- Mattarella scioglie le Camere: presto si tornerà a votare 28 Dicembre
- Gentiloni va al Quirinale: Mattarella pronto a sciogliere le camere 28 Dicembre
- Gentiloni: "Ho centrato il mio obiettivo, arrivare a fine legislatura" 28 Dicembre
Mattarella scioglie le Camere: presto si tornerà a votare
Il presidente della Repubblica ha definitivamente sciolto le Camere, in seguito agli incontri da prassi con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, il presidente del Senato Pietro Grasso e la presidente della Camera Laura Boldrini. Firmato il decreto di scioglimento delle Camere, controfirmato dal premier, il governo si appresta a rimanere in carica per gli affari correnti fino alla proclamazione dei nuovi eletti. Nella serata di oggi, giovedì 28 dicembre, è previsto il consiglio dei ministri e in serata è probabile che verrà comunicata la data ufficiale delle prossime elezioni politiche.
Mattarella a colloquio con Grasso e Boldrini
A seguito del colloquio con il presidente Gentiloni, al Quirinale è giunto il presidente del Senato Pietro Grasso. Dopo Grasso, toccherà alla presidente della Camera Laura Boldrini e, in seguito, Mattarella potrà firmare il decreto di scioglimento delle Camere, che andrà poi controfirmato dal premier.
Gentiloni va al Quirinale: Mattarella pronto a sciogliere le camere
Poche ore dopo la tradizionale conferenza di fine anno, e in questo caso anche di fine legislatura, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha lasciato palazzo Chigi e si sta dirigendo al Quirinale per incontrare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A questo punto lo scioglimento delle Camere è pressoché imminente e dunque già nel pomeriggio di oggi, giovedì 28 dicembre, verrà annunciata la data delle prossime elezioni politiche, che presumibilmente si svolgeranno il 4 marzo 2018. Come lo stesso Gentiloni ha detto nel corso della conferenza stampa, durante l'incontro con Mattarella farà un bilancio dell'attività di governo. Subito dopo inizierà l'iter istituzionale che porterà al varo del decreto di scioglimento delle Camere – dopo aver sentito i presidenti delle Camere, Laura Boldrini e Pietro Grasso, attesi nel pomeriggio – provvedimento che, firmato dal Capo dello Stato e poi controfirmato dal premier, sancirà ufficialmente la gine della lesislatura.
Gentiloni: "Far bocciare lo ius soli in Senato sarebbe stato il miglior modo per affossarlo"
Rispondendo a una domanda sullo Ius Soli, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha spiegato che la riforma della cittadinanza è saltata perché, in sostanza, in Senato non c'erano i numeri. "Le polemiche sul comportamento parlamentare sono fondate", ha spiegato Gentiloni riferendosi alla mancanza del numero legale in Aula, "ma i numeri non sarebbero comunque bastati". Proseguendo, il premier ha inoltre sottolineato che "il miglior modo per archiviare lo ius soli sarebbe stato quello di farlo bocciare" in Senato, evidenziando dunque che anche in caso di voto, una bocciatura della riforma in Senato avrebbe prodotto risultati ben più infausti della mancata discussione in Aula a fine legislatura.
Gentiloni: "Ho centrato il mio obiettivo, arrivare a fine legislatura"
Nel corso della conferenza stampa di fine anno, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha parlato dei risultati raggiunti dal suo governo nel corso di quest'anno: "Venendo alla questioni della conferenza stampa di fine anno, che quest'anno ha anche un significato particolare, io ritengo importante aver raggiunto un obiettivo per me fondamentale, ovvero arrivare alla fine ordinata della legislatura. Era importante evitare interruzioni brusche della legislatura in un momento delicato e in un momento in cui l'economia italiana si stava riprendendo. Questa legislatura, che tutti definiscono travagliata, per me è stata fruttuosa. La verità è che l'Italia si è rimessa in moto dopo la più grave crisi del dopoguerra".
