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Orrore a Macerata, spari contro gli immigrati

Macerata, spari sui migranti: 6 feriti, Traini accusato di strage razzista

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Il 28enne Luca Traini, arrestato dai carabinieri dopo il raid, è stato trasferito nella notte nel penitenziario di Montacuto, ad Ancona, lo stesso dove si trova rinchiuso Innocent Oseghale, il nigeriano 29enne accusato dell'omicidio di Pamela Mastropietro il cui delitto si ipotizza posa aver scatenato la rabbia dell'uomo.

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10:36

Traini accusato di strage aggravata dal razzismo

Luca Triani in stato di arresto.
Luca Triani in stato di arresto.

Luca Traini, il ventottenne arrestato sabato dai carabinieri per avere ferito a colpi di pistola sei stranieri a Macerata durante un radi in macchina per le strade del città marchigiana, è accusato di tentata strage aggravata dalle finalità di razzismo. E' questa infatti l'accusa formulata dalla Procura della Repubblica di Macerata che sta indagando sul gesto dell'uomo. Oltre a quello principale, al giovane sono stati contestati anche altri reati come il porto abusivo di armi. Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dai carabinieri coordinati dal pm Giovanni Giorgio, infatti, Traini aveva un permesso per detenere la pistola ma solo per uso sportivo. Sul caso i carabinieri depositeranno domani un'informativa alla procura e su questa i magistrati chiederanno quindi la convalida del provvedimento di arresto al Gip.

A cura di Antonio Palma
10:05

Traini rinchiuso nello stesso carcere di Innocent Oseghale

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C'è ancora tensione e paura a Macerata dove nella mattinata di sabato un 28enne, Luca Traini, simpatizzante di estrema destra ed ex candidato nelle liste della Lega Nord, ha sparato contro migranti africani a caso in strada durante un vero e proprio raid a sfondo razzista mentre girava in auto per la città. Sei le persone colpite dagli spari e ferite: sono cinque uomini e una donna di cui due  in gravi condizioni. Il 28enne è stato poi fermato dai carabinieri dopo una breve fuga a piedi durante la quale ha indossato una bandiera tricolore sulle spalle il e facendo il saluto romano. Traini è stato trasferito nella notte nel penitenziario di Montacuto, ad Ancona, lo stesso carcere dove si trova rinchiuso Innocent Oseghale, il nigeriano 29enne accusato dell'omicidio di Pamela Mastropietro la giovane uccisa  e fatta a pezzi nei giorni scorsi e il cui delitto si ipotizza possa aver scatenato la rabbia di Traini anche se la famiglia di Pamela nega ogni rapporto diretto tra la giovane  e il 28enne.

Partito da Tolentino, il suo paese d'origine, Luca Traini  avrebbe preso un caffè sulla superstrada, l’ha bevuto e poi uscendo avrebbe esclamato: "Ciao, vado a Macerata a fare una strage". In macchina  aveva  sistemato la bandiera tricolore sul vetro posteriore, la pistola Glock, una tuta mimetica, due caricatori e il porto d’armi.  Popi girando per la città ha preso di mira gruppetti e persone di colore a caso aprendo il fuoco dalla sua auto senza scendere. Dopo la sparatoria si è diretto al monumento ai caduti di piazza della Vittoria e, dopo essersi messo una bandiera tricolore sulle spalle, è salito sui gradini del monumento e ha fatato il saluto fascista inginocchiandosi davanti ai carabinieri che lo stavano inseguendo e lo hanno arrestato.

Durante il fermo avrebbe affermato "l'Italia agli italiani" e "ho fatto quello che dovevo". Traini è noto in zona per le sue posizioni di estrema destra e contro i migranti in genere ed è stato anche militante di gruppi estremisti in passato ma per gli inquirenti avrebbe agito per azione personale. Per il comandante provinciale dei carabinieri di Macerata è stato "il gesto di un folle, non riconducibile ad alcuna organizzazione strutturata". Il giovane, al momento dell'arresto, era "tranquillo e lucido" ha reso noto il tenente colonnello Michele Roberti.  Dopo l'arresto Traini è stato rinchiuso nel carcere di Montacuto, in un reparto però separato da quello in cui si trova Innocent Oseghale, presunto assassino di Pamela Mastropietro. "E' in isolamento come da prassi ma è anche tenuto accuratamente lontano da altri detenuti di colore" hanno sottolineato  dalla casa circondariale.

A cura di Antonio Palma
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