Il premier incaricato, Giuseppe Conte, vuole chiudere entro martedì la lista dei ministri da proporre per il nuovo governo Pd-M5s, ma domani si terrà il voto su Rousseau, considerato determinante da Luigi Di Maio. Intanto Beppe Grillo attacca Di Maio, dicendosi arrabbiato con lui, mentre il presidente del Consiglio convoca i capigruppo dei due partiti a Palazzo Chigi per discutere del programma.
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Governo, domani il voto su Rousseau. Conte: “Inappropriato definirmi dei 5 Stelle”
Martedì 3 settembre è il giorno della votazione sulla piattaforma Rousseau. Il voto avverrà dalle 9 alle 18 e il quesito sarà il seguente: "Sei d'accordo che il MoVimento 5 Stelle faccia partire un Governo, insieme al Partito Democratico, presieduto da Giuseppe Conte?". Nella stessa giornata o al massimo mercoledì il presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte dovrebbe tornare dal presidente della Repubblica per sciogliere la riserva e presentare un documento programmatico e una lista dei ministri sulla quale confrontarsi con il Capo dello Stato.
Intanto ieri il premier incaricato ha detto che è “inappropriato” definirlo del M5s. “Definirmi M5s è inappropriato. Bisogna attenersi ad alcuni dati di fatto oggettivi. Io non sono iscritto al M5S, non partecipo alle riunioni del gruppo dirigente politico, non ho mai incontrato i gruppi parlamentari, anzi mi piacerebbe farlo per spiegare il programma. Resta il dato che c'è molta vicinanza, li conosco da tempo, lavoro con il M5S molto bene e il Movimento mi ha designato come ministro”. Da parte del Pd, per far decollare il Conte bis, è arrivata la proposta di un governo senza vicepremier. A lanciarla Franceschini, il candidato più accreditato per il posto, e a sostenerla c’è anche Zingaretti.
Governo, Zingaretti: "No ai vicepremier, il PD vuole sbloccare la situazione"
Dopo Dario Franceschini e Andrea Orlando anche il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti ha rilanciato l'ipotesi che il nuovo governo guidato da Giuseppe Conte non sia composto da due vice presidenti del Consiglio. "Un altro contributo del Pd per sbloccare la situazione e aiutare il Governo a decollare", ha twittato il segretario del Partito Democratico commentando sul social network quanto affermato da Franceschini, che oggi aveva scritto: "Per una volta Beppe Grillo è stato convincente. Una sfida così importante per il futuro di tutti non si blocca per un problema di ‘posti'. Serve generosità. Per riuscire a andare avanti allora cominciamo a eliminare entrambi i posti da vicepremier". Naturalmente la rinuncia del PD alla vicepresidenza del Consiglio rappresenta un invito a fare la stessa cosa al Movimento 5 Stelle.
Governo, Franceschini e Orlando: "Eliminare i vicepremier"
Colpo di scena nella complicata trattativa per la formazione di un nuovo governo guidato da Giuseppe Conte. Dario Franceschini e il vicesegretario vicario del Pd Andrea Orlando esortano a rinunciare allo schema di un governo con due vice presidenti del Consiglio. A twittare per primo la proposta è stato l'ex ministro della Cultura: "Per una volta Grillo è stato convincente. Una sfida così importante per il futuro di tutti non si blocca per un problema di posti. Per andare avanti cominciamo a eliminare i vicepremier". Subito dopo Orlando ha ritwittato il messaggio.
Governo Pd M5s, Conte ottimista: "Buon clima di lavoro, predisposti a progetto comune"
"Le cose stanno andando bene". È ottimista il premier incaricato Giuseppe Conte sulla formazione del nuovo esecutivo, la cui squadra dovrà presentare al più presto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. In diretta da Palazzo Chigi con la festa del Fatto Quotidiano alla Versiliana, Conte, rispondendo sulla trattativa di governo, ha precisato che "è un momento in cui sto lavorando al programma. In tema di immigrazione ci sarà una politica seria e rigorosa. M5s e Pd sono predisposti per un progetto comune. Da questo punto di vista sono convinto assolutamente che tutti sono disponibili ad accantonare il passato e a concentrarsi su questo importante progetto che riguarda l'intero Paese. Il tema ministri non è mia massima priorità, chiederò indicazioni aperte". Ha anche annunciato che tra martedì e mercoledì prossimi scioglierà la riserva sul nuovo esecutivo.
Infine, Comte ha sottolineato che "bisogna attenersi ad alcuni dati di fatto, oggettivi. Non sono iscritto al M5S, non partecipo alle riunioni del gruppo dirigente politico, non ho mai incontrato i gruppi parlamentari. Mi piacerebbe incontrarli per la prima volta", e quindi "definirmi dei 5Stelle mi sembrerebbe formula inappropriata".
