Dopo la telefonata tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini, in cui il capo politico del M5s ha sottolineato che la presidenza della Camera spetta al MoVimento, sono iniziati gli incontri dei capigruppo Giulia Grillo e Danilo Toninelli con i leader degli altri partiti: Lega e Pd avrebbero mostrato un'apertura rispetto all'ipotesi avanzata da Di Maio.
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Telefonata Salvini-Di Maio. Il leader grillino: "Ci spetta presidenza Camera dei deputati"
Stasera Matteo Salvini ha telefonato a Luigi Di Maio. Durante il colloquio i due hanno concordato sulla necessità di confrontarsi sulle presidenze delle due Camere nel rispetto del voto degli italiani. Salvini, ha poi sentito Maurizio Martina, che ha ribadito la linea del Pd, e Pietro Grasso, e ha espresso loro l'intento di rendere operativo quanto prima il Parlamento: "A nome della coalizione più votata dagli italiani ho ritenuto mio dovere telefonare a Di Maio, Martina e Grasso, per aprire un dialogo sulle presidenze delle Camere per garantire agli italiani che si perda meno tempo possibile e che si rispetti il voto del 4 marzo. Rendere più veloci e trasparenti i regolamenti, tagliare vitalizi e spese inutili sarà una nostra priorità".
Il leader pentastellato ha scritto un post su Facebook: "Ho ricordato a Salvini che il MoVimento 5 Stelle è la prima forza politica del Paese, con il 32% dei voti, pari a quasi 11 milioni di italiani che ci hanno dato fiducia, e che alla Camera abbiamo il 36% dei deputati. Per noi questa volontà è sacrosanta e vogliamo che venga rispecchiata attraverso l'attribuzione al MoVimento della presidenza della Camera dei Deputati". Ma, assicura, "l'interlocuzione sulle presidenze delle Camere, come abbiamo già detto, è slegata da ciò che riguarderà la formazione del governo".
Dopo il colloquio telefonico avvenuto intorno alle 20, Di Maio ha scritto nel suo post che i capigruppo Giulia Grillo e Danilo Toninelli si confronteranno domani con le altre forze politiche, e ha aggiunto: "Così come Salvini ha riconosciuto il nostro straordinario risultato, anche io ho riconosciuto il successo elettorale ottenuto dalla Lega". Ma ha spiegato che con il leader del Carroccio non è in programma alcun incontro, notizia confermata anche dall'ufficio stampa della Lega.
M5S: "Berlusconi? Un uomo disperato, non siamo in vendita"
"Silvio Berlusconi è un uomo disperato. Sa, e lo ha ammesso oggi, che se si dovesse tornare a votare questa volta il MoVimento 5 Stelle prenderebbe il 40% e questo lo terrorizza. Per questo sta già cercando di fare campagna acquisti presso gli altri gruppi parlamentari. Infatti, avrebbe detto ai suoi di convincere quanti più deputati e senatori del MoVimento 5 Stelle a passare con lui. All'ex premier diciamo subito una cosa: i nostri parlamentari non sono in vendita". Lo affermano i capigruppo M5S Giulia Grillo e Danilo Toninelli. "Sono stati eletti dai cittadini per fare, in Parlamento, gli interessi degli italiani e per rispettare gli impegni presi in campagna elettorale. All'ex premier vogliamo dire che istituiremo il vincolo di mandato, come promesso, per evitare proprio i cambi di casacca e i voltagabbana. E' una delle priorità del nostro programma che noi rispetteremo. Queste dichiarazioni di Berlusconi dimostrano che il centrodestra non parla di programmi, di contenuti, a differenza del MoVimento 5 Stelle, ma litigano fra loro per decidere chi sia il leader. E Berlusconi, che vuole fare campagna acquisti, dimostra che non ha imparato la lezione", proseguono Grillo e Toninelli. "E' proprio di ieri, infatti, la notizia che la Corte dei Conti ha aperto un'inchiesta sulla compravendita dei senatori che portò l'ex parlamentare Idv, De Gregorio, alla corte di Berlusconi, facendo così cadere il governo Prodi. L'organo di giustizia contabile, infatti, ha ipotizzato un danno d'immagine del Paese e, tradotto in denaro, un aumento dello spread valutabile attorno ai 6 milioni di euro. Denaro che il leader di Fi potrebbe dover pagare di tasca propria. Le cose sono cambiate. Tutti i parlamentari del MoVimento 5 Stelle rispetteranno questo mandato in Parlamento. Berlusconi se ne faccia una ragione".
