
Proseguono i bombardamenti di Israele a Gaza, nella notte uccisi almeno 11 palestinesi tra i quali anche cinque bambini. Secondo Al Jazeera, uno di loro aveva 6 mesi, morta anche la mamma.
A Fawwar, nella Cisgiordania occupata, i soldati delle IDF hanno fermato un'ambulanza e hanno aggredito i medici e infermieri, costringendoli a ricoverarsi in ospedale.
Intanto l'ONU ha reso noto che almeno 124mila palestinesi sono stati sfollati a Gaza da quando Israele ha ripreso gli attacchi, esattamente una settimana fa; ieri nella Striscia centinaia di persone hanno protestato contro Hamas per chiedere al gruppo di dimettersi.
Razzo su base aerea israeliana: Jihad Islamica palestinese rivendica l'attacco
Un razzo è stato lanciato in serata da Gaza verso la base aerea di Hatzerim vicino a Beersheba. Ne ha dato notizia il Times of Israel. A rivendicare l'attacco è stata la Jihad Islamica palestinese.
Onu: "L'impatto dei bombardamenti su Gaza è devastante"
"Bombardamenti senza sosta e ordini giornalieri di evacuazione stanno avendo un impatto devastante sull'intera popolazione di piu' di due milioni di persone" a Gaza. Lo ha detto il portavoce dell'Onu nel suo bollettino quotidiano. L'agenzia per gli Affari umanitari segnala che nella Striscia lo "spazio di sopravvivenza delle famiglie si sta restringendo".
Proprio oggi, ha ricordato, "un altro ordine di evacuazione ha raggiunto i quartieri di Gaza, in seguito a razzi sparati da gruppi armati palestinesi. Quest'ordine riguarda il 17 per cento di Gaza, circa 61 chilometri quadrati". "In appena una settimana, 142mila persone sono state sfollate e il numero e' destinato ad aumentare", ha sottolineato.
Comandante Forza Quds Iran: "Continueremo a sostenere resistenza palestinese"
L'Iran continuerà a sostenere il movimento di resistenza palestinese contro Israele. Lo ha detto Esmail Qaani, comandante della Forza Quds, componente del corpo delle Guardie della rivoluzione islamica (noti come pasdaran), come riportato dall'agenzia di stampa "Tasnim".
"La Repubblica islamica dell'Iran continuerà a sostenere la Palestina, sia attraverso il sostegno ai combattenti del fronte della resistenza che attraverso operazioni militari dirette (contro Israele)", ha avvertito Qaani.
Opposizione apre per protesta "uffici" fuori dalla Knesset
I parlamentari dell'opposizione israeliana hanno allestito degli ‘uffici' improvvisati in tende lungo la strada che porta alla Knesset, a Gerusalemme, dove è in corso una grande manifestazione. La protesta mentre i legislatori discutono un controverso disegno di legge che aumenterebbe notevolmente il controllo politico sul processo di nomina dei giudici. In un post su X, il parlamentare democratico Gilad Kariv scrive: "Ho aperto il mio ufficio fuori dalla Knesset con i miei colleghi e parlamentari, per stare spalla a spalla con i manifestanti e trasmettere un messaggio chiaro, poiché la casa del popolo non rappresenta più il popolo".
Forze Israele: "Oltre 430 obiettivi colpiti dall'Aeronautica in una settimana"
L'Aeronautica israeliana ha colpito in una settimana oltre 430 obiettivi nella Striscia di Gaza, nell'ambito della ripresa delle operazioni militari. Lo hanno reso noto le Forze di difesa di Israele (Idf), pubblicando un video relativo alla preparazione degli aerei da combattimento. Inoltre, nelle giornate di ieri, martedi' 25 marzo, e di giovedi' scorso, 21 marzo, i caccia hanno lanciato attacchi aerei su obiettivi in Siria, in particolare contro capacita' militari strategiche nelle basi di Tadmur e di Tiyas (T-4). "Nell'ultima settimana, sono stati colpiti 18 obiettivi in Siria", hanno precisato le forze israeliane. Per quanto riguarda il Libano, le Idf hanno riferito che sabato 22 marzo, in risposta al lancio di razzi verso il nord dello Stato ebraico, l'Aeronautica ha preso di mira oltre 40 obiettivi del movimento sciita filo-iraniano Hezbollah. "La scorsa settimana 14 razzi e missili sono stati intercettati dalla difesa aerea: sei missili terra-terra lanciati dallo Yemen, tre razzi lanciati dal territorio libanese e altri cinque razzi lanciati dalla Striscia di Gaza", si legge nella nota delle Idf.
