Salvini dice un secco "no" a un eventuale governo con il Pd. Di Maio si appella agli altri partiti ma chiude a un esecutivo istituzionale, ribadisce che i ministri del M5s non si toccano e aggiunge: "Un ritorno al voto non ci spaventa".
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- Martina replica a Di Maio: "Sue parole arroganti, il tempo della propaganda è finito" 13 Marzo
- Di Maio: "No a governo di tutti e a ministri diversi da quelli M5s, non ci spaventa nuovo voto" 13 Marzo
- Padoan dice che non c'è fretta: "Commissione Ue aspetta nuovo governo" 13 Marzo
- Salvini litiga con i giornalisti durante la conferenza stampa a Strasburgo 13 Marzo
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- Delrio: "Io segretario? Ci sono altri più capaci di me" 13 Marzo
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Chiamparino: "Olimpiadi 2026 a Torino sarebbero un'opportunità straordinaria"
Il presidente della regione Piemonte, Sergio Chiamparino, si appella ai consiglieri della Città Metropolitana di Torino per la candidatura della città a ospitare le Olimpiadi invernali del 2026. “Il mio auspicio – dichiara Chiamparino – è che tutto il consiglio della Città Metropolitana domani sostenga la volontà della sindaca. E che il consiglio comunale di Torino rimedi alla lacerazione che non ha fatto bene alla considerazione complessiva della città”.
Chiamparino sottolinea che i giochi del 2006 di Torino “furono un’edizione esemplare” e aggiunge: “Credo che il 2026 possa tornare a essere una straordinaria opportunità, innanzitutto come obiettivo mobilitante e sfidante per la nostra comunità”. “Possiamo ambire alla candidatura – continua – perché abbiamo fatto una edizione esemplare nel 2006 e abbiamo impianti adeguati a ospitare l'evento. Se vogliamo avere chanche non possiamo dire che l'edizione 2006 dei Giochi invernali è stata poco trasparente, perché non è vero. Dobbiamo dire la verità, e quindi non si può certo sostenere che quella è stata una edizione di spreco, perché i dati parlano chiaro. Concordo con l'idea di fare un'Olimpiade low cost, che non vuol dire a zero costi. L'impatto ambientale zero non è possibile, ma è chiaro che avendo tutti gli impianti, non dovremo abbattere molti alberi”.
La regione Piemonte si è espressa favorevolmente alla candidatura di Torino approvando due documenti di indirizzo che danno impulso alla giunta per concordare con il comune di Torino e con la Città Metropolitana e i vari comuni coinvolti, l'apertura di un tavolo di confronto sulla manifestazione di interesse per i 25esimi giochi olimpici invernali.
Di Maio non risponde sugli F35
Nessun commento di Luigi Di Maio sul programma riguardante gli F35 e sulla posizione che un eventuale governo a guida M5s potrà tenere sul tema. Durante la conferenza stampa che si è tenuta oggi all’associazione stampa estera, Di Maio non ha risposto a una specifica domanda di una giornalista russa dell’agenzia di stampa Tass. La giornalista ha rivolto al capo politico del M5s tre domande: una prima riguardante le sanzioni alla Russia, una seconda sul programma F35 “contestato in passato dal M5s” e una terza sulla figura di Di Maio che potrebbe essere il più giovane presidente del Consiglio della storia: in questo caso la giornalista voleva sapere a chi si ispirasse.
Di Maio ha risposto solo a due delle tre domande, tralasciando proprio quella sugli F35: “Io mi ispiro molto al gioco di squadra – ha esordito partendo dalla terza domanda – non credo sia questione di uomo solo al comando. Anche per questo ho presentato una squadra di governo durante le elezioni. Sulle sanzioni c’è una volontà di discuterle, vedremo a cosa approderà questa discussione a livello europeo. Sono uno strumento, se non sta funzionando, valutiamo se sia opportuno utilizzarlo o meglio. Per tutte le altre questioni credo che il dialogo a livello europeo per difendere l’Italia debba essere il più forte possibile. La questione delle sanzioni è legato alla nostra agricoltura, ai danni fatti a parte della nostra economia”. Una volta terminata la risposta, la giornalista ha tentato di sollecitare nuovamente una discussione sugli F35 incalzando il suo interlocutore anche se senza microfono, ma Di Maio non ha replicato ed è passato alla domanda successiva di un altro giornalista.
Martina replica a Di Maio: "Sue parole arroganti, il tempo della propaganda è finito"
Dopo la conferenza stampa di Luigi Di Maio, capo politico del M5s, a intervenire e a rispondere al leader pentastellato ci pensa Maurizio Martina, vicesegretario del Pd e reggente del partito fino alla nuova assemblea prevista ad aprile: "Le parole di Di Maio – afferma Martina – sono solo arroganti e per niente utili all'Italia. Altro che responsabilità. Insulta il ministro dell'Economia che ha garantito la tenuta del Paese e la sua ripartenza per poi predicare dialogo: una farsa. Di Maio dovrebbe accorgersi che il tempo della propaganda è finito". Il riferimento di Martina è alle parole del capo politico del M5s su Pier Carlo Padoan, definito come "irresponsabile".
Di Maio: "No a governo di tutti e a ministri diversi da quelli M5s, non ci spaventa nuovo voto"
"Le elezioni sono state uno schiaffo al vecchio modo di fare politica. Credo che gli italiani abbiano dato un grande segnale e quel segnale va colto. Si tratta di un voto post-ideologico, un voto su un programma che non è mai stato estremista": così Luigi Di Maio ha aperto il suo intervento in diretta all'associazione stampa estera. "Non contempliamo nessuna ipotesi di governo istituzionale, di governo di tutti", aggiunge affermando che si sarebbe aspettato dalle altre forze politiche un contatto per parlare dei temi.