Oggi pomeriggio, durante l'assemblea dei parlamentari di Forza Italia, il Cavaliere ha dichiarato: "Bisogna convincere i singoli Cinque Stelle a sostenere un governo di centrodestra".
Scontro nel centrodestra, Berlusconi: "Io apro a M5S? Solo la porta, per cacciarli"
Rispondendo a una domanda relativa all'apertura del centrodestra a un'ipotesi di governo Lega-M5S, Silvio Berlusconi, arrivando alla Camera per l'assemblea dei gruppi, ha commentato caustico: "Ho aperto la porta per cacciarli via". Sembra dunque che l'apertura paventata in conferenza stampa da Matteo Salvini non sia affatto condivisa dal leader di Forza Italia.
Di Maio: "Non alzeremo l'Iva e punteremo sul taglio della spesa pubblica, non sul deficit"
Luigi Di Maio, ospite in Confcommercio a Milano, spiega l'iter che seguirà il Movimento 5 Stelle da qui all'insediamento del governo: "In questi giorni dialogheremo sui nomi dei futuri presidenti di Senato e Camera. Io il 5 marzo ho lanciato un appello e ho chiesto a tutte le forze politiche dialogo e responsabilità. Voi avete un vantaggio, sapete tutti i punti del programma del nostro Movimento. Noi non abbiamo mai parlato di uscita dall'Euro e dall'Unione Europea, l'ho ribadito per tutta la campagna elettorale. Il mio impegno è la crescita del Paese, bisogna favorire chi lavora nel mercato. Bisogna iniziare le interlocuzioni con tutte le forze politiche e vogliamo amministrare con responsabilità i nostri numeri e le varie fasi. Oggi in Germania dopo circa 6 mesi è stato formato il Governo, credo che ci impiegheremo di meno rispetto a quei tempi. Per noi gli investimenti sono fondamentali, vogliamo investire soprattutto sulla manutenzione delle opere ed è fondamentale dare serenità a chi ha attività produttive. Credo che le clausole per l'aumento dell'Iva vadano disinnescate subito e non vadano rinviate per questioni tecniche. La spending review è importante, prima di parlare di sforamento del deficit, andiamo a recuperare i soldi spesi male e investiti male".
Salvini: "Troveremo una maggioranza. Con M5S? Escluso il Pd, tutto è possibile"
Ospite della Stampa Estera a Roma, il leader della Lega Matteo Salvini ha spiegato il suo programma di governo e cosa avrebbe in mente di fare qualora Mattarella dovesse affidargli l'incarico. Salvini ha parlato prima di tutto di Europa e di immigrazione, ribadendo l'intenzione di non rispettare a tutti i costi i parametri europei imposti dai vari trattati internazionali ratificati dall'Italia e il cambio di impostazione per le politiche migratorie: "L'Italia non può continuare a essere il campo profughi d'Europa, la politica migratoria dovrà cambiare. L'Unione Europea deve stare tranquilla perché le nostre politiche faranno crescere il Paese. Noi al momento stiamo già lavorando al nostro Def in cui metteremo alcuni accenni alle nostre proposte di tasse. Puntiamo a far diventare l'Italia un Paese moderno, efficiente e federale. Proporremo non solo la flat tax al 15%, ma anche lo stralcio di cartelle esattoriali sotto i 100.000 euro che porteranno ulteriori introiti per l'erario. Noi ora stiamo lavorando e trattando soprattutto per le presidenze delle Camere e vogliamo che l'Italia abbia al più presto un governo così che Bruxelles, anzi Berlino, non prepari le politiche economiche per il Belpaese per i prossimi 7 anni", ha spiegato Salvini.
