
Giorgia Meloni è intervenuta oggi alla Camera per il dibattito sul Consiglio Ue del 20 e 21 marzo, dopo le comunicazioni al Senato. Dopo il confronto in Aula, la premier ha replicato alle opposizioni; sono seguite le dichiarazioni di voto sulle comunicazioni, con interventi anche di Conte e Schlein, e infine il voto finale. Durante la seduta si è verificata una bagarre, con le opposizioni che hanno urlato "Vergogna" e la sospensione della seduta per due volte, dopo che Meloni ha citato il Manifesto di Ventotene chiudendo il suo intervento: "Nella manifestazione che è stata fatta sabato a piazza del Popolo" a Roma "e anche in questa Aula è stato richiamato da moltissimi partecipanti il Manifesto di Ventotene. Ora io spero che tutte queste persone in realtà non lo abbiano mai letto perché l’alternativa sarebbe francamente spaventosa". "Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia", ha concluso.
Nella sua replica, Meloni ha commentato anche la conversazione telefonica tra Trump e Putin: "C'è l'ipotesi di un cessate il fuoco parziale" limitato alle infrastrutture, "si tratterebbe di un primissimo spiraglio di quanto concordato a monte, noi sosteniamo gli sforzi del presidente Trump, è un leader forte per porre le condizioni per garantire una pace giusta".
L'Aula della Camera, in serata, ha poi approvato la risoluzione presentata dalla maggioranza riguardo alle comunicazioni della premier Meloni in vista del Consiglio europeo: la risoluzione è passata con 188 voti favorevoli, 125 contrari e 9 astenuti. Le proposte avanzate dai gruppi di opposizione (Pd, M5S, Iv, Avs e Azione) sono state quindi respinte.
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- La risoluzione del Pd
- La risoluzione del M5s
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La Camera approva la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni di Meloni al Consiglio europeo
L'Aula della Camera ha approvato la risoluzione presentata dalla maggioranza riguardo alle comunicazioni della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo. La risoluzione è passata con 188 voti favorevoli, 125 contrari e 9 astenuti. Le proposte avanzate dai gruppi di opposizione (del Partito Democratico, del M5S, di Avs, Italia Viva e Azione) sono state quindi respinte.
Molinari (Lega): "La Lega ha piena fiducia in Meloni, garantirà gli interessi dell'Italia"
Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, ha difeso la posizione del suo partito durante le dichiarazioni di voto sulle risoluzioni in vista del Consiglio europeo. "Ringrazio i colleghi delle opposizioni, ho molto apprezzato l'esercizio lessicale retorico con cui hanno cercato di evidenziare le differenze di posizionamento nel centrodestra", ha esordito Molinari, facendo riferimento alle critiche ricevute dall'opposizione.
Il capogruppo della Lega ha poi ribadito il pieno supporto alla premier Giorgia Meloni, affermando: "La Lega ha la piena fiducia nella presidente Giorgia Meloni, che siamo sicuri domani farà valere i nostri interessi nelle trattative".
Bignami (FdI): "La destra ha sempre difeso l'Italia, ma l’opposizione non ha proposte concrete"
Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, ha duramente criticato l'opposizione, in particolare la leader del Pd Elly Schlein, accusandola di non avere proposte concrete e di limitarsi a criticare la Premier Giorgia Meloni. "Onorevole Schlein, a chi le scrive discorsi qualche giorno prima di quando viene in Aula, inizi a spiegare che noi abbiamo sempre difeso l’Italia e il Tricolore, e non accettiamo lezioni da chi come voi andava a baciare la pantofola di qualche potente, proprio in Russia, da cui magari qualcuno di voi vorrebbe tornare", ha dichiarato Bignami, riferendosi alle critiche mosse dall'opposizione nei confronti del governo e della Meloni. Bignami ha poi difeso l'azione della destra, sostenendo che "il tricolore la destra l'ha difeso sempre", e ha accusato l'opposizione di non essere in grado di formulare proposte concrete durante il Consiglio europeo. "Non abbiamo sentito una parola di proposta, l’unica cosa che vi accomuna è l'odio per Giorgia Meloni. Nel momento in cui dovete formulare una proposta non ne siete capaci", ha affermato il capogruppo di FdI, criticando la mancanza di soluzioni da parte dell'opposizione.