Presidenze delle Camere e ritorno al voto
"Per noi l'elezione dei presidenti di Camera e Senato sarà l'elezione di figure di garanzia che non avranno nulla a che vedere" con le consultazioni, spiega ancora Di Maio chiedendo "responsabilità a tutte le forze politiche". "Noi dobbiamo liberare l'Italia dalle dinamiche di potere interne delle forze politiche per cominciare a mettere al centro gli italiani".
Di Maio si rivolge alle altre forze politiche: "Forse stanno chiedendo di tornare a votare per un segnale ancora più forte? A noi questo non spaventa. Il M5s in assenza di una maggioranza assoluta non avrebbe lasciato l’Italia nel caos. Noi vogliamo amministrare con responsabilità questo momento".
Di Maio continua a parlare più volte di responsabilità, definendo le altre forze politiche in grado solamente "di parlare di loro stesse" dal 5 marzo ad oggi. "Noi siamo proiettati al governo del Paese ma siamo disponibili al dialogo sui temi, ma nessuno si è fatto avanti".
Di Maio risponde anche a una domanda sulla regola del doppio mandato dei parlamentari del M5s e come verrà valutato questo principio in caso di scioglimento anticipato delle Camere e nuove elezioni a breve: "Il tema del doppio mandato è fondamentale per noi – replica il capo politico del MoVimento – e si basa su un concetto importante: non esistono professionisti della politica. Il nostro MoVimento è quello che ha eletto più donne in Parlamento e che aveva più titoli di studio delle altre forze politiche. La regola dei due mandati è sacrosanta perché consente dei tempi ben limitati. Oggi il nostro obiettivo è andare al governo, non sto considerando l’ipotesi in cui non parta la legislatura".
Alleanze solo con ministri M5s
Rispondendo a una domanda su una possibile alleanza con la Lega, Di Maio replica: “Noi non siamo disponibili a tradire la volontà popolare. I cittadini hanno votato un candidato premier, una squadra di governo e un programma. Oggi il MoVimento è proiettato al governo del Paese, gli altri che vogliono farsi avanti vengano con proposte, non con posti nei ministeri. Non sono dinamiche che ci appartengono e che appartengono agli italiani. Su questo non ho visto avanzare neanche una proposta”. "Non siamo disponibili a immaginare una squadra di governo diverso da quello che la volontà popolare ha espresso", aggiunge rispondendo a chi gli chiede se il M5s accetterà alleanze solo se il presidente del Consiglio sarà lo stesso Di Maio.
Di Maio spiega anche, rispondendo a un'altra domanda, la sua idea di cambio di casacca e perché non c'è contraddizione con il suo appello agli altri partiti: "Il tema dei cambi di casacca interessa i singoli parlamentari, qui stiamo facendo un appello a tutto il Parlamento sui temi. Io non sto facendo un incoraggiamento al cambio di casacca". E ribadisce il suo appello al dialogo per i presidenti delle Camere ma non per gli organi di governo.
La politica estera di Di Maio
"Se dovessimo andare al governo – afferma parlando di politica estera – la linea che vogliamo portare avanti non tende a isolare l'Italia, sarà un Paese che comunica con tutto il resto del mondo. Il mio primo viaggio da candidato premier è stato negli Stati Uniti per raccontare il nostro programma e per ricordare che l'Italia con noi resterà nell'Ue, nella Nato, all'interno dell'occidente. L'idea di stabilizzare la Libia deve partire da una grande conferenza di pace che faremo qui a Roma. Non credo che ci sia da stravolgere la politica estera dell'Italia, ma c'è da far valere di più questo paese nelle dinamiche internazionali. Il mio primo viaggio da premier sarebbe a Bruxelles, dove dobbiamo rappresentare le esigenze di un Paese che ha bisogno di difendere le proprie imprese". "Noi – continua – non vogliamo avere nulla a che fare con i partiti estremisti europei, anzi massimo dialogo con le forze di governo europee".
Di Maio attacca il ministero dell'Economia Pier Carlo Padoan: "Le nostre misure economiche saranno sempre ispirate alla stabilità del Paese: non vogliamo trascinare le dinamiche economiche nelle diatribe politiche. Credo che oggi Padoan sia stato molto irresponsabile a trascinare le questioni tra Italia e Bruxelles rispondendo ‘non so' a proposito del futuro dell'Italia. È stata quasi una provocazione, come a dire che ‘ora che me vado all'opposizione avveleno i pozzi'. Tutti siamo chiamati alle responsabilità". Parlando del tetto del 3% nel rapporto deficit/Pil, Di Maio dichiara: "Sul deficit tutti mi pare che concordino sul superare quel parametro, ora vediamo come. Bisogna capire qual è il nuovo parametro che si vuole individuare".
