Il Presidente del Consiglio oggi è atteso alla Direzione Nazionale del Partito Democratico. Intanto il Senato ha dato il suo ok alla fiducia sulla manovra di bilancio. In serata le dimissioni formali.
- Renzi si è dimesso, Mattarella si riserva la decisione 07 Dicembre
- La relazione di Renzi in Direzione PD: "Mi dimetto, o elezioni subito o Governo di unità" 07 Dicembre
- Dal Senato ok alla fiducia al Governo sulla legge di bilancio 07 Dicembre
- Direzione PD senza dibattito. Renzi venerdì da Mattarella per le dimissioni 07 Dicembre
- Cominciata la prima chiama dei senatori per la fiducia al Governo 07 Dicembre
Renzi si è dimesso, Mattarella si riserva la decisione
Matteo Renzi ha rassegnato le dimissioni nella mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale si è riservato la decisione sull'accettazione delle stesse. Il Presidente del consiglio dimissionario resta in carica per gli affari correnti, mentre le consultazioni del Presidente della Repubblica cominceranno già nella giornata di domani.
Quirinale: consultazioni al via giovedì con Grasso, Boldrini e Napolitano
Dopo le dimissioni del Premier Renzi, il Quirinale ha fatto sapere che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella avvierà le consultazioni con le forze politiche già a partire da giovedì 8 dicembre, alle ore 18. I primi a salire al Colle come prassi saranno i presidenti di Senato e Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini, e il Presidente emerito della repubblica Giorgio Napolitano. Le consultazioni proseguivano poi il giorno seguente per concludersi sabato prossimo con i rappresentanti dei tre principali gruppi parlamentari: Forza Italia, Movimento 5 stelle e Partito Democratico.
Forza Italia si tira indietro: "Non appoggeremo nessun governo"
Arrivano i primi no ad un governo unitario che possa raggruppare tutte le forze politiche parlamentari così come proposto da Renzi in alternativa alle elezioni a gennaio cioé dopo la sentenza della Consulta sulla legge elettorale. Forza Italia infatti si è subito defilata dall'ipotesi assicurando che non appoggerà nessun Esecutivo di questo tipo. "Al cento per cento Forza italia non darà nessuna fiducia a nessun governo in questa legislatura e assolutamente no, non darà alcun appoggio esterno", ha dichiarato infatti poco fa il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta, ai microfoni di Sky.
Salvini: "Un Governo con tutti dentro? Mai!"
Usa i suoi profili social il leader della Lega Nord Matteo Salvini per rispondere alla proposta del Presidente del Consiglio Matteo Renzi di un Governo di unità nazionale, con un secco no:
La relazione di Renzi in Direzione PD: "Mi dimetto, o elezioni subito o Governo di unità"
Il discorso di Matteo Renzi alla Direzione Nazionale del Partito Democratico: una relazione senza dibattito, che precede la consegna formale delle dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Renzi: "Dovremo fare un passaggio interno, anche molto dura, ma non adesso. Siamo il partito di maggioranza relativa e dobbiamo dare una mano al Paese e al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La sconfitta al referendum ha ripercussioni sul Governo che ha proposto la riforma, ma anche sul Parlamento che ha votato per sei volte la riforma e sul PD; ma bisogna capire che se il popolo vota No, io devo assumermi tutte le responsabilità della sconfitta. Il punto centrale è che dovremo convivere con due questioni fondamentali: il bicameralismo paritario e il rapporto Stato – Regioni, che renderanno più complicato governare in futuro".
Poi continua: "Propongo una linea politica al Pd, perché noi non abbiamo paura di nulla e di nessuno. Se le altre forze politiche vogliono andare a votare noi siamo pronti, dopo il 24 gennaio. Se invece si vuole continuare la legislatura, allora serve che anche gli altri partiti se ne carichino il peso, perché non possiamo appoggiare da soli un Governo di responsabilità nazionale e sentirci ripetere che siamo ‘il quarto Governo non eletto'. […] Il PD non fugge dalla democrazia e dalla trasparenza, dunque anche le prossime discussioni avverranno in streaming. […] So che qualcuno del nostro partito ha festeggiato in modo smodato, ma lo stile è come il coraggio di Don Abbondio; ma io non me ne cruccio, perché chi fa politica indossando il broncio o il vittimismo fa un danno a se stesso, dunque sorrido alla gratitudine del Paese e resto in carica solo per l'ordinaria amministrazione".
Renzi: “Mi dimetto. O si vota dopo il 24 gennaio, oppure un Governo con tutti"
"Io sono pronto a cedere il campanello al mio successore, con un abbraccio e l'augurio di buon lavoro. Stiamo scrivendo un dettagliato report da consegnare e stiamo facendo gli scatoloni. Scatoloni che ci fanno spuntare molti sorrisi e qualche ricordo amaro. Ma la storia di questi mille giorni non la faranno i rancorosi commenti di queste ore". Lo scrive Matteo Renzi nella sua e-news.
