Il procuratore aggiunto di Pescara, Cristina Tedeschini, ha spiegato a che punto è l'indagine sul disastro di Ferindola, invitando alla cautela: "Ci sono state interferenze e inefficacia nelle comunicazioni ma non tutto è rilevante per lʼindagine". Sette le vittime finora accertate all’interno dell’Hotel Rigopiano.
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- Estratto il corpo di una donna: è la settima vittima della valanga 23 Gennaio
- Il procuratore: "Ritardi dei soccorsi non decisivi". Ipotesi disastro e omicidio colposo 23 Gennaio
- Trovati vivi tre cuccioli nell’hotel Rigopiano: sono i figli di Nuvola e Lupo 23 Gennaio
- L’accusa del padre di Stefano Feniello: “Sono stati uccisi” 23 Gennaio
Estratto il corpo di una donna: è la settima vittima della valanga
Sale a sette il bilancio ufficiale della valanga che si è abbattuta sull'hotel Rigopiano: i vigili del fuoco hanno infatti individuato ed estratto poco fa da ciò che resta della struttura il corpo di una donna. Il cadavere era in uno stanzino vicino alla zona della cucina e del bar. Si sta invece ancora lavorando per liberare il corpo della sesta vittima, individuata nella giornata di ieri.
Il procuratore: "Ritardi dei soccorsi non decisivi". Ipotesi disastro e omicidio colposo
"Tutti i ritardi, i fraintendimenti, le incongruenze e i problemi nella comunicazione che sono avvenuti nel post-valanga hanno avuto una rilevanza causale non epocale, provocando ritardi che verosimilmente sono di circa un'ora". Lo ha detto in conferenza stampa a Pescara, il procuratore Cristina Tedeschini, titolare dell' inchiesta, insieme al pm Andrea Papalia, sul disastro dell'hotel Rigopiano di Farindola (Pescara). "Considerando tutta la tempistica alla quale abbiamo assistito nell'arrivo dei soccorsi – ha aggiunto Tedeschini – possiamo constatare che l'incidenza del ritardo, torno a dire sul piano causale, non è di particolare rilievo". Tra i filoni dell'inchiesta sulla tragedia del Rigopiano figurano anche quelli "relativi a circostanze e decisioni sull'apertura e lo stato di esercizio dell'hotel e sulla viabilità di accesso all'esercizio". L'indagine è per disastro colposo e omicidio plurimo.
L'indagine sul disastro che ha colpito l'hotel Rigopiano si focalizzerà anche sul "il tema delle comunicazioni telefoniche, via whatsapp e scritte" in entrata e in uscita dall'albergo, ha spiegato Cristina Tedeschini. "Ci sono state interferenze nelle comunicazioni, inefficacia nei flussi comunicativi, ma al momento non tutto appare rilevante ai fini dell'indagine" ha voluto sottolineare il pm. "Che ci siano state disfunzioni e ritardi nel recepire l'importanza di una comunicazione telefonica è un fatto ma che questa sottovalutazione abbia avuto una relazione causale nell'efficacia delle operazioni di soccorso non è così certo" ha sottolineato il procuratore che ha poi argomentato ancor più chiaramente quest'ultimo aspetto: "Considerando tutta la tempistica alla quale abbiamo assistito nell'arrivo dei soccorsi possiamo constatare che l'incidenza del ritardo, torno a dire sul piano causale, non è di particolare rilievo".
Se dalle indagini "dovesse emergere che era stata ordinata l'evacuazione e questo ordine non è stato dato da chi avrebbe dovuto darlo allora si potrebbe parlare di responsabilità penale" ha detto la Tedeschini ai giornalisti puntualizzando che, di tutte le possibili valutazioni di responsabilità, il suo compito è proprio quello di rilevare l'eventuale aspetto penale".
Secondo quanto risulta al pm, il rischio molto elevato di valanga era stato comunicato da Meteomont "tre-quattro giorni prima" rispetto al giorno della tragedia che ha sconvolto il Rigopiano. Tutti i soggetti istituzionali avevano dunque ricevuto la comunicazione.
