Prosegue la situazione di stallo dopo le elezioni politiche del 4 marzo: Luigi Di Maio e Matteo Salvini continuano a cercare alleati per formare un governo, ma finora nessuno parla di contatti ufficiali. Nel Pd il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti si dice pronto a scendere in campo per le primarie.
- Liberi e Uguali: "Dobbiamo confrontarci con M5S e Pd per costruire una maggioranza di governo " 09 Marzo
- Rosato (Pd) a Salvini: "La Lega cerchi un'alleanza con chi ha il suo stesso programma" 09 Marzo
- De Luca: "Per colpa del M5S c'è una violenza intollerabile nella vita pubblica" 09 Marzo
- Salvini: "O c'è un governo politico oppure si torna al voto" 09 Marzo
- M5s, Di Maio riunisce gli eletti e sceglie i capigruppo: saranno Giulia Grillo e Toninelli 09 Marzo
- Bossi: "Salvini può diventare premier con l'appoggio di Berlusconi" 09 Marzo
- Zaia: "Io premier? Non c'è nessuna alternativa a Salvini, il candidato è lui" 09 Marzo
- Brunetta: "Il candidato premier è Salvini o qualcuno indicato dal segretario della Lega" 09 Marzo
- Salvini: "Pronti a presentare una manovra per abbassare le tasse, con qualunque governo" 09 Marzo
- Di Maio: "Faremo il possibile per garantire un governo al Paese" 09 Marzo
- Camusso: "Gli operai hanno votato Lega e M5S perché si sono sentiti isolati" 09 Marzo
- Nicola Zingaretti scende in campo per le primarie del Pd: "Io ci sarò" 09 Marzo
Cacciari: "Il Pd appoggi governo M5S senza chiedere poltrone. Mai con la Lega, sparirebbe"
Per l'ex sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, il Partito Democratico dovrebbe sostenere la nascita di un governo monocolore a 5 Stelle e poi decidere provvedimento per provvedimento se continuare ad appoggiarlo. In un'intervista concessa ad Huffington Post, il filosofo Cacciari ha dichiarato che questa sarebbe "l'unica cosa ragionevole" da fare per i dem e che non farebbe perdere consensi al Pd, "basta vedere l'entità dei flussi elettorali dalla sinistra a M5S".
Professor Cacciari, dai principali esponenti del Partito Democratico si è levato un coro quasi unanime per dire No ad un accordo tra i dem e il Movimento 5 Stelle per far nascere un Governo. Cosa dovrebbe fare il Pd, vista la situazione di stallo?
Credo che l'unica cosa ragionevole per il Pd in questo momento è di dare il via libera a un governo monocolore del Movimento 5 Stelle. Senza entrare a far parte dell'esecutivo, ma riconoscendo che i Cinque Stelle sono i vincitori di queste elezioni e che il Pd ha perso. Lasci che facciano il Governo e li metta finalmente alla prova.
Quindi un appoggio esterno?
No, nessun appoggio esterno. Permetta loro di fare il Governo e poi, provvedimento per provvedimento il Pd deciderà cosa fare.
Su Renzi, Cacciari sottolinea: "Eh, è lui, il solito. È l'incapacità totale di autocritica, e l'impossibilità di ragionare sui limiti della sua azione politica e del suo governo. Questo è anche un pregio quando sei in ascesa. Anche in Machiavelli ci sono due prìncipi: uno è il principe che conquista lo Stato, l'altro è il principe che lo fa durare. Renzi è il principe che conquista lo Stato ma è assolutamente incapace di farlo durare. Cioè l'opposto dello statista e dell'uomo di governo e l'ha dimostrato di nuovo, quando ha annunciato le dimissioni senza fare revisioni o analisi. Niente".
Quanto a un'ipotetica alleanza con la Lega di Matteo Salvini, Cacciari è molto critico: "Ci mancherebbe che il Pd si metta a fare inciuci in questo momento. Anzi, l'appoggio a un Governo pentastellato serve anche a evitare altri tremendi inciuci tra Salvini e qualcun altro. Il Pd sparirebbe se facesse un accordo con il centrodestra. Ma questo è evidente".
