Salvini dice un secco "no" a un eventuale governo con il Pd. Di Maio si appella agli altri partiti ma chiude a un esecutivo istituzionale, ribadisce che i ministri del M5s non si toccano e aggiunge: "Un ritorno al voto non ci spaventa".
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Direzione Pd, oggi inizia la "reggenza" di Martina dopo le dimissioni di Renzi
Salvini e Di Maio stanno lavorando per spartirsi le presidenze delle Camere, e continuano le trattative. Secondo il leader del Carroccio i due incarichi dovrebbero essere affidati ai vincitori di questa tornata elettorale, cioè M5S e Lega. E intanto Berlusconi, in un'intervista, ha detto che bisogna a tutti i costi scongiurare il rischio di andare a nuove elezioni: "Credo che responsabilità significhi prendere atto del fatto che Salvini è il leader del partito più votato all'interno della coalizione più votata. Significa anche la consapevolezza del fatto che nuove elezioni sarebbero allo stesso tempo un pessimo segnale per la democrazia e una strada probabilmente non risolutiva. Meglio, molto meglio perdere qualche settimana per un buon governo, se possibile, che mesi in una nuova campagna elettorale". Brunetta (FI), ha rinnovato il suo appello al Pd, perché partecipi a un eventuale nuovo governo di centrodestra "per il bene del Paese": "Io sono abituato a vedere se c'è compatibilità politica analizzando i programmi e nel Pd vedo molta più vicinanza con noi che con il M5S". Sul fronte del Pd, che oggi aprirà la direzione, sono attese le dimissioni formali del segretario uscente Matteo Renzi, e l'inizio della "reggenza" del vicesegretario Maurizio Martina, che guiderà il partito in questa fase di transizione, fino alle prossime primarie, avviando una gestione collegiale, in una forma ancora da definire. Renzi potrebbe non presenziare alla riunione di oggi, ma potrebbe anche cambiare idea all'ultimo minuto. E intanto la posizione ufficiale di Renzi, Martina riceverà in eredità, è rimasta la stessa: "Spetta a chi ha vinto la responsabilità del governo".