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Elezioni politiche 2018

Elezioni 2018, Zingaretti in campo per le primarie Pd. Salvini: “O governo politico o voto”

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Prosegue la situazione di stallo dopo le elezioni politiche del 4 marzo: Luigi Di Maio e Matteo Salvini continuano a cercare alleati per formare un governo, ma finora nessuno parla di contatti ufficiali. Nel Pd il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti si dice pronto a scendere in campo per le primarie.

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11:52

Brunetta: "Il candidato premier è Salvini o qualcuno indicato dal segretario della Lega"

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Il candidato alla presidenza del Consiglio del centrodestra è Matteo Salvini, come ribadito oggi da Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati. "Abbiamo convenuto prima del voto che il partito della coalizione con più consensi avrebbe espresso il nome, e ora spetta alla Lega. Il candidato è Salvini, ma potrebbe anche essere qualcuno che lui indicherà, sempre dentro un metodo di consenso". In un'intervista al Corriere della Sera, Brunetta spiega che ancora non è stato deciso se il centrodestra andrà alle consultazioni al Quirinale con delegazioni separate, "ma intendiamo dare rappresentazione di unità sia formale che sostanziale".

Per Brunetta è più facile che l'interlocutore per un eventuale governo sia il Pd, più difficile che sia il MoVimento 5 Stelle: "In politica non si deve mai dire mai. Però, per la loro natura e per le cose che hanno detto non solo negli ultimi giorni, si sono autoesclusi. Credono di essere il centro del mondo, ma non lo sono: non hanno la maggioranza assoluta e hanno pochissimo potere di coalizione".

A cura di Stefano Rizzuti
11:44

Salvini: "Pronti a presentare una manovra per abbassare le tasse, con qualunque governo"

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Torna a parlare anche il segretario della Lega Matteo Salvini che, a margine della prima assemblea degli eletti della Lega al Parlamento, annuncia la volontà di presentare “una manovra economica alternativa fondata sul concetto di meno tasse”. Il leader leghista spiega di volersi muovere nel senso opposto a quello “suggerito da Bruxelles” e di essere determinato ad andare avanti “qualunque sia il governo in carica”. Il riferimento è alla possibilità che ad aprile, quando probabilmente verrà presentato il Documento di Economia e Finanza, possa essere in carica il governo attuale, considerate le difficoltà nella formazione di un nuovo esecutivo.

A chi gli chiede se senza un nuovo governo si possa tornare subito al voto, Salvini replica: "Vedremo, una cosa alla volta. Di sicuro non faremo pastrocchi".

A cura di Redazione
11:20

Di Maio: "Faremo il possibile per garantire un governo al Paese"

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Mentre sembra ancora lontano un qualsiasi accordo per trovare una maggioranza di governo, il capo politico del M5s Luigi Di Maio cerca di portare al centro dell'attenzione un possibile argomento di convergenza: il Def. "Vogliamo agire da subito. Entro il 10 aprile deve essere presentato il Def, il Documento di economia e finanza, che definisce le scelte di politica economica dei prossimi anni, e che dovrà essere approvato a maggioranza assoluta del Parlamento, quindi il Movimento sarà determinante. Sarà l'occasione per trovare le convergenze sui temi con le altre forze politiche". In un'intervista al Corriere della Sera Di Maio smentisce che il Pd sia la prima scelta del M5s per un accordo di governo: "Lo scrivono i giornali, ma io ho sempre detto che parlo a tutte le forze politiche, nessuna esclusa".

"Siamo già al lavoro – assicura – su una proposta che renderemo nota nei prossimi giorni. Se le altre forze politiche vogliono proporre altre misure che hanno al centro il bene dei cittadini, siamo pronti a discuterne". C'è poi il nodo della presidenza delle Camere, su cui Di Maio si dice "disponibile al confronto": "Quello del capo dello Stato è un richiamo sacrosanto, in ballo c'è l'interesse del Paese che per noi viene prima di ogni cosa. Noi, dal canto nostro, faremo tutti i passaggi istituzionali per garantire un governo al Paese", pur ribadendo che "non si parlerà di poltrone ma solo di temi".