Israele minaccia di agire con vigore in altre parti a Gaza
Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha minacciato di agire con "la massima forza" su nuove aree della Striscia di Gaza, dove la tregua è terminata il 18 marzo con la ripresa dei bombardamenti israeliani. "L'esercito effettuerà presto operazioni con la massima forza in nuove aree di Gaza", ha precisato Katz in un video su X, rivolgendosi ai residenti del territorio palestinese. "Hamas sta mettendo in pericolo la vostra vita, facendovi perdere le vostre case e sempre più territorio", ha aggiunto il ministro in una dichiarazione in ebraico, sottotitolata in inglese.
Parroco Gaza: "Serve un cessate il fuoco permanente"
Sette giorni dopo la fine della tregua e la ripresa dei bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza arriva il nuovo appello del parroco di Gaza. "Serve un cessate il fuoco permanente. È assolutamente necessario – dice all'Adnkronos padre Gabriel Romanelli – Non è sinonimo di pace ma è necessario affinché la popolazione civile (più di due milioni di persone) cominci a sentire speranza. Ora sono tutti delusi, in ansia. Nessuno sa cosa accadrà. E non parlo solo dei rifugiati ma di tutta la popolazione". L'appello del parroco della Sacra Famiglia – al quale è sempre arrivato il sostegno del Papa anche quando era ricoverato al Gemelli – è volto a far sì che "si arrivi ad un accordo di liberazione dei prigionieri e degli ostaggi e che possano arrivare aiuti umanitari consistenti". Padre Romanelli parla di "situazione molto grave in tutta la Striscia. Le attività esterne sono sospese, come pure quelle interne come la scuola. Si sentono bombardamenti tutto il tempo. Ci sono diversi quartieri che hanno inviato l'ordine di evacuazione, non dalla nostra parte, ma nei quartieri vicini". Il sacerdote racconta che paradossalmente Internet "sta funzionando meglio e quindi si cercano di fare le lezioni in questo modo ma c'è bisogno del cessate il fuoco: che tutti possano vivere nella loro terra".
Hamas: "Netanyahu mente alle famiglie dei prigionieri"
Il movimento palestinese di Hamas sostiene che "il ritorno alla guerra è stata una decisione premeditata del primo ministro Benjamin Netanyahu per ostacolare l'accordo e soccombere al ricatto di Itamar Ben-Gvir". In una nota la formazione palestinese accusa Netanyahu di avere "la piena responsabilità del fallimento dell'accordo" e chiede alla comunità internazionale e ai mediatori di fare pressione su Netanyahu affinché interrompa l'aggressione e torni sulla strada dei negoziati. "Ogni volta che Israele ha cercato di liberare i prigionieri con la forza, questi tornavano morti nelle bare. Netanyahu mente alle famiglie dei prigionieri quando afferma che l'opzione militare è in grado di riportarli in vita", conclude.
Almeno 830 morti a Gaza dalla ripresa dei raid israeliani
Almeno 830 persone sono morte e altre 1.787 sono rimaste ferite nella Striscia di Gaza dalla ripresa dei raid israeliani nell'enclave palestinese, il 18 marzo scorso, dopo una tregua di due mesi. Lo ha riferito oggi il ministero della Sanità di Gaza, precisando in un comunicato che sono almeno 38 i palestinesi rimasti uccisi nelle ultime 24 ore. Dall'inizio del conflitto, il 7 ottobre 2023, i morti sono 50.183.
Chi sono i palestinesi che protestano contro Hamas a Gaza
“Le persone hanno sperimentato ogni genere di morte, oppressione e umiliazione. Sono scese in strada per dire che la guerra deve essere fermata e che tutto ciò che può essere salvato deve essere salvato. Vogliamo proteggere i nostri figli costi quel che costi. Se mandar via Hamas dalla Striscia vorrà dire fermare i bombardamenti allora siamo pronti a farlo”, la testimonianza di Mohammed Almajdalawi a Fanpage.it
Israele demolisce 24 serre palestinesi a Tulkarem: "Minaccia per una città vicina"
Le forze israeliane hanno demolito 24 serre palestinesi nel governatorato di Tulkarem, nella Cisgiordania occupata, sostenendo che rappresentassero una minaccia per la vicina città israeliana di Bat Hefer. Lo riferisce il canale israeliano 14.
