Il 28enne Luca Traini, arrestato dai carabinieri dopo il raid, è stato trasferito nella notte nel penitenziario di Montacuto, ad Ancona, lo stesso dove si trova rinchiuso Innocent Oseghale, il nigeriano 29enne accusato dell'omicidio di Pamela Mastropietro il cui delitto si ipotizza posa aver scatenato la rabbia dell'uomo.
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- L'omicidio di Pamela è stato la causa scatenante del raid 04 Febbraio
- Traini accusato di strage aggravata dal razzismo 04 Febbraio
- Traini rinchiuso nello stesso carcere di Innocent Oseghale 04 Febbraio
Grasso: "A Macerata un atto terroristico a sfondo razziale, punto bassissimo dell'Italia"
Il presidente del Senato e leader di Liberi e Uguali Pietro Grasso definisce i fatti di Macerata come un vero e proprio “atto terroristico a sfondo razziale” e “non il gesto di un folle”. “Dobbiamo impegnarci per fermare l'onda razzista e fascista che sta montando nel nostro Paese – aggiunge Grasso – condannando chi specula sulla paura”. Secondo il leader di LeU “Macerata è stato un punto tristissimo e bassissimo dell’Italia, bisogna fermare le parole d’odio perché è innegabile che ci sia un preoccupante rigurgito di violenza fascista e razzista”. Il pensiero di Grasso e la sua accusa ad alcune forze politiche sono chiari: “Se fomenti fascismo e razzismo qualcuno che spari per strada rischi sempre di trovarlo. Noi siamo contro fascismo, odio e razzismo ma anche contro gli irresponsabili che lo fomentano”.
Il video di Traini che spara dalla sua auto
Un'auto scura che rallenta e accosta col finestrino aperto lato passeggero, poi l'uomo al volante che si sporge e fa fuoco con una pistola all'indirizzo di alcune persone di colore ferme davanti la bar prima di ripartire. Sono gli attimi in cui in cui Luca Traini spara ai immigrati davanti al bar H7 di Casette Verdini, frazione di Macerata, una delle tappe del raid a sfondo razzista in cui sabato sono rimaste ferite sei persone. I pochi secondi sono stati ripresi e registrati dalla telecamera di sicurezza del bar. All’interno dello stesso locale un'altra telecamera mostra alcune persone che, colte di sorpresa e impaurite dagli spari, cercano di mettersi al riparo dietro il bancone.
In casa di Traini trovati Mein Kampf e bandiera con croce celtica
Una copia del Mein Kampf di Hitler e una bandiera con la croce celtica oltre a diverse altre pubblicazioni riconducibili all'estrema destra. E' quanto hanno ritrovato i carabinieri di Macerata in casa di Luca Traini l'uomo che ieri ha tentato di fare strage di migranti per le vie della cittadina marchigiana sparando a caso su persone di colore, arrivando a ferirne sei. La perquisizione nell'abitazione del ventottenne a Tolentino è stata ordinata dalla Procura nell'ambito delle indagini sulla tentata strage a sfondo razzista. Gli investigatori hanno anche sequestrato i computer dell'uomo per verificare sempre se vi siano elementi utili alle indagini, soprattutto sul movente. Al momento però gli inquirenti sembrano fermamente convinti che i fatti siano abbastanza chiari. Traini avrebbe maturato l'intenzione di compiere la strage negli ultimi giorni, subito dopo l'assassinio di Pamela, anche se nutriva odio nei confronti dei migranti già in precedenza.
L'omicidio di Pamela è stato la causa scatenante del raid
L'omicidio di Pamela Mastropietro è stata la "causa scatenante" ad aver armato Luca Traini, il giovane che a Macerata ha sparato e ferito sei persone di colore. Lo avrebbe affermato lui stesso con gli inquirenti, secondo quanto apprende l'agenzia Ansa da ambienti giudiziari. Dopo essere stato arrestato, Traini infatti ha reso ampie dichiarazioni spontanee. Non è stato però formalmente interrogato dai magistrati che potrebbero comunque risentirlo nei prossimi giorni. "Stavo andando in palestra in macchina, quando alla radio ho risentito la storia della 18enne. D’istinto ho fatto dietrofront, sono tornato a casa, ho aperto la cassaforte e ho preso la pistola. Ho deciso di ucciderli tutti" avrebbe rivelato ai militari, secondo quanto riporta il Corriere della Sera. Tra Traini e Pamela, come hanno tenuto a precisare anche i familiari del ragazza uccisa e fatta a pezzi nei giorni scorsi proprio nel Maceratese, non sono tuttavia emersi rapporti diretti di alcun tipo.
