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Hotel Rigopiano, indagine per disastro colposo e omicidio plurimo

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Il procuratore aggiunto di Pescara, Cristina Tedeschini, ha spiegato a che punto è l'indagine sul disastro di Ferindola, invitando alla cautela: "Ci sono state interferenze e inefficacia nelle comunicazioni ma non tutto è rilevante per lʼindagine". Sette le vittime finora accertate all’interno dell’Hotel Rigopiano.

10:14

Faye, disperso nell’hotel Rigopiano. L'ira dei parenti: "Nessuno ci ha avvisati"

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A cura di Susanna Picone
10:13

Ex sindaco e fratello di una vittima: “Se avessi saputo mi sarei tagliato un braccio"

“Se avessi saputo (della valanga che ha travolto l'hotel Rigopiano, ndr), mi sarei tagliato il braccio destro”, è quanto ha detto Massimiliano Giancaterino in diretta ad Agorà, su Raitre. “Ma non potevo saperlo. E sinceramente non me ne faccio una colpa, perché abbiamo dato un'opportunità a tanta gente del paese. Ora non ci sto alla caccia a un responsabile come capro espiatorio”, ha detto ancora Giancaterino, ex sindaco di Farindola che autorizzò l'ampliamento dell'hotel e fratello di una delle vittime, Alessandro. A suo dire, è facile parlare ora di rischio valanghe sull’hotel. “Se vogliamo, possiamo pure ammettere che era una cattedrale nel deserto. Ma io quell'albergo lo conoscevo bene, ci avevo lavorato da ragazzo per pagarmi gli studi. Era nato come rifugio dopo la seconda guerra mondiale. E in settant'anni una valanga non è mai stata presa in considerazione come possibilità”, ha detto affermando di essere stato sotto processo per sette anni. “Con l'accusa di essere un corrotto per non aver sanzionato un abuso. Alla fine mi hanno assolto perché il fatto non sussiste. Io ho sempre sostenuto: se davvero hanno commesso questi abusi sul suolo pubblico, come hanno fatto? L'hotel sorgeva nel Parco nazionale del Gran Sasso, un'area posta sotto strettissima tutela ambientale, dove ci sono vincoli molto stringenti e una normativa che non consente di fare sciocchezze…”. Giancaterino ha raccontato di aver visto il fratello Alessandro per l'ultima volta qualche giorno prima della tragedia a casa della madre. “Ci sentivamo poco, in realtà perché al Rigopiano non c'è mai campo e Alessandro era sempre lì. Ogni tanto sfruttavamo il wi-fi per WhatsApp. Ma ora non mi riesco a capacitare che sia morto per una serie di circostanze sfortunate”: “Gli avevano offerto un passaggio e poi un collega lo aveva chiamato per dargli il cambio”.

A cura di Susanna Picone
10:05

Primario pediatria ospedale Pescara: bambini salvati saranno dimessi oggi

Giuliano Lombardi, primario di pediatria dell'ospedale di Pescara, ai microfoni di Agorà (Raitre) ha confermato che i bambini salvati dalle macerie dell’Hotel Rigopiano stanno bene e oggi saranno dimessi dall’ospedale.

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A cura di Susanna Picone
09:25

Vigili del fuoco tutta la notte al lavoro

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Non si fermano i soccorritori che stanno lavorando all'Hotel Rigopiano. Anche quest'ultima, è stata una notte di lavoro. Procede l'esplorazione dei locali investiti dalla valanga.

A cura di Susanna Picone
08:53

“Fu una dirigente della prefettura a ignorare lʼallarme”

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Sarebbe stata identificata la persona che rispose alla chiamata di Quintino Marcella (l’uomo avvisato di quanto stava accadendo dal superstite Giampiero Parete), bollando la richiesta di aiuto dopo la slavina sull’Hotel Rigopiano come una bufala. Secondo quanto scrive Il Messaggero, sarebbe una donna, una dirigente della prefettura di Pescara che ora dovrà fornire spiegazioni sul suo comportamento. A identificarla i carabinieri. La chiamata del sopravvissuto alla strage di Farindola fu passata alla prefettura di Pescara, ma qui, inaspettatamente, la risposta fu molto sbrigativa: “Ancora questa storia? Abbiamo sentito l'albergo, hanno smentito”.

A cura di Susanna Picone
08:00

Valanga sul Rigopiano, si continua a scavare

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All'hotel Rigopiano di Farindola i soccorritori continuano a scavare, in condizioni estreme e col rischio valanghe innalzato, nella speranza di trovare altri sopravvissuti sotto la neve. Si cercano ancora 23 persone dopo la slavina di mercoledì. Purtroppo per il momento non si registrano novità sul fronte dei superstiti e gli estratti dall'edificio sommerso dalla slavina restano 9. Sei, invece, le vittime accertate. In totale i superstiti sono undici, tutti in buone condizioni. Nove persone sono state salvate dalle macerie dell’hotel mentre gli altri due sopravvissuti erano stati recuperati già giovedì, perché erano riusciti a rifugiarsi in macchina.

Come “4000 tir a pieno carico”: questa la pressione esercitata dalla slavina che si è abbattuta sull'hotel Rigopiano e che nella zona di accumulo ha pesato 120.000 tonnellate. “La nostra Protezione civile ha dimostrato di saper lavorare bene. Bisogna dare più poteri a chi si occupa di emergenze e ricostruzione, ovvero a protezione civile e al commissario per la ricostruzione”, è quanto ha detto il premier Paolo Gentiloni parlando a “Che tempo che fa” su Rai3. “Per essere più veloci, chi segue le emergenze deve avere poteri efficaci e straordinari”, ha aggiunto il presidente del Consiglio.

“È stata una bomba, mi sono ritrovato i pilastri addosso. Ero seduto sul divano e i pilastri sono scivolati in avanti tagliandolo in due. Ci siamo salvati per questo”, è la drammatica testimonianza di uno dei superstiti, Vincenzo Forti. L’uomo ha descritto all'amico Luigi Valiante i drammatici momenti dopo la valanga che ha travolto la struttura. Forti è stato estratto dai soccorritori insieme alla fidanzata, Giorgia Galassi.

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A cura di Susanna Picone
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