Le serre, considerate illegali dalle autorità israeliane, si trovavano nei pressi del confine con la Cisgiordania. Con questa operazione, il numero totale di serre palestinesi distrutte di recente nella zona sale a 50, secondo la stessa fonte.
Israele emette regolarmente ordini di demolizione per case e altre strutture palestinesi, motivando tali decisioni con la mancanza di autorizzazioni edilizie.
Hamas attacca le proteste a Gaza: "Megafoni di Israele"
Hamas ha condannato attraverso le dichiarazioni di alcuni funzionari le proteste iniziate ieri contro la guerra e l'organizzazione fondamentalista che governa Gaza. Un membro di spicco di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha definito i manifestanti ‘megafoni di Israele' e ha lasciato intendere che stiano tradendo il popolo palestinese. L'alto funzionario Osama Hamdan ha accusato Israele di ‘avere avviato le proteste'. Durante le manifestazioni di ieri, i dimostranti hanno insultato Hamdan criticandolo per aver invocato la ‘fermezza palestinese' mentre lui si trova all'estero
Avviati colloqui per scelta nuovo capo Shin Bet
L'ufficio del primo ministro Benyamin Netanyahu ha avviato oggi i colloqui per la nomina del nuovo capo dello Shin Bet: lo riferiscono i media israeliani. Netanyahu incontrerà in giornata due ex vice capi del servizio oltre a Shalom Ben Hanan, ex alto funzionario dell'agenzia: tre figure che, secondo la stampa locale, potrebbero essere scelte per ricoprire l'incarico. Un quarto candidato, Eyal Tsir Cohen, ex dirigente del Mossad e attualmente ricercatore presso l'Istituto per gli studi sulla sicurezza nazionale, sarà ascoltato in seguito. Lunedì scorso l'alta Corte ha prorogato la sospensione della rimozione del direttore in carica, Ronen Bar, ma ha revocato il divieto che impediva a Netanyahu di esaminare i possibili sostituti.
Dalla fine del cessate il fuoco, il 2 marzo, nessun aiuto umanitario è entrato a Gaza
Dalla fine del cessate il fuoco, il 2 marzo, nessun aiuto umanitario è entrato a Gaza. "Niente cibo, niente acqua, niente medicine, niente forniture", così Juliette Touma, direttrice della comunicazione dell'Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa). Per Touma si tratta dell' "assedio più lungo che sia stato posto su Gaza" dall'inizio della guerra. "Tutto questo minaccia la vita e la sopravvivenza dei civili. La gente è assolutamente esausta" ha evidenziato.
Secondo giorno di proteste a Gaza contro Hamas e la guerra
Decine di residenti del quartiere Shejaiya di Gaza city stanno partecipando a una protesta contro Hamas per il secondo giorno consecutivo. I dimostranti hanno bruciato pneumatici e gridato ‘Hamas fuori', ‘stop guerra'. Ieri le proteste si sono tenute nel campo profughi di Jabalia e a Khan Yunis.
Nuovo ordine di evacuazione dell'IDF da Gaza City
Le forze armate israeliane hanno esortato i residenti di una serie di quartieri di Gaza City a evacuare verso sud, in vista di attacchi. "Questo è un avvertimento preliminare e finale prima degli attacchi", ha scritto sui social il portavoce arabo dell'IDF, Avichay Adraee. "Le organizzazioni terroristiche stanno di nuovo lanciando i loro razzi da aree civili", ha aggiunto.
Netanyahu: "Aumenteremo la pressione se Hamas non rilascerà gli ostaggi"
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha avvertito che Israele intensificherà la sua pressione su Hamas se il gruppo militante palestinese si rifiuterà di rilasciare gli ostaggi ancora prigionieri a Gaza. "Più Hamas persiste nel suo rifiuto di rilasciare i nostri ostaggi, più forte sarà la pressione che eserciteremo", ha detto Netanyahu in Parlamento. "Lo dico ai miei colleghi della Knesset, e lo dico anche ad Hamas: questo include la confisca dei territori, insieme ad altre misure che non approfondirò qui", ha affermato.
Netanyahu: "Se Hamas non libera ostaggi prenderemo territori"
"Quanto più Hamas persisterà nel suo rifiuto di rilasciare i nostri ostaggi, tanto più forte sarà la pressione che eserciteremo. Io dico a Hamas: questo include la conquista di territori e altre cose che non approfondirò qui", ha detto il premier Benyamin Netanyahu alla plenaria della Knesset.