Rispondendo alla domanda di un cronista in merito al presunto avvelenamento della ex spia russa, Salvini ha spiegato: "Se i fatti verranno acclarati, i nostri rapporti con la Russia e con Putin cambieranno, ma fino ad allora io non prendo in considerazione un cambio di politica e trovo che le sanzioni contro la Russia siano folli". Per quanto riguarda l'Euro, Salvini ha replicato: "L'Euro era e rimane una moneta sbagliata e non cambio idea a seconda delle convenienze. Il debito pubblico è aumentato, l'Italia con una moneta tedesca in tasca è il primo per decremento di reddito pro-capite. La moneta è una convenzione per far stare meglio le persone, se questo non avviene allora va rivista la politica monetaria. Non potremmo agire da soli, ma in maniera condivisa, ma la Lega punta a proporre all'Europa una serie di cambiamenti, di irreversibile non c'è niente e ridiscuteremo le regole europee con gli altri partner".
L'obiettivo del governo della Lega sarà la piena occupazione e piena occupazione significa tornare a far nascere bambini. Sarà questo il dato, dice Salvini, su cui andrà valutato il suo futuro governo. Per quanto riguarda i respingimenti e le politiche migratorie, Salvini ha spiegato: "Mai messo in discussione il principio del dovere di salvataggio, la vita è sacra e va salvata, ma vanno fermate le partenze e bisogna fare accordi di riammissione con gli altri Paesi con cui non abbiamo siglato patti. Dobbiamo fare investimenti in Africa per dare un futuro a questi ragazzi che altrimenti scappano dai loro Paesi. I confini europei però vanno difesi non solo dall'Italia, ma anche dall'Ue e fino ad adesso non è stato fatto. Farò meglio di Minniti, sia per quanto riguarda gli sbarchi che per quanto riguarda le espulsioni, che vanno aumentate".
"Non ho smania di fare il premier, voglio mantener fede a quello che mi hanno chiesto gli elettori e nelle prossime settimane lavoreremo per trovare una maggioranza. Sicuramente di questa maggioranza non faranno parte gli sconfitti, ovvero il Pd di Gentiloni, Boschi e Renzi. Escluso il Pd, tutto è possibile. Noi abbiamo un programma e chi viene al governo con noi deve voler abolire la legge Fornero, introdurre la Flat Tax al 15%, abolire la Buona Scuola, ridiscutere i vincoli europei. Altre idee ben vengano, ma il nostro impianto deve essere condiviso".
Tajani: "Non esiste ipotesi di governo Lega-M5S, i patti erano chiari e si rispettano"
L'ex candidato premier per Forza Italia e attuale presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, rispedisce al mittente qualsiasi ipotesi di accordo di governo tra Lega e Movimento 5 Stelle: "Non esiste un'ipotesi di governo Lega-M5S, perché moltissimi deputati della Lega, tutti quelli eletti nei collegi, sono deputati eletti anche con i voti di FI, FdI e di Noi per l'Italia, quindi hanno un vincolo anche con questi elettori e sono sicuro che un governo Lega-M5S non ci sarà. Si tratterebbe di una scelta che tradirebbe gli impegni presi, non accadrà. C'è un documento sottoscritto nel momento della formazione delle liste perché nessuno eletto con Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia e Noi con l'Italia avrebbe cambiato bandiera o avrebbe avrebbe rotto le alleanze. I patti sono sacri, i patti vanno rispettati. Forza Italia li sta rispettando per quanto riguarda i rapporti con la Lega e sono sicuro che la Lega li rispetterà. Violare questi patti sarebbe violare il rapporto i cittadini, questo non avverrà ne sono convinto e mi auguro che nessuno pensi ad un'ipotesi del genere".