Padoan dice che non c'è fretta: "Commissione Ue aspetta nuovo governo"
Al termine del vertice europeo dei ministri delle Finanze, Pier Carlo Padoan ha rilasciato una interessante dichiarazione ai giornalisti presenti. “La Commissione UE sa che stiamo lavorando al documento di quadro macro tendenziale”, ha spiegato Padoan, precisando di aver chiarito che “implicitamente, finché non ci sarà un nuovo governo, la Commissione deve attendere l'invio del documento programmatico che è compito nuovo governo redigere”. A questa sollecitazione, secondo Padoan, “la Commissione si è dimostrata aperta e paziente ad attendere questo passaggio ulteriore”. In sostanza, il Governo presenterà un documento che poi sarà presentato al Parlamento, che voterà delle risoluzioni: “Ma non significa emendare il documento, ma affiancarlo ad ulteriori documenti di indirizzo che ogni parlamentare riterrà di rendere pubblici”.
Salvini litiga con i giornalisti durante la conferenza stampa a Strasburgo
Acceso botta e risposta tra Matteo Salvini e i giornalisti nella sala stampa del Parlamento europeo a Strasburgo durante la conferenza stampa del leader leghista. Diversi assistenti parlamentari, funzionari ed eurodeputati del gruppo Enf (L'Europa delle nazioni e delle Libertà) di cui fa parte la Lega, hanno applaudito alle prime battute di Salvini, sollevando le proteste dei giornalisti. "Qui non siamo in Aula – hanno detto i reporter – ma in una conferenza stampa. Se a qualcuno danno fastidio gli applausi può accomodarsi fuori – ha replicato Salvini – è troppo chiedere educazione ai giornalisti? Posso parlare? Se vi dà fastidio il voto, mi dispiace per voi. Chi vuole applaudire è libero di farlo"
"Le regole vanno rispettate anche quando si vince", ha ribattuto una reporter. E Salvini le ha risposto: "Questo è il bello del risultato elettorale, c'è tanta gente a sinistra che è nervosa". E ancora: "Non è nervosismo è correttezza", ha detto la reporter, mentre Salvini le ha risposto: "Lezioni di correttezza dai giornalisti che hanno trattato l'Enf e la Lega come ultimi fra gli ultimi, non ne prendo".
Orlando: "Mai tifato per riunificazione con LeU, hanno fatto errori gravissimi"
"Io non ho tifato per la riunificazione con Leu, anche loro hanno commesso un errore gravissimo. Nella divisione parte del nostro elettorato non ha votato né per l'uno né per l'altro, hanno votato M5S o sono stati a casa". Così il ministro uscente della Giustizia Andrea Orlando, esponente della minoranza dem.
Orlando ha ragionato poi sull'approccio del Pd con gli avversari politici: "Dobbiamo smettere – ha detto Orlando – con questa sorta di spocchia contro chi ha votato i Cinque Stelle: abbiamo fatto un favore a di Maio scherzando sul suo curriculum o sui suoi congiuntivi; i Cinque stelle si meritano tutte le invettive di questo mondo, ci hanno fatto accuse inaccettabili per esempio per la modifica del 41 bis – che come ci ha chiesto di fare Strasburgo ho reso omogeneo in tutta Italia – ci è stato detto che facevamo un favore alla mafia, ma facciamo loro un favore quando sembriamo una sorta di élite chiusa".
"Se venisse Di Maio, gli parlerei di certo, ma penso che si debba prendere atto che non c'è la percorribilità di un governo politico, abbiamo due idee di Paese diverse. Ora definiamo gli assetti istituzionali, anche i presidenti di Camera e Senato possono svolgere un ruolo nella formazione del governo, il Pd dovrebbe essere parte delle maggioranze che arrivano a eleggere i presidenti". Alla domanda su cosa pensi di Giorgetti come possibile presidente della Camera, Orlando ha risposto: "Con lui parlo volentieri ma ha sostenuto una linea diversa dalla nostra".
Sull'ipotesi che il neo rieletto presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti possa essere il prossimo segretario del partito, ha detto: "Non l'ho escluso, è uno dei nomi che può dare un contributo per la riscossa del Pd, ma non è il momento della scelta dei nomi. Stavolta per arrivare a scegliere un segretario dobbiamo prima rifondare il Pd, prima dei nomi dobbiamo riposizionare il partito".
Delrio: "Io segretario? Ci sono altri più capaci di me"
"Martina traghetterà il partito, noi siamo alla ricerca di una bussola per riavvicinare i nostri elettori. Per fare il segretario ci sono altri più capaci di me". Così Graziano Delrio (Pd), ministro uscente dei Trasporti, ai microfoni di Radio anch'io (Rai Radio 1), fuga ogni dubbio sull'ipotesi di una sua candidatura alla guida del Partito democratico. "Noi abbiamo detto la verità – prosegue – e questo in politica molto spesso non paga. Abbiamo idee diverse da Lega e M5S su come uscire dalla crisi e su come aiutare le famiglie e le imprese italiane più in difficoltà".
Su un'eventuale chiamata del Colle ha detto: "Se Mattarella ci chiedesse di fare il Governo? Valuteremo. Il Presidente ha sempre la nostra attenzione e la nostra collaborazione. Noi siamo disponibili ad ascoltare, diversamente da quello che hanno fatto Lega e M5S nel corso dell'ultima Legislatura. Non auspichiamo un governo M5S-Lega perché hanno fatto promesse che non sono realizzabili. Sono entrambi su posizioni molto radicali – prosegue – anche se i loro programmi sono molto diversi tra loro. Il populismo della Lega è un populismo cattivo che mette i poveri contro i poveri e farà del male al Paese. Mentre il M5S ci accusa di essere una forza politica di sistema che non ha interesse nei cittadini".