Di Maio fa leva sul tema della responsabilità: "Siamo stati votati da quasi 11 milioni di italiani e io personalmente sento tutta la responsabilità di fronte a questa apertura di credito da parte dei cittadini. Ricordo che siamo stati gli unici già in campagna elettorale ad assumerci la responsabilità di non lasciare l'Italia nel caos prodotto da questa legge elettorale voluta dai partiti". Secondo il capo politico del M5s, se si tornasse a votare "i partiti pagherebbero cara la loro irresponsabilità, noi non avremmo nulla da perdere". Infine Di Maio non tema che ci sia un effetti ‘transfughi' dal gruppo del MoVimento, come avvenuto nella scorsa legislatura: "Molti degli eletti della scorsa legislatura non hanno ceduto alle sirene degli altri partiti, semplicemente sono stati espulsi. In questa legislatura abbiamo triplicato il numero dei parlamentari, vedo un gruppo compatto sia alla Camera che al Senato. Saranno i protagonisti di questa legislatura".

A cura di Stefano Rizzuti
10:01

Camusso: "Gli operai hanno votato Lega e M5S perché si sono sentiti isolati"

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Susanna Camusso su Repubblica parla della sconfitta della Sinistra alle elezioni, che però secondo lei non equivale a una bocciatura dei sindacati: "Non c'è alcun voto contro la Cgil, anzi ne esce confermata la nostra capacità di tutela al di là e oltre gli schieramenti politici". Tuttavia ammette che in chi ha votato per il M5S c'è una ricerca di risposte, soprattutto su tematiche legate al lavoro e disoccupazione, che indubbiamente la vecchia politica non è stata in grado di offrire: "Chi ha votato M5S ha votato anche per il reddito di cittadinanza, per una nuova forma di assistenza. Ecco: in questa richiesta c'è un messaggio anche per il sindacato. C'è una parte crescente di popolazione che non trova protezione e il mondo del lavoro in generale si sente isolato senza più rappresentanza politica". Però spiega che non c'è stata alcuna sorpresa al Nord dove gli operai iscritti alla Cgil da tempo avevano iniziato a votare Lega: "La novità è che c'è un'altra quota di nostri tesserati che non si astiene più e che vota per i Cinquestelle". E La batosta per la Sinistra è avvenuta alla vigilia dell'avvio dell'iter congressuale che porterà al ricambio del vertice del sindacato.

A cura di Annalisa Cangemi
09:58

Nicola Zingaretti scende in campo per le primarie del Pd: "Io ci sarò"

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Pochi giorni fa, alle elezioni del 4 marzo, è stato confermato presidente della regione Lazio: il successo di Nicola Zingaretti assume particolare rilievo per la sconfitta del suo Pd in tutta Italia (compresa la sua regione) alle elezioni politiche e per il fatto che si tratta del primo governatore del Lazio rieletto per un secondo mandato. Oggi Zingaretti annuncia in un'intervista a Repubblica di essere pronto a scendere in campo anche per le primarie del Pd. "Io ci sarò. Anche alle primarie, non escludo nulla", dice chiudendo, allo stesso tempo, ad un'apertura per un eventuale governo con i Cinque Stelle: "Restiamo all'opposizione". Zingaretti si presenterà quindi alle primarie forte del suo successo, con 341mila voti in più di quelli presi dal Pd alle elezioni politiche: "Buona amministrazione – è il motivo secondo lui di questa differenza di voto – e rilancio dello spirito dell'Ulivo".

Zingaretti non vuole cancellare l'esperienza di Matteo Renzi: "Non possiamo liquidarla", afferma sostenendo la necessità di una "rigenerazione del partito". "Quei miei elettori – afferma ancora – non sono perduti per il Pd; insieme possiamo riconquistarli. Gli elettori che alle politiche sono emigrati verso i 5 Stelle, verso la destra e verso l'astensione, sono la sofferenza del Pd". E rivendica la bontà del progetto politico nel Lazio che "ha unito tutta la sinistra. Abbiamo fatto l'accordo con Liberi e Uguali, avevamo con noi i sindaci, le liste civiche e, soprattutto, i giovani". Sulle nomine dei presidenti delle Camera Zingaretti sostiene che andrebbero "tenute lontane dalle trattative per il governo".

C'è poi la questione regionale: Zingaretti sa che non sarà facile trovare i numeri per governare il Lazio. "Fisserò quattro punti: rifiuti, sanità, fiscaltià e sviluppo economico. Se ci stanno, bene. Altrimenti non sono attaccato alla poltrona. Arriverei più libero al congresso del Pd", afferma lanciando un messaggio anche alla futura aula del consiglio regionale.

A cura di Stefano Rizzuti
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