Elly Schlein (Pd): "Meloni commissariata dalla Lega e silente su difesa comune e valori europei"
Elly Schlein, durante il suo intervento alla Camera, ha criticato aspramente la posizione del governo Meloni sul piano di riarmo e sulla difesa comune europea, accusando la premier di non avere il coraggio di affrontare le questioni cruciali e di essere "commissariata" dalla Lega: "Oggi è successa una cosa grave. La Lega ha detto che lei, Presidente, non ha il mandato per approvare al Consiglio il piano di riarmo. Lei è stata commissariata dal suo stesso Governo e non ha agibilità politica", ha affermato Schlein, criticando la mancanza di chiarezza e di azione da parte del governo italiano. La leader del PD ha poi sottolineato le incoerenze nella risoluzione presentata dalla maggioranza, che ha, a suo avviso, "fatto sparire" temi fondamentali come la difesa comune e il piano di riarmo Von der Leyen, e ha accusato la Meloni di non avere il coraggio di esprimere una posizione chiara: "La verità è che ideologicamente Giorgia Meloni è contraria alla difesa comune. Abbia il coraggio di dirlo e di scriverlo". Schlein ha poi ribadito la posizione del suo partito, che sostiene una difesa comune europea con investimenti condivisi e un unico comando, piuttosto che la corsa al riarmo dei singoli Stati, e ha poi criticato il piano riarme EU, che a suo dire favorisce solo il riarmo dei singoli Stati membri senza garantire un progetto comune: "La difesa comune va finanziata con gli investimenti comuni e col debito europeo, non con il debito nazionale", ha affermato Schlein, sottolineando che la proposta del governo italiano rischia di aumentare le disuguaglianze tra gli Stati membri. La leader del Pd ha poi condannato l'atteggiamento di Meloni riguardo agli attacchi di Trump e Musk contro l'Unione Europea, accusandola di non difendere i valori europei e di non avere il coraggio di sostenere la memoria storica della fondazione dell'Unione: "La Presidente Meloni non solo non ha il coraggio di difendere i valori su cui l'Unione si è fondata, ma oggi qui ha deciso di oltraggiare la memoria europea", ha dichiarato.
Infine, Schlein si è rivolta a Meloni affinché "prenda una posizione chiara" sui valori antifascisti su cui si fonda la Costituzione italiana: "Se lei dice che l'Europa sua non è quella di Ventotene, io chiedo a Giorgia Meloni qual è la sua Italia. È quella della Costituzione? Stiamo ancora aspettando di sentire che lei si dichiari antifascista come la nostra Costituzione su cui ha giurato", ha concluso Schlein, denunciando l'assenza di una chiara dichiarazione da parte della premier.
Elly Schlein (PD): "Meloni è silenziosa e complice nel disgregare l'Europa"
Elly Schlein, leader del Partito Democratico, ha duramente criticato la premier Giorgia Meloni, accusandola di essere sparita dal dibattito pubblico e di non prendere posizioni forti su temi cruciali per il Paese e l'Europa. "L'ultima apparizione della Presidente Meloni risale allo scorso dicembre. Le volte in cui si è palesata in quest'Aula si contano sulle dita delle mani", ha sottolineato Schlein, evidenziando la persistente assenza di una presa di posizione chiara su questioni internazionali fondamentali. Schlein ha richiamato l'attenzione sui silenzi di Meloni riguardo alle violenze a Gaza, ricordando come non abbia mai condannato l'operato dell'esercito israeliano, né le parole di Netanyahu, che ha affermato che il negoziato si farà "sotto le bombe".
"Non l'abbiamo sentita dire una parola quando Trump ha proposto un resort per ricchi su terre palestinesi, dove sono stati massacrati oltre 45mila palestinesi", ha accusato la leader del PD.
