Con la conclusione degli scrutini elettorali, inizia ora il lungo periodo delle trattative per trovare una solida maggioranza parlamentare che possa permettere ai vincitori delle elezioni di formare un governo e ottenere la fiducia in entrambi i rami del parlamento.
- Orfini: "Renzi si è formalmente dimesso lunedì, non ha senso discuterne ancora" 07 Marzo
- LeU: "Noi aperti a dialogare con tutti in Parlamento, ma mai con la destra" 07 Marzo
- Pittella (Pd): "Esito del voto è colpa dell'Ue e della sua gestione della crisi migratoria" 07 Marzo
- Lorenzin: "Con il reddito di cittadinanza ci saranno tagli alla sanità. Sono preoccupata" 07 Marzo
- Emiliano: "Calenda? Personaggio opaco. Pd scelga se essere determinante per Lega o per M5S" 07 Marzo
- Assegnati i 18 seggi del voto estero: per il Senato nessun seggio al M5S 07 Marzo
- Tajani: "Continuerò a fare il presidente del Parlamento europeo" 07 Marzo
- Elezioni 2018, la maggioranza di governo è lontana: il Pd si spacca tra pro-M5S e contrari 07 Marzo
Orfini: "Renzi si è formalmente dimesso lunedì, non ha senso discuterne ancora"
Il presidente del Pd Matteo Orfini cerca di mette a tacere le polemiche sulle dimissioni di Matteo Renzi: "Si è formalmente dimesso lunedì", assicura in una nota. "Come da lui richiesto nella lettera di dimissioni, e come previsto dallo statuto, ho immediatamente annunciato la convocazione dell'assemblea nazionale per gli adempimenti conseguenti. Contestualmente ho convocato la direzione nazionale che sarà aperta dalla relazione del vicesegretario Martina. Nella direzione discuteremo le scelte politiche che il Pd dovrà assumere nelle prossime settimane".
Orfini continua ancora: "Continuare a discutere di un fatto ormai avvenuto – le dimissioni del segretario – come non vi fossero state non ha molto senso. Come non lo ha disquisire del percorso conseguente le dimissioni che è chiaramente definito dal nostro statuto e che non consente margini interpretativi né soluzioni creative".
Lunedì la direzione del Pd sceglierà chi sostituirà Renzi
Lunedì si riunirà la direzione del Pd e uno dei suoi compiti sarà quello di individuare la reggenza del partito, stando a quanto riferito durante la trasmissione Cartabianca, in onda su Rai3, da Matteo Richetti, portavoce della segreteria del Pd. "Con Veltroni e Bersani – afferma Richetti – il percorso è stato lo stesso. Lunedì faremo una direzione che individuerà la reggenza del partito. Non so se ci sarà Renzi e se non ci sarà sarà la dimostrazione che ha fatto un passo indietro anche fisico. Il nostro Statuto dice le cose che stiamo facendo".
Sul tema arriva anche l'intervento di Andrea Orlando, esponente della minoranza dem: "Renzi non si può dimettere dopo la formazione del governo – dichiara Orlando, ospite di Porta a Porta -. Mi aspetto che si dimetta, è quello che dice lo Statuto. Non c'è bisogno di alcuna sfiducia, Renzi si è dimesso. Abbiamo chiesto chiarezza rispetto agli effetti delle dimissioni. O uno si dimette o si deve trovare un altro assetto. Le cose si stanno incanalando in una qualche forma di reggenza o di gestione collegiale anche delle trattative con le altre forze politiche". E, secondo il ministro della Giustizia, "se cade il segretario si dimette tutto il gruppo dirigente". Quindi Renzi "in pochi giorni deve dare delle risposte chiare", conclude Orlando.
Boschi: "Non sono interessata a fare la capogruppo del Pd né la vicepresidente della Camera"
Nelle ultime ore sono circolate due ipotesi riguardanti la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi: per lei, dopo la rielezione alla Camera nel collegio di Bolzano, si è parlato del ruolo di capogruppo del Pd a Montecitorio o di vicepresidente della Camera. Voci che si sono fatte sempre più insistenti oggi, tanto da portare la diretta interessata a smentire attraverso una nota: "Sono costretta a ripetere ciò che ho detto ieri e nei giorni scorsi. Non sono interessata – né in pista – per ricoprire né il ruolo di capogruppo, né quello di vicepresidente della Camera. Prego cortesemente di non tirare in ballo il mio nome per ruoli cui non aspiro e che altri amici del Pd potranno egregiamente svolgere".