Trattativa Pd M5s, appello Lega a Mattarella: "No a governo truffa. Si vada alle urne"
Mentre procede la difficile trattativa tra Partito democratico e Movimento 5 Stelle per la formazione del nuovo governo guidato da Giuseppe Conte, i leader della Lega fanno un appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: "Il capo dello Stato scelga la via delle elezioni: restituire la parola agli italiani è l'unica via democratica rispettosa della volontà del popolo. No a governi truffa con l'obiettivo di estromettere la Lega, prima forza politica in Italia", hanno detto i capigruppo del Carroccio Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari. Sulla questione è intervenuto via Twitter questa mattina anche Matteo Salvini: "Continua lo squallido mercato delle poltrone targato PD. Presidente Mattarella, non permetta che la vergogna prosegua, restituisca la parola al Popolo Italiano: elezioni subito", ha scritto il leader del partito.
Governo Pd M5s, Matteo Renzi: "Futuro dipende da Di Maio? Siamo messi male"
"Da un lato chi vuole il bene dell'Italia accetti il compromesso e faccia il Governo. Dall'altro chi pensa solo all'interesse di parte continui pure a chiedere elezioni sapendo che sarebbero una sciagura per la nostra economia". Matteo Renzi è intervenuto sulla questione del nuovo esecutivo Pd-Movimento 5 Stelle in un'intervista al Sole 24 Ore, mantenendo tuttavia le distanze. "Non mi riguarda, non mi esprimo. Io non metto veti. O meglio un veto su un nome l'ho messo: ed è il mio. Voglio dimostrare che si può orientare la politica anche solo con le idee, non solo con le poltrone. Ciò che farà Di Maio sinceramente non mi sembra così decisivo: non suoni arrogante il mio ragionamento ma fatico a considerare Di Maio come il problema o la risorsa decisiva di questo Paese. Se il futuro dell'Italia dipende da cosa fa Di Maio, significa che siamo messi male. Facciano loro, decideranno Zingaretti e Di Maio. Poi passiamo alle cose serie".
Il senatore ed ex premier ha anche aggiunto che "l'Italia rischia grosso. La Brexit di Boris Johnson sarà un disastro sia per il Regno Unito sia per l'Europa. La frenata tedesca rallenterà la crescita anche nel nostro Nord Est. E in casa nostra il Pil oscilla tra lo zero e il negativo. È un passaggio delicato, è ora di finirla col teatrino dei bisticci: oggi si tira una linea di demarcazione", aggiunge il senatore Pd sottolineando che non c'è "nulla da temere da un governo che nasce per evitare l'aumento dell'Iva e che abbassalo spread. Ma se qualcuno vi volesse far male, sappiate che non avrà i numeri in Parlamento"
Il premier incaricato, Giuseppe Conte, vuole chiudere il prima possibile la lista dei ministri che comporranno il nuovo governo. Secondo indiscrezioni, già martedì l'ex presidente del Consiglio potrebbe presentare al capo dello Stato, Sergio Mattarella, la rosa di nomi scelti per l'esecutivo voluto da Partito democratico e Movimento 5 Stelle e "andare avanti senza curarsi delle ambizioni personali di chiunque, perché prevalente è l’interesse generale del Paese". Ma la strada è ancora in salita, visto che sono ancora molti i nodi da sciogliere, in particolare quello legato alle richieste avanzate da Luigi Di Maio. Il leader dei pentastellati venerdì scorso chiedeva, infatti, come condizione per far nascere il governo che il Pd sottoscrivesse il programma grillino, articolato in 20 punti, richiesta che è stata respinta dal segretario dem Nicola Zingaretti, oltre al ruolo che lui stesso dovrebbe occupare nella nuova formazione.
Su questo punto, è intervenuto persino Beppe Grillo con un video, in cui ha dichiarato: "Questa pena che vedo, questa mancanza di ironia, dovete sedervi a un tavolo e essere euforici perché appartenete a questo momento straordinario di cambiamento. Abbiamo da progettare il mondo, invece ci abbruttiamo, e le scalette e il posto lo do a chi e i dieci punti, i venti punti, basta!». Poi l’appello al Pd: "È il vostro momento questo, abbiamo un’occasione unica, Dio mio, unica. E allora cerchiamo di ricompattare i pensieri, di sognare un attimo a dieci anni con la visione. Abbiamo un’offerta di tecnologia immensa, dobbiamo decidere che tipo di società vogliamo". La situazione ha rischiato di diventare esplosiva, mettendo persino a rischio la formazione dell'esecutivo da parte di Conte. A far salire la tensione erano stati i venti punti messi sul piatto da Luigi Di Maio, con tanto di richiamo alle elezioni nel caso in cui non fossero stati accolti e la reazione del Pd, che aveva definito l’uscita del leader M5S un "inaccettabile ultimatum". Tensione che è poi calata sempre nella giornata di ieri dopo il vertice di 3 ore tra Conte e le delegazioni di Pd e M5s, avuto dopo un colloquio con il presidente Mattarella.