Prosegue la situazione di stallo dopo le elezioni politiche del 4 marzo: Luigi Di Maio e Matteo Salvini continuano a cercare alleati per formare un governo, ma finora nessuno parla di contatti ufficiali. Nel Pd il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti si dice pronto a scendere in campo per le primarie.
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Camusso: "Gli operai hanno votato Lega e M5S perché si sono sentiti isolati"
Susanna Camusso su Repubblica parla della sconfitta della Sinistra alle elezioni, che però secondo lei non equivale a una bocciatura dei sindacati: "Non c'è alcun voto contro la Cgil, anzi ne esce confermata la nostra capacità di tutela al di là e oltre gli schieramenti politici". Tuttavia ammette che in chi ha votato per il M5S c'è una ricerca di risposte, soprattutto su tematiche legate al lavoro e disoccupazione, che indubbiamente la vecchia politica non è stata in grado di offrire: "Chi ha votato M5S ha votato anche per il reddito di cittadinanza, per una nuova forma di assistenza. Ecco: in questa richiesta c'è un messaggio anche per il sindacato. C'è una parte crescente di popolazione che non trova protezione e il mondo del lavoro in generale si sente isolato senza più rappresentanza politica". Però spiega che non c'è stata alcuna sorpresa al Nord dove gli operai iscritti alla Cgil da tempo avevano iniziato a votare Lega: "La novità è che c'è un'altra quota di nostri tesserati che non si astiene più e che vota per i Cinquestelle". E La batosta per la Sinistra è avvenuta alla vigilia dell'avvio dell'iter congressuale che porterà al ricambio del vertice del sindacato.
Nicola Zingaretti scende in campo per le primarie del Pd: "Io ci sarò"
Pochi giorni fa, alle elezioni del 4 marzo, è stato confermato presidente della regione Lazio: il successo di Nicola Zingaretti assume particolare rilievo per la sconfitta del suo Pd in tutta Italia (compresa la sua regione) alle elezioni politiche e per il fatto che si tratta del primo governatore del Lazio rieletto per un secondo mandato. Oggi Zingaretti annuncia in un'intervista a Repubblica di essere pronto a scendere in campo anche per le primarie del Pd. "Io ci sarò. Anche alle primarie, non escludo nulla", dice chiudendo, allo stesso tempo, ad un'apertura per un eventuale governo con i Cinque Stelle: "Restiamo all'opposizione". Zingaretti si presenterà quindi alle primarie forte del suo successo, con 341mila voti in più di quelli presi dal Pd alle elezioni politiche: "Buona amministrazione – è il motivo secondo lui di questa differenza di voto – e rilancio dello spirito dell'Ulivo".
Zingaretti non vuole cancellare l'esperienza di Matteo Renzi: "Non possiamo liquidarla", afferma sostenendo la necessità di una "rigenerazione del partito". "Quei miei elettori – afferma ancora – non sono perduti per il Pd; insieme possiamo riconquistarli. Gli elettori che alle politiche sono emigrati verso i 5 Stelle, verso la destra e verso l'astensione, sono la sofferenza del Pd". E rivendica la bontà del progetto politico nel Lazio che "ha unito tutta la sinistra. Abbiamo fatto l'accordo con Liberi e Uguali, avevamo con noi i sindaci, le liste civiche e, soprattutto, i giovani". Sulle nomine dei presidenti delle Camera Zingaretti sostiene che andrebbero "tenute lontane dalle trattative per il governo".
C'è poi la questione regionale: Zingaretti sa che non sarà facile trovare i numeri per governare il Lazio. "Fisserò quattro punti: rifiuti, sanità, fiscaltià e sviluppo economico. Se ci stanno, bene. Altrimenti non sono attaccato alla poltrona. Arriverei più libero al congresso del Pd", afferma lanciando un messaggio anche alla futura aula del consiglio regionale.