Un altro punto sollevato da Schlein è stato il sostegno della Meloni all'amministrazione Trump e le sue reiterate critiche all'Unione Europea, senza mai rispondere agli attacchi di Donald Trump e Elon Musk:"Meloni non ha mai reagito ai ricatti di Trump e Musk", ha detto Schlein, "mentre si asteneva a Strasburgo per non offenderli, lasciando che le imprese italiane e l'intera economia europea pagassero le conseguenze delle guerre commerciali annunciate da Trump". Schlein ha anche parlato dell'inerzia del governo italiano nel difendere gli interessi nazionali, accusando Meloni di ridursi a "complice silenziosa" di un progetto che mira a indebolire l'Unione Europea. La leader del PD ha poi anche criticato la posizione del governo italiano sulla neutralità tecnologica, definita da Meloni come "neutralità ideologica": "Meloni non sa scegliere tra gli interessi dell'Italia e quelli di Trump", ha affermato, mettendo in discussione la sua capacità di rappresentare gli interessi nazionali nell'ambito della geopolitica globale. Schlein ha concluso il suo intervento ricordando il recente caso dell' Ungheria di Orban, che ha vietato il Pride, una "vergogna" su cui il governo italiano non ha preso distanze: "Le persone non si cancellano per legge, l'amore non si vieta", ha dichiarato fermamente, accusando Meloni di non difendere i diritti civili in Europa e di compromettere il futuro del Paese con la sua posizione debole e silenziosa.
Conte (M5s): "Piano di riarmo porterà alla disgregazione dell'Europa"
Giuseppe Conte ha poi duramente attaccato la politica di difesa del governo Meloni, accusandola di aver tradito la vocazione diplomatica dell'Italia e di aver intrapreso scelte dannose per il Paese: "Mentre gli italiani soffrono per il caro bollette e l'inflazione, il governo si dedica a un piano di riarmo da 800 miliardi che non farà altro che accentuare le diseguaglianze in Europa", ha affermato il leader del M5S. Secondo Conte, l'Italia non ha infatti la capacità fiscale per competere con nazioni come la Germania o la Polonia, che possono permettersi enormi investimenti in armamenti. "Il risultato sarà la disgregazione dell'Europa", ha avvertito, sottolineando come questo piano minacci di accentuare le differenze tra i vari Paesi dell'Unione. Ha anche criticato l'impatto "devastante" che il piano avrà su settori cruciali come la sanità e le spese sociali, già ridotte drasticamente dal governo. "La Meloni non può venire qui a dire che questo piano non avrà conseguenze gravi sulla sanità", ha aggiunto, riferendosi alla firma del governo Meloni sul patto di stabilità che ha di fatto ridotto la spesa pubblica in settori essenziali. Conte ha poi ribadito la posizione del Movimento 5 Stelle, che propone un'alternativa: un progetto di difesa comune europea che ottimizza le risorse, riduce gli sprechi e punta su innovazioni tecnologiche, come l'intelligenza artificiale e i sistemi satellitari: "Il 5 aprile saremo a Roma per dire no a questo piano di riarmo folle", ha dichiarato, "e per proporre un rilancio per la sanità, la scuola e per sostenere le nostre filiere industriali in crisi".
Conte (M5S): "Giorgia Meloni ha tradito la vocazione diplomatica dell'Italia"
Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha duramente criticato la gestione del governo Meloni, accusandolo di fallimenti ripetuti e di una mancanza di coraggio politico. Durante il suo intervento, ha evidenziato numerosi scandali, come il caso Almasri e la gestione delle risorse per le famiglie, che hanno visto un aumento dei rimborsi per i Ministri, mentre molti cittadini si sono visti ridurre le detrazioni. "Non è facile metterci la faccia quando accumuli così tanti fallimenti", ha sottolineato Conte. Ha poi attaccato la leader Meloni per non aver preso una posizione chiara sulla recente escalation dei raid israeliani in Palestina, lamentando la sua mancanza di dichiarazioni pubbliche riguardo alla morte di civili, tra cui centinaia di bambini, e per non aver difeso i valori dello Stato di diritto e dell'Europa: "La credibilità del Paese si misura anche in questi momenti", ha affermato.
Conte ha anche accusato Meloni di tradire la vocazione diplomatica dell'Italia, con la sua politica di escalation militare contro la Russia, ricordando che tre mesi fa, proprio Meloni, parlava di "vittoria militare" contro la Russia, contraddicendo le sue stesse parole. Il leader M5s ha poi citato il recente cambio di posizione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha avviato i negoziati di pace, un passo che, secondo Conte, ridicolizza la posizione di Meloni.
