Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha riferito alla Camera sulla crisi siriana, definendo inaccettabili gli attacchi con armi chimiche e parlando del "regime orribile" di Assad con il quale, però, è necessario negoziare. E proprio su un possibile negoziato Gentiloni lancia una sfida alla Russia, ribadendo inoltre che l'Italia non è un paese neutrale ma un alleato degli Stati Uniti.
- Gentiloni: "In Siria inaccettabile l'uso di armi chimiche, ma è inevitabile il negoziato" 17 Aprile
- Gentiloni alla Camera per riferire sulla crisi siriana 17 Aprile
Gentiloni: "In Siria inaccettabile l'uso di armi chimiche, ma è inevitabile il negoziato"
Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni è chiamato a riferire alla Camera dei deputati in merito alla crisi siriana e agli ultimi sviluppi sulla vicenda. Gentiloni ha preso la parola a Montecitorio nel pomeriggio: “In questi giorni la Siria ha riproposto a tutti noi, come cittadini e parlamentari, un dilemma angoscioso: se possiamo noi, se può la comunità internazionale, a 100 anni dalla conclusione della Prima Guerra mondiale adattarsi all’idea di convivere di nuovo con le armi chimiche. La risposta unanime è che non possiamo accettare che si torni all’uso e alla legittimazione delle armi chimiche. Da sette anni il conflitto che insanguina la Siria si è rivelato uno dei peggiori del dopoguerra, con 200mila morti e 10 milioni di rifugiati. Sappiamo che il regime di Assad ha più volte fatto ricorso alle armi chimiche. Fonti diverse hanno certificato che l’ultimo attacco chimico ha provocato decine di morti. Non abbiamo alcun indizio per pensare che le immagini che abbiamo visto siano state falsate o manipolate. Abbiamo invece la certezza, purtroppo, che in seguito al veto della Russia, la proposta in consiglio di sicurezza di una verifica delle responsabilità è stata rigettata”.
Gentiloni ha ricordato come Obama avesse posto un limite da non oltrepassare con l’uso di armi chimiche, non avendo poi però deciso di intervenire. “Da presidente del Consiglio – ha continuato – ho definito motivata la risposta del 14 aprile da parte di Stati Uniti, Francia e Regno Unito. Una risposta motivata, mirata e circoscritta. Non ci sono stati e non ci sono indicazioni di vittime civili né di significativi danni collaterali, e questo conferma che si è trattato di una risposta circoscritta. L’assenza di incidenti con forze russe e siriane significa che è stata anche concordata con le forze presenti in quell’area. Un attacco al quale l’Italia non ha partecipato. Abbiamo esplicitamente condizionato il nostro supporto a livello logistico, con un supporto che si è svolto in particolare dalla base aerea di Aviano, in modo che non partissero azioni dirette a colpire il territorio siriano, e così è stato. Abbiamo chiarito ai nostri alleati la nostra contrarietà a ogni escalation, ribadendo l’impossibilità a raggiungere a una soluzione solo con l’uso della forza e cacciando militarmente il dittatore Assad. È quanto ripetiamo da anni ai nostri alleati”.
Secondo Gentiloni “di ragionevolezza in questi sette anni di conflitto” ce ne è stata poca. “In questi anni – ha continuato – ho visto solo la logica del terrore, siamo di fronte a una tragedia orribile e a un regime orribile. Eppure il negoziato è inevitabile. L’idea coltivata da molti che si potesse cominciare con la cacciata di Assad, l’idea di risolvere militarmente il conflitto civile siriano… Ancora oggi il problema è di evitare altre stragi. La situazione siriana continua a interpellare tutti noi e la comunità internazionale. Noi sfidiamo su questo terreno la Russia, a contribuire con gli Stati Uniti, l’Iran, l’Europa, il mondo arabo, alla soluzione negoziale”.
