Il maxiemendamento sulla Legge di Bilancio sarebbe dovuto approdare a Palazzo Madama ieri pomeriggio, ma è slittato alle 14 di oggi. Atteso in serata il voto di fiducia. Rinviata a dopo Natale la tradizionale conferenza stampa del Presidente del Consiglio.
- Via libera del Senato alla legge di bilancio. Opposizione insorge: "Una vergogna" 23 Dicembre
- Manovra, Senato nel caos: voto finale in nottata, le opposizioni protestano contro il governo 22 Dicembre
- Manovra, il Pd annuncia il ricorso in Corte Costituzionale contro il governo 22 Dicembre
- Manovra: il governo pone la fiducia in Aula, protestano opposizioni 22 Dicembre
- Legge di Bilancio, Fico: "Chi si lamenta perché la legge non verrà discussa ha ragione" 22 Dicembre
- Il voto della Camera il 29 dicembre 22 Dicembre
- Manovra economica, il testo in aula. Voto dalle 20 22 Dicembre
Via libera del Senato alla legge di bilancio. Opposizione insorge: "Una vergogna"
Il Senato della Repubblica ha votato la fiducia sul maxiemendamento alla legge di bilancio 2019, che ora passa alla Camera per l'approvazione definitiva. Il voto è arrivato a un'orario insolito, dopo una discussione piuttosto accesa, a causa della scelta del governo di porre la questione di fiducia su un testo che il Parlamento non ha avuto materialmente il tempo di analizzare e valutare. Durissimi gli interventi dei rappresentanti dell'opposizioni, con il capogruppo del Partito Democratico Marcucci che ha annunciato la non partecipazione al voto del suo gruppo, in segno di protesta contro la decisione del governo di approvare la legge di bilancio senza una vera discussione in Parlamento.
Manovra, Senato nel caos: voto finale in nottata, le opposizioni protestano contro il governo
Giornata convulsa in Senato: con estremo ritardo rispetto alla tabella di marcia, oggi il governo ha presentato alla Commissione bilancio il tanto atteso maxi-emendamento sostitutivo della legge di bilancio. Dopo la decisione del governo, annunciata dal sottosegretaria Garavaglia, di stralciare la norma sugli Ncc per "mancanza di coperture", a palazzo Madama è scattata la rivolta, con i senatori dell'opposizione che hanno preteso di vedere il testo del maxi-emendamento. Nel corso della giornata, in commissione bilancio sono stati sospesi a più riprese i lavori sempre a causa delle proteste delle opposizioni, che sono arrivate ad abbandonare la commissione a lavori in corso.
Il maxi-emendamento della discordia sarebbe inoltre tornato in Ragioneria generale dello Stato a causa di errori nei saldi. Come spiegato su Facebook dal senatore Matteo Renzi "voi non ci crederete ma stanno cambiando di nuovo il maxi-emendamento. Questo Governo varca ufficialmente i confini del ridicolo". Dopo ore concitate, alla fine il testo del provvedimento è arrivato in Aula per la fiducia ma le tempistiche annunciate ieri al termine della conferenza dei capigruppo non saranno rispettate e molto probabilmente i senatori si troveranno a votare la manovra a notte fonda e non alle 20.30 circa come inizialmente preventivato. Le dichiarazioni di voto inizieranno alle 23 e 30. Il voto sulla fiducia avverrà quindi molto dopo la mezzanotte.
“La maggioranza ha deciso di andare avanti ad oltranza, fino a notte fonda. Per cui dopo che verrà approvata in Aula la proposta di calendario ci sarà una discussione generale che durerà 3 ore e mezza, visto che la maggioranza ha rinunciato ad intervenire in quella fase per guadagnare tempo. Dopodiché si passerà alla chiama per approvare ogni cosa di notte”, ha dichiarato il dem Marcucci. Proteste anche da Forza Italia e Leu.
Renzi: "Con oggi è finito il governo dei populisti"
"Mi limito a dire che vi era grande interesse nel mondo per la prima manovra del governo populista. L'economia rallenta a livello globale e dunque il vostro lavoro, di questo governo, era visto con grande attenzione. Il merito, non le procedure squallide. Il simbolo di questa legge di bilancio è un balcone, quello di Palazzo Chigi, dal quale si affaccia il ministro del Lavoro che urla che abbiamo vinto la povertà e che la sfida all'Europa è lanciata e dal 2,4% non si retrocede. Di Maio è stato visto come un neo peronista e l'immagine del Paese ne ha risentito in modo drammatico", ha dichiarato Matteo Renzi nel suo intervento in Aula al Senato.
"E' iniziata una precipitosa retromarcia, la manovra del popolo è diventata la retromarcia dei populisti; avevate vinto le elezioni promettendo la flat tax ma c'è solo per gli evasori. Avevate promesso il reddito di cittadinanza per tutti, di abolire la Fornero e siete arrivati al punto di negare l'indicizzazione ai pensionati. Oggi la realtà vi presenta il conto: avete mentito, avete truffato gli italiani il 4 marzo. Eravate il cambiamento e adesso siete il vecchio".