Salvini: "Mai nella vita governerò con Renzi"
"Mai nella vita governerò con Renzi". Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini, in una conferenza stampa a Strasburgo. "Spero di avere l'onore di guidare il mio Paese stando al nostro programma, senza annacquare i programmi, senza inciuci". Poi ha aggiunto: "Il centrodestra ha vinto con 12 milioni di voti, e la Lega è il primo partito della coalizione".
"Governiamo se siamo in condizioni di attuare il nostro programma. Se c'è la maggioranza che parte dal programma di centrodestra e senza raccogliere partiti, ma raccogliendo adesioni da altri parlamentari che si impegnino per iscritto sul programma, allora bene"- ha spiegato il leader del Carroccio – "Noi stiamo lavorando ad un programma di governo partendo da lavoro ed emergenza e se su questo ci sarà una maggioranza mi prendo il dovere e l'onere di governare. Non ho le smanie di andare al governo con chiunque, se per andare al governo devo portare chi è stato bocciato al voto, allora no".
L'alleanza che a Salvini appare più naturale è comunque quella con i Cinquestelle: "Con il M5S i programmi sono molto diversi, ha vinto la coalizione di centrodestra, non è autosufficiente alla Camera e al Senato, ma sicuramente non posso allearmi con chi ha male governato negli ultimi anni, quindi ipotesi di governi che prevedano Renzi e Boschi o Gentiloni sono inimmaginabili. Nostro obiettivo è quello di un governo di centrodestra, con un programma di centrodestra, e poi chi vivrà vedrà", ha precisato.
Rispetto all'ipotesi che l'Italia abbandoni a breve il sistema della moneta unica Salvini ha spiegato: "L'uscita dall'euro solitaria non è auspicabile ma, se c'è una maggioranza di governo che vuole ridiscutere le politiche monetarie, noi saremo tra quelli".
A proposito delle manovre per la scelta delle presidenze delle Camere Matteo Salvini ha detto: "Leggo sui giornali di retroscena, non ho sentito nessuno e siccome i contatti li terrò io con tutti, ascolterò, come è mio dovere, Di Maio, Renzi, Grasso e stasera stessa incontrerò prima gli alleati, Berlusconi e la Meloni", ha aggiunto. "Sarebbe stata una scorrettezza incontrare gli altri prima di vedere i miei alleati", ha precisato.
Per quanto riguarda le politiche migratorie del suo programma Salvini ha detto: "Ridurre gli sbarchi, accelerare i tempi per distinguere i profughi veri da quelli falsi, tornare a controllare i confini e ridiscutere i contributi dell'Italia all'Ue a fronte di un nulla o quasi sul fronte della tutela dei confini esterni". Questi temi hanno "pesato tanto sul voto degli italiani – ha aggiunto – la gente non mi parlava di fascismo, comunismo, nazismo, razzismo, mi chiedeva più lavoro, meno tasse, meno burocrazie e più sicurezza".
Rosato: "Questa legge elettorale ha aiutato la governabilità e le forze più grandi"
"La legge elettorale ha avvantaggiato le forze più grandi e ha aiutato la governabilità: la matematica non va commentata, ma verificata. Con un proporzionale puro, come volevano FI e M5S avremmo avuto ancora una maggiore frammentazione. Inoltre la Corte Costituzionale ha bocciato il ballottaggio così come il premio di maggioranza". Il capogruppo uscente Dem, Ettore Rosato, primo firmatario dell'attuale legge elettorale, difende a Radio 24 la bontà del "Rosatellum".
E a proposito del rapporto tra il premier Gentiloni e Renzi ha detto: "La maggior parte dei retroscena che leggo sono frutto di grande fantasia. Sono certo che Gentiloni e Renzi non si sono insultati, sono certo che Renzi non ha dato dell'inciucista a Gentiloni, sono certo che tra i due c'è un rapporto serio; non sono uguali sono molto diversi caratterialmente ma fanno entrambi lo stesso mestiere per contro del centrosinistra. Il problema è che l'unico partito in cui all'interno c'è una dialettica è il nostro per cui tutte le attenzioni dei media sono per il Pd. Il rapporto tra Renzi e Gentiloni è buono, è tra due persone che si stimano e hanno grande senso responsabilità. Ci sono a volte diversità di vedute come per la vicenda sulla Banca d'Italia, altre volte sono montate cose che erano solo discussioni".
Gentiloni: "Dimissioni di Renzi sono esempio di coerenza politica. Il Pd si risolleverà"
Al termine della direzione nazionale del Partito Democratico, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha twittato: "Le dimissioni di Matteo Renzi sono un esempio di stile e coerenza politica. Dalla sconfitta il PD saprà risollevarsi, con umiltà e coesione. Ora fiducia in Maurizio Martina".
Di Maio contro Pd: "Gli italiani si aspettano responsabilità, non giochi politici sulla loro pelle"
"Gli italiani si aspettano responsabilità da chi ha fatto questa legge elettorale, ma assistiamo ai soliti giochi di potere sulla pelle dei cittadini", ha twittato in serata il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio, un probabile avvertimento diretto ai parlamentari ed esponenti del Partito Democratico riuniti in direzione nazionale. Come anticipato, però, la direzione Pd ha approvato a maggioranza la mozione Martina e ribadito dunque il proprio ruolo all'opposizione parlamentare. Nessuna speranza, dunque, al momento, sembra esserci per un governo di larghe intese M5S-Pd o Lega-Pd.