"Toccherà – aggiunge – ai gruppi parlamentari decidere che cosa fare. Vorranno andare subito a elezioni? Nel caso si dovrà attendere la Sentenza della Consulta di martedì 24 gennaio e poi votare con le attuali leggi elettorali, come modificate dalla Corte. Se i gruppi vorranno invece andare avanti con questa legislatura, dovranno indicare la propria disponibilità a sostenere un nuovo Governo che affronti la legge elettorale ma soprattutto un 2017 molto importante a livello internazionale".
"Non sono io a decidere – conclude Renzi – ma devono essere i partiti – tutti i partiti – ad assumersi le proprie responsabilità. Il punto non è cosa vuole il presidente uscente, ma cosa propone il Parlamento".
Brunetta: "Renzi ha perso, vada a casa. Non sta né in cielo né in terra un suo reincarico"
"Renzi ha perso, Renzi a casa. Non sta né in cielo, né in terra che ci sia la possibilità di un reincarico a Renzi. Renzi ha detto che se ne sarebbe andato, che si sarebbe ritirato a vita privata, l'ha ribadito la notte della sconfitta e il giorno dopo. Ma che Paese è questo se un uomo politico, il Presidente del Consiglio, può dire e contraddire tutto nell'arco di pochi giorni? Gli italiani non possono accettare un obbrobrio di questo tipo, un'infamia di questo tipo. Renzi a casa". Lo scrive su Facebook Renato Brunetta.
"Noi – ha aggiunto – siamo all'opposizione e rimarremo all'opposizione, nessun governicchio, nessun governo tecnico. Se vogliono fare un governo istituzionale lo facciano, noi siamo all'opposizione, come sempre con grande senso di responsabilità rispetto ai veri problemi del Paese – pensiamo ai 50, 100 mila terremotati che sono ancora sotto le tende, sfollati e che noi vogliamo che abbiano l'impegno del Paese a risolvere i loro problemi; pensiamo ai giovani, alla povertà, all'immigrazione clandestina, alla sicurezza. Noi vogliamo dare risposte agli italiani su questi punti, basta giochi di palazzo, basta giochi di potere, Renzi a casa". Il Pd, ha concluso Brunetta, "ha la maggioranza alla Camera grazie al premio di maggioranza, ha una sua maggioranza raffazzonata al Senato, che governi. Ha il diritto e il dovere di governare e non parlare d'altro. Il Paese ha bisogno di essere governato. C'è una maggioranza del Pd, abbiamo bisogno di una legge elettorale al più presto che abbia un passaggio parlamentare, perché il Parlamento deve riappropriarsi del suo diritto-dovere di costruire le regole della rappresentanza e non delegarle solo unicamente alla Corte Costituzionale, e poi a votare quando deciderà il Presidente della Repubblica".
Direzione PD, Nazareno blindato: strada chiusa e transenne per i giornalisti
Senato, voto con urlo: è Puglia (M5s) che grida il suo "No", Grasso lo riprende
Renzi: "Alle 19 al Quirinale per le dimissioni formali"
Alle 19 Matteo Renzi si recherà al Quirinale per rassegnare le dimissioni formali. Ad annunciarlo è lo stesso premier, su Twitter: "Legge di bilancio approvata. Alle 19 le dimissioni formali. Grazie a tutti e viva l'Italia".
Italicum, Consulta: "Scelta della data del 24 gennaio secondo le regole"
Il 24 gennaio è la data fissata dalla Corte Costituzionale per la decisione sull'Italicum. Un giorno, ha spiegato la Consulta in una nota, scelto "seguendo le regole degli organi giurisdizionali". La precisazione è arrivata dopo le polemiche di alcune forze politiche, che avevano giudicato il 24 gennio troppo tardi. "La scelta di una data anteriore – si legge nella nota – avrebbe privato le parti dei termini dei quali dispongono per legge, allo scopo di costituirsi in giudizio e presentare memorie".
Dal Senato ok alla fiducia al Governo sulla legge di bilancio
Via libera del Senato alla fiducia posta dal Governo sul testo della legge di Bilancio: i sì sono stati 173, i No 108. Sono così preclusi tutti gli emendamenti all'articolo 1 della legge di bilancio, che si intende approvato. Il Senato è ora impegnato nel voto agli articoli successivi.
Direzione PD senza dibattito. Renzi venerdì da Mattarella per le dimissioni
Non ci sarà il tanto atteso dibattito interno alla direzione del Partito Democratico, fissata per le 17:30 di oggi. A quanto confermato da fonti autorevoli, Matteo Renzi terrà una relazione ai membri della direzione, nella quale analizzerà la sconfitta al referendum e comunicherà la propria scelta di lasciare l'incarico a Palazzo Chigi. La discussione interna sarà però congelata e rimandata a data da destinarsi.