Hamas: "Gli ostaggi nelle bare se l'IDF cerca di liberarli"
Hamas ha minacciato di restituire gli ostaggi nelle bare se Israele tenterà di liberarli con la forza. Il partito palestinese ha assicurato di "fare tutto il possibile per mantenere in vita i prigionieri dell'occupante". "I bombardamenti sionisti a caso stanno però mettendo in pericolo le loro vite", si legge in una dichiarazione, "ogni volta che l'occupazione cerca di riottenere i suoi prigionieri con la forza, finisce per riportarli a casa nelle bare". Hamas accusa il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, di "mentire alle famiglie dei prigionieri quando sostiene che l'opzione militare consente di riportarli a casa vivi" e di essere tornato alla guerra in virtù di una "decisione premeditata" presa sotto la pressione del ministro per la Sicurezza Nazionale, l'estremista di destra Itamar Ben-Gvir. "Netanyahu è pienamente responsabile per il fallimento dell'accordo e la comunita' internazionale e i mediatori devono fare pressione su di lui perchè fermi l'aggressione e torni sul cammino del negoziato", conclude il comunicato.
Anche 4 bambini tra i 25 civili uccisi dai bombardamenti USA in Yemen
Almeno 25 civili, tra cui quattro bambini, sono stati uccisi in una settimana di bombardamenti statunitensi in Yemen, secondo quanto riportato dallo Yemen Data Project. Il gruppo di monitoraggio indipendente ha definito questo il periodo “più intenso e mortale di bombardamenti dai mesi finali della guerra aerea saudita-emiratina del gennaio 2022”.
Nei sette giorni di attacchi, gli Stati Uniti hanno condotto 38 raid aerei, causando anche il ferimento di almeno 28 civili. L’episodio più grave si è verificato il 16 marzo nella provincia di Saada, nel distretto di Qahzah As Safra, dove dieci persone, tra cui quattro bambini, hanno perso la vita. Altri 11 civili, tra cui due bambini, sono rimasti feriti.
Secondo lo Yemen Data Project, il bilancio della prima settimana della nuova campagna militare statunitense ha già superato il numero di vittime registrato nei dodici mesi di attacchi condotti da Stati Uniti e Regno Unito tra gennaio 2024 e gennaio 2025.
Ucciso a Gaza un corrispondente del giornale giapponese Asahi Shimbun
C'è anche il inviato del quotidiano giapponese Asahi Shimbun tra i giornalisti rimasti uccisi ieri nell'offensiva di Israele nella Striscia di Gaza. Si tratta del 29enne Mohammed Mansour, morto durante l'esplosione di un missile nella sua casa di Khan Younis, nel sud di Gaza, dove viveva con la moglie e il figlio neonato, le cui sorti sono ancora in fase di accertamento. Lo riferisce lo stesso giornale, mentre l'altra vittima, in base a quanto dichiarato da Al Jazeera, è il corrispondente Hossam Shabat, di 23 anni. In un comunicato, il quotidiano con sede a Tokyo – che ha una tiratura di oltre 3.300.000 lettori al giorno, ha dichiarato che "Gli attacchi contro i civili, compresi i giornalisti, non possono essere tollerati in nessuna circostanza", ricordando che il numero totale dei giornalisti morti a Gaza, da quando Israele ha lanciato l'offensiva militare nell'ottobre 2023, è di 208.
Houthi rivendicano di aver colpito portaerei USA nel Mar Rosso
I miliziani yemeniti Houthi hanno rivendicato di aver colpito una portaerei degli Stati Uniti USS Harry S. Truman, attualmente presente nel Mar Rosso. La rivendicazione precede i raid americani contro obiettivi Houthi nello Yemen.
Fatah a Hamas: "Lasci il potere per il bene della Palestina"
Il portavoce di Fatah a Gaza, Munther al-Hayek, ha esortato Hamas a rinunciare al controllo dell'enclave, sostenendo che il suo dominio minaccia la causa palestinese. Lo riporta l’agenzia di stampa Wafa. Le dichiarazioni di al-Hayek arrivano all'indomani di proteste di massa nell'enclave, durante le quali manifestanti hanno scandito slogan contro Hamas. Il portavoce di Fatah, partito rivale del gruppo islamista, ha invitato Hamas ad ascoltare le richieste popolari e a farsi da parte per il bene pubblico, sottolineando che la fine dello spargimento di sangue dovrebbe essere una priorità.
Da parte sua, Hamas ha ribadito la disponibilità a cedere il controllo di Gaza al termine della guerra con Israele. Il gruppo ha anche accolto con favore la proposta egiziana di ricostruzione, che prevede l'istituzione di un comitato di tecnocrati per amministrare la Striscia nella prima fase del piano.
