizione necessaria affinché Di Maio possa allearsi con il Carroccio, rinunciando, ha più volte dichiarato, a fare il premier, e trovando quindi una figura terza. Ma Forza Italia ha dichiarato "irricevibile" la proposta di un appoggio esterno a un governo Lega-M5S. Di Maio, come era già stato anticipato da fonti del M5S due giorni fa, ha chiesto che il voto sia fissato il prima possibile, anche a giugno, tramite un decreto d'urgenza che tecnicamente, secondo il M5S, potrebbe essere varato anche dal governo di Paolo Gentiloni. Ed è proprio sul premier uscente che punterebbe il Pd per quella che potrebbe essere un'imminente campagna elettorale estiva. Lo ha detto ieri sera Matteo Renzi: "Tendenzialmente sarà Gentiloni, specie se si voterà presto, naturalmente non voglio tirarlo per la giacchetta". Il Partito democratico si prepara all'assemblea nazionale, prevista per sabato 19 maggio: all’ordine del giorno ci sono le dimissioni del di Renzi da segretario. Secondo lo statuto si potrà passare all’elezione di un nuovo segretario da parte dell’assemblea o alla convocazione del congresso.
Salvini: "Non rompo con Berlusconi, ma voglio governare. Per me l'esecutivo neutrale non esiste"
Matteo Salvini non molla e ribadisce di essere intenzionato a provare a formare un governo politico per evitare la nomina di un esecutivo tecnico da parte del presidente Mattarella. Ospite a Circo Massimo su Radio Capital, il leader della Lega ha dichiarato: "Io, fino all'ultimo minuto, ci provo, per me il governo neutrale non esiste. Mattarella avrebbe dovuto dare l'incarico a me, avrebbe avuto comunque numeri più ampi del suo esecutivo sostenuto solo dal Pd. Di Maio non ha novità, ha girato tutti i forni che poteva girare ma il pane è finito. Il ragionamento lo stanno facendo in Forza Italia, di cui capisco tutti i dubbi e tutte le remore. Di certo non gioco per stare all'opposizione".
"Il voto a luglio non è la mia ambizione, benché i sondaggi diano il mio partito in crescita. Non sto facendo pressioni su Berlusconi né su nessuno. Non sta a me forzare, non mi permetto di dare lezioni. Se tutti rimarranno sulle loro posizioni, l'unica via è dare la parola agli italiani perché diano una maggioranza perfino a legge elettorale immutata. La mia posizione di oggi è quella di due mesi fa: lavoro a un governo che premi il voto degli italiani. Ci sono ancora due veti incrociati, non è cambiato niente. Io in mezzo, nessuno dice no alla Lega. Noi e Forza Italia ci siamo presentati insieme, non cambio idea. Se c'è un accordo di tutti, e magari qualcuno accompagna con sostegno indiretto, ne parliamo. Ma non sarò io a frantumare le coalizioni", conclude Salvini.
Boschi: "M5S è un movimento di destra. Sanno vincere le elezioni, ma non sanno fare un governo"
"Non credo che il M5S sia una sinistra a sinistra del Pd. Credo che il M5S sia un movimento di destra", ha dichiarato Maria Elena Boschi durante un'intervista concessa a Porta a Porta. Proseguendo, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha sottolineato: "Lega e M5S hanno dimostrato di saper vincere le elezioni ma non di dare un governo al Paese. Al di là dell'attività del premier Paolo Gentiloni, il Paese è immobile. Renzi, a differenza di altri, ha avuto il coraggio e il carattere dire quello che molti altri pensavano nel partito, ovvero ‘no al dialogo con M5S'". Infine, con riguardo a un ipotetico voto anticipato, Boschi ha dichiarato, in sintonia con Renzi: "Ci fossero subito le elezioni, è molto probabile che in una coalizione di centrosinistra Gentiloni sarebbe il leader naturale".
Berlusconi: "Appoggio esterno a Lega-M5S? Smentisco fermamente, non accetto veti"
Appoggio esterno a un governo Lega-M5S? Silvio Berlusconi smentisce categoricamente l'indiscrezione: "Silvio Berlusconi smentisce fermamente le indiscrezioni secondo le quali sarebbe pronto a dare un appoggio esterno ad un governo guidato da M5S e Lega. Dopo due mesi di tentativi per dare vita ad un governo espressione del Centrodestra, prima forza politica alle elezioni del 4 marzo, Forza Italia non può accettare nessun veto", si legge in una nota diramata da Forza Italia.