Il Presidente del Consiglio si recherà al Quirinale da Mattarella nella giornata di venerdì, per rassegnare le dimissioni e, con ogni probabilità, per ribadire la propria indisponibilità a guidare la transizione verso nuove elezioni. A quel punto, il Capo dello Stato avvierà le consultazioni e verificherà se sussistono le condizioni per la formazione di un nuovo Governo, che riscriva la legge elettorale e traghetti il Paese a elezioni nel più breve tempo possibile.
Cominciata la prima chiama dei senatori per la fiducia al Governo
La diretta delle operazioni di voto dal Senato:
Seduta sospesa al Senato, si riprende alle 13 e 30 con la prima chiama del voto
Dopo la discussione generale sulla questione di fiducia sulla legge di bilancio e le dichiarazioni di voto, il presidente del Senato ha sospeso la seduta. Si riprenderà alle 13 e 30, come fissato dalla riunione dei capigruppo, per la prima chiama del voto.
Orfini: "Capisco amarezza, ma un grande partito non chiede espulsioni"
"Oggi c'è la direzione del Pd. Inizia per noi una riflessione che sarà profonda e importante su questo voto ma soprattutto abbiamo da assumere decisioni difficili sulla gestione della crisi. Leggo che molti nostri militanti ed elettori verranno oggi al Nazareno per sostenere questo gruppo dirigente. È una bella dimostrazione di affetto e solidarietà, che però tale deve rimanere". L'ha scritto su Facebook il presidente del Pd, Matteo Orfini, che ha aggiunto: "Ho visto qui sui social argomenti e slogan – per fortuna usati da pochi – che non mi piacciono. Capisco l'amarezza per quanto successo e per scelte che sono apparse incomprensibili ma un grande partito non chiede espulsioni e non organizza contestazioni. Di quanto accaduto discuteremo al congresso e lì ognuno di noi – ed io per primo – avrà modo di dire come la pensa".
"Oggi – ha concluso Orfini – chiedo a tutti quelli che verranno di abbracciare e sostenere il nostro partito, lasciando ad altri la rabbia. Affrontiamo anche questo passaggio difficile col sorriso e con la tranquillità e ne usciremo più forti di prima. A più tardi".
Salvini: "Mattarella e Renzi vogliono rinviare il voto? Chiameremo i cittadini in piazza"
"Mentre un italiano su quattro è a ‘rischio povertà', la disoccupazione è all'11.6% e in tante città due ragazzi su tre non trovano lavoro, mentre il governo spende 4 miliardi all'anno per accogliere i FINTI PROFUGHI, Mattarella e Renzi cercano di tirare a campare e rinviare il voto. Non ci pensino neanche, la Lega è pronta a chiamare i cittadini in piazza! #votosubito, altrimenti ci arrabbiamo…". L'ha scritto il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, su Facebook mentre in Senato è in corso l'esame della legge di Bilancio per il voto di fiducia.
Iniziata la seduta in Senato sulla legge di Bilancio. Boschi chiede la fiducia
È iniziata la seduta del Senato sulla manovra. Il ministro Rapporti per il parlamento Maria Elena Boschi ha chiesto la questione di fiducia per l'approvazione "senza emendamenti e articoli aggiuntivi" dell’articolo 1 della legge di bilancio "nel testo identico a quello approvato dalla Camera". Subito dopo, il ministro ha lasciato l'aula, tra il brusio dei presenti.
Crisi di governo, oggi la fiducia sulla manovra. Per Renzi resa dei conti nel PD
Le dimissioni di Renzi, dopo il risultato del referendum del 4 dicembre sono congelate fino all'approvazione della legge di Bilancio. Così ha voluto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Dopo un riunione della conferenza dei capigruppo in Senato i tempi sono stati acccelerati e già stamattina in Aula inizierà il voto di fiducia. L'esame partirà dalla relazione ed eventuale voto su questioni pregiudiziali, poi ci sarà un termine per fissare gli emendamenti e, alle 13 e 30, la prima chiama per la fiducia. Un'ora dopo circa inizierà la votazione della seconda parte del provvedimento. In giornata potrebbe arrivare il voto finale.
Dopo l'ok definitivo, Renzi dovrebbe ufficializzare le dimissioni. A quel punto da domani potrebbero aprirsi le consultazioni del presidente della Repubblica, con il primo incarico esplorativo che potrebbe arrivare tra domenica e lunedì. Secondo l'Huffington Post l'opinione di Mattarella sarebbe chiara: niente elezioni prima che le leggi elettorali di Camera e Senato vengano rese tra loro omogenee. Dello stesso avviso il ministro Graziano Delrio, che ha palesato l'esigenza di avere "un governo di scopo che ci porti alle elezioni, con la persona e il tempo che vorrà Mattarella".
Per Matteo Renzi, tuttavia, quella di oggi sarà anche una giornata cruciale nel suo partito: il premier affronterà infatti la Direzione Nazionale, occasione nella quale potrebbe suggerire un governo di responsabilità nazionale con la più ampia partecipazione delle forze politiche per affrontare le scadenze del paese o le elezioni.