Dopo la telefonata tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini, in cui il capo politico del M5s ha sottolineato che la presidenza della Camera spetta al MoVimento, sono iniziati gli incontri dei capigruppo Giulia Grillo e Danilo Toninelli con i leader degli altri partiti: Lega e Pd avrebbero mostrato un'apertura rispetto all'ipotesi avanzata da Di Maio.
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Salvini tratta la presidenza delle Camere con Di Maio e Martina su mandato di Berlusconi
Il 23 marzo – data in cui avrà luogo la prima seduta parlamentare della nuova legislatura e la conseguente elezione dei presidenti di Camera e Senato – si avvicina e dunque le trattative per la scelta degli esponenti di maggioranza o minoranza che andranno a presiedere i due rami del parlamento entrano nel vivo. Nel corso del vertice interno alla coalizione di centrodestra avvenuto ieri sera a Palazzo Grazioli, Silvio Berlusconi ha dato mandato al leader della Lega, Matteo Salvini, di condurre le trattative con i capi politici di Pd e M5S, ovvero il reggente Maurizio Martina e Luigi Di Maio. "Berlusconi non ha espresso un no pregiudiziale nei confronti del M5S", ha dichiarato Salvini a margine dell'incontro con il leader di Forza Italia. Stando a indiscrezioni, però, nel corso del vertice ci sarebbero stati momenti di tensione e la leader di Fratelli D'Italia, Giorgia Meloni, avrebbe posto un aut aut a Salvini: o fai il capo della coalizione e ci rappresenti tutti oppure fai il leader del tuo partito e basta.
Sul piatto ci sarebbe stata inoltre un'altra proposta: Meloni avrebbe infatti chiesto a Salvini di fare il presidente del Senato per facilitare l'assegnazione dell'incarico esplorativo da Mattarella al centrodestra. Salvini, però, ha preferito mantenere la premiership della coalizione. Nella giornata di oggi, Salvini dovrebbe aprire ufficialmente alle trattative per le presidenze di Camera e Senato e chiamare i leader degli schieramenti avversari. Nel corso dei prossimi 9 giorni, i partiti si occuperanno principalmente di trovare un accordo su questo fronte, ovvero di trovare una prima maggioranza trasversale per l'elezione della seconda e terza carica dello Stato.