Renzi: "Il candidato premier del Pd sarà Gentiloni, io non corro"
Matteo Renzi non si candiderà alle prossime primarie del Pd. Ospite a Di Martedì su La7, l'ex presidente del Consiglio ha dichiarato: "Io non correrò alle primarie che decideranno il prossimo leader del Pd. Secondo me il candidato naturale è Gentiloni, ma non voglo tirarlo per la giacchetta". "C'è qualcuno che sta giocando sulla pelle del Paese, sono i 5Stelle e il centrodestra. Io Salvini l'ho visto, siamo entrambi senatori. Sono curioso di come spiegherà all'operoso Veneto che andranno a pagare il reddito di cittadinanza a chi sta sul divano. Secondo me i due si amano, ma le famiglie non sono d'accordo. Quello che mi colpisce di Di Maio è la straordinaria capacità di cambiare idea, è molto simile a Marx, ma non a Karl, a Groucho: ‘questi sono i miei valori, se non vi piacciono li cambio'", ha detto l'ex segretario del Pd. "Tenere bloccato un paese è assurdo, Di Maio, se non è in grado di fare un governo con il centrodestra, lo deve dire e deve consentire di riscrivere le regole del gioco. Questa è una soap opera, ogni giorno c'è una cosa nuova. Il referendum che mi ha mandato a casa serviva a evitare questa buffonata", ha concluso Renzi.
Di Maio: "Chiederò decreto d'urgenza per votare a giugno. Salvini ha novità? Vada da Mattarella"
Il voto? Non più a luglio come paventato ieri dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega, bensì a giugno. La proposta è stata lanciata da Luigi Di Maio nel corso di un'intervista concessa alla trasmissione televisiva Di Martedì, in onda questa sera su La7. "Si deve andare a votare il prima possibile. Luglio è un problema. Noi abbiamo intenzione la settimana prossima di chiedere di emanare un decreto di emergenza ad hoc che consenta di modificare un parametro sul voto degli italiani all'estero e quindi andare a votare anche a giugno", ha dichiarato il capo politico del Movimento 5 Stelle.
Proseguendo, Di Maio ha affermato che qualsiasi tipo di dialogo con il Partito Democratico è chiuso, lasciando però uno spiraglio alla Lega di Matteo Salvini: "Se il Pd è ancora Renzi, come ha dimostrato, e dopo che hanno aperto al dialogo al Colle hanno poi chiuso in una trasmissione tv, io col Pd non voglio averci mai più nulla a che fare. Dopo 65 giorni ho smesso di sperare che ci possa essere una svolta dalla Lega, certo potevamo fare insieme un po' di cose per gli italiani… Ora se ci dovessero essere delle novità devono andare dal presidente della Repubblica e spiegare per filo e segno di che novità si tratta. Se c'è una persona a cui stiamo minando la pazienza è il presidente della Repubblica".
Pd verso l'assemblea nazionale: si terrà il 19 maggio
Il presidente del Partito Democratico, Matteo Orfini, ha convocato l'assemblea nazionale Pd per il prossimo 19 maggio alle ore 10.30 del mattino all'hotel Ergife di Roma. All'ordine del giorno ci sono le dimissioni del segretario, Matteo Renzi e i conseguenti adempimenti statutari. A norma di Statuto, si può passare all'elezione di un nuovo segretario da parte dell' assemblea o alla convocazione del congresso.
La Lega chiede un passo indietro a Berlusconi per governo con M5s. Fi: "Proposta irricevibile"
La Lega invita Forza Italia e Silvio Berlusconi a un passo indietro per far nascere un governo con il MoVimento 5 Stelle, ma i forzisti rifiutano. Giancarlo Giorgetti, capogruppo della Lega alla Camera, chiede a Berlusconi “un grande senso di responsabilità per cercare di trovare una soluzione per permettere la partenza di un governo politico”. L’idea è quella di “una forma di coinvolgimento di Forza Italia che sia compatibile con la presenza del MoVimento 5 Stelle”, ovvero l'ipotesi più probabile sarebbe quella di un appoggio esterno all’eventuale governo.
“Forse c’è qualche soluzione che permette di rispondere alle attese degli italiani per un governo politico – dice Giorgetti -. Il prima possible si deve dare un governo politico agli italiani. Noi continueremo con gli sforzi: ci abbiamo provato anche ieri, ci proviamo oggi, ci proveremo domani e anche nei prossimi mesi. Noi non ci stancheremo in questo impegno di rispettare la volontà del popolo italiano”. Giorgetti comunque, crede che in caso di nuove elezioni la Lega si presenterà di nuovo in coalizione con Forza Italia.