Il sondaggio: gli italiani vorrebbero un governo M5s-Lega
Se oggi è difficile capire quale possa essere la maggioranza di governo che si formerà dopo le elezioni, anche gli italiani sembrano non avere le idee chiare su quale possa essere il miglior esecutivo. Un sondaggio realizzato da Emg acqua per Cartabianca, la trasmissione di Rai3, evidenzia come gli intervistati preferirebbero un governo formato da M5s e Lega, scelto dal 33,2% di loro. Il 28,1% degli intervistati spera invece in un governo formato da M5s e Pd. Minoritaria l'ipotesi di un esecutivo composto da centrodestra e Pd, voluto solo dal 15,4%. Più del 20% degli intervistati non riesce invece a dare un suo parere definito sul tema.
LeU: "Noi aperti a dialogare con tutti in Parlamento, ma mai con la destra"
"I deputati e senatori di LeU che ci rappresenteranno apriranno con le altre forze politiche un confronto trasparente e serio sulle possibili convergenze per poter realizzare la nostra agenda politica. Lo faremo in Parlamento, il luogo deputato alla discussione democratica. Allo stesso tempo ribadiamo che non saremo disponibili a partecipare ad operazioni innaturali con la destra". Lo scrivono Pietro Grasso, Pippo Civati, Nicola Fratoianni, Roberto Speranza, in una lettera alle delegate e ai delegati, ai candidati e alle candidate e ai volontarie e alle volontarie.
"Nel mondo – si legge ancora nella lettera – assistiamo ad un avanzamento sempre più preoccupante delle destre e dei populismi. L'Italia non è da meno: il dato e i flussi elettorali emersi in queste ore ci raccontano di un Paese che vive le stesse contraddizioni di altre nazioni europee. La sinistra è in crisi: lo è nel linguaggio, nella cultura politica, nelle prospettive e, soprattutto, nella capacità di parlare ai cittadini, di interpretarne le istanze, di rappresentare i molti e non i pochi. Il contesto storico e internazionale è necessario per analizzare quanto accaduto ma non deve trasformarsi in un alibi. Abbiamo bisogno di riflettere insieme per comprendere le ragioni di un risultato che non è all'altezza delle aspettative di tutti noi".
Orlando: "Il 90% del Pd è contrario a un'alleanza con il M5s"
Andrea Orlando, leader della minoranza interna al Pd, assicura che nel partito almeno il 90% degli esponenti è contrario a una alleanza con il MoVimento 5 Stelle. Il ministro della Giustizia parla di quella che definisce una mossa brillante, ovvero "spostare il dibattito interno del Pd sul tema delle alleanze, anzi sull’alleanza con i 5 Stelle, oscurando così il tema del risultato elettorale". Una discussione che secondo Orlando è inutile perché "la maggioranza esclude questa ipotesi, quindi quasi il 70% del Pd". A questa quota va sommata quella dell'area politica che ha sostenuto lo stesso Orlando al congresso che "ha escluso la possibilità di un governo con i 5 Stelle, così come con il centrodestra, quindi si aggiunge un ulteriore 20% del Pd".
Il ministro della Giustizia ricorda quindi che chi si è pronunciato a favore di un'alleanza è solo Michele Emiliano che "ha ottenuto al congresso il 10%: il conto è presto fatto. Il 90% del gruppo dirigente del Pd è contrario ad un’alleanza con il M5s". "Oggi – continua – un’avveduta dirigente come la presidente della Regione Umbria, una regione un tempo definita rossa, sente il bisogno di chiedere un referendum su questo tema. Il referendum nel Pd non serve. Il referendum sul Pd c’è già stato. Siamo al 18%. Un solo punto sopra la lega di Salvini. Alla direzione dobbiamo parlare di questo, delle ragioni profonde di questa disfatta elettorale".