Approvato il documento finale: Pd all'opposizione, niente governo con M5S o Lega
La direzione nazionale del Partito democratico ha approvato il documento finale e recepito in toto la mozione espressa durante la relazione del vicesegretario Maurizio Martina. Nel voto finale in 7 si sarebbero astenuti, esponenti che secondo quanto apprende l'agenzia di stampa Ansa dovrebbero far capo all'area di Michele Emiliano. Il Partito Democratico, che il mese prossimo vedrà avviare il percorso congressuale con l'indizio dell'Assemblea nazionale, starà dunque all'opposizione e non parteciperà alla formazione di un governo di larghe intese con M5S o Lega.
Emiliano: "Pd determinante per il governo, abbiamo più voti di Lega e Forza Italia"
Uscendo dal Nazareno, il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai cronisti presenti davanti alla sede romana del Pd: "Il partito determinante per la formazione del governo è ancora una volta il Partito Democratico e abbiamo una responsabilità molto importante per dare al Paese un governo. Non possiamo sostenere l'idea che il Pd rimanga all'opposizione mandando in stallo la democrazia italiana e cercheremo in tutti i modi di far sì che questo Paese abbia un governo, sia pure di minoranza, com'è accaduto altre volte nella storia d'Italia. Il Pd comunque ha più voti della Lega e di Forza Italia".
Orlando: "Tutti hanno responsabilità ma le responsabilità sono diverse"
Secondo il leader della minoranza del Pd Andrea Orlando tutti nel partito hanno responsabilità "ma le responsabilità sono diverse". "Sarebbe sciocco – afferma durante la direzione Pd – ricondurre questo risultato a una questione di classe dirigente, ma è anche una questione di classe dirigente. Sarebbe sottovalutare la portata di questo risultato una discussione sulle responsabilità ma sono d'accordo con Gianni Cuperlo: tutti abbiamo responsabilità ma le responsabilità sono diverse". "Serve una riflessione profonda, che provi a investire anche qualcosa oltre il partito e coinvolga il campo che ancora lo circonda", aggiunge ancora Orlando.
"Di fronte alla paura del futuro abbiamo raccontato il passato", dice ancora Orlando e rivolgendosi a Renzi afferma: "Non ci sono rivincite veloci. Serve una riflessione profonda, che provi a investire qualcosa oltre al partito e coinvolga il campo che lo circonda. Era la discussione che avremo dovuto fare all'indomani del referendum". In ogni caso Orlando ribadisce che il Pd è all'opposizione "non per il risultato elettorale, visto che c'erano partiti nella prima repubblica che col 3% stavano al governo, ma perché il nostro programma non si può realizzare in un sistema di alleanze. E se noi facessimo un governo coi M5s o con la destra tradiremmo gli impegni elettorali che abbiamo assunto. Dopo di che attenzione ad evitare un Aventino istituzionale, noi abbiamo il dovere di far entrare tutte le forze che sono uscite dalle urne nel gioco democratico e dobbiamo costruire un assetto di garanzia dei livelli istituzionali".
Cuperlo: "La sconfitta non va scaricata solo su Renzi, è colpa di tutta la classe dirigente"
Secondo l'ex parlamentare dem Gianni Cuperlo, Matteo Renzi starebbe pagando da solo un prezzo troppo alto: “La sconfitta non va scaricata sul segretario, riguarda tutta la classe dirigente. Serve un cambio di linea che non ho riscontrato nell’intervista di stamane. Il risultato del voto è senza appello: stiamo all’opposizione, chi ha vinto avanzi le sue proposte”, ha dichiarato arrivando al Nazareno.
Delrio: "Staremo all'opposizione con serietà e responsabilità"
Il Pd starà all’opposizione: questa è la posizione di Graziano Delrio, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. “Abbiamo ricevuto una cartolina netta, chiara, dagli elettori – afferma parlando durante la direzione Pd in corso a Roma -. Noi staremo dove ci hanno messo gli elettori: all'opposizione". Delrio promette una opposizione “seria, responsabile, costruttiva” e aggiunge: ”Quando il Paese si renderà conto che le promesse saranno irrealizzabili, gli elettori chiederanno conto”.
Delrio esordisce ringraziando Martina per la “sua analisi franca e seria: per ripartire abbiamo bisogno di analisi rigorose come queste”. E ringrazia anche Matteo Renzi “per tutto quello che ha fatto e per le dimissioni”. “Dico ai militanti – continua Delrio -: il Pd c'è ancora, non siamo una sfumatura tra il giallo dei grillini ed il blu dei leghisti. Noi dobbiamo dire ai militanti che c'è bisogno del Pd. Siamo riuniti non per cercare un nuovo capo ma una nuova direzione. Siamo di nuovo qua, siamo tornati. Abbiamo bisogno di un partito presente, presente nei territori, nella società”.
La lettera di dimissioni di Matteo Renzi
"Caro presidente, preso atto dei risultati elettorali rassegno le mie dimissioni da segretario del Pd", con queste parole Matteo Renzi ha rassegnato le proprie dimissioni. La breve lettere è stata letta dal presidente del Partito Democratico, Matteo Orfini, all'apertura della direzione nazionale, alla quale Renzi non ha presenziato. Dimettendosi, Renzi ha pregato Orfini di convocare l'assemblea Pd e dare corso a tutti gli adempimenti previsti dallo statuto, nonché ha dichiarato che nel corso dell'Assemblea spiegherà le ragioni del suo atto.