A stretto giro è arrivata la risposta azzurra all’invito di Giorgetti, attraverso la capogruppo a Montecitorio Mariastella Gelmini, secondo cui la proposta dell'esponente leghista è “irricevibile”. “Oggi – precisa – chiedere a Fi di dare l'appoggio esterno mi pare una domanda mal posta che non può che avere una risposta negativa”.
Allo stesso tempo Gelmini sostiene che “non ci siano le condizioni per votare un governo neutrale”. “La posizione di Forza Italia è semplice – spiega -. Noi abbiamo ascoltato con rispetto e grande attenzione le parole del presidente della Repubblica che riteniamo piene di buon senso e che hanno a cuore l'interesse del Paese. Detto questo abbiamo rispetto per il voto degli italiani e siamo coerenti con il centrodestra unito. Da quando è sceso in campo il presidente Berlusconi si è sempre battuto per l'unità del centrodestra, quindi per un principio di lealtà non saremo noi certamente a distinguerci rispetto al resto della coalizione, quindi crediamo che non ci siano le condizioni per votare un governo neutrale”.
Giorgetti (Lega): "Se Berlusconi vota il governo "neutrale" si rompe coalizione cdx"
Giancarlo Giorgetti, capogruppo della Lega alla Camera avverte: "Se il Cavaliere vota un governo del Presidente si rompe l'alleanza Forza Italia-Lega". Giorgetti ha chiarito quanto aveva già anticipato Salvini ieri, pronunciando questa frase sibillina: "Contiamo che Berlusconi mantenga la parola data e abbia la nostra stessa coerenza, poi gli italiani ci daranno la maggioranza assoluta e cambieremo l'Italia da soli", chiudendo a un eventuale dialogo con Di Maio. Ma il leader di Forza Italia, al contrario di Salvini, ha fatto sapere di essere contrario al voto in estate.
"Certo, sarebbe un grosso problema. credo di sì". Così Giorgetti risponde a chi gli chiede se l'eventuale appoggio di Berlusconi al governo "neutrale", segnerebbe la fine dell'alleanza di centrodestra. "Oggi, domani, nei prossimi giorni e i prossimi mesi continueremo i nostri sforzi per cercare quelle soluzioni possibili per far nascere un governo politico voluto dagli italiani: continuiamo a chiedere a Silvio Berlusconi un gesto di responsabilità in modo da permettere la nascita di questo esecutivo", e cioè una forma di appoggio di Forza Italia che sia compatibile con la presenza del M5S. "Se si vota a luglio – spiega Giorgetti – esiste il forte rischio di una notevole astensione", ma aggiunge che aggiunge che anche l'ipotesi di votare a settembre "non andrebbe bene comunque. L'obiettivo è dare prima possibile un governo politico al Paese". Il leghista spiega il perché della posizione contraria della Lega alla soluzione proposta dal Colle: "Facciamo il caso che ci sia da sterilizzare l'aumento dell'Iva: una cosa che si può fare o con più tasse o con un taglio delle spese. Ed è evidente che questa scelta non è neutrale".
Orfini: "Tornare al voto in estate non serve al Paese, Lega e M5S si sono spartiti le poltrone"
Secondo Matteo Orfini, presidente del Partito democratico, il Paese non sarebbe pronto per tornare al voto: "Non credo ci sia un italiano che trovi sensato tornare a votare dopo pochi mesi. Credo sia una posizione assurda di cui il Paese non ha bisogno e per la quale chi è responsabile di questo stallo pagherebbe un prezzo alto". La proposta avanzata da Lega e M5S è fortemente osteggiata dal Pd, che invece ha assicurato il suo sostegno a un governo "neutrale". Per Orfini il voto in estate sarebbe da "irresponsabili": "Chi chiede il voto in estate non ha a cuore la democrazia perché far votare il paese a luglio significherebbe impedire a una parte del Paese di votare e sarebbe quanto di meno democratico possibile".
"Siamo in questa situazione per l’irresponsabilità di chi ha vinto le elezioni, che ci ha tenuto in un balletto ridicolo per mesi. Si sono subito accordati spartendosi le cariche istituzionali, anche quelle che di solito lasciate alle opposizioni, cementando un accordo di potere però ora non riescono a fare il passo successivo, cioè quello di dare un governo al paese. Oggi vogliono usare la maggioranza parlamentare che hanno costruito per spartirsi le cariche istituzionali per ripiombare il Paese nel voto, un voto che credo non sia quello che serve".
