Dopo aver ricevuto la fiducia della Camera, con 368 sì, il nuovo esecutivo è oggi è atteso a Palazzo Madama.
- Il Governo Gentiloni incassa la fiducia al Senato: 169 a favore, 99 contrari 14 Dicembre
- Gentiloni: "Non siamo innamorati della continuità, avevamo chiesto convergenza" 14 Dicembre
- Governo Gentiloni oggi alla prova del Senato 14 Dicembre
- Il Governo Gentiloni ottiene la fiducia della Camera: 368 voti a favore, 105 contrari 13 Dicembre
- Gentiloni: "Abbiamo chiesto alle opposizioni di far parte del Governo, hanno rifiutato" 13 Dicembre
Il Governo Gentiloni incassa la fiducia al Senato: 169 a favore, 99 contrari
Il Governo Gentiloni ha ufficialmente ottenuto la fiducia anche dal Senato, dopo aver incassato quella della Camera nella serata di ieri. Hanno votato a favore 169 senatori, 99 i contrari . Nel corso della votazione finale, i senatori dei gruppi parlamentari di Lega Nord, Ala e Movimento 5 Stelle sono usciti dall'Aula in segno di protesta. Lega e M5S non ritengono legittimo questo governo in continuità con il dimissionario esecutivo Renzi, mentre i senatori di Ala hanno deciso di non far parte della maggioranza di governo in quanto esclusi da ruoli di primo piano da Gentiloni.
Fiducia al Governo Gentiloni, in corso la prima chiama dei senatori
Attualmente in corso la prima chiama dei senatori, che dovrebbe terminare intorno alle 16. Sull'esito finale del voto di fiducia, la forbice prevista va da un minimo di 166 voti favorevoli a un massimo di 172. Il senatore a vita Mario Monti ha annunciato il suo voto favorevole. Lega, Movimento 5 Stelle e Ala usciranno invece dall'Aula al momento del voto finale.
Mazzoni (Ala): Niente fiducia al governo Gentiloni, esecutivo non all'altezza"
I senatori di Ala non voteranno la fiducia al Senato al Governo Gentiloni perché rimasti esclusi dall'Esecutivo. Nel corso del dibattito, il senatore Mazzoni ha spiegato nel dettaglio le ragioni del gruppo parlamentare: “Questo governo avrebbe dovuto ridurre le poltrone e allargare la maggioranza ed esiste un principio della dignità politica che non ci ha voluto riconoscere sulla base di una conventio ad excludendum che non comprendiamo. Chi pensa che esista qualche convitato di pietra che ci etero dirige è totalmente fuori strada", ha spiegato. “Ci hanno offerto posti di sottogoverno, sottosegretari e viceministri. Ma noi diciamo no. Noi badiamo al nostro decoro politico. Vogliamo pari dignità con le altre componenti", ha poi aggiunto il senatore D'Ala, sottolineando che il gruppo non parteciperà al voto di fiducia perché non ritiene il governo Gentiloni all'altezza dei compiti.
Gentiloni: "Non siamo innamorati della continuità, avevamo chiesto convergenza"
"Nel rivolgermi al Senato per chiedere la fiducia credo che ci sia un punto di partenza obbligato. Ho condiviso fino in fondo la proposta di riforma costituzionale approvata ripetutamente a maggioranza in quest'Aula, ma i cittadini italiani hanno deciso con un referendum dal risultato molto netto. Potrei dire che la fiducia che chiedo al Senato è una fiducia basata sull'articolo 94 della Costituzione ma anche particolare: chiedo la vostra fiducia ed esprimo la mia fiducia nei confronti del Senato e delle sue prerogative". Così il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha parlato in Aula al Senato, dopo aver chiesto la fiducia sul governo.
"Non siamo innamorati della continuità – ha aggiunto – abbiamo anzi rivolto una proposta all'insieme delle forze parlamentari per individuare una convergenza più larga, addirittura generale. C'è stata da parte delle stragrande maggioranza un'indisponibilità. La presa d'atto di questa situazione ha spinto a dar vita al nuovo governo, per responsabilità. Sarebbe stato più utile sottrarsi, ma molto più pericoloso per il paese. Quindi il segno di questo governo si fa carico di questa situazione. Questa è la verità. Lo abbiamo fatto in modo molto rapido, non per impazienza ma perché è evidente a tutti l'importanza di dare all'Italia istituzioni stabili e certezza in un contesto come quello attuale perché sappiamo che abbiamo degli impegni immediati sui quali il governo è al lavoro". A tal proposito il premier ha citato il tema dei migranti, del terremoto, del "dramma continuo di Aleppo, uno dei maggiori impegni e non successi della diplomazia internazionale". Per questo motivo, il compito del nuovo governo è quello di "completare opera di riforma innovazione modernizzazione i questi ultimi anni": "Si possono legittimamente criticare queste riforme ma ci viene riconosciuto dai cittadini italiani e in sede internazionale. Sarebbe assurdo che un governo accusato di eccesso di continuità immaginasse che completare percorso di riforme avviato non è il suo compito princiapale". Il riferimento è a "giustizia, diritti, norme sulle pensioni, innovazione, tema del lavoro e del Sud".