“Ora che si parla di ricostruzione abbiamo bisogno di parlare di transizione”, ha continuato Gentiloni, aggiungendo: "La Russia deve essere sfidata sul terreno del contributo a questo negoziato, perché sono convinto che la Russia non abbia nessun interesse a fare il gioco di Assad. È il momento, oggi, di lavorare in questa direzione. L'Italia non è un paese neutrale, che sceglie di volta in volta con chi schierarsi, con alleanza atlantica o Russia. L'Italia è un coerente alleato degli Stati Uniti, indipendentemente dall'amministrazione di Washington". "La scelta di campo non vuol dire rinuncia alla nostra autonomia – ha riferito ancora Gentiloni -. Dobbiamo tranquillamente convincerci che si può essere coerentemente nell’alleanza atlantica e contemporaneamente si possono marcare delle differenze, sottolineare degli interessi nazionali, perseguire degli obiettivi. È così che abbiamo agito anche in questa ultima crisi, italiani e tedeschi e tanti altri paesi, non considerando l’idea di partecipare attivamente, ma non facendo mancare il sostegno ai nostri alleati. Non dobbiamo rinunciare a quella impostazione del doppio binario, che associa la fermezza nei confronti della Russia quando ci sono violazioni palesi, ma che si batte anche per tenere aperta la porta del dialogo nei confronti della Russia. Io non ci sto a una rappresentazione che ripropone al contesto internazionale di oggi i cliché della Guerra fredda o della Seconda Guerra mondiale. Noi siamo contemporanei e dobbiamo associare al dialogo la fermezza. E non ci rassegniamo a cancellare l’intesa con l’Iran sul nucleare". "Questi sono capisaldi su cui è importante che ci sia la massima convergenza parlamentare possibile. Penso che questo non sia nell’interesse del governo uscente, ma nell’interesse dell’Italia", ha concluso il presidente del Consiglio.
Toninelli (M5S): "Italia è fedele agli Usa, ma Russia è un importante interlocutore"
"L'Occidente afferma che l'attacco a Douma sia stato del regime", ma "gli ispettori Opac accertino quanto denunciato da ribelli e osservatori, finora non ci sono informazioni certe su responsabilità". Lo ha detto il capogruppo M5S al Senato Danilo Toninelli nel suo intervento sulla crisi in Siria nell'Aula di Palazzo Madama.
"Quella in corso in Siria è una guerra che si protrae da troppi anni, una guerra per procura" con sauditi e Paesi occidentali contro Assad e la Russia a favore, secondo Toninelli."La principale vittima è il popolo siriano. M5S chiede di incrementare subito i canali di assistenza umanitaria e di accelerare per una soluzione diplomatica e non militare", ha aggiunto. "L'articolo 11 della Costituzione che ripudia l'uso della guerra è il principio inderogabile che difendiamo con orgoglio – ancora Toninelli – L'Ue deve mostrarsi unita, l'Onu deve essere il faro di ogni Paese. Sennò vengono a mancare i principi del diritto internazionale. L'uso di armi chimiche in Siria è un copione che conosciamo ed è inaccettabile".
"Italia deve giocare un ruolo di mediazione tra i due blocchi. Gli Usa sono il principale alleato, ma consideriamo la Russia un importante interlocutore per la stabilizzazione delle aree di crisi". Lo ha detto il capogruppo M5S al Senato Danilo Toninelli nel suo intervento sulla crisi in Siria nell'Aula di Palazzo Madama. "Mediazione e dialogo sono l'unico modo per risolvere i conflitti", ha aggiunto.
"Ringrazio il presidente Gentiloni per il suo intervento e sollecito il governo a fornire costanti aggiornamenti sugli sviluppi in corso. Specie dopo le elezioni del 4 marzo, l'Italia ha urgentemente bisogno di un nuovo governo, forte a livello internazionale, e che rispetti le scelte fatte dai cittadini".
Bonino: "Assad deve finire davanti alla Corte penale internazionale"
"Dubbi sull'iniziativa internazionale" di intervento in Siria sono stati espressi al Senato nel suo intervento da Emma Bonino del Gruppo Misto, "ma non vuol dire parteggiare per Assad, il cui unico posto è finire la sua carriera di fronte alla Corte Penale internazionale". Bonino ha detto di "condividere le posizioni espresse dal presidente del Consiglio" Paolo Gentiloni nel suo intervento.