Barelli (FI): "Relazione Meloni pienamente all'altezza della gravità dell'ora"
"La relazione della presidente del Consiglio è stata pienamente all'altezza della gravità dell'ora". A dirlo il capogruppo di Forza Italia a Montecitorio, Paolo Barelli, nell'Aula della Camera, in dichiarazione di voto sulle risoluzioni presentate sulle comunicazioni della premier Meloni, in vista della riunione del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo
Lupi (Noi Moderati): "L'Italia deve rimanere nell'Alleanza Atlantica, nessuna guerra commerciale"
Maurizio Lupi, deputato di Noi Moderati, ha risposto alle critiche mosse dalla sinistra riguardo alla posizione del governo sulla politica estera. Secondo Lupi, gli attacchi alla maggioranza di centrodestra, che accusano il governo di dover scegliere tra Europa e Stati Uniti, sono "demagogici" e "populisti".
"La nostra scelta è stata fatta tanti anni fa e non cambia", ha dichiarato, sottolineando che l'Italia deve rimanere parte del Patto Atlantico. Ha anche ricordato come figure autorevoli della politica italiana, come Enrico Berlinguer e Alcide De Gasperi, abbiano sostenuto l'importanza della Nato per la sicurezza del Paese.
Lupi ha criticato poi la guerra commerciale e i dazi, evidenziando che le politiche protezionistiche non portano benefici, ma impoveriscono i popoli; secondo lui, è fondamentale dialogare e costruire relazioni che favoriscano la crescita, in linea con l'intervento del presidente Draghi, che ha sottolineato la necessità di concentrare lo sviluppo europeo sul mercato interno. Infine, Lupi ha ribadito il sostegno alla relazione del Presidente del Consiglio, dichiarando il pieno supporto alla mozione di maggioranza.
Lupi (Noi Moderati): "Rispettare la storia è fondamentale, legittima la critica, ma il confronto è il sale della democrazia"
Maurizio Lupi di Noi Moderati è intervenuto in Aula, commentando l'acceso dibattito che ha animato la discussione in Aula, dopo le parole di Meloni che ha citato il Manifesto di Ventotene. Lupi ha sottolineato l'importanza di "rispettare la storia e il sacrificio delle persone per la libertà", pur ribadendo la "legittimità di criticare idee diverse", purché ciò avvenga in un contesto di rispetto reciproco e sereno confronto."Rispettare la storia non vuol dire non avere un'identità o la libertà di criticare contenuti che sono diversi dalla propria visione", ha dichiarato Lupi, facendo riferimento alla sua convinzione che la diversità di opinioni, che spaziano dal liberalismo al conservatorismo, debba essere vista come la forza della democrazia. Lupi ha fatto anche riferimento alla storica figura di Alcide De Gasperi, sottolineando come, anche nei periodi più difficili della Repubblica, critiche forti siano state legittime, pur mantenendo il rispetto per il valore e l'integrità delle figure politiche.
Infine, Lupi ha difeso l'operato del governo, sostenendo che la relazione del Presidente del Consiglio rappresenti un forte segno "di impegno europeista e di sostegno a valori che rafforzano l'unità dell'Europa", criticando le critiche mosse "senza un'adeguata attenzione al contenuto della proposta".
Bonelli (AVS): "Meloni fugge dal dibattito e nasconde segreti sul caso Almasri e Paragon"
La dichiarazione di Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, è una critica accesa verso la premier Meloni, riguardo al suo comportamento in Parlamento e alla sua gestione della politica estera e interna. Bonelli ha accusato Meloni di aver agito "scientificamente" per sminuire il Manifesto di Ventotene, simbolo della nascita dell'Unione Europea e della lotta contro il fascismo e il nazionalismo, e di non averlo nemmeno letto, nonostante rappresenti il fondamento della democrazia europea. Secondo Bonelli, Meloni sarebbe influenzata da posizioni estreme, riferendosi ai legami con i "profili fake" che supportano Trump e movimenti sovranisti. Bonelli, nel corso del suo intervento alla Camera, ha criticato poi anche la gestione della politica estera da parte della Presidente, sottolineando le difficoltà interne al governo, in particolare con la Lega, che le ha fatto capire che non ha il mandato per sostenere il Piano Rearm EU durante il Consiglio europeo. Inoltre, Bonelli ha denunciato una mancanza di trasparenza riguardo alla gestione dei migranti e dei traffici illegali, accusando il governo di aver "liberato" trafficanti di esseri umani, citando la vicenda di Almasri, senza dare spiegazioni adeguate sui dettagli dell'operazione.