Il governo non sarà attore protagonista, ma "solleciterà la nuova legge elettorale, a prescindere da quanto durerà l'esecutivo, per avere regole chiare che consentano di votare per Camera e Senato in modo armonico".
Airola (M5s): "Fiducia pagliacciata. Verdini aspetta momento per rientrare nei giochi"
Governo Gentiloni oggi alla prova del Senato
Dopo aver ricevuto la fiducia alla Camera dei deputati con 368 Sì, per il governo Gentiloni oggi si prospetta la prova del Senato, dove può contare su una maggioranza meno ampia – specialmente dopo il diniego del gruppo Ala di Denis Verdini. Alle 10 inizia la discussione generale a Palazzo Madama. Dopo le 13 ci sarà la replica del presidente del Consiglio, a seguire le dichiarazioni di voto e alle 15 la prima chiama per la fiducia. I senatori a disposizione della maggioranza, comunque, dovrebbero essere almeno 166.
I banchi di Palazzo Madama sono semivuoti: Lega Nord e i verdiniani di Ala sono assenti, lo stesso i trentacinque senatori del Movimento 5 stelle, che hanno lasciato ai loro posti una copia della Costituzione italiana.
Gentiloni ieri ha detto in Aula che la maggioranza "si è presa un rischio per responsabilità. Non ci si può rimproverare di esserci attenuti alle responsabilità che la nostra Costituzione prevede da 70 anni. Dopo mesi di campagna referendaria sulla Costituzione, non possiamo ora dimenticarci le regole della Repubblica parlamentare". Il neopresidente del Consiglio ha parlato di "esecutivo di responsabilità, che andrà avanti finché avrà la fiducia del Parlamento".
Il Governo Gentiloni ottiene la fiducia della Camera: 368 voti a favore, 105 contrari
Il governo Gentiloni ha ottenuto la fiducia a Montecitorio. I sì al nuovo esecutivo, espressi dopo il lungo dibattito parlamentare odierno, sono stati 368, i no 105. Domani è invece in programma il voto di fiducia a Palazzo Madama: dalle 9,30 inizierà la discussione generale, che proseguirà fino alle 13. Seguirà la replica del presidente del Consiglio e, successivamene, alle 15, la prima ‘chiama' dei senatori.
Rosato (Pd): "Pieno sostegno a Gentiloni, le opposizioni facciano proposte"
Il capogruppo del Partito Democratico ha dichiarato che il gruppo parlamentare voterà la fiducia e darà ampio e motivato sostegno al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, sottolineando che la tanto criticata continuità con il governo Renzi è in realtà un pregio ed è stata una scelta non casuale "perché bisogna essere operativi da subito nell’ambito di un esecutivo, non di legislatura”. "Chiediamo a tutti quelli interessati a non gridare ma a lavorare di avanzare una proposta. Una legge elettorale si fa rapidamente o non si può fare mai. Abbiamo il senso della difficoltà: ci vuole equilibrio, disponibilità e lealtà da parte di tutti i gruppi. Non ci vogliamo impantanare e nessuno pensi di usare la legge elettorale per far durare qualche giorno di più la Legislatura”, ha spiegato il capogruppo del Partito Democratico.
Grillo (M5S): "Non siete nessuno, noi non parteciperemo a questo teatrino"
Il Movimento 5 Stelle annuncia, come già anticipato nelle scorse ore, che non voterà la fiducia al Governo Gentiloni e che uscirà dall'Aula quando le votazioni saranno in corso. La capogruppo alla Camera, Giulia Grillo, ha dichiarato: "Voi non esistete, siete nessuno, siete una classe politica nata già vecchia e destinata a sparire. Consideriamo questo l’ultimo colpo di coda di un sistema duro a morire. Domani arriverà il momento del governo dei cittadini basato sulle esigenze vere degli italiani. Noi rispettiamo loro, non voi. E vi lasciamo a questo ultimo patetico teatrino”.