Direzione Pd, Cirinnà: "Mai accordo con M5S. Ricordo ancora la loro pugnalata alle spalle"
Per la senatrice Monica Cirinnà nessun appoggio a un governo 5 Stelle è possibile: "Ora serve discontinuità per un rinnovamento del Pd, dobbiamo analizzare la sconfitta, capire perché e andare avanti. I capigruppo di Camera e Senato devono essere di garanzia, si deve garantire la pluralità. In direzione poi dirò: mai un appoggio ai Cinquestelle, ricordo ancora la loro pugnalata alle spalle", ha dichiarato Cirinnà all'entrata del Nazareno, la sede romana del Pd dove a breve si svolgerà la direzione del partito che darà ufficialmente seguito alle dimissioni del segretario nazionale Matteo Renzi.
Martina apre la direzione Pd: "Di Maio e Salvini al governo, noi all'opposizione"
Ha preso il via la direzione del Pd e ad aprirla è stato il vicesegretario Maurizio Martina che ha lanciato un messaggio chiaro: "Alle forze che hanno vinto diciamo una cosa sola: ora non avete più alibi. Ora il tempo della propaganda è finito. Lo dico in particolare a Lega e Cinque Stelle: i cittadini vi hanno votato per governare, ora fatelo. Cari Di Maio e Salvini prendetevi le vostre responsabilità. Il Pd continuerà a servire i cittadini dall'opposizione, dal ruolo di minoranza parlamentare". "Quanto alle presidenze delle Camere – ha continuano Martina – noi richiamiamo le forze politiche, e prima di tutto chi ha vinto, al dovere di garantire che questi ruoli siano affidati a figure autorevoli ed equilibrate in grado di rappresentare pienamente gli interessi collettivi secondo la Costituzione".
Martina ha ribadito che la segreteria si presenta dimissionaria a questo appuntamento: "Ma – ha aggiunto – io credo sia importante che continui a lavorare insieme a me in queste settimane che ci separano dall'Assemblea. Con il vostro contributo cercherò di guidare il partito nei delicati passaggi interni e istituzionali a cui sarà chiamato. Lo farò con il massimo della collegialità e con il pieno coinvolgimento di tutti, maggioranza e minoranze, individuando subito insieme un luogo di coordinamento condiviso. Chiedo unità". Martina ha spiegato che l'assemblea nazionale di aprile, a suo parere, dovrebbe "dar vita a una commissione di progetto per una fase costituente e riorganizzativa anziché avviare il congresso".
Martina ha parlato di una “netta e inequivocabile” sconfitta alle elezioni “che riguarda tutti, non dobbiamo cercare un capro espiatorio”. Il vicesegretario del Pd ha anche lodato Nicola Zingaretti che ha vinto le elezioni regionali del Lazio in questo contesto critico per il Pd: “La vittoria di Nicola Zingaretti e del Pd con la coalizione di centrosinistra è certamente un risultato molto significativo”.
Martina si è detto convinto che non bastino accordi di vertici ma che ora sia necessario un “lavoro aperto, partecipato e popolare” che porti a “cambiamenti radicali”. “Ripartiamo con umiltà e unità – ha aggiunto il vicesegretario del Pd -. Solo noi possiamo essere l'alternativa popolare ai populisti. In ballo non ci sono i destini personali, ma la prospettiva e il futuro della sinistra italiana ed europea. Mettiamo in prima fila la nostra comunità e lasciamo in ultima fila le correnti. Proviamo tutti a fare qualche intervista in meno e qualche assemblea in più. Apriamo subito le nostre sezioni, ascoltiamo iscritti ed elettori, chiamiamoli a raccolta, riflettiamo con loro. Ripartiamo dal basso e dal nostro popolo. Abbiamo seimila circoli, realizziamo seimila assemblee aperte tra venerdì, sabato e domenica prossimi. Io inizierò dal circolo Pd di Fuorigrotta a Napoli”.
Emiliano: "Pd sostenga governo M5s senza avere ministri o rischio Aventino"
"È mia convinzione che bisogna provare a dare un governo al Paese. È chiaro che il Pd non può entrare in un governo, non può prendere ministri e sottosegretari, non può avere responsabilità, però dobbiamo continuare a dare un governo all’Italia. Può decidere se far unire M5s e Salvini e rimanere fuori da ogni controllo democratico di questo processo difficile, e mi viene in mente l’Aventino, il cui risultato fu una deriva autoritaria dell'Italia, o viceversa si può utilizzare la forza che deriva da questa legge elettorale per individuare dei punti chiave in materia di sicurezza, uguaglianza, pari opportunità, contrasto alla povertà, concordando un programma e sostenendolo dall’esterno". A dirlo è Michele Emiliano, esponente della minoranza dem, arrivando alla direzione del Pd al Nazareno.
Emiliano afferma ancora: "Orfini è un artista nel cambiare le regole a seconda delle opportunità di vittoria che ha la sua parte. Siccome la sua parte ora ha possibilità di vittoria più contenute rispetto alle precedenti primarie, probabilmente ora vuole cambiare le regole, ma io penso sia impossibile, nel Pd, fare a meno delle primarie, anche perché il nuovo segretario deve avere la stessa legittimazione del segretario uscente. Sarebbe un segretario di serie B se eletto in modo diverso".
Salvini: "Gli italiani non ci hanno votato per far tornare al governo Renzi e Gentiloni"
“Gli italiani non ci hanno votato per riportare Renzi al governo e neanche Gentiloni”, ha affermato oggi il leader della Lega Matteo Salvini. “Non andremo mai al governo se non potremo fare quello che vogliamo realizzare, cancellare la legge Fornero, controllare l'immigrazione clandestina e ridiscutere i trattati europei. Chiederemo in Parlamento i voti”.
