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Sea Watch 3 approda a Lampedusa, sbarcati i migranti: arrestata la comandante

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La Sea Watch 3 è approdata nel porto di Lampedusa, dopo che la comandante Carola Rackete ha deciso di invocare lo stato di necessità e procedere senza l'autorizzazione preventiva. I 40 migranti a bordo sono stati fatti sbarcare all'alba, mentre la comandante è stata arrestata con l'accusa di non aver obbedito a una nave militare.

17:10

Sea Watch, Saviano: "Mi riconosco nel gesto del comandante Rackete, non sta violando la legge"

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Il giornalista Roberto Saviano, intervenuto a ‘In viva voce' su Rai Radio1, ha commentato il caso della nave della Sea Watch, esprimendo sostegno al capitano, che ha deciso di forzare il blocco ed entrare in acque italiane. La comandante Carola Rackete "agisce secondo i principi costituzionali del nostro Paese e non sta violando nessuna legge. I porti sono aperti c'è un'emergenza. Siamo con lei, sento di riconoscermi in questo gesto. Sono persone stremate hanno vissuto nell'inferno libico". L'imbarcazione dovrebbe attraccare dopo le 20 perché, come ha spiegato il sindaco Salvatore Martello, fino a quell'ora il molo commerciale – l'unico in cui la nave può attraccare – è occupato dal traghetto per Porto Empedocle. Ma non è escluso che i 42 migranti a bordo possano essere raggiunti dalle motovedette per essere portati sull'isola.

A cura di Annalisa Cangemi
16:57

Giorgia Linardi: "Non possiamo rischiare un suicidio a bordo. Vita umana vale più di un sequestro"

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La portavoce italiana di Sea Watch, Giorgia Linardi, intervenendo a Tagada su La7 commenta la decisione della nave di entrare in acque italiane, nonostante il divieto di Matteo Salvini. "Cosa potevamo fare? Malta ci ha rifiutato il porto, la Tunisia in passato ha rimpatriato migranti in Libia. Se nessuna autorità ci aiuta, dobbiamo aiutarci da soli", afferma, sottolineando come ci siano degli esseri umani a bordo, non un carico merci.

"La nostra non è una provocazione, ma un caso di necessità. Siamo in emergenza da due settimane", continua Linardi: "Non possiamo rischiare un suicidio a bordo, le vite delle persone sulla Sea Watch valgono molto di più dell'eventuale sequestro di una nave". Linardi replica sulla definizione di "sbruffoncella" utilizzata dal ministro dell'Interno e alle polemiche sui finanziamenti della Ong: "La comandante della Sea Watch 3 ha un contratto da freelance che viene pagato con le donazioni destinate all'organizzazione, che provengono per la maggior parte dalla Chiesa protestante".

A cura di Annalisa Girardi
16:52

Zingaretti scrive a Conte: "Basta teatrino indegno su Sea Watch, chiedo incontro urgente"

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Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, chiede un “incontro urgente” al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, “per discutere delle politiche sul tema dell’immigrazione e della gestione dei flussi”. Una richiesta, inviata attraverso una lettera, che arriva in seguito al caso Sea Watch. “Credo siano temi da affrontare in maniera seria, responsabile e istituzionale evitando di offrire al Paese questo osceno teatrino indegno per un Paese civile”, scrive Zingaretti. Il segretario dem riporta il contenuto della lettera: “Le scrivo in queste ore drammatiche sulla vicenda che riguarda i 42 naufraghi da 14 giorni a bordo della nave Sea Watch. Stiamo assistendo ad un dibattito surreale e indegno per un Paese civile. Paese il cui Governo, le ricordo, non è stato rappresentato dal ministro dell'Interno Salvini in sei vertici su sette che si sono svolti con i rispettivi ministri degli Stati europei, sede autorevole per porre il tema di una politica comune sui migranti a livello Ue”.