Pittella (Pd): "Esito del voto è colpa dell'Ue e della sua gestione della crisi migratoria"
"La democrazia, la volontà dei cittadini deve essere rispettata. L'esito delle elezioni italiane è stata una battuta d'arresto molto preoccupante non solo per la futura stabilità dell'Italia, ma per il futuro dell'Europa". Lo ha detto Gianni Pittella eletto in Campania al Senato con il sistema proporzionale, ma battuto all'uninominale da Saverio De Bonis (M5S). "Questo deve essere considerato come una diretta conseguenza delle politiche di austerità e della mancanza di solidarietà dell'Europa nella gestione della crisi migratoria", ha aggiunto Pittella, secondo una nota del Groppo S&D. "Il vento degli estremisti e dei sentimenti antieuropei ha soffiato dal continente, in tutti i Paesi. Non c'è un posto felice. È in gioco l'intera Europa". Pittella ha poi aggiunto che negli anni in cui ha rivestito la carica di presidente del Gruppo "abbiamo combattuto ferocemente contro questi movimenti estremisti" e che "continuerà a lottare per i nostri valori e principi", ma "sotto un ruolo diverso".
Il dem si è dimesso dall'Europarlamento per lasciare Bruxelles, dove ha ricoperto il ruolo di presidente del gruppo dei Socialisti e democratici (S&D), e intanto il gruppo S&D ha reso noto che è aperto il processo per la scelta del nuovo presidente con le candidature che andranno presentate entro le ore 15 di lunedì 12 marzo. Il nuovo capogruppo sarà eletto martedì 20 marzo a Bruxelles. A gestire la transizione sarà nel frattempo la vicepresidente Maria Joao Rodrigues.
Lorenzin: "Con il reddito di cittadinanza ci saranno tagli alla sanità. Sono preoccupata"
"Nel programma del Movimento Cinque Stelle c'è il definanziamento del Sistema Sanitario Nazionale. È impossibile coniugare il reddito di cittadinanza con il sostegno ai pensionati e alla sanità pubblica". Così il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ha parlato a margine del primo congresso della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), che si svolge oggi a Roma. "Penso che qualcuno si dovrebbe leggere il loro programma. Hanno un pezzo di programma totalmente giustizialista – ha aggiunto – con un utilizzo delle intercettazioni fuori dalla legge; c'è di fatto una patrimoniale. Queste sono cose, a mio parere, sono totalmente inconciliabili con una visione democratica. Sono molto preoccupata".
E sulla posizione che deve tenere il Pd rispetto all'ipotesi di un appoggio esterno a un governo Di Maio ha detto: "Renzi ha fatto quello che, come segretario del proprio partito ha ritenuto giusto fare. Io non sono membro del Pd sono un'alleata, quindi rispetto le posizioni prese. Sicuramente ritengo molto corretto dire che, se uno ha perso, sta all'opposizione e spetta oggi a chi ha i numeri e ha preso più voti assumersi la responsabilità di trovare una via".
Arriva secca la risposta di Paola Taverna (M5S): "Dopo il flop di Civica popolare alle elezioni, al ministro Lorenzin non resta altro che sparare menzogne sul MoVimento 5 Stelle. Nel programma presentato dal MoVimento 5 Stelle infatti non è previsto alcun taglio alla sanità, ma proprio il contrario, ovvero, tornare ad investire oltre il 6,5% del Pil, prevedendo anche dieci mila assunzioni. Abbiamo evidenziato chiaramente la necessità di cambiare rotta rispetto alla politica di tagli portata avanti proprio dal suo governo, che dal 2012 al 2017 ha definanziato di oltre 20 miliardi il servizio sanitario nazionale. Ciò che ha inevitabilmente influito nella vita dei cittadini. Non dimentichiamo che secondo Censis oltre 12 milioni di cittadini italiani hanno dovuto rinunciare a curarsi per motivi economici". E poi arriva l'affondo: "Dal suo ministero si ricorda solo la disastrosa campagna per il fertility day", conclude Taverna.