"La vostra manovra non porta il Paese a crescere, forse otterrete la fiducia, sicuramente la otterrete, ma avete perso quella di imprese e consumatori semplicemente con la forza dei vostri proclami in libertà. Il populismo nostrano non solo si è fatto dettare la manovra da Bruxelles, ma abbiamo dovuto rinviare una seduta del Senato di 1 ora perchè il presidente del Consiglio non aveva avuto l'autorizzazione dal commissario lituano e francese; sembra una barzelletta ma la barzelletta è la manovra e il premier non ha difeso l'Italia. Quella che è messa in discussione non è la nostra funzione di opposizione ma è la vostra di rappresentanti del popolo italiano. Con oggi è finito il tempo del governo dei populisti", ha concluso Renzi.
Manovra, il governo taglia quasi 6 miliardi di euro al fondo per gli investimenti
Dalla versione finale del maxi-emendamento sostitutivo della legge di bilancio si evince che il governo ha sensibilmente tagliato i fondi destinati al piano di investimenti. Il fondo da 9 miliardi in tre anni per gli investimenti inizialmente previsto dall'esecutivo ammonta ora a 3,6 miliardi nel triennio. Nel 2019 il fondo istituito presso il Mef ammonta ora a 740 milioni di euro (contro i 2.750 della versione originaria), nel 2020 a 1.260 milioni (da 3.000 milioni) e nel 2021 a 1.600 (da 3.300). In totale, il taglio al piano degli investimenti è di 5,4 miliardi.
Forza Italia chiede di posticipare voto a domani: "Volete farci votare di notte perché avete paura"
Forza Italia continua a protestare contro il maxi-emendamento presentato in ritardo al Senato dal governo e chiede di posticipare il voto a domani mattina: "Verrebbe voglia di aderire al famoso ‘vaffaday'. Non ne possiamo più. Non stanno imbavagliando noi ma gli italiani. Di cosa avete paura? Che si veda il contenuto di questa manovra di lacrime e sangue per gli italiani? Noi voteremo alle due di notte. Chi si aggira di notte a parte la befana? Quelli che, come i ladri, entrano di nascosto nelle case degli italiani. Avete paura di farvi giudicare dagli italiani, voi, quelli dello streaming, non avete il coraggio di fare sentire la voce delle minoranze prima delle due di notte. Vergognatevi. State facendo un servizio infame alla democrazia. L'opposizione c'è, la stampa ci dia voce", ha dichiarato la forzista Anna Maria Bernini.
Manovra, il Pd annuncia il ricorso in Corte Costituzionale contro il governo
Il senatore Andrea Marcucci del Partito Democratico ha annunciato "il ricorso diretto alla Corte costituzionale, giudice delle leggi, sulla legge di bilancio, affinché si pronunci sulla vergogna che questo governo violento sta producendo. Siamo costretti ad andare alla Corte costituzionale per la prima volta nella storia della Repubblica". “Viste le gravissime violazioni dell’articolo 72 della Costituzione, il gruppo parlamentare del Pd esprime la volontà di sollevare ai sensi dell’art. 134 della Costituzione il ricorso diretto alla Consulta affinché si pronunci sulla enormità che si sono compiute sotto i nostri occhi e sotto quelli del Paese da parte di questo governo violento che se ne frega dei diritti del Parlamento”.
Manovra, ancora caos in Senato: le opposizioni continuano a protestare contro il governo
Non accennano a placarsi le proteste delle opposizioni contro il governo Lega-Movimento 5 Stelle. La Commissione Bilancio del Senato, impegnata nell’esame di un testo che presentava molte lacune ed imprecisioni, ha dovuto sospendere a più riprese i lavori e le opposizioni hanno duramente protestato per questi ritardi. In seguito, le opposizioni si sono rivolte alla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati chiedendo un netto intervento a fronte degli evidenti problemi. La presidente del Senato ha però ritenuto ammissibile il maxi-emendamento su cui la commissione Bilancio ha lavorato in queste ore. L'approvazione dell'emendamento è arrivata tra le polemiche di Pd, LeU e Forza Italia, che hanno abbandonato i lavori e non hanno partecipato al voto in commissione. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro ha posto la fiducia in aula a palazzo Madama sul maxi emendamento contenente la manovra e la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati ha conseguentemente convocato la conferenza dei presidenti di gruppo per organizzare i tempi della discussione.
Pubblica amministrazione: assunzioni rinviate al 15 novembre 2019
Nel maxiemendamento alla legge di bilancio, in discussione in queste ore al Senati, compare anche il rinvio delle assunzioni nella pubblica amministrazione: ministeri, enti pubblici, agenzie e università non potranno assumere personale a tempo indeterminato fino al 15 novembre 2019.