Cuperlo: "Pd ha subito una sconfitta storica, Renzi deve mollare"
Per Gianni Cuperlo, rappresentante di una delle cosiddette minoranze dem del partito, il Pd versa in una situazione drammatica e sarebbe andato distrutto per colpa di Matteo Renzi. In un'intervista rilasciata a Luca Telese per Panorama, il dem ha dichiarato: "Abbiamo subìto una sconfitta storica. Credo che sia il peggior risultato della sinistra nella storia repubblicana. La situazione del Pd è drammatica. Di fronte a un risultato come questo il minimo è capire che cosa è successo. I nostri elettori hanno fatto le valigie e si sono accasati nel M5s. Una parte arriva fino alla Lega. A Macerata Salvini passa dallo 0,6 al 20 per cento. Renzi si presenta e annuncia: ‘Ovvia conseguenza della sconfitta è che io me ne vada'. Però non c'è una analisi o una lettura di cosa sia accaduto. Individua solo due responsabilità. Del Quirinale che non lo ha portato a votare nelle due finestre del 2017. E di Gentiloni che ha fatto campagna elettorale troppo tecnica, senza colpi di scena. Ma non era la straordinaria squadra del Pd? Matteo rievoca la disastrosa campagna del referendum, dicendo: colpa di chi ha votato No. Non dice una parola su una legge elettorale oggi criticata da tutti. Io non amo chi perde e abbandona la squadra. Ma chi perde e il pallone lo sequestra perché ci gioca solo lui è peggio. Di fronte alla valanga che si è staccata dal monte, dovrebbe mollare".
Che cosa deve fare il Pd?
La cartina elettorale dell'Italia era tricolore. Ora è bicolore. Siamo spariti noi.Come lo spiega?
Se la nostra politica diventa solo contabilità di schede e gioco di potere è inevitabile.Che cosa rimprovera a questo Pd?
Il partito è un comitato elettorale permanente. Che, tra l'altro, colleziona solo sconfitte!La difficoltà più grande?
Siamo apparsi un ceto politico legato all'idea del potere come unico fine.Quando è iniziato tutto?
La situazione si è fatta insostenibile dopo le sconfitte di Torino, Roma, Napoli. Abbiamo dato una impressione tremenda.Quale?
Essere un ceto politico di privilegiati interessati solo a conservare le loro prebende.
"Vorrei che il segretario dicesse: ‘Mi faccio da parte, ma capiamo perché abbiamo perso'. Ci ha detto: ‘Non mi fido di voi perché fate caminetti e inciuci. Per questo vi voglio controllare'. Renzi ha legato le sue dimissioni a un calendario impossibile e indefinito. E intanto gestisce tutto lui. Ripete quello che ha fatto dopo la sconfitta del referendum. Nel partito emerge uno scontro di tifoserie accanite. Male. Non sono tra chi pensa che nulla può accadere fino a che lo scampo di Renzi sia issato sulla picca. Ma non posso accettare il principio che "il capo" non possa essere rimosso. Abbiamo voluto una legge elettorale fallimentare. E io quel giorno non ho votato la fiducia", conclude Cuperlo.
Chi saranno i parlamentari del M5s che condurranno le trattative con gli altri partiti
Il MoVimento 5 Stelle ha scelto i parlamentari che avranno il ruolo di condurre le trattative con gli altri gruppi politici per le presidenze di Camera e Senato: saranno i due capigruppo Giulia Grillo (a Montecitorio) e Danilo Toninelli (a Palazzo Madama). In un post sul blog delle stelle i due scrivono: “Da oggi, in accordo con Luigi Di Maio, inizieremo le interlocuzioni con gli altri gruppi politici per le presidenze di Camera e Senato. Vogliamo figure di garanzia. Le due presidenze devono essere assolutamente slegate da qualsiasi questione di governo. Anche in questo chiediamo responsabilità a tutte le forze politiche affinché si possa arrivare a scelte condivise che non rispondano a nessuna logica di spartizione delle poltrone”.