Emiliano: "Calenda? Personaggio opaco. Pd scelga se essere determinante per Lega o per M5S"
"Il Pd, ringraziando il cielo, è ancora determinante. Bisognerà capire se vuole essere determinate per un nuovo modello di autoritarismo post fascista, che è quello di Salvini. O se invece vuole aprire alle cose nuove, raccordandosi con l'atteggiamento progressista del Movimento Cinquestelle". A dirlo è il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, parlando con i giornalisti del sostegno esterno del Pd al governo dei Cinquestelle. Anche da parte sua arrivano i complimenti per il leader pentastellato: "Di Maio, nel giro di una campagna elettorale, ha fatto un salto in avanti dal punto di vista della maturità costituzionale e politica, che mi fa sentire come uno spreco non raccogliere il suo appello". E si riferisce alla lettera a Repubblica in cui Di Maio ha appunto chiesto ai partiti di collaborare per cambiare l'Italia. "Viceversa – ha aggiunto – dall'altra parte ci sono i soliti noti. Adesso si è aggiunto anche Calenda. Personaggio opaco legato a poteri probabilmente occulti, che adesso sta finendo di pregiudicare l'immagine del Pd". "Vi ricordo – ha aggiunto – che Calenda è quello del disastro dell'Ilva, del disastro dell'Alitalia, del disastro del Tap. Una persona irragionevole che di fronte alla tutela di interessi probabilmente privati, ha portato il governo nello stallo più completo".
E sull'ipotesi che si discuta di un sostegno esterno a un eventuale governo Di Maio già in direzione Pd, prevista per lunedì, il governatore dem ha detto: "La vedo un po' immatura ancora, la direzione del Pd ha bisogno di tempo per arrivare a capire che il futuro dell'Italia non è nella conservazione del passato che è stato un disastro. Perché la seconda Repubblica è stato un disastro, questo bisogna dirlo. Quindi ora bisogna passare a un nuovo modello di governance".
Rosato (Pd): "Alleanza con M5S? Non sono di sinistra, sono contro Ius Soli e unioni civili"
Per il capogruppo Pd alla camera dei Deputati, Ettore Rosato, nessun alleanza tra Pd e M5S è possibile: "Il referendum sull'alleanza con i 5 stelle? Sul mio cellulare è già in corso un referendum e non c'è uno che mi dica di fare un governo con i 5 stelle, piuttosto che dire sì a un governo Di Maio mi si paralizzano le gambe. I grillini non sono di sinistra, basta ricordare il no al governo di cambiamento in diretta streaming, il M5s ci ha impedito di fare lo ius soli, ha votato contro le unioni civili, il reddito di inclusione e gli 80 euro. Sono il partito no vax, cosa facciamo noi con i no vax?".
Assegnati i 18 seggi del voto estero: per il Senato nessun seggio al M5S
Sono stati assegnati i 18 seggi del voto estero. La notizia è stata diffusa dal Viminale sottolineando che si tratta di uno scrutinio non definitivo in quanto mancano alcuni verbali che sono stati trasmessi, come previsto dalla legge, alla corte d'appello. Dei 12 seggi in palio alla Camera, 5 vanno al Pd, 3 al centrodestra e uno rispettivamente a M5s, Maie, Usei e +Europa. Dei 6 seggi al Senato, il Pd e il centrodestra ne conquistano 2. Nessun seggio ai Cinquestelle mentre ne prendono uno ciascuno Maie e Usei.
Il senatore Pd Sposetti: "Renzi va processato dalla base. Lui e i suoi sono delinquenti seriali"
Il senatore dem Ugo Sposetti, storico tesoriere dei Ds, sostiene senza troppi giri di parole che il segretario del Pd andrebbe processato dalla base del partito: "Renzi e l’attuale direzione del Pd non sono degni di affrontare il dibattito su quello che dovrà fare da ora il partito. Sono indegni. Lui e la sua cerchia sono delinquenti seriali che hanno distrutto la sinistra e rotto l’idea di comunità. Proporrò la costituzione di Comitati 5 marzo per la rinascita del Pd. I circoli devono autoconvocarsi per esaminare il risultato elettorale ed elaborare proposte per tornare a essere un partito vero. Renzi va processato. Ha capito bene, pro-ces-sa-to", ha dichiarato al Corriere della Sera. "Ci ha portati in una situazione peggiore a quella del ’48. Qua non è rimasto nulla. Lui ha distrutto tutto", ha aggiunto Sposetti.