M5s torna a parlare della "manina" dei tecnici: "Remano contro il governo"
È di nuovo il momento della "manina", pare. Dopo che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva lasciato intendere che l'enorme ritardo nella presentazione del maxiemendamento non fosse colpa del governo ma degli uffici tecnici dei ministeri, ora anche alcuni ministri del Movimento 5 Stelle rilanciano la teoria del complotto da parte di funzionari e burocrati ministeriali. Stando a quanto fonti dell'esecutivo denunciano all'AdnKronos, infatti, nel maxiemendamento sarebbero stati inseriti emendamenti già respinti, che sarebbero stati la causa della mancata bollinatura da parte della Ragioneria Generale dello Stato. "Vogliono metterci in difficoltà, remano contro il governo costringendoci a lavorare con l'acqua alla gola", spiegano fonti grilline all'agenzia di stampa.
Si tratta di una modalità che ricorda molto la polemica sulla "maxivendetta" che Casalino minacciava nei confronti dei tecnici e quella sulla "manina" che secondo Di Maio aveva modificato la norma sul condono fiscale e sul rientro dei capitali dall'estero.
Manovra: il governo pone la fiducia in Aula, protestano opposizioni
Dopo ore di attesa, nel pomeriggio di sabato il governo ha finalmente presentato in Parlamento il maxiemendamento alla Manovra economica. L'avvio della seduta al Senato, che questa sera dovrebbe portare all'approvazione del provvedimento, è iniziata però subito con una sospensione dei lavori dopo che le opposizioni hanno dato vita ad una dura protesta in Aula per contestare la scelta del l'Esecutivo di porre la fiducia sul testo in esame. Quando il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, ha annunciato la fiducia, infatti, dai banchi delle opposizioni si è levato un coro di proteste che ha costretto il Presidente di Palazzo Madama a sospendere i lavori.
Legge di Bilancio, Fico: "Chi si lamenta perché la legge non verrà discussa ha ragione"
Appare come un duro monito quello lanciato dal Presidente della Camera Roberto Fico al governo a poche ore dalla presentazione del maxiemendamento sulla Legge di Bilancio. A chi gli ha chiesto della manovra e dell'allarme lanciato ieri da Emma Bonino al Senato, la terza carica dello Stato ha risposto: "Le istituzioni ci sono, sono forti e sono istituzioni repubblicane ben salde. Il rapporto difficile tra governo e Camere è sempre esistito, non è un dato di questo presente, ed io sto cercando, come ho detto da gennaio, di far arrivare meno decreti legge proprio per riuscire a risolvere questo tipo di problematica".
E sul merito della manovra economica: "Molti si lamentano del fatto che la legge non è stata discussa dal Parlamento e hanno ragione – ha spiegato -. Dobbiamo far sì che non succeda più perché i presidenti di Camera e Senato non vogliono che il Parlamento lavori in questo modo". Fico ha quindi aggiunto che "il Parlamento è e deve rimanere centrale".
Il voto della Camera il 29 dicembre
Dopo il via libera del Senato, che salvo sorprese dovrebbe arrivare questa sera, si allungano i tempi per l'approvazione alla Camera. Secondo quanto si apprende da fonti di Montecitorio, la legge di bilancio sarà all'esame della commissione anche il 27 dicembre per approdare in aula il 28 ed essere varata entro sabato 29.
Manovra economica, il testo in aula. Voto dalle 20
E' il giorno della Legge di Bilancio: il testo del maxiemendamento redatto dal governo è arrivato al Senato oggi alle 14, trovando ad attenderlo opposizioni sul piede di guerra dopo l'annuncio del voto di fiducia da parte dell'esecutivo che, salvo sorprese, dovrebbe tenersi questa sera dalle 20. "Siamo in zona Cesarini", ha ammesso ieri il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, aggiungendo che "ci rendiamo conto che abbiamo creato nostro malgrado un rallentamento dei lavori parlamentari. Confidiamo che nella giornata di domani (oggi, ndr) la manovra al Senato possa essere approvata".
Nel frattempo però – stando a quanto rivela l'Ansa – dalla Ragioneria sarebbero arrivati alcuni rilievi di criticità di copertura delle norme contenute nella bozza dell'emendamento circolato ieri. Per questo la mattinata di oggi è stata dedicata a limature e correzioni, prima della ufficializzazione del testo definitivo da sottoporre al voto dell'Aula. In questo quadro sembra disinnescato il rincaro dell'Iva, ma all'interno della compagine di governo si registrerebbero ancora malumori sulle norme che riguardano appalti, grandi opere e la vicenda Taxi- Ncc. Frizioni si sono registrate ieri anche sulla sanatoria fiscale introdotta con un emendamento della Lega, il cosiddetto "saldo e stralcio", che figurava nella bozza circolata ieri del "maxi".
I ritardi e gli slittamenti della manovra, ma soprattutto il fatto che dovrà essere votata sostanzialmente a scatola chiusa, hanno scatenato le ire delle opposizioni, a partire dal PD. Il capogruppo al Senato Andrea Marcucci ieri ha tuonato: "Non abbiamo ancora il testo che cambierà completamente la manovra. Il Parlamento non ha avuto modo di vederla la manovra. Siamo contro la Costituzione". Per la presidente dei senatori forzisti Annamaria Bernini "siamo alla Caporetto politica del governo che fa una cosa sconcia contro il popolo italiano. Prendere in giro il Parlamento per venti giorni è uno sfregio ai loro elettori".