Oggi si è riunito il Consiglio federale del Carroccio e il segretario leghista ha risposto, al termine dell’incontro, ai giornalisti che gli chiedevano cosa pensasse del messaggio di apertura lanciato da Silvio Berlusconi al Pd. Salvini comunque ha assicurato che con Forza Italia non c’è nessun problema sulla questione delle presidenze delle Camera: “No – ha replicato ai cronisti – con Forza Italia ci vedremo già questa settimana”.
“Sicuramente – ha detto ancora Salvini – chi ha fatto campagna contro la Lega fondando altri partiti o invitando a votare altri partiti non farà più parte della Lega. Oggi abbiamo preso un provvedimento contro una persona che ha fatto ricorso contro la Lega: chi attacca pubblicamente la Lega si mette fuori dalla Lega da solo”.
Renzi: "Io non mollo, non lasceremo mai il futuro agli altri"
Matteo Renzi non molla: nella sua ultima enews il segretario dimissionario del Pd lancia un messaggio chiaro, rispondendo a Paolo, un ragazzo di venti anni che combatte contro la Sla. “Io non mollo. Mi dimetto da segretario del Pd come è giusto fare dopo una sconfitta. Ma non molliamo, non lasceremo mai il futuro agli altri. E quando penso che in Italia ci sono persone come te, innamorate della vita e talmente coraggiose da non aver paura di sfidare malattie devastanti, ti dico che sono orgoglioso di averti conosciuto. E di lottare insieme a te. Abbiamo perso una battaglia, caro Paolo, ma non abbiamo perso la voglia di lottare per un mondo più giusto. Lo faremo insieme, con il nostro sorriso e con la nostra libertà. Io non mollo, ma soprattutto non mollare tu!”. “Il futuro prima o poi torna”, dice ancora Renzi ringraziando chiunque gli abbia scritto per chiedergli di non mollare e ricordando che la linea politica da seguire oggi “sembra chiara e molto condivisa”.
Renzi parla anche della Cina e del suo presidente Xi Jinping, oltre che dagli impegni che vuole assumere da futuro senatore: “Avevo promesso ai miei concittadini di lavorare ad una proposta di legge sui temi delle botteghe, dell’artigianato, dei piccoli negozi di vicinato. Nei prossimi giorni riunirò le associazioni di categoria fiorentine per farmi aiutare a valorizzare i punti più importanti, dalla burocrazia alla sicurezza, dalle tasse alla gestione del web”.
Renzi dedica parte della sua enews a Davide Astori, capitano della Fiorentina scomparso una settimana fa: “Il calcio sa regalare emozioni sempre. Ma l’improvvisa scomparsa di Davide Astori ha mostrato un aspetto di umanità che da tempo nel mondo del pallone non si scorgeva. Le lacrime della famiglia, dei suoi colleghi calciatori, di un’intera città nascono dal rispetto per un uomo vero. E forse dalla voglia di vivere lo sport con quel valore umano che il capitano della Fiorentina possedeva. E che a giudicare da frasi ascoltate in alcuni dialoghi di questi giorni è passato soprattutto tra i giovanissimi. Emozione vera quella di Firenze”.
La proposta di Zaia: "Candidiamo le Dolomiti ad ospitare le Olimpiadi del 2026"
Nei giorni in cui si discute della possibilità di candidare Torino a ospitare i giochi olimpici invernali del 2026, il presidente della regione Veneto Luca Zaia avanza un’altra ipotesi: una candidatura delle Dolomiti, attraverso una rete di località tra Veneto e Trentino Alto Adige. “Ci sono già contatti con i presidenti delle due province autonome, Ugo Rossi e Arno Kompatscher. Siamo in grado di proporre un'Olimpiade 2026 che porta in eredità i Campionati del mondo 2021, 1.300 chilometri di piste e un complesso di Dolomiti Superski supercollaudato, oltre al patrimonio dell'umanità, le Dolomiti. Quindi un'Olimpiade pulita, contro la cementificazione per la costruzione di nuove infrastrutture, compatibile sotto il profilo ambientale”. La candidatura verrà portata avanti nei prossimi giorni, con un incontro previsto tra Zaia e i presidenti delle province di Trento e Bolzano, per poter sostenere l’idea di una “Olimpiade dell’Unesco”, come la definisce lo stesso presidente della regione Veneto.
Zaia parla anche della situazione di stallo istituzionale che si è creata dopo le elezioni del 4 marzo: “Salvini ha le carte in regola per fare il candidato, non esiste alternativa. Se ci viene dato l'incarico del mandato esplorativo metteremo sul tavolo il nostro progetto. Niente accordi partitici, ma con uomini e donne di buona volontà, in un contesto difficilissimo. Se questo non accade ci sarà un governo politico a tempo per fare la legge elettorale e andare a votare”.
Mattarella: "Serve corresponsabilità senza egoismi, ho fiducia nel futuro dell'Italia"
Siamo tutti ugualmente responsabili del futuro dell’Italia e le sorti del Paese sono comuni: sono le parole del capo dello Stato Sergio Mattarella che oggi al Quirinale ha ricevuto gli ‘Alfieri della Repubblica’, ragazzi nati tra il 1999 e il 2007. “Ho grande fiducia nel futuro dell'Italia e voi ne siete una delle ragioni”, ha detto rivolgendosi a loro e aggiungendo: “Avete dimostrato di essere protagonisti come cittadini, dimostrando di sentire la corresponsabilità per le sorti comuni del nostro Paese e facendo comprendere che occorre essere protagonisti e costruire il futuro, senza chiudersi nelle proprie dimensioni individuali, magari con egoismo”.