Pur condividendo la linea del premier Gentiloni, Bonino ha sottolineato che "l'autonomia è un valore da preservare".
Meloni: "Siamo contrari ad azioni unilaterali, ma non perché siamo amici di Putin e Assad"
Dopo le parole del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni sulla questione siriana, alla Camera è intervenuta Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, ribadendo che il suo partito “ha apprezzato la scelta italiana” di non intervenire. Ma, allo stesso tempo, “abbiamo parecchie riserve sulle parole espresse dal governo. Da un lato dite che l’Italia non partecipa, dall’altra che l’attacco era legittimo e che quelli che sono contrari lo fanno perché sono amici di Putin e Assad. Noi siamo contrari all’attacco, ma non perché siamo amici di Putin e Assad. Noi in politica estera abbiamo un unico faro: la difesa dell’interesse nazionale italiano. Che non significa mettere in discussione le alleanze, ma partecipare alle decisioni internazionali con dignità. Non rientra tra gli impegni con la Nato l’obbligo di seguire azioni unilaterali decise da uno o più stati membri”.
La Meloni ha parlato anche dell’attacco a Douma: “Ad oggi non abbiamo certezze. Nell'attacco dell'altra notte la maggior parte dei missili è stato lanciato contro un centro di ricerca a Damasco ispezionato due volte dagli osservatori internazionali, che hanno stilato tre rapporti che dicono che lì non vengono prodotte armi chimiche. Cos'è, una cospirazione internazionale? Dopo le scie chimiche abbiamo le armi chimiche? Per me qualcosa non torna”.
La leader di Fratelli d’Italia ha parlato anche dell’Unione europea, accusandola di “assenza totale”, “mentre è presentissima quando deve fare atti di bullismo contro i terremotati dell'Aquila. La Mogherini dovrebbe riflettere sull'inutilità del suo ruolo e trarne le inevitabili conseguenze”.
Gentiloni alla Camera per riferire sulla crisi siriana
Nella giornata di oggi il Presidente del Consiglio in carica per gli affari correnti, Paolo Gentiloni, riferirà alle Camere sugli sviluppi della crisi siriana. Comunicazione giudicate necessarie dopo l’escalation di sabato scorso, con l’intervento militare congiunto di USA, UK e Francia che ha portato a bombardamenti mirati su alcune postazioni militari dell’esercito regolare siriano. Stando alla versione “ufficiale”, nel mirino dei missili “atlantici” sarebbero finiti alcuni edifici che avrebbero ospitato centri di fabbricazione e stoccaggio di armi chimiche, a pochi chilometri di distanza dalla città di Homs. L’attacco è stato infatti una risposta all’utilizzo da parte dell’esercito fedele a Bashar al-Assad di armi chimiche nella Ghouta, una regione per anni controllata dai ribelli, ora tornata sotto il controllo delle truppe del governo di Damasco. Tra le altre cose, come ulteriore motivo di preoccupazione, bisogna ricordare come il bombardamento mirato sia stato seguito a poche ore di distanza da una azione unilaterale dell'esercito israeliano nei confronti di una base militare iraniana presente in territorio siriano.
Gentiloni dovrà chiarire la posizione italiana e, in particolare, il ruolo che il nostro Paese avrà nel caso di una ulteriore escalation del conflitto militare. L’Italia appare infatti centrale nello scacchiere geopolitico internazionale, non solo per la posizione geografica, ma anche per la presenza sul proprio territorio di basi NATO, che si rivelerebbero fondamentali nel caso di nuove azioni militari in Siria. Una eventualità che lo stesso Gentiloni aveva escluso qualche giorno fa: “Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti sono Paesi alleati, ma abbiamo insistito e chiarito che il supporto logistico che forniamo soprattutto agli Usa, in questo caso particolare, non poteva in alcun modo tradursi nel fatto che dal territorio italiano partissero azioni direttamente mirate a colpire la Siria”.