Traini accusato di strage aggravata dal razzismo
Luca Traini, il ventottenne arrestato sabato dai carabinieri per avere ferito a colpi di pistola sei stranieri a Macerata durante un radi in macchina per le strade del città marchigiana, è accusato di tentata strage aggravata dalle finalità di razzismo. E' questa infatti l'accusa formulata dalla Procura della Repubblica di Macerata che sta indagando sul gesto dell'uomo. Oltre a quello principale, al giovane sono stati contestati anche altri reati come il porto abusivo di armi. Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dai carabinieri coordinati dal pm Giovanni Giorgio, infatti, Traini aveva un permesso per detenere la pistola ma solo per uso sportivo. Sul caso i carabinieri depositeranno domani un'informativa alla procura e su questa i magistrati chiederanno quindi la convalida del provvedimento di arresto al Gip.
Traini rinchiuso nello stesso carcere di Innocent Oseghale
C'è ancora tensione e paura a Macerata dove nella mattinata di sabato un 28enne, Luca Traini, simpatizzante di estrema destra ed ex candidato nelle liste della Lega Nord, ha sparato contro migranti africani a caso in strada durante un vero e proprio raid a sfondo razzista mentre girava in auto per la città. Sei le persone colpite dagli spari e ferite: sono cinque uomini e una donna di cui due in gravi condizioni. Il 28enne è stato poi fermato dai carabinieri dopo una breve fuga a piedi durante la quale ha indossato una bandiera tricolore sulle spalle il e facendo il saluto romano. Traini è stato trasferito nella notte nel penitenziario di Montacuto, ad Ancona, lo stesso carcere dove si trova rinchiuso Innocent Oseghale, il nigeriano 29enne accusato dell'omicidio di Pamela Mastropietro la giovane uccisa e fatta a pezzi nei giorni scorsi e il cui delitto si ipotizza possa aver scatenato la rabbia di Traini anche se la famiglia di Pamela nega ogni rapporto diretto tra la giovane e il 28enne.
Partito da Tolentino, il suo paese d'origine, Luca Traini avrebbe preso un caffè sulla superstrada, l’ha bevuto e poi uscendo avrebbe esclamato: "Ciao, vado a Macerata a fare una strage". In macchina aveva sistemato la bandiera tricolore sul vetro posteriore, la pistola Glock, una tuta mimetica, due caricatori e il porto d’armi. Popi girando per la città ha preso di mira gruppetti e persone di colore a caso aprendo il fuoco dalla sua auto senza scendere. Dopo la sparatoria si è diretto al monumento ai caduti di piazza della Vittoria e, dopo essersi messo una bandiera tricolore sulle spalle, è salito sui gradini del monumento e ha fatato il saluto fascista inginocchiandosi davanti ai carabinieri che lo stavano inseguendo e lo hanno arrestato.
Durante il fermo avrebbe affermato "l'Italia agli italiani" e "ho fatto quello che dovevo". Traini è noto in zona per le sue posizioni di estrema destra e contro i migranti in genere ed è stato anche militante di gruppi estremisti in passato ma per gli inquirenti avrebbe agito per azione personale. Per il comandante provinciale dei carabinieri di Macerata è stato "il gesto di un folle, non riconducibile ad alcuna organizzazione strutturata". Il giovane, al momento dell'arresto, era "tranquillo e lucido" ha reso noto il tenente colonnello Michele Roberti. Dopo l'arresto Traini è stato rinchiuso nel carcere di Montacuto, in un reparto però separato da quello in cui si trova Innocent Oseghale, presunto assassino di Pamela Mastropietro. "E' in isolamento come da prassi ma è anche tenuto accuratamente lontano da altri detenuti di colore" hanno sottolineato dalla casa circondariale.