Si è discusso molto anche della posizione dell'albergo e della sua possibile pericolosità: "L'albergo doveva stare lì? Inevitabilmente la risposta farà parte delle carte dell'inchiesta, ci sarà una risposta della procura della Repubblica. La mia opinione come cittadina non conta niente" ha ammesso il pm. Anche la vicenda edilizia, dunque, verrà esaminata: "Se c'è stata una pratica di ampliamento successiva alla prima io lo saprò. Se questa pratica è stata importante ai fini di quello che è successo io lo saprò".
Il geologo: "Faglia è in equilibrio precario, togliere l'acqua ora può provocare sisma"
"Quel lago va svuotato, ma farlo adesso potrebbe peggiorare la situazione invece che scongiurare il pericolo". Sono le parole di Alberto Pizzi, professore di geologia all'Università di Chieti e Pescara. Intervistato da Repubblica, l'esperto consiglia di non svuotare adesso il lago di Campotosto, con le sue tre dighe, per le quali il presidente della Commissione Grandi rischi non ha escluso un "effetto Vajont". Io non lo farei "perché avrei paura di rompere l'equilibrio della faglia in tensione e di scatenare io un terremoto. Però andrà fatto il prima possibile, appena ci saranno le condizioni. Di certo opterei per uno svuotamento cauto: lento e graduale" dice Pizzi. Parlando dei timori dopo le parole del presidente della Commissione Grandi Rischi, il professore osserva che "la prima cosa a cui ho pensato è che ci sia stato un ‘effetto l'Aquila': cioè che dopo il processo si tenda a evitare qualsiasi dichiarazione apparentemente ‘rassicurante' e a seguire un profilo di maggior cautela".
Trovati vivi tre cuccioli nell’hotel Rigopiano: sono i figli di Nuvola e Lupo
Sono stati ritrovati vivi tre cuccioli di pastore abruzzese, figli di Nuvola e Lupo: i carabinieri li hanno scovati in buono stato tra le macerie dell’Hotel Rigopiano travolto dalla valanga. I genitori, "mascotte" del Rigopiano, si erano salvati dal crollo ed erano scesi più a valle nei giorni scorsi. I loro cuccioli erano nati il 4 dicembre scorso. Da quanto è emerso, i soccorritori hanno dovuto abbattere un muro per salvarli. Sono in buone condizioni e saranno presto visitati dal veterinario. Il ritrovamento dei cagnolini non può che ridare fiducia ai soccorritori di trovare ancora persone vive sotto le macerie dell’hotel spazzato via dalla valanga del 18 gennaio.
L’accusa del padre di Stefano Feniello: “Sono stati uccisi”
“Quelli che sono morti sono stati uccisi – si è sfogato il papà di Stefano Feniello, 28 anni, ancora tra i dispersi – e quelli che ancora non rientrano sono stati sequestrati contro il loro volere perché volevano rientrare. Li hanno sequestrati. Avevano le valigie pronte. Li hanno riuniti tutti vicino al caminetto come carne da macello”. La fidanzata di Stefano, Francesca Bronzi, è salva ed è ricoverata a Pescara. La responsabilità, secondo il padre del ragazzo disperso, è “delle autorità”.
Rigopiano: "Hotel costruito su detriti e valanghe"
Non si placano le polemiche attorno alla tragedia dell'hotel Rigopiano. Mentre si discute sulla tempestività dei soccorsi e sopratutto delle richiesta di aiuto della struttura non accolta dalle autorità, nuove accusano arrivano ora sulla costruzione dello stesso albergo, nato come piccola baita di montagna e poi ampliato col tempo diventando struttura di lusso. "L'hotel Rigopiano è stato costruito sopra colate e accumuli di detriti preesistenti compresi quelli da valanghe" accusano dal Forum H2O Abruzzo evidenziando i dati della mappa Geomorfologica dei bacini idrografici della Regione Abruzzo del 1991, ripresa e confermata nel 2007 dalla mappa del Piano di Assetto Idrogeologico della Giunta Regionale. In pratica secondo i dati il resort è sorto su resti di passati eventi di distacco provenienti dal canalone sovrastante la montagna.