Brunetta: "Il nostro è un No al renzismo, che ha diviso e distrutto il Paese"
"Sento un grande malessere in quest'Aula e nel Paese per lo stato della nostra democrazia. Nel 2013 il Pd, il suo partito, ottenne il , il Movimento di Grillo il 25% dei voti. Quindi il suo partito, allora, fu il secondo partito e solo grazie alla coalizione ha potuto governare. Da quel momento abbiamo avuto 3 governi, tutti fatti e disfatti dal Partito Democratico, che ha anche eletto ben due presidenti della Repubblica. Da quel momento il Pd è stato il Dominus della vita politica italiana. E ricordiamo tutti le dimissioni forzate di Enrico Letta, tra luci e ombre. Non solo a certificare il voto referendario, il fallimento della riforma costituzionale e di quella elettorale a essa connessa, ma il voto referendario ha certificato il fallimento dei 1000 giorni del governo Renzi", ha dichiarato Brunetta.
"Ricordiamo tutti le notti di occupazione di quest'aula durante il dibattito della riforma costituzionale e le questioni di fiducia sulla riforma elettorale e gli insulti a chi si opponeva. Ricordiamo tutti tutto questo. Vede, quando un governo mette al centro della sua politica che diventano eversive, fatte solo per il potere e non per semplificare, risparmiare, ma per portare un uomo solo al comando, il popolo risponde e non può che rispondere. Nonostante i media asserviti, l'occupazione militare della Rai mai successo nella nostra storia repubblica. Bene, quel 60 a 40 ha bocciato Renzi e ha bocciato il renzismo. E questo è un bene, mi fa gioire, respiro con più gioia. Non ha solo bocciato una cattiva riforma costituzionale e una cattiva legge elettorale, ma una cattiva politica. A lei signor presidente avevamo chiesto discontinuità, ma lei ci dà un governo fotocopia. Una fotocopia delle macerie dei 1000 giorni di Renzi. E dobbiamo vedere ancora il segretario del Partito Democratico ricattare il parlamento e lo mette in subordine alle sue strategie congressuali. Il nostro no non è solo un no al suo governo, ma è un no al renzismo da cui deriva il suo governo. Avete diviso il Paese e questa è la vostra colpa più grave. Non ve lo perdoneremo, non ve lo perdoneranno gli italiani", ha concluso il capogruppo di Forza Italia.
Fedriga (Lega): "Non parteciperemo al voto, questo governo sovverte la volontà popolare"
"Come può essere credibile e legittimato un governo dove viene promosso a sottosegretario alla presidenza del Consiglio un ministro che nel maggio di quest'anno ha dichiarato che avrebbe lasciato la politica in caso di vittoria del No. E forse Lotti ci verrà a raccontare che era un pluri-campione olimpico e per questo fa il ministro dello sport. Presidente Gentiloni, lei ha detto che rivendica i risultati del Governo Renzi e che proseguirà con il suo operato in continuità. Vorrei sapere, quali risultati rivendica? I 500mila arrivi di immigrati clandestini? Il record di morti in mare nel Mediterraneo? Il record delle mancate espulsioni? Forse la riforma della cosiddetta Buona Scuola che ha lasciato gli studenti per mesi senza insegnanti? Forse quest'ultima no, visto che ha allontanato Giannini immolandola quale unica responsabile delle decisioni che in realtà erano state prese e sponsorizzate da Matteo Renzi. Noi della Lega Nord non voteremo la fiducia, perché questo governo sovverte la volontà popolare espressa al referendum dello scorso 4 dicembre".
Il gruppo di Ala-Scelta Civica non parteciperà al voto di fiducia
"Non parteciperemo al voto" di fiducia. L'ha ribadito nel corso del suo intervento in Aula alla Camera il deputato di Ala-Scelta civica Enrico Zanetti.