Il deputato ha poi accusato il governo di nascondere verità importanti riguardo alla sorveglianza di attivisti e giornalisti investigativi, come il direttore di Fanpage.it,citando così il caso Paragon e sollevando il tema della mancanza di trasparenza e del fatto che il Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) non rappresenti pienamente il Parlamento, e che quindi gli italiani non sono ancora adeguatamente informati.
Richetti (Azione): "Inaccettabile che l'esecutivo prenda parte attivamente al contenzioso politico"
Matteo Richetti, capogruppo di Azione, ha criticato la posizione del governo durante le discussioni politiche in Aula: secondo Richetti, è inaccettabile che l'esecutivo prenda parte attivamente al contenzioso politico, sostenendo o applaudendo una parte anziché mantenere una posizione neutrale. Ha poi sottolineato che il governo dovrebbe concentrarsi sull'offrire una visione al Paese, mentre le opposizioni hanno il compito di proporre suggerimenti. Richetti ha anche ricordato che la Lega ha espresso chiaramente che la premier Meloni non ha il mandato per sostenere l'accordo sul Piano Rearm EU, mettendo in evidenza una spaccatura interna alla maggioranza.
Tra Mattarella e Meloni nessun incontro al Quirinale dopo il tradizionale pranzo di lavoro in vista del Consiglio europeo
Nessun incontro diretto tra il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la premier Giorgia Meloni. In passato, a margine del tradizionale pranzo di lavoro al Quirinale con alcuni ministri in vista del Consiglio europeo, i due avevano avuto infatti l'opportunità di scambiarsi alcune parole. Alcune fonti riportano che i due interlocutori non hanno discusso del tema di Ventotene, che invece è stato al centro dello scontro in aula alla Camera tra la presidente del Consiglio e i gruppi dell'opposizione durante le comunicazioni in vista del summit europeo.
Meloni dice di non aver mai parlato di "vittoria" dell'Ucraina, ma lo ha fatto diverse volte in passato
Giorgia Meloni durante la replica di questa mattina alla Camera ha detto di non aver mai parlato di "vittoria" in relazione alla guerra in Ucraina. Il M5s ha rintracciato però diverse dichiarazioni della premier fatte in passato, in cui Meloni si esprimeva proprio in termini ottimistici sulla fine del conflitto a favore dell'Ucraina.
Boschi: "Abbiamo assistito allo show della influencer Giorgia Meloni. Si dimentica però che fa la premier"
"Prima della pausa abbiamo assistito allo show della influencer Meloni", ha iniziato così il suo intervento in Aula Maria Elena Boschi, di Italia Viva, che ha aggiunto: "Meloni si dimentica che fa la premier, e non la influencer, smentendo una se stessa del 2016, quando rivendicava la grandezza dei padri fondatori di Ventotene, oggi invece offende la memoria di quei giovani di Ventotene". Boschi ha poi proseguito: "Ha offeso la loro memoria e le radici comuni dell'Unione Europea. Poi vorrei ricordare alla premier che non è più alla Garbatella, ma è al Parlamento italiano."
"Fa specie vedere i colleghi di FI spellarsi le mani mentre Meloni dice che Ventotene non è la nostra Europa. Noi di Iv ci riconosciamo nel manifesto di Ventotene ma anche nell'Europa di De Gasperi perchè non sono in contraddizione e Meloni le condivide? Penso proprio di no. E Forza Italia che ne pensa? Nei suoi interventi imbarazzanti e imbarazzati, Meloni dice che invidiava Draghi perché all'indomani della guerra in Ucraina aveva un mandato chiaro ma lui aveva un mandato chiaro perché aveva un'idea chiara. Domani Meloni vada a Bruxelles da statista, non da influencer, vada in Europa a rappresentare l'Italia tenendo la linea dell'Europa", ha poi concluso.
Magi accusa Meloni di distrarre l'attenzione dalla politica estera e dalla maggioranza
Il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, ha accusato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di cercare di deviare l’attenzione dalle sue dichiarazioni controverse sul confino di Ventotene: "Le sue parole ci fanno capire che si sente più vicino a chi ha realizzato il confino di Ventotene che ai detenuti", ha dichiarato Magi alla Camera, aggiungendo che la premier sta cercando di nascondere la mancanza di una chiara politica estera e di una maggioranza stabile.