ANP: "Hamas risponda all'appello del popolo palestinese a Gaza"
L'Autorità Nazionale Palestinese ha chiesto ad Hamas di "rispondere all'appello del popolo palestinese nella Striscia di Gaza" dopo le proteste di ieri. Le manifestazioni sono "il risultato inevitabile di anni e decenni di sfruttamento dell'enclave", ha detto il portavoce di Fatah, Maher al-Namoura, in una dichiarazione pubblicata dall'agenzia ufficiale palestinese Wafa. Hamas, ha insistito, deve permettere all'Autorità Palestinese "di svolgere il suo ruolo nel guarire le ferite del popolo, ricostruire la Striscia e fare fronte alle minacce di sfollamento e deportazione".
La Commissione UE: "Preoccupati per gli attacchi di Israele al personale sanitario"
La commissaria europea per la gestione delle crisi, Hadja Lahbib, esprime preoccupazione per le "notizie allarmanti che emergono da Gaza, dove il personale sanitario, le ambulanze e gli ospedali sono stati ancora una volta attaccati da Israele". "Questi atti – dichiara in una nota – minano gli sforzi essenziali ed eroici degli operatori umanitari che si adoperano per salvare vite umane nel bel mezzo delle ostilità. Gli aiuti umanitari devono continuare ad aiutare le persone in condizioni di disperato bisogno. Il diritto internazionale umanitario deve essere rispettato da tutti". La commissaria sottolinea inoltre la necessità di "garantire la protezione di tutti i civili, compresi gli operatori umanitari e le loro sedi in ogni momento, nonché le infrastrutture civili, tra cui strutture mediche, scuole e sedi delle Nazioni Unite". "Mi unisco al sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari e coordinatore degli aiuti di emergenza Tom Fletcher nel chiedere il rispetto di tutti i civili e degli operatori umanitari", conclude.
Gaza, centinaia di persone manifestano contro la guerra e contro Hamas
Ieri pomeriggio centina di persone hanno manifestato a Beit Lahia, nella Striscia di Gaza, contro Hamas. Molte hanno esposto cartelli con la scritta "Il sangue dei nostri figli non è a buon mercato, vogliamo vivere in pace e sicurezza, fermate lo spargimento di sangue", e altri slogan che chiedono la fine della guerra nella Striscia di Gaza e degli attacchi ai civili.
Non lontano dalla protesta, alcuni giovani hanno scandito slogan contro Hamas, mentre alcuni di loro hanno attaccato il movimento e il suo leader Yahya Sinwar, ucciso dalle forze israeliane negli scontri a Rafah nell'ottobre 2024. La marcia ha attraversato le strade principali, fermandosi a piazza Zayed, a pochi metri dall'ospedale indonesiano, che è stato oggetto di diversi attacchi israeliani. I partecipanti hanno condannato il continuo lancio di razzi verso gli insediamenti israeliani, citandolo come motivo degli ordini di evacuazione emessi da Israele per i residenti che hanno dovuto subire ripetuti spostamenti negli ultimi 15 mesi.
Tina Marinari (Amnesty International): "Stato di apartheid in Israele, servono sanzioni internazionali"
Amnesty International continua il monitoraggio sulle misure che violano di diritti umani della popolazione palestinese in Cisgiordania. Le politiche e le prassi definiscono Israele come un regime di apartheid. L’intervista di Fanpage.it a Tina Marinari.
Gaza, nuova notte di devastazione sotto i bombardamenti israeliani
Gaza è stata teatro di una notte di terrore, con le forze israeliane che hanno intensificato i bombardamenti su aree densamente popolate nel centro e nel nord della Striscia.
Nel nord, un attacco aereo israeliano ha colpito un'abitazione civile, causando la morte di almeno otto persone. Tra le vittime, una madre e i suoi figli, compreso un neonato di appena sei mesi, nato e ucciso nel corso del conflitto. Le immagini provenienti dall’ospedale indonesiano mostrano scene strazianti, con i corpi delle vittime avvolti nelle coperte e il piccolo dilaniato dall’esplosione.
Anche nel centro di Gaza la situazione è critica. Violente esplosioni sono state avvertite nell’area, l’ultima delle quali ha colpito un appartamento nel campo profughi di Bureij. Un bambino palestinese ha perso la vita e diversi altri feriti sono stati trasportati in ospedale, secondo quanto riferito dai soccorritori della protezione civile.