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Gentiloni: "Abbiamo chiesto alle opposizioni di far parte del Governo, hanno rifiutato"
"Credo che abbiamo avuto una discussione utile, penso che sia stato inevitabile che una parte rilevante della discussione si sia concentrata più che sui programmi e gli obiettivi dei prossimi mesi, sull'analisi di quello che è accaduto negli ultimi 10 giorni. Lo ritengo assolutamente logico, anche se dal mio punto di vista ritengo mio dovere come presidente del Consiglio concentrarmi sulle cose da fare. In questa prima fase del dibattito ho sentito dire che noi non avremmo riconosciuto la sconfitta referendaria. Ma io devo dire che se stasera sono qui è perché abbiamo riconosciuto le ragioni della sconfitta. Il presidente del Consiglio si è dimesso, abbiamo invitato tutte le forze parlamentari a concorrere alla formazione di un nuovo governo, che era necessaria, che abbiamo esteso anche alle opposizioni che però non hanno voluto accettare", ha spiegato durante il discorso di replica il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
"La maggioranza quindi si è presa un rischio per responsabilità. Non ci si può rimproverare di esserci attenuti alle responsabilità che la nostra Costituzione prevede da 70 anni. Dopo mesi di campagna referendaria sulla Costituzione, non possiamo ora dimenticarci le regole della repubblica parlamentare. Se c'è stata una cosa davvero bella di questi mesi di campagna referendaria, che a me non sono piaciuti moltissimo, è stata proprio la discussione pubblica sulla Costituzione. Ora non si può fare che la discussione svanisca nel nulla e la costituzione venga dimenticata. Abbiamo i super paladini della centralità del Parlamento che nel momento più importante della vita parlamentare non ci sono. Vi sembra logico: ‘vogliamo talmente bene al Parlamento che non ci andiamo'", ha proseguito Gentiloni.
"Io credo che questa logica non ci aiuti e credo che il governo non abbia interesse a proseguire in questo tipo di discussioni, abbiamo una nostra responsabilità come governo che se avrà la fiducia delle camere starà un governo a pieno titolo e dovrà rispondere alle domande dei cittadini. Nei prossimi mesi dovremo affrontare numerose sfide, come il fenomeno migratorio. E proprio su questo punto sono convinto che interpreterò il sentimento comune al parlamento quando discuteremo di questa riforma delle regole di Dublino che riguardano l'accoglienza e dirò in Europa che non è accettabile che la solo Italia si faccia carico del fenomeno migratorio per tutti i paesi che costituiscono l'Unione europea".
"Concludo ringraziando i tanti colleghi intervenuti anche dell'opposizione che hanno condiviso almeno una necessità: quella di farla finita con questa apparentemente infinita escalation di violenza verbale tra di noi. Il Parlamento non è un social network. Ridando serietà ai nostri lavori contribuiamo a dare serenità anche al Paese", ha dichiarato, concludendo la sua replica, il presidente del Consiglio Gentiloni.
Sibilia (M5S): "Siamo forze dell'ordine del Parlamento, Gentiloni sarà ultimo non eletto"
Ala: "Non voteremo la fiducia a Gentiloni, siamo stati esclusi dal Governo"
"Il governo Gentiloni è un Renzi bis senza Renzi, hanno aumentato i ministeri e ridotto la base parlamentare. Non fa bene al Paese, perché non ha i numeri per reggere, già al Senato per due volte è mancato il numero legale", ha commentato il deputato Saverio Romano di Ala, il gruppo parlamentare di Verdini appena uscito dalla maggioranza di governo. "Ci hanno offerti posti di sottogoverno, viceministri, ma non ci interessa, non era un problema di posti, ma di scelte politiche e legittimazione politica", ha spiegato il parlamentare Ignazio Abrignani.
Gentiloni: "Governo in carica fino a che avrà la fiducia del Parlamento"
Paolo Gentiloni prende per la prima volta la parola alla Camera dei deputati da Presidente del Consiglio dei ministri: "Concentriamo tutte le nostre energie sui problemi degli italiani, il profilo politico di questo Governo è nella maggioranza precedente, che ha fatto un grande lavoro negli anni passati, che ci viene riconosciuto a livello internazionale e che io rivendico con orgoglio. Chiaramente questo Governo nasce dalla scelta di Renzi, che si è dimesso con coerenza e dignità, e dalla volontà di Mattarella di determinare in tempi rapidi l'uscita dalla crisi. Lascio alle forze politiche il dibattito sulla durata del Governo, io mi affido alla Costituzione, che dice che il Governo è in carica fino a che ha la fiducia del Parlamento".
Poi aggiunge: "La nostra prima priorità è rappresentata dagli interventi nelle zone colpite dal terremoto, con i cittadini che hanno bisogno di risposte immediate […] la scena internazionale prevede poi una serie di appuntamenti di grande rilevanza, a cominciare dal Consiglio Europeo di giovedì […] sosterremo le nostre ragioni in particolare per quel che riguarda il Regolamento di Dublino, perché non è accettabile l'idea che l'Europa sia severa con l'austerity e tollerante nei confronti di quei Paesi che non accettano le regole in materia di immigrazione […] Accanto alla politica estera cercheremo di dare messaggi forti per la nostra sicurezza, nel contrasto alla criminalità organizzata, ma anche nel controllo sulle politiche migratorie, cercando di essere efficaci nelle politiche di prevenzione. Sul terreno economico, il Governo intende accompagnare e rafforzare la ripresa che si sta manifestando nel nostro Paese, col piano industria 4.0, le grandi opere, la green economy".