Al via dichiarazioni di voto alla Camera su risoluzioni su comunicazioni Meloni
Sono iniziate, nell'Aula della Camera, le dichiarazioni di voto sulle risoluzioni sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni, in vista della riunione del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo.
Il governo, con il ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr, Tommaso Foti, ha espresso parere favorevole al testo della maggioranza e contrario a quelli di Partito democratico, Movimento cinque stelle, Alleanza verdi e sinistra, Azione, Italia viva e Più Europa.
Meloni non sarà in Aula per impegni istituzionali.
Montaruli (FdI): "Su Ventotene la sinistra è in cortocircuito"
La vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Augusta Montaruli, ha commentato la bagarre in Aula scatenata dalle opposizioni dopo la lettura di un frammento del Manifesto di Ventotene, accusando la sinistra di essere in "cortocircuito nervoso". Montaruli ha poi definito pretestuose le giustificazioni dell'opposizione, sostenendo che non vorrebbero mai che venisse messa in evidenza la loro natura contraddittoria e inaffidabile. Secondo Montaruli, il Manifesto di Ventotene sarebbe solo una "cortina fumogena" dietro la quale si nasconderebbe un progetto "illiberale e antidemocratico". Ha poi criticato l' "isterismo" dell'opposizione, sottolineando le differenze con la maggioranza che, a suo dire, si è dimostrata compatta.
Gianni Cuperlo: "La replica di Meloni è una delle pagine più vergognose della storia repubblicana"
Gianni Cuperlo, deputato del Partito Democratico, ha duramente criticato la premier Giorgia Meloni per le sue dichiarazioni sul Manifesto di Ventotene, definendole "una delle pagine più vergognose della storia repubblicana". In un post sui social, Cuperlo ha sottolineato che "la volgarità della replica della presidente del Consiglio" è inaccettabile e che Meloni non è degna di rappresentare un paese che ha vissuto la dittatura fascista.
Cuperlo ha scritto con "tristezza" di aver assistito a uno spettacolo che "mortifica la memoria e la storia", ma ha anche aggiunto che "questa destra conosce bene la storia e vuole riscriverla". Ha concluso poi il suo post dicendo che è un "dovere morale" non permettere che ciò avvenga.
Carlo Calenda: "In un momento critico con Putin, discutere del Manifesto di Ventotene è assurdo"
Carlo Calenda, leader di Azione, ha commentato le recenti discussioni sul Manifesto di Ventotene durante un punto stampa fuori Monteciotorio, esprimendo il suo disappunto. Secondo Calenda, "la situazione internazionale è drammatica" e con Putin che già viola la tregua e non mostra segni di fermarsi, è incomprensibile che si stia facendo una "bagarre" su un documento scritto durante il periodo nazifascista. Calenda ritiene infatti che, se si voleva aprire una discussione storica, sarebbe stato utile ma che, oggi, "il problema è come tenere a bada Putin" e non parlare di documenti del passato. Il leader di Azione ha poi criticando la scelta della premier Meloni di enfatizzare il Manifesto di Ventotene, suggerendo che sarebbe stato più sensato dichiarare che "la sua ispirazione è l'Europa di De Gasperi e Adenauer", come affermato da Antonio Tajani. Calenda ha poi accusato l'Italia di non essere "un paese serio" se spende energie in discussioni su documenti storici mentre la realtà attuale, con il conflitto in Ucraina, richiederebbe un focus su "la storia che c'è oggi". Ha poi ribadito che le radici dell'Europa si trovano sia nel Manifesto di Ventotene che nel lavoro di De Gasperi, Adenauer e Schuman, e ha concluso che il dibattito sul Manifesto non dovrebbe essere strumentalizzato per creare confusione in aula. Infine, a chi gli ha chiesto se le parole sulla Ventotene siano state utilizzate per coprire le contraddizioni della maggioranza, Calenda ha risposto: "le contraddizioni sono ovunque, sono nella maggioranza e nell'opposizione", mentre Azione rimane ferma nelle sue posizioni a favore di un'Europa forte, di un sostegno all'Ucraina per una "pace giusta", e contro la "politica inaffidabile di Trump" che vuole distruggere l'Europa.
Meloni a Bruxelles dopo il pranzo al Colle, la premier non ritornerà alla Camera
Dopo la tradizionale colazione di lavoro al Quirinale che precede le riunioni del Consiglio Europeo, la premier Meloni non tornerà alla Camera per assistere alle dichiarazioni di voto sulle comunicazioni rese in Parlamento.
