Il Consiglio dei ministri ha approvato la legge di bilancio, il decreto fiscale e il decreto semplificazioni. Varata la pace fiscale, insieme a tutte le misure contenute nella manovra e annunciate nelle scorse settimane: reddito di cittadinanza, introduzione di quota 100 e inizio della flat tax. Ma l'Ue critica: "Deviazioni inaccettabili".
- Pensioni, reddito di cittadinanza e pace fiscale: tutte le misure della manovra 17 Ottobre
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Pensioni, reddito di cittadinanza e pace fiscale: tutte le misure della manovra
Legge di bilancio, decreto fiscale e decreto semplificazioni sono stati approvati dal Consiglio dei ministri, e con questi sono state confermate anche la pace fiscale e tutte le altre misure contenute nella manovra e discusse nelle scorse settimane, come il reddito e le pensioni di cittadinanza, il superamento della legge Fornero con l’introduzione di quota 100 e l’avvio della flat tax. Oltre a queste, si sono mantenute anche le previsioni del deficit al 2,4% già inserite nella Nota di aggiornamento al Def.
Reddito e pensioni di cittadinanza
Sicuramente una delle misure più attese è quella che riguarda il reddito di cittadinanza. Sono stati considerati 10 miliardi in totale, nove per coprire il reddito e uno da impiegare per la ristrutturazione e il rafforzamento dei centri per l’impiego. L’ammontare di 780 euro dovrebbe arrivare ai richiedenti che ne hanno diritto tramite un bancomat caricato di mese in mese, e dovrebbe partire già nei primi mesi del 2019. Per poter accedere al reddito di cittadinanza è necessario frequentare corsi di formazione e garantire otto ore di lavoro socialmente utile a settimana; non si possono rifiutare più di tre offerte di lavoro. Le offerte saranno su base geografica, questo per non penalizzare chi non accetta un’offerta di lavoro congrua che però implica un trasferimento. Le spese per cui verrà utilizzato il reddito saranno in qualche modo monitorate, così da poter evitare che i cittadini li impieghino per “acquisti immorali”.
Quota 100
È la seconda questione più discussa degli ultimi mesi. In questo caso, si mettono a disposizione 7 miliardi per un meccanismo che dovrebbe attuarsi già da febbraio 2018. Si prevede il superamento della legge Fornero e l’inserimento di quota 100 per garantire la possibilità di andare in pensione in modo anticipato rispetto alla legge attualmente in vigore. Chi quindi, con la somma di età e contributi, arriverà a quota 100 (62+38) avrà la possibilità di andare in pensione.
Flat tax
Per ora, la flat tax è al 15% per gli autonomi e riguarderà le imprese e i professionisti con ricavi fino a 65.000 euro. Non si escludono però variazioni durante l’iter parlamentare con un ampliamento della platea ai ricavi più alti.
Pace fiscale
Aliquota al 20% con tetto di 100.000 euro per sanare il pregresso di chi ha già presentato la dichiarazione dei redditi. Sarà prevista l'opzione di dichiarazione integrativa, ma con la possibilità di far emergere fino ad un massimo del 30% in più rispetto alle somme già dichiarate. È previsto inoltre, per le liti con il fisco, di poter sanare senza sanzioni o interessi il 20% del non dichiarato in 5 anni in caso di vittoria del contribuente in secondo grado, o il 50% in casi di vittoria in primo grado. Con la rottamazione ter delle cartelle Equitalia, infine, si pone uno stop a sanzioni e interessi, permettendo di dilazionare i pagamenti in 20 rate in 5 anni. Arriverà anche lo stralcio delle minicartelle sotto mille euro accumulate dal 2000 al 2010.
Decreto “taglia scartoffie e leggi inutili”
Il decreto semplificazioni vuole togliere dal decreto fiscale norme non omogenee: si cancellano oltre 100 adempimenti per le imprese e si uniscono misure per garantire una Rc auto più equa eliminando le differenze geografiche del Paese. Questo decreto inoltre prevede una norma sui commissariamenti della sanità, in modo da specificare l’incompatibilità tra ruolo di governatore regionale e commissario della sanità.
Investimenti
L’obiettivo è sbloccare gli investimenti a livello locale con uno sblocco dei bilanci dei Comuni e una revisione della soglia per gli appalti senza gara. Dovrebbero essere stanziati 3,5 miliardi per gli investimenti, quindi lo 0,2% del Pil.
Abolizione del numero chiuso a medicina
Con l'approvazione della Legge di Bilancio, arriva anche l'abolizione del test di ingresso alla facoltà di medicina. Questa misura prevede sostanzialmente la cancellazione del numero chiuso per l'accesso, per permettere a tutti di poter accedere agli studi. Una manovra che è risultata un po' una sorpresa, e che ancora non ha chiarito bene come si sostituirà il sistema utilizzato fino adesso. Forse, come aveva dichiarato la ministra Grillo, si potrebbe riprendere il modello francese che prevede una selezione, ma al secondo anno accademico, così da poter verificare chi davvero è in grado di svolgere questo percorso di studi e chi no. Comunque, come dichiarato da Palazzo Chigi, sembra che il tutto avverrà in modo graduale, con un aumento progressivo dei posti disponibili fino al superamento del numero chiuso; l'obiettivo, che è di medio periodo, sarà valutato e attuato tramite un confronto tecnico con i ministeri competenti e la Conferenza dei rettori delle università italiane.