Nell'agenda di Governo entra anche "il lavoro sulle pensioni" e lo "slancio a tre grandi filoni di riforme, quella della Pubblica Amministrazione, del processo penale e il libro bianco della difesa", oltre che "due grandi priorità su cui non abbiamo dato risponde sufficienti", ovvero, "i problemi della parte più disagiata della classe media, le partite Iva, i commercianti" e "il Mezzogiorno, poiché dalla modernizzazione del Sud può venire la spinta più forte per la crescita della nostra economia".
Infine un passaggio sulla nuova legge elettorale: "Servono regole certe, con urgenza. Le consultazioni hanno dimostrato impossibilità di convergenza generale nel sostegno a governo di responsabilità nazionale, ne abbiamo preso atto. Ma serve una discontinuità nel confronto pubblico, dunque di certo non ci rivolgeremo a quelli del Sì o a quelli del No, ma a tutti i cittadini italiani, chiedendo sempre rispetto per le istituzioni. Io non mi ritrovo nella degenerazione della passione politica, la politica è il luogo del confronto, non dell'odio o della post verità".
Il discorso di Paolo Gentiloni alla Camera dei deputati - DIRETTA STREAMING
Il primo discorso del Presidente del Consiglio incaricato Paolo Gentiloni alla Camera dei deputati. Subito dopo comincerà la discussione generale, con la replica di Gentiloni prevista per le 16 e le successive dichiarazioni di voto. La chiama per la fiducia è prevista per le 18:45, con la votazione finale per le 20.
Governo Gentiloni, oggi la fiducia alla Camera
"Ci mettiamo subito al lavoro sui problemi del paese". Sono state queste le prime parole pronunciate da Paolo Gentiloni come Presidente del Consiglio ieri sera. Dopo il giuramento al Quirinale e il passaggio di consegne ufficiale da parte del suo predecessore Matteo Renzi, oggi il neo premier è atteso per la fiducia alla Camera dei deputati. La convocazione è prevista alle 11, mentre il voto finale sarà intorno alle 20. La conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha stilato il calendario: dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio ci sarà una sospensione dell'Aula per consentire a Gentiloni di portare il testo scritto al Senato. Alle 12.30 inizierà il dibattito in Aula, seguito dalla replica del presidente del Consiglio sarà alle 16. Movimento 5 stelle e Lega Nord hanno fatto sapere che non parteciperanno alla chiama per il voto di fiducia e resteranno fuori dall'aula della Camera. Il M5S non interverrà nemmeno in discussione generale, ma soltanto nel corso delle dichiarazioni di voto, per voce della capogruppo Giulia Grillo.
I numeri a Montecitorio dovrebbero essere solidi; qualche difficoltà potrebbe invece sorgere al Senato, dove Gentiloni dovrebbe presentarsi domani: Denis Verdini potrebbe infatti fargli mancare in suo appoggio, così come annunciato con una nota diffusa proprio ieri sera: "Non voteremo la fiducia a un governo intenzionato a mantenere uno status quo", e il governo "deve assicurare il giusto equilibrio tra rappresentanza e governabilità, senza rinunciare, in nome di pasticciate maggioranze, a quest'ultimo principio".
La nuova squadra di governo è composta da diciotto ministri, con cinque new entry e la riconferma di tutti gli uscenti, con l'unica eccezione di Stefania Giannini (che era al Miur) e Maria Elena Boschi, che da ministro delle Riforme diventa sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Ci sono Minniti agli Interni, Alfano agli Esteri, Padoan confermato all'Economia, così come Orlando alla Giustizia e Pinotti alla Difesa. All'Ambiente resta Galletti, Lorenzin alla Sanità, Poletti al Lavoro, Delrio ai Trasporti, Martina all'Agricoltura, Franceschini alla Cultura, Costa agli Affari regionali e Madia alla Pubblica amministrazione. L'incarico sulla Scuola passa a Valeria Fedeli, quello dei Rapporti con il parlamento ad Anna Finocchiaro, l'ex sottosegretario Luca Lotti prende la delega allo Sport e De Vincenti quella per la Coesione.