Compie 33 anni il disperso Alessandro Riccetti. La mamma: “Preghiera unica cosa da fare”
Compie oggi 33 anni Alessandro Riccetti, disperso dell'hotel Rigopiano, dove lavorava come receptionist. Di lui non si hanno più notizie da mercoledì, quando ha avuto gli ultimi contatti con la madre. “La preghiera è l'unica cosa da fare. Vi abbraccio”, ha scritto oggi su Facebook Antonella Maria, la madre di Alessandro. La famiglia del giovane sta seguendo i soccorsi in Abruzzo e quella che doveva essere una giornata di festa per il compleanno di Alessandro è invece di attesa e di angoscia. La mamma e il fratello sono in attesa di notizie da Pescara, dove vengono seguiti passo passo dalla prefettura e da una psicologa. “Tutto questo è inumano…”, ha detto una zia del giovane. Alla preghiera chiede di affidarsi anche Isabella, un'amica di Alessandro Riccetti, alla quale aveva inviato un selfie scattato al Rigopiano poco prima che la struttura venisse travolta.
Al Rigopiano si scava su due fronti
Due i fronti sui quali si sta lavorando: da un lato i vigili del fuoco avanzano dentro l'albergo sul percorso che ha permesso di trovare finora i superstiti, con la difficoltà di aprire varchi attraverso muri molto spessi e cercare di raggiungere le altre stanze dell'hotel; intanto si lavora sul muro di neve all'esterno per aprire altri varchi sul lato opposto della struttura, nel tentativo di raggiungere e ispezionare più rapidamente i locali travolti dalla valanga. “Siamo lavorando – ha spiegato Paolo Molinari, del Dipartimento della Protezione Civile – per realizzare delle trincee e consentire così di intervenire anche dai lati della valanga. Per garantire la sicurezza dei soccorritori, inoltre, sono stati piazzati strumenti per monitorare l'eventuale attivazione di nuove valanghe sul versante sovrastante l'hotel. Si tratta di un radar di origine svizzera collegato a due sirene: una simulazione al computer ha calcolato dislivello, pendenza e tipo di neve elaborando un modello secondo il quale il sistema darebbe un preavviso di 50-55 secondi prima della valanga”.
Faye, disperso nell’hotel Rigopiano. L'ira dei parenti: "Nessuno ci ha avvisati"
Ex sindaco e fratello di una vittima: “Se avessi saputo mi sarei tagliato un braccio"
“Se avessi saputo (della valanga che ha travolto l'hotel Rigopiano, ndr), mi sarei tagliato il braccio destro”, è quanto ha detto Massimiliano Giancaterino in diretta ad Agorà, su Raitre. “Ma non potevo saperlo. E sinceramente non me ne faccio una colpa, perché abbiamo dato un'opportunità a tanta gente del paese. Ora non ci sto alla caccia a un responsabile come capro espiatorio”, ha detto ancora Giancaterino, ex sindaco di Farindola che autorizzò l'ampliamento dell'hotel e fratello di una delle vittime, Alessandro. A suo dire, è facile parlare ora di rischio valanghe sull’hotel. “Se vogliamo, possiamo pure ammettere che era una cattedrale nel deserto. Ma io quell'albergo lo conoscevo bene, ci avevo lavorato da ragazzo per pagarmi gli studi. Era nato come rifugio dopo la seconda guerra mondiale. E in settant'anni una valanga non è mai stata presa in considerazione come possibilità”, ha detto affermando di essere stato sotto processo per sette anni. “Con l'accusa di essere un corrotto per non aver sanzionato un abuso. Alla fine mi hanno assolto perché il fatto non sussiste. Io ho sempre sostenuto: se davvero hanno commesso questi abusi sul suolo pubblico, come hanno fatto? L'hotel sorgeva nel Parco nazionale del Gran Sasso, un'area posta sotto strettissima tutela ambientale, dove ci sono vincoli molto stringenti e una normativa che non consente di fare sciocchezze…”. Giancaterino ha raccontato di aver visto il fratello Alessandro per l'ultima volta qualche giorno prima della tragedia a casa della madre. “Ci sentivamo poco, in realtà perché al Rigopiano non c'è mai campo e Alessandro era sempre lì. Ogni tanto sfruttavamo il wi-fi per WhatsApp. Ma ora non mi riesco a capacitare che sia morto per una serie di circostanze sfortunate”: “Gli avevano offerto un passaggio e poi un collega lo aveva chiamato per dargli il cambio”.