Zingaretti prosegue: “Si gioca, quindi, sulla pelle di questi naufraghi, di uomini e donne in mare: ci sono alcuni parlamentari che invitano addirittura ad affondare la nave. In questo contesto il ministro dell'Interno Salvini ostenta come un trofeo questi naufraghi dimenticando che la chiusura dei porti, da lui tanto millantata, in realtà non esiste: anche in questi giorni continuano a sbarcare migranti, come ricorda lo stesso sindaco di Lampedusa. Inoltre, il Dl Sicurezza bis recentemente approvato dal suo Governo prevede che la decisione sulla chiusura dei porti debba essere presa di concerto tra il ministro dell'Interno, il ministro della Difesa e il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, informando il presidente del Consiglio. Per tutti questi motivi, mentre una delegazione di parlamentari del Partito Democratico si appresta a raggiungere Lampedusa, le chiedo un incontro urgente per discutere delle politiche sul tema dell'immigrazione e della gestione dei flussi. Credo siano temi da affrontare in maniera seria, responsabile e istituzionale evitando di offrire al Paese questo osceno teatrino indegno per un Paese civile".

A cura di Stefano Rizzuti
14:28

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Carola Rackete, capitana della Sea Watch 3, ha annunciato la decisione di fare ingresso nelle acque territoriale italiane, violando le indicazioni del Viminale (diramate d’Intesa col ministero dei Trasporti e della Difesa). Dopo la decisione della Corte Europea e stante l’immobilismo della politica europea, dunque, la capitana della nave ha deciso di provare a entrare nel porto di Lampedusa. “So cosa rischio, ma le persone a bordo sono allo stremo”, ha spiegato Rackete, ricordando le conseguenze immediate dell’ingresso della Sea Watch 3 nelle acque territoriali italiane, ovvero la confisca della nave e una denuncia nei suoi confronti. Con un tweet, poco dopo, la Sea Watch conferma di essere entrata nelle acque italiane:

La colpa: essere stati soccorsi da una Ong. La punizione: friggere sul ponte di una nave per settimane. Rifiutati e abbandonati dall'Europa. Intanto sono più di 200 le persone sbarcate nei giorni scorsi a Lampedusa. Basta, siamo entrati.

Ricordiamo che la Corte Europea non aveva accolto il reclamo urgente della ONG, confermando però di contare “sulle autorità italiane affinché continuino a fornire l'assistenza necessaria alle persone a bordo di Sea Watch 3, che sono vulnerabili a causa della loro età o delle loro condizioni di salute". Per 14 giorni, invece, il governo si è praticamente disinteressato del destino delle 42 persone ancora a bordo (11 sono state evacuate per urgenti ragioni mediche), lasciando che la nave stazionasse al limite delle acque territoriali italiane.

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha sempre ribadito la propria contrarietà all’arrivo in Italia della nave della ONG (“la Sea Watch 3 è una nave olandese di proprietà di una ong tedesca, il problema quindi non è nostro”), ha commentato immediatamente in diretta Facebook: “L’Italia non può essere punto d’approdo per i complici dei trafficanti. Io questa autorizzazione allo sbarco non la do e non la darò mai, nessuno pensi di poter fare i porci comodi suoi per fregarsene delle leggi di uno Stato. Il governo olandese e quello tedesco ne risponderanno, perché io sono stufo e parlo a nome di 60 milioni di italiani. Siamo stanchi e chiediamo dignità e rispetto”.

Diverso l'approccio dell'opposizione, con Matteo Orfini, del Partito Democratico, che anticipa la partenza per Lampedusa di una delegazione del partito:

Guardia di finanza verso la Sea Watch

La Guardia di finanza si è diretta verso la Sea Watch 3, dopo che l'imbarcazione ha deciso di forzare il blocco e di entrare nelle acque italiane per far sbarcare i 42 migranti a Lampedusa. A riportarlo è l'Agi, spiegando che a confermarlo sono le stesse fiamme gialle che, inoltre, intendono intimare l'alt alla nave della Ong che è ormai da quasi due settimane in mare con a bordo le persone soccorse. La Guardia di finanza avrebbe ribadito l'alt alla nave che però non si è fermata e avrebbe continuato la sua rotta in direzione di Lampedusa.

A cura di Stefano Rizzuti
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