Mattarella vuole che i partiti trovino soluzione "politica", M5S e Cdx: "No a governi tecnici"
Dopo la fine del terzo giro di consultazioni, che si è concluso ieri sera, restano i veti incrociati di Lega e M5S, nonostante il presidente Mattarella abbia passato ancora una volta la palla ai partiti, esortandoli a trovare una soluzione "politica". Rimane sostanzialmente l'indisponibilità di Di Maio a formare un governo con una coalizione che contempli al suo interno Silvio Berlusconi, sebbene il leader pentastellato abbia dichiarato di voler fare un passo di lato, rinunciando alla premiership. Il capo politico del Movimento ha dichiarato ieri sera di aver lasciato il "cellulare acceso" per Salvini, a ulteriore prova di una sua apertura al dialogo con la Lega. Ma il leader del Carroccio tira dritto, e ribadisce il suo "aut aut": "O governo di centrodestra o al voto il prima possibile", anche a luglio. Ma le elezioni in estate non sarebbero gradite, non solo al Quirinale, che paventa anche un forte rischio astensionismo, ma non piacerebbero nemmeno al Cavaliere. La data papabile per un ritorno alle urne, che è circolata nelle ultime ore, è quella del 22 luglio. Tutti principali partiti hanno mostrato una chiusura di fronte a un richiamo alla responsabilità del Presidente Mattarella, che in alternativa a un ritorno al voto, ha proposto un governo di garanzia fino a dicembre, e poi nuove elezioni in primavera. Ma un governo "neutrale", ha sottolineato il Presidente, sarebbe pronto a dimettersi subito, qualora si manifestasse la possibilità di un'alleanza tra i partiti che hanno vinto le elezioni del 4 marzo. Soltanto il Pd si è detto pronto a sostenere l'iniziativa di Mattarella, mentre M5S e centrodestra dicono a gran voce: "No a governi tecnici". Meloni sintetizza così: "Nel 2011 era lo spread, ora l'aumento dell'Iva: cambiano le "minacce" ma la volontà di calpestare la sovranità popolare è la stessa". E parla di "colpo di Stato mascherato".
Di Maio: "Se si tornerà a votare sarà colpa di Salvini, ne risponderà alla storia"
Secondo il capo politico del MoVimento 5 Stelle Luigi Di Maio se si tornerà a votare la colpa sarà di Matteo Salvini. Intervistato da Rtl 102.5 il giorno dopo le dichiarazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha proposto un governo neutrale fino a dicembre, Di Maio sembra però essere già in campagna elettorale, come annunciato da lui stesso ieri, durante una diretta Facebook. “Se si tornerà a votare la colpa è di Salvini che ha scelto la restaurazione al cambiamento e ne risponderà alla storia e agli italiani”. Secondo il leader del M5s non ci sono alternative al voto: “Le prossime elezioni saranno un ballottaggio tra M5s e Salvini”.
Di Maio ironizza sul suo rapporto con il leader della Lega: “Mi ricorda quello stato di Facebook, una relazione complicata. La Lega è una forza con enormi potenzialità ma se non è libera non può fare nulla per questo Paese. Sarà interessante vedere questo signore in campagna a dire io voglio cambiare il Paese con Berlusconi”. “Io – continua Di Maio – sono sempre stato onesto e lineare anche con il Quirinale. Noi un governo neutrale non lo votiamo perché significherebbe portare al governo persone che non hanno una connessione con la popolazione e rischierebbero solo di far quadrare i conti con un effetto simile a quello del governo Monti”.
La data più probabile per il voto è quella del 22 luglio, secondo il capo politico del M5s. Che sa bene quanto alto sia il rischio di astensionismo, considerato un vero e proprio “dramma”. Inoltre, spiega ancora Di Maio, il rischio è che Salvini si ripresenti con Berlusconi in coalizione: “Saremmo punto e a capo. Queste coalizioni non nascono per un’ideale ma per fini elettorali”, spiega parlando della possibilità di un accordo post-elettorale con la Lega. Infine, un passaggio sulla sua carriera politica: “Se avessimo chiuso un governo di programma della durata di due anni per me la mia carriera politica sarebbe anche potuta finire così”.