"Il merito principale di questo è delle famiglie italiane, delle imprese italiane, del lavoro, di chi studia, di chi si prende cura delle persone. L'Italia si è rimessa in moto per merito degli italiani e il primo impegno che la politica e i governi che verranno non devono dilapidarlo. Alla prossima legislatura andrà il compito di proseguire la ripresa economica, ricucendo però le . Il mio governo è nato un anno fa in circostanze difficile, dopo le dimissioni del presidente Renzi e dei problemi nella maggioranza. Il mio governo non ha tirato a campare e ora che il mio governo giunge al termine ringrazio la maggioranza, il Parlamento e anche il mio governo, composto da ministri e ministre che hanno fatto cose straordinarie. L'anno che sta finendo è stato un anno che aveva molte aspettative in ottica internazionale, aspettative che coinvolgevano il nostro Paese".
"Il mondo rimane caratterizzato tra un contesto economico generalmente favorevole e contemporaneamente caratterizzato da un'imprevidibilità geopolitica. Questo è il mondo che ci lascia in eredità il 2017. Con l'ultima legge di bilancio approvata sabato scorso abbiamo messo un punto fermo, non era facile accompagnare la crescita rispettando le regole e non aumentando le tasse. Sembra facile, ma in un Paese con un altissimo debito pubblico, non lo era. Un anno fa si prevedeva per il 2017 una crescita pari alla metà di quella che si sta invece realizzando. Non siamo più il fanalino di coda dell'Europa, anche se senza dubbio siamo ancora indietro rispetto alla media dell'Eurozona, ma le distanze si sono accorciate. Il deficit era al 3% del Pil nel 2013, sarà 1.6% nel 2018. Abbiamo recuperato milioni di posti di lavoro perduti, la maggior parte a tempo indeterminato. Ci sono poi molti problemi, basti pensare ai giovani, alle donne, ai poveri. Siamo intervenuti con decisione sulle più rilevanti crisi bancarie: c'è chi dice che abbiamo regalato soldi pubblici alle banche, in realtà si trattava di salvare il risparmio, l'economia dei territori ed evitare crisi di sistema. Il sistema bancario italiano sta risolvendo i propri problemi, i crediti deteriorati sono diminuiti e noi vigileremo perché l'attività di risanamento prosegua".
"Completano il nostro lavoro economico la legge sulla concorrenza, le norme per il Sud, per il dissesto idrogeologico e un gigantesco piano per l'innovazione dell'impresa italiana, per aumentare la competitività dell'economia italiana. Il piano industria 4.0 è una delle misure più importanti che il governo ha messo in campo. Sul piano sociale, dove dobbiamo continuare a misurare le ricadute positive dell'economia, ricordo il reddito di inclusione per le famiglie in condizioni di povertà. Rivendico anche la spinta per le assunzioni dei giovani, in particolare del Sud, l'attività di rammendo delle periferie, l'obbligatorietà dei vaccini. Il 2017 è stato anche un anno di svolta in tema migratorio e per quanto riguarda la lotta contro il traffico di esseri umani. Noi siamo orgogliosi della nostra capacità di accoglienza e contemporaneamente siamo orgoglioso che è possibile infliggere colpi durissimi ai trafficanti di esseri umani e questa nostra capacità è apprezzata in Europa. Sarà un processo epocale quello di transizione tra le immigrazioni illegali gestite da criminali a quelle legali e sicure. La transizione è possibile e l'Italia lo dimostra con il 70% di arrivi in meno da luglio a oggi e con la diminuzione dei morti in mare. Abbiamo dimostrato che è possibile gestire l'immigrazione in maniera umana e sicura per i nostri cittadini". "L'Italia che va verso il voto è un Paese affollato da tensioni, ma è anche un Paese che merita fiducia. Le incognite e i rischi di instabilità politica non sono solo problemi italiani, che però vanno affrontati con serietà e competenza. Ora l'Italia non si mette in pausa e il governo si affida al presidente della Repubblica, che detterà i tempi e i modi che porteranno il Paese al voto. Il Governo non tirerà i remi in barca, nei limiti fissati dalle istituzioni e dalle leggi, il governo governerà".
Legislatura al termine: l'ultima conferenza stampa di Paolo Gentiloni
Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni terrà questa mattina la tradizionale conferenza stampa di fine anno e, dopo aver parlato dei risultati raggiunti dal governo nel corso dell'ultimo anno, annuncerà molto probabilmente la data delle prossime elezioni, che stando a indiscrezioni dovrebbe essere il prossimo 4 marzo 2018.
Il presidente della Repubblica, in seguito, varerà il decreto presidenziale per lo scioglimento della Camere, ponendo fine all'attuale legislatura e dando così ufficialmente il via alla campagna elettorale.