“Il MoVimento 5 Stelle – scrivono ancora i due – ha avuto il mandato da parte dei cittadini per governare questo Paese, ed è con questa stessa responsabilità che vogliamo interloquire con le altre forze politiche”. Secondo Grillo e Toninelli “la forza del MoVimento è stata e sempre sarà il gioco di squadra” e “tutti i portavoce eletti lavoreranno con e per il gruppo. L’impresa che ci aspetta richiede un grande impegno che dovrà essere coordinato al meglio”. Per questo viene comunicata la composizione delle squadre che coordineranno il lavoro.
Alla Camera la capogruppo sarà Giulia Grillo, come già annunciato negli scorsi giorni. La vicecapogruppo vicaria sarà Laura Castelli. Altri vicecapogruppo saranno: Giuseppe Brescia, Francesco Silvestri, Maria Elena Spadoni, Alberto Zolezzi. I segretari: Azzurra Cancelleri, Daniele Del Grosso e Francesco D’Uva. Il tesoriere sarà Sergio Battelli. Al Senato il capogruppo sarà Danilo Toninelli, mentre il vice capogruppo vicario sarà Vito Crimi. Per i vicecapogruppo la scelta è ricaduta su Vilma Moronese, Stefano Patuanelli, Gianluca Perilli e Daniele Pesco. I segretari saranno Gianluca Castaldi, Vincenzo Santangelo e Sergio Puglia. Il ruolo di tesoriere verrà affidato a Nunzia Catalfo.
Berlusconi: "No a nuove elezioni, ci serve stabilità"
Nonostante prima delle elezioni avesse dichiarato che in caso di mancata maggioranza gli italiani avrebbero dovuto tornare alle urne, ora il leader di Forza Italia sembra aver cambiato idea. Nel corso del vertice di centrodestra tenutosi a Palazzo Grazioli, Silvio Berlusconi avrebbe ribadito agli alleati una sorta di aut aut: niente voto, al Paese serve stabilità. Berlusconi preme infatti affinché la coalizione di centrodestra parli a livello unitario e accolga l'appello alla responsabilità fatto dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "Valiamo solo in quanto restiamo uniti. Il centrodestra in Parlamento ha il 42% dei seggi", avrebbe commentato il coordinatore nazionale di Fdi, Guido Crosetto.
Salvini tratta la presidenza delle Camere con Di Maio e Martina su mandato di Berlusconi
Il 23 marzo – data in cui avrà luogo la prima seduta parlamentare della nuova legislatura e la conseguente elezione dei presidenti di Camera e Senato – si avvicina e dunque le trattative per la scelta degli esponenti di maggioranza o minoranza che andranno a presiedere i due rami del parlamento entrano nel vivo. Nel corso del vertice interno alla coalizione di centrodestra avvenuto ieri sera a Palazzo Grazioli, Silvio Berlusconi ha dato mandato al leader della Lega, Matteo Salvini, di condurre le trattative con i capi politici di Pd e M5S, ovvero il reggente Maurizio Martina e Luigi Di Maio. "Berlusconi non ha espresso un no pregiudiziale nei confronti del M5S", ha dichiarato Salvini a margine dell'incontro con il leader di Forza Italia. Stando a indiscrezioni, però, nel corso del vertice ci sarebbero stati momenti di tensione e la leader di Fratelli D'Italia, Giorgia Meloni, avrebbe posto un aut aut a Salvini: o fai il capo della coalizione e ci rappresenti tutti oppure fai il leader del tuo partito e basta.
Sul piatto ci sarebbe stata inoltre un'altra proposta: Meloni avrebbe infatti chiesto a Salvini di fare il presidente del Senato per facilitare l'assegnazione dell'incarico esplorativo da Mattarella al centrodestra. Salvini, però, ha preferito mantenere la premiership della coalizione. Nella giornata di oggi, Salvini dovrebbe aprire ufficialmente alle trattative per le presidenze di Camera e Senato e chiamare i leader degli schieramenti avversari. Nel corso dei prossimi 9 giorni, i partiti si occuperanno principalmente di trovare un accordo su questo fronte, ovvero di trovare una prima maggioranza trasversale per l'elezione della seconda e terza carica dello Stato.