Primario pediatria ospedale Pescara: bambini salvati saranno dimessi oggi
Giuliano Lombardi, primario di pediatria dell'ospedale di Pescara, ai microfoni di Agorà (Raitre) ha confermato che i bambini salvati dalle macerie dell’Hotel Rigopiano stanno bene e oggi saranno dimessi dall’ospedale.
Vigili del fuoco tutta la notte al lavoro
Non si fermano i soccorritori che stanno lavorando all'Hotel Rigopiano. Anche quest'ultima, è stata una notte di lavoro. Procede l'esplorazione dei locali investiti dalla valanga.
“Fu una dirigente della prefettura a ignorare lʼallarme”
Sarebbe stata identificata la persona che rispose alla chiamata di Quintino Marcella (l’uomo avvisato di quanto stava accadendo dal superstite Giampiero Parete), bollando la richiesta di aiuto dopo la slavina sull’Hotel Rigopiano come una bufala. Secondo quanto scrive Il Messaggero, sarebbe una donna, una dirigente della prefettura di Pescara che ora dovrà fornire spiegazioni sul suo comportamento. A identificarla i carabinieri. La chiamata del sopravvissuto alla strage di Farindola fu passata alla prefettura di Pescara, ma qui, inaspettatamente, la risposta fu molto sbrigativa: “Ancora questa storia? Abbiamo sentito l'albergo, hanno smentito”.
Valanga sul Rigopiano, si continua a scavare
All'hotel Rigopiano di Farindola i soccorritori continuano a scavare, in condizioni estreme e col rischio valanghe innalzato, nella speranza di trovare altri sopravvissuti sotto la neve. Si cercano ancora 23 persone dopo la slavina di mercoledì. Purtroppo per il momento non si registrano novità sul fronte dei superstiti e gli estratti dall'edificio sommerso dalla slavina restano 9. Sei, invece, le vittime accertate. In totale i superstiti sono undici, tutti in buone condizioni. Nove persone sono state salvate dalle macerie dell’hotel mentre gli altri due sopravvissuti erano stati recuperati già giovedì, perché erano riusciti a rifugiarsi in macchina.
Come “4000 tir a pieno carico”: questa la pressione esercitata dalla slavina che si è abbattuta sull'hotel Rigopiano e che nella zona di accumulo ha pesato 120.000 tonnellate. “La nostra Protezione civile ha dimostrato di saper lavorare bene. Bisogna dare più poteri a chi si occupa di emergenze e ricostruzione, ovvero a protezione civile e al commissario per la ricostruzione”, è quanto ha detto il premier Paolo Gentiloni parlando a “Che tempo che fa” su Rai3. “Per essere più veloci, chi segue le emergenze deve avere poteri efficaci e straordinari”, ha aggiunto il presidente del Consiglio.
“È stata una bomba, mi sono ritrovato i pilastri addosso. Ero seduto sul divano e i pilastri sono scivolati in avanti tagliandolo in due. Ci siamo salvati per questo”, è la drammatica testimonianza di uno dei superstiti, Vincenzo Forti. L’uomo ha descritto all'amico Luigi Valiante i drammatici momenti dopo la valanga che ha travolto la struttura. Forti è stato estratto dai soccorritori insieme alla fidanzata, Giorgia Galassi.