Mattarella ha ricordato che molti dei ragazzi e delle ragazze che oggi hanno ricevuto questo attestato si sono distinti per il loro impegno nell’ambiente, sottolineando che proprio l’ambiente “rappresenta una delle sfide più grandi della nostra epoca: avete promosso iniziative per difendere l'ambiente per salvare centri piccoli, centri storici, per difendere aree naturali, impegnati per la tutela di beni. Complimenti ragazzi questa è una grande frontiera e l'avete affrontata con senso di responsabilità e con grande efficacia”.
Berlusconi: "Serve anche il Pd nel nuovo governo"
In un'intervista su "La Stampa" il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha detto che il Pd dovrebbe farsi carico del nuovo governo: "Lasciare che Salvini conduca le trattative non esclude cercare delle convergenze con altre forze. Ma sempre nello spirito della lealtà". Con la Lega, Berlusconi marca invece le distanze: "Siamo alleati ma abbiamo valori diversi", e per questo Lega e Forza Italia non potranno mai essere "un partito unico". Sulla composizione del nuovo governo ha spiegato: "Non vedo come la Lega possa collaborare con i Cinque Stelle. Salvini non farà una scelta così in contrasto con i suoi elettori". Sulla presidenza delle Camere, Berlusconi avverte che "non ci sono automatismi", ma che dovranno essere scelte "figure di garanzia". Su un'ipotetica riforma della legge elettorale Berlusconi aggiunge: "Non sarei favorevole a un sistema maggioritario. Quello tedesco è il più coerente con la mia idea di democrazia".
Brunetta: "Non si può fare alleanza Lega-M5S, hanno programmi e storie politiche diverse"
"In tutti questi giorni i commentatori si sono lambiccati nel fare le varie combinazioni prescindendo dai programmi, prescindendo dai contenuti, prescindendo dalle storie politiche. Ecco, questo penso sia un esercizio che non si possa fare, perché ciascuno poi deve rendere conto alla propria base politico-elettorale e alla propria storia". Lo ha detto Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, intervenendo a "Circo Massimo", su Radio Capital. "Un'alleanza M5S-Lega? Lo vedrei un matrimonio molto, molto difficile dal punto di vista politico, programmatico, delle singole basi. Una Lega votata soprattutto al Nord che si allea con un partito votato soprattutto al Sud? Non mi sembra un'opzione percorribile".
E spiega perché sarebbe auspicabile che il centrodestra si allei piuttosto con il Pd: "Il Partito democratico all'opposizione? Non è mica una tragedia, noi siamo stati all'opposizione per quasi tutta la legislatura che si sta per chiudere. Non è una tragedia, è il sale della democrazia: c'è chi vince e c'è chi perde. C'è poi anche una terza ipotesi. – prosegue – C'è chi vince, come ha fatto il centrodestra in queste elezioni, ma non ha tutti i voti per governare, e dunque deve trovare appoggi in Parlamento tra chi ha perso. È successo in fondo con le larghe intese all'inizio della legislatura, ma poi è finita male, è successo infinite volte nella prima Repubblica, astensioni, non sfiducia, il tutto per consentire al Paese di essere governato. Quindi, l'opposizione non è una tragedia, chi ha vinto ha il diritto di governare però ha il dovere di avere anche i numeri, e quindi il Parlamento è fatto proprio per trovare questi numeri che mancano".
Direzione Pd, oggi inizia la "reggenza" di Martina dopo le dimissioni di Renzi
Salvini e Di Maio stanno lavorando per spartirsi le presidenze delle Camere, e continuano le trattative. Secondo il leader del Carroccio i due incarichi dovrebbero essere affidati ai vincitori di questa tornata elettorale, cioè M5S e Lega. E intanto Berlusconi, in un'intervista, ha detto che bisogna a tutti i costi scongiurare il rischio di andare a nuove elezioni: "Credo che responsabilità significhi prendere atto del fatto che Salvini è il leader del partito più votato all'interno della coalizione più votata. Significa anche la consapevolezza del fatto che nuove elezioni sarebbero allo stesso tempo un pessimo segnale per la democrazia e una strada probabilmente non risolutiva. Meglio, molto meglio perdere qualche settimana per un buon governo, se possibile, che mesi in una nuova campagna elettorale". Brunetta (FI), ha rinnovato il suo appello al Pd, perché partecipi a un eventuale nuovo governo di centrodestra "per il bene del Paese": "Io sono abituato a vedere se c'è compatibilità politica analizzando i programmi e nel Pd vedo molta più vicinanza con noi che con il M5S". Sul fronte del Pd, che oggi aprirà la direzione, sono attese le dimissioni formali del segretario uscente Matteo Renzi, e l'inizio della "reggenza" del vicesegretario Maurizio Martina, che guiderà il partito in questa fase di transizione, fino alle prossime primarie, avviando una gestione collegiale, in una forma ancora da definire. Renzi potrebbe non presenziare alla riunione di oggi, ma potrebbe anche cambiare idea all'ultimo minuto. E intanto la posizione ufficiale di Renzi, Martina riceverà in eredità, è rimasta la stessa: "Spetta a chi ha vinto la responsabilità del governo".