Martina attacca la manovra: “È pericolosa, rischia di portare l'Italia fuori dall'Euro”
Il segretario del Pd, Maurizio Martina, mette sotto accusa la manovra varata dal governo, definita “pericolosa e profondamente ingiusta”. Il rischio è che porti “l’Italia fuori dall’Euro”, secondo il segretario del Partito Democratico. E le prime vittime, afferma Martina, “saranno donne e giovani e le tasse aumenteranno di 4 miliardi sicuramente”. Martina, parlando del condono fiscale, accusa la “vergogna del condono per gli evasori: noi negli ultimi anni abbiamo recuperato 20 miliardi di euro dalla lotta all'evasione. Loro in una sera regalano una sconto del 20%. Sono entrati a palazzo Chigi al grido di onestà, onestà. Hanno realizzato il più grande condono nella storia di questo paese”.
Il Pd è pronto a mobilitarsi contro la manovra: “Non ci sottraiamo a uno sforzo di mobilitazione, se si riterrà opportuno. In aula faremo un lavoro più largo possibile per migliorare i contenuti di questa manovra. Non aspettiamo una manifestazione per mobilitarci sui contenuti pericolosi della manovra del governo e sulla controproposta del governo”. Martina ricorda che il suo partito ha presentato una controproposta, una manovra alternativa a quella del governo: “In Parlamento il Pd faccia la propria parte di alternativa e lo faremo, il governo mette a rischio il destino del Paese”. Martina, infine, auspica “che i due vicepremier riflettano, anziché reagire in maniera arrogante”.
Manovra, Juncker: "Deviazione inaccettabili dell'Italia, gli altri Paesi membri protesterebbero"
La Commissione europea si dice preoccupata dal Draft Budgetary Plan 2019, il documento che riassume tutte le principali misure che verranno inserite nella prossima legge di Bilancio. "Se accettassimo il derapage previsto dalla manovra rispetto alle regole europee, alcuni Paesi ci coprirebbero di ingiurie e invettive con l'accusa di essere troppo flessibili con l'Italia", ha dichiarato il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker parlando alla stampa italiana.
"La dinamica della finanza pubblica italiana mi dà molte preoccupazioni ma non abbiamo pregiudizi: ne discuteremo con l'Italia come facciamo con tutti gli altri Paesi", ha proseguito Juncker. "Non ho commenti da fare sulle misure contenute, ma guardo ai risultati in termini di bilancio e saldo. Il punto è quello di rispettare gli impegni presi. Quelle dei contenuti è un affare italiano e se dicessimo che siamo contro questa o quella misura ci attaccherebbero. Giudicheremo senza entrare nei contenuti", ha concluso il presidente della Commissione Ue.
Conte: “Orgogliosi della manovra, la strada dell'austerity non è più percorribile”
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si dice orgoglioso della manovra che l’Italia ha presentato alla Commissione europea e, riferendo al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo, spiega: “Serve un cambio di passo dell'Unione europea che deve essere più vicina ai suoi cittadini. L'Italia è un paese fondatore dell'Ue e un contributore netto. Forte di questa nostra posizione andiamo a Bruxelles con una manovra di cui siamo orgogliosi, su cui vogliamo avviare un dialogo senza pregiudizi. Siamo convinti che quella dell'austerity sia una strada non più percorribile”.
L’obiettivo della manovra è favorire la crescita, secondo Conte, oltre all’occupazione e al contrasto alla povertà: “L’architrave della nostra manovra è costituito dagli investimenti”, afferma. Il presidente del Consiglio non mette in discussione l’appartenenza dell’Italia all’Ue, considerata “parte irrinunciabile del programma di miglioramento della condizione socio-economico dei cittadini italiani ed europei”.
Approvata la manovra, Di Maio: “Quando la spiegheremo lo spread scenderà”
Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri sera la legge di bilancio, il decreto fiscale e il decreto semplificazioni, definito anche “taglia scartoffie e leggi inutili”. Le previsioni per il deficit già inserite nella nota di aggiornamento al Def vengono confermate: 2,4% per quest’anno, con una discesa prevista nel triennio e un rapporto tra debito e Pil che si dovrebbe attestare al 130,9% nel 2018, al 130% nel 2019, al 128,1% nel 2020 e al 126,7% nel 2021. Tutte le misure annunciate nelle scorse settimane – reddito di cittadinanza, quota 100 e pace fiscale – sono state confermate dalla legge di bilancio.
Il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, sottolinea che con questa manovra “non c’è nessuna vittoria e sconfitta di qualcuno”, riferendosi a Lega e M5s durante un’intervista rilasciata a Radio Radicale. Di Maio rassicura anche sullo spread, definito un “problema temporaneo” che verrà risolto quando il governo spiegherà a tutte le parti la manovra e le misure messe in campo: “Questa situazione dello spread è una situazione temporanea, non è destinata a restare così. Si pagano quelle cifre se lo spread resta così per sempre. Se comincia a scendere, perché la legge di bilancio sarà spiegata e riconosceranno i nostri livelli di intervento, poi vedrete come quel problema sullo spread non ci sarà più”. Il ministro del Lavoro, infine, si dice convinto che il governo andrà avanti per cinque anni e ribadisce: “Avevamo detto che non si facevamo scudi fiscali o condoni. Per la pace fiscale usiamo istituti già esistenti e aiutiamo le persone in difficoltà. C'è un tetto di 100mila euro, non facciamo pagare le more. È il primo anno che non si fa lo scudo fiscale, è un grande passo in avanti per me”.