"La sconfitta di domenica è figlia di arroganza politica, boria, pressappochismo, visione miope. Questa sconfitta non è ‘ogni sconfitta'. Dietro questa c’è anche l’insano gusto del potere che pervade ogni azione di Renzi. Tutto quello che sta facendo in questi giorni e in queste ore è dettato da un vero e disgustoso attaccamento alla poltrona. Per questo non esiste altra via che quella di un vero e proprio processo politico a Renzi da parte della nostra gente, è solo uno a cui bisogna ribellarsi subito".
Parlando di un appoggio ai 5 Stelle, Sposetti spiega che il Paese ha bisogno di un governo e che il Movimento 5 Stelle non è pericoloso e negli ultimi 5 anni gli esponenti sono migliorati molto: Ricordo trent’anni fa quando osservavo in Senato Bossi, da solo, il primo leghista piombato a Roma. Perché io osservo, sa? Ho osservato anche i Cinque Stelle. Sono migliorati molto negli ultimi cinque anni. Non sono pericolosi né li ho mai considerati un pericolo.
Tajani: "Continuerò a fare il presidente del Parlamento europeo"
Tajani dichiara: Intendo continuare a fare il Presidente del Parlamento europeo, non ho mai fatto campagna elettorale. Ho sempre anteposto l'interesse del Parlamento europeo a qualsiasi altra cosa. Certo poi sono anche un parlamentare europeo eletto nelle liste di Forza Italia. Lo annuncia Antonio Tajani ai microfoni del Gr1 Rai. Berlusconi lo aveva indicato come futuro premier con Forza Italia nella corsa per il 4 marzo.
Elezioni 2018, la maggioranza di governo è lontana: il Pd si spacca tra pro-M5S e contrari
A pochi giorni dalle elezioni politiche, iniziano le estenuanti trattative tra forze politiche con l'obiettivo di trovare una solida maggioranza parlamentare che possa garantire al nuovo esecutivo la fiducia in entrambi i rami del parlamento. Le elezioni politiche hanno restituito un risultato piuttosto frammentato e il puzzle istituzionale sarà di difficile risoluzione. Il centrodestra ha vinto le elezioni incassando il 37% dei consensi con una coalizione formata dalla Lega di Matteo Salvini, Forza Italia e Fratelli d'Italia, mentre il Movimento 5 Stelle risulta, senza alleati, il primo partito d'Italia con oltre il 32% delle preferenze. Matteo Salvini e Luigi Di Maio rivendicano entrambi il diritto a proporsi come premier forti del consenso raggiunto, ma stante anche il sistema elettorale fortemente proporzionale, di fatto nessuno degli schieramenti in campo ha ottenuto abbastanza seggi tali da permettere il raggiungimento di una maggioranza di governo autonoma. Per formare il nuovo governo, dunque, sarà necessario ricorrere ad alleanze programmatiche o esterne e ora il presidente della Repubblica, cui spetta il compito di designare il futuro presidente del Consiglio e concedere l'incarico di governo, avrà qualche settimana di tempo prima di iniziare le consultazioni ufficiali e procedere con l'iter costituzionale.
Nel corso di questi giorni post-voto, però, si sta assistendo a scambi di accuse tra i vari avversari politici in campo: il Partito Democratico, per voce del segretario dimissionario Matteo Renzi, ha dichiarato di non essere in alcun modo disposto a sostenere un governo a 5 Stelle, mentre dall'altra parte sembra esserci un'ala minoritaria del partito che invece proverebbe a concedere la fiducia a Di Maio. Senza il Pd compatto, però, comunque il Movimento 5 Stelle non avrebbe abbastanza voti parlamentari per ottenere la fiducia in entrambe le camere, dunque un appoggio esterno della minoranza conterebbe di fatto ben poco. Luigi Di Maio ha confermato di essere intenzionato a parlare con tutti gli schieramenti in campo, a patto che la discussione prenda in considerazione i punti programmatici di governo presentati da M5S prima delle elezioni. Traducendo, in sostanza Di Maio è pronto ad accettare un appoggio esterno solo di chi garantirà il sostegno alle proposte di legge del Movimento. Nel mezzo, Matteo Salvini, leader del partito più votato della coalizione di centrodestra, rivendica la propria premiership e dichiara che un'alleanza Lega-M5S sarebbe irrealizzabile, una mera fake news diffusa da giornalisti fantasiosi.