Il ministro Calenda: "Se Pd continua con autoflagellazione, rimarranno solo Lega e M5S"
"Se continua questa autoflagellazione, alle prossime elezioni ci troveremo a scegliere tra il movimento 5 Stelle e la Lega. E sarà la fine della partecipazione democratica in Italia, dobbiamo tenere il Paese sulla rotta delle riforme e della governabilità. Sono state elezioni straordinariamente difficili, perchè nuotiamo contro una corrente molto impetuosa che sta mettendo in crisi i partiti riformatori in tutti i Paesi occidentali. Siamo stati sonoramente sconfitti anche da un momento difficile della storia che impone un ripensamento profondo della partecipazione politica", è il commento del ministro dello Sviluppo Economico e neo-iscritto al Pd, Carlo Calenda.
Lunedì dimissioni di Renzi ufficiali: il ministro Martina guiderà il partito alle Consultazioni
Secondo quanto apprende Ansa, lunedì il vicesegretario e ministro Pd Maurizio Martina ufficializzerà le dimissioni di Matteo Renzi e presiederà la direzione nazionale del PD. Contatti e trattative sarebbero ancora in corso tra le parti, ma il percorso del Pd appare ormai tracciato: dopo l'ufficializzazione delle dimissioni di Renzi, il presidente Matteo Orfini convocherà l'assemblea che dovrebbe svolgersi a metà aprile. Fino ad allora sarà Martina a svolgere le funzioni di segretario e a salire al Quirinale per le consultazioni. In vista dell'assemblea, poi, le varie correnti del Pd dovranno trovare un'intesa e scegliere se indire altre primarie a breve oppure se eleggere un reggente per svolgere il congresso-primarie nel 2019.
Di Maio: "Tranquilli, M5S andrà al governo. Se si alleano Pd-Fi-Lega prenderemo i popcorn"
"State tranquilli, andremo al governo, ma se ci sarà un governo Pd-FI-Lega prenderemo i popcorn e vedremo aumentare ancora di più il nostro consenso". Così avrebbe detto ai suoi il capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, secondo quanto afferma l'agenzia di stampa Ansa.
Liberi e Uguali: "Dobbiamo confrontarci con M5S e Pd per costruire una maggioranza di governo "
"Io penso che occorra valutare seriamente le proposte programmatiche del Movimento 5 Stelle e che occorrerà confrontarsi con il Partito Democratico per verificare se ci sono le condizioni per costruire una maggioranza di governo nell'interesse generale del Paese". Lo scrive su Facebook Erasmo Palazzotto di Liberi e Uguali. "Una cosa è certa – prosegue l'esponente di Leu – restiamo indisponibili a qualsiasi confronto con Salvini e Berlusconi. Con la destra l'incompatibilità non è solo programmatica, ma anche culturale ed etica. Liberi e Uguali è una forza politica che rappresenta oltre un milione di cittadini italiani, e proprio per questo credo che non si dovrà sottrarre alla responsabilità di provare a dare un governo al Paese. Se non ci saranno le condizioni – conclude Palazzotto – saremo opposizione e continueremo a lavorare e ad impegnarci per difendere gli interessi dei più deboli nel Parlamento e nel Paese".
Alla posizione di Palazzotto si associa anche Stefano Fassina: "Il M5S ha raccolto il nostro elettorato quindi dobbiamo confrontarci con loro. L'atteggiamento vendicativo del Pd è grave"- ha detto l'esponente di LeU a Radio Cusano Campus – "C'è un dato politico dal quale partire: il Paese ha espresso a grande maggioranza un voto per il cambiamento, per un'alternativa e l'interprete principale di questo voto di alternativa è il M5S. Non vale il riferimento alla coalizione di centrodestra, perché con questa legge elettorale le coalizione erano palesemente finte. Sul piano politico quindi si dovrebbe partire dal movimento che ha raccolto il maggior numero di consensi". E spiega: "Il M5S ha raccolto il voto di quegli interessi economici e sociali che dovrebbero essere il riferimento sociale della sinistra, ma lo sono sempre meno. Io li chiamo gli esclusi: dai disoccupati meridionali, ai giovani professionisti, ai lavoratori precari, alle libere imprese e al commercio. È chiaro che avremmo preferito rappresentare noi queste persone, ma li ha raccolti in larghissima misura il M5S, quindi noi dobbiamo essere disponibili al confronto. Poi vediamo cosa viene messo sul tavolo e decidiamo".
L'appello di Pif al Pd: "Avete fatto un governo con Alfano e Verdini, perché con M5S no?