Secondo quanto si apprende, Meloni volerà infatti a Bruxelles come preventivato, mentre in Aula il governo sarà rappresentato dal sottosegretario Alfredo Mantovano e da alcuni ministri.
Elly Schlein: "Meloni oltraggia la memoria di Ventotene e non difende i valori dell'Europa"
Giorgia Meloni, secondo la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, ha "oltraggiato la memoria del Manifesto di Ventotene" e "non ha il coraggio di difendere i valori su cui l'Unione è fondata" di fronte agli attacchi di Trump e Musk. Schlein critica la decisione della premier di "nascondere le divisioni del suo governo" in Aula, definendo tale comportamento un tentativo di "riscrivere la storia". Il Manifesto di Ventotene, scritto da giovani antifascisti confinati dai fascisti, è considerato da tutti come la base dell'Unione Europea. Secondo Schlein, questo documento "supera i nazionalismi che nel nostro continente hanno prodotto soltanto guerre".
"Non si permetta mai più di oltraggiare la memoria di Altiero Spinelli, Ursula Hirschmann, Ernesto e Ada Rossi, Eugenio Colorni, se siamo qui a discutere in un Parlamento democratico è grazie a persone come loro", ha dichiarato la segretaria del PD. Schlein ha anche chiesto a Meloni se la sua Italia sia quella della Costituzione, "perché sono gli stessi antifascisti che l'hanno scritta", aggiungendo "stiamo ancora aspettando che si dichiari antifascista pure lei".
Al Quirinale in corso il pranzo di lavoro con il governo in vista del Consiglio europeo
Intanto, al Quirinale è in corso il tradizionale pranzo di lavoro con il governo, in preparazione del prossimo Consiglio europeo. Presenti il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la premier Giorgia Meloni, e numerosi ministri: Antonio Tajani, Matteo Piantedosi, Guido Crosetto, Giancarlo Giorgetti, Adolfo Urso, Gilberto Pichetto Fratin, i sottosegretari alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, e il consigliere diplomatico di palazzo Chigi Fabrizio Saggio.
Malpezzi (Pd): "Giorgia Meloni non vuole un'Europa libera e forte"
"Dice che l'Europa del Manifesto di Ventotene, scritto da antifascisti al confino, non è la sua Europa, non è l'Europa che vuole. Forse perché quel manifesto si intitolava ‘Per un'Europa libera e forte'? Cosa non vuole Giorgia Meloni, quindi? L'Europa libera? L'Europa forte?".
Lo ha scritto Simona Malpezzi, senatrice del Pd, in un post su X (ex Twitter).
Serracchiani (Pd): "Meloni offende la Costituzione e strumentalizza Ventotene per fini propagandistici"
Debora Serracchiani, della segreteria nazionale del Partito Democratico, ha accusato Giorgia Meloni di aver "irriso la nostra Costituzione, la nostra storia e l'Europa stessa" in uno dei momenti più delicati della storia recente, alla vigilia di un Consiglio europeo cruciale per il futuro dell’Italia e dell'Europa. Serracchiani ha quindi criticato la premier per aver "mistificato la realtà" e aver "strumentalizzato in modo truffaldino e offensivo" il Manifesto di Ventotene, documento simbolo della lotta contro i nazionalismi e il nazifascismo. Ha definito questo atto come "vergognoso", privo di "senso delle istituzioni" e di "rispetto per i valori fondanti dell'Europa".
"Uomini e donne hanno sacrificato la vita per quel documento, e Meloni lo ha trasformato in una caricatura per fini propagandistici", ha concluso Serracchiani.
Fornaro (PD): "Meloni insulta la memoria di Ventotene, si inginocchi davanti ai padri dell'Europa"
Il deputato del PD, Federico Fornaro, ha criticato duramente le dichiarazioni di Giorgia Meloni sul Manifesto di Ventotene, accusandola di "fare la caricatura" degli uomini che lo hanno scritto e che hanno contribuito alla nascita dell'Europa. "Lei, presidente Meloni, siede in questo Parlamento anche grazie a loro. Questo è un luogo sacro della democrazia e noi siamo qui grazie a quei visionari di Ventotene che erano confinati politici", ha dichiarato Fornaro, chiedendo alla premier di "inginocchiarsi" davanti a questi uomini e donne anziché 2insultare la loro memoria".
