Prosegue la situazione di stallo dopo le elezioni politiche del 4 marzo: Luigi Di Maio e Matteo Salvini continuano a cercare alleati per formare un governo, ma finora nessuno parla di contatti ufficiali. Nel Pd il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti si dice pronto a scendere in campo per le primarie.
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Nicola Zingaretti scende in campo per le primarie del Pd: "Io ci sarò"
Pochi giorni fa, alle elezioni del 4 marzo, è stato confermato presidente della regione Lazio: il successo di Nicola Zingaretti assume particolare rilievo per la sconfitta del suo Pd in tutta Italia (compresa la sua regione) alle elezioni politiche e per il fatto che si tratta del primo governatore del Lazio rieletto per un secondo mandato. Oggi Zingaretti annuncia in un'intervista a Repubblica di essere pronto a scendere in campo anche per le primarie del Pd. "Io ci sarò. Anche alle primarie, non escludo nulla", dice chiudendo, allo stesso tempo, ad un'apertura per un eventuale governo con i Cinque Stelle: "Restiamo all'opposizione". Zingaretti si presenterà quindi alle primarie forte del suo successo, con 341mila voti in più di quelli presi dal Pd alle elezioni politiche: "Buona amministrazione – è il motivo secondo lui di questa differenza di voto – e rilancio dello spirito dell'Ulivo".
Zingaretti non vuole cancellare l'esperienza di Matteo Renzi: "Non possiamo liquidarla", afferma sostenendo la necessità di una "rigenerazione del partito". "Quei miei elettori – afferma ancora – non sono perduti per il Pd; insieme possiamo riconquistarli. Gli elettori che alle politiche sono emigrati verso i 5 Stelle, verso la destra e verso l'astensione, sono la sofferenza del Pd". E rivendica la bontà del progetto politico nel Lazio che "ha unito tutta la sinistra. Abbiamo fatto l'accordo con Liberi e Uguali, avevamo con noi i sindaci, le liste civiche e, soprattutto, i giovani". Sulle nomine dei presidenti delle Camera Zingaretti sostiene che andrebbero "tenute lontane dalle trattative per il governo".
C'è poi la questione regionale: Zingaretti sa che non sarà facile trovare i numeri per governare il Lazio. "Fisserò quattro punti: rifiuti, sanità, fiscaltià e sviluppo economico. Se ci stanno, bene. Altrimenti non sono attaccato alla poltrona. Arriverei più libero al congresso del Pd", afferma lanciando un messaggio anche alla futura aula del consiglio regionale.