Fornaro ha poi sottolineato che il Manifesto di Ventotene non è "l'inno della dittatura del proletariato", come sostenuto da Meloni, ma "l'inno dell’Europa federale contro i nazionalismi, che sono stati il cancro del Novecento", provocando due guerre mondiali con milioni di morti. "Oltraggiare Ventotene significa oltraggiare la memoria di Altiero Spinelli, il padre dell'Europa, di Ernesto Rossi, di Eugenio Colorni", ha concluso.
Zan (PD): "Meloni difende l'Europa liberticida di Orban, noi con Ventotene"
Alessandro Zan, della segreteria del PD, ha risposto alle dichiarazioni di Giorgia Meloni sul Manifesto di Ventotene, affermando che la sua visione dell'Europa "non è la nostra". "La sua idea di Europa è quella liberticida di Orban e delle destre reazionarie che attaccano diritti e libertà", ha infatti dichiarato poi Zan, accusando la premier di "restrigere i diritti civili", "attentare all'indipendenza della magistratura", e "alimentare discriminazioni". Zan ha poi ribadito che l'Europa che il PD difende è quella di Ventotene, "quella della democrazia, dei diritti e dell'integrazione", contrapposta a quella che, secondo lui, Meloni cerca di "smantellare".
Fratoianni (AVS): "Meloni delegittima i padri dell'Europa, un'operazione inaccettabile"
Il deputato di AVS, Nicola Fratoianni, ha criticato la premier Meloni per aver cercato di delegittimare gli autori del Manifesto di Ventotene, definiti "i fondatori morali dell'Europa".
"Grazie a loro, Giorgia Meloni può sedere in Parlamento come Presidente del Consiglio, e questa operazione è stata inaccettabile. Va ben oltre ogni dialettica possibile ed è per questo che le opposizioni si sono ribellate", ha dichiarato in un'intervista a Radio Radicale, dopo la sospensione dell'Aula di Montecitorio. Infine, ha lanciato una stoccata alla maggioranza: "Ricordo alla destra che ci sarà ben una ragione per cui un edificio dei Palazzi della Ue a Bruxelles è dedicato proprio ad Altiero Spinelli".
Richetti (Azione): "Meloni strumentalizza Ventotene, chieda scusa per le sue parole in Aula"
Anche il capogruppo di Azione, Matteo Richetti, ha attaccato Giorgia Meloni per il suo intervento alla Camera, accusandola di aver usato in modo strumentale il Manifesto di Ventotene e di aver assunto un atteggiamento provocatorio e inaccettabile: "Possibile che quando si pronuncia la parola ‘fascista' in questa Aula succede il finimondo?", ha affermato Richetti, sottolineando come le parole citate dalla premier siano "la conseguenza di anni di fascismo in Italia".
"Meloni non dimentichi cosa significa rappresentare un'istituzione e chieda scusa per quanto affermato oggi in Aula", ha concluso.
Fornaro (PD): "Meloni insulta la memoria di Ventotene, si inginocchi davanti a quei visionari"
Anche il deputato del PD Federico Fornaro ha criticato duramente le dichiarazioni di Giorgia Meloni sul Manifesto di Ventotene, accusandola di oltraggiarne la memoria: "Non è accettabile fare la caricatura degli uomini protagonisti del Manifesto di Ventotene. Lei, presidente Meloni, siede in questo Parlamento anche grazie a loro. Questo è un luogo sacro della democrazia e noi siamo qui grazie a quei visionari di Ventotene che erano confinati politici. Si inginocchi, la presidente del Consiglio, di fronte a questi uomini e queste donne, non insulti la loro memoria". Fornaro ha definito le parole di Meloni "gravi nei confronti del Parlamento e della storia di questo Paese", ribadendo che il Manifesto di Ventotene non è "l'inno della dittatura del proletariato", come sostenuto dalla premier, ma "il suo esatto contrario: l'inno dell'Europa federale contro i nazionalismi, il cancro del Novecento che ha provocato due guerre mondiali con milioni di morti".
"Oltraggiare Ventotene significa oltraggiare la memoria di Altiero Spinelli, il padre dell'Europa, di Ernesto Rossi, di Eugenio Colorni", ha concluso.