Il regista ed ex Iena Pif, al secolo Pierfrancesco Diliberto, ha pubblicato su Facebook un video-appello diretto al Partito Democratico e ha auspicato il sostegno del Pd a un futuro governo a 5 Stelle: "Il Pd pare non voglia sostenere il Movimento 5 stelle. Ma prima delle elezioni erano state le stesse componenti del Pd a invitare a votarli per evitare di lasciare il paese alla destra. Che è esattamente il rischio che stiamo correndo ora. Avete fatto un governo con Angelino Alfano, con Denis Verdini e il patto con Berlusconi. Nella coalizione avete Casini. E adesso fate storie per il Movimento 5 stelle. Forse è arrivato momento di mettere orgoglio da parte e ricordarvi in che condizioni si trova in questo Paese”.
Lo scorso dicembre, la mancanza di Pif alla Leopolda renziana venne notata da molti giornalisti e il regista spiegò al Corriere della Sera: "A parte che il ragazzo va da solo, anche senza di me, gli anni passano, il contesto pure. Era interessante esserci in quel momento perché, anche se non capisco sempre la politica, vedevo una possibilità di intesa fra Renzi e Grillo. Mi sembrava che Renzi, in modo un po’ più borghese, e Grillo, più fuori dal sistema, stavano comunque rinnovando il quadro politico".
Rosato (Pd) a Salvini: "La Lega cerchi un'alleanza con chi ha il suo stesso programma"
"Il senso di responsabilità lo devono avere tutti e la nostra risposta al richiamo di Mattarella è scontata ma i primi a essere richiamati alla responsabilità sono quelli che hanno avuto il mandato dagli elettori e vinto le elezioni. La Lega non si nasconda dietro a pretesti e costruisca le condizioni per un governo con chi ha i suoi stessi programmi e toni". Così il capogruppo Pd Ettore Rosato in risposta all'apertura mostrata questa mattina dal leader del Carroccio, che aveva sul Pd aveva detto: "Spero siano a disposizione per dare una via d'uscita al paese, a prescindere da chi uscirà dalle primarie".
Il costituzionalista Zagrebelsky: "Questo voto è una rivolta popolare, governo M5S-Pd unica via"
Per il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky, l'unica ipotesi di governo percorribile al momento sarebbe quella di un'alleanza tra M5S e Pd. "Il voto del 4 marzo è stato non una rivoluzione, piuttosto una ribellione o, se preferisce, una rivolta. Una rivolta contro la politica oligarchica che non voleva votare e avrebbe voluto rinviare le elezioni a non si sa quando, ha voluto rinviare di un po' il redde rationem, ma alla fine è arrivato e per via democratica, è stata una ribellione di massa contro la cristallizzazione e l'autoreferenzialità di un potere chiuso, lontano, incapace di avvertire le tante ragioni di sofferenza della nostra società", ha dichiarato il presidente emerito della Consulta in un'intervista concessa al Fatto Quotidiano. Rispetto all'ipotetica alleanza di governo tra M5S e Pd, Zagrebelsky spiega: "La direzione è quella. Ma ci vorranno tempi lunghi. Quindi avremo modo di riparlarne".
De Luca: "Per colpa del M5S c'è una violenza intollerabile nella vita pubblica"
"M5S ha una responsabilità gravissima: aver immesso nella vita pubblica un tasso di violenza che è intollerabile nel linguaggio tra esseri umani, nel calpestare della dignità delle persone. L'Italia è stata descritta come una banda di farabutti tranne loro, ora stanno cercando di cambiare abito". Così il governatore della Campania, Vincenzo De Luca: "Da oggi comincia la stagione della verità, non della Terza Repubblica. A quei milioni di disoccupati cui è stato detto avrete 1600 euro al mese qualcuno dovrà rispondere".
De Luca commenta la sconfitta del Pd, che definisce "Un terremoto non solo chiaro e che non si presta a balbettamenti, ma che vede vincitori netti, a cominciare dai Cinque Stelle e dalla Lega di Salvini". E aggiunge: "È stato un disastro – dice a LiraTv – il voto deve essere rispettato e deve diventare sempre una grande lezione che ti viene impartita". Secondo il presidente della Regione è stata fatale la scarsa attenzione data alla disoccupazione nel Sud sulla quale, dice "non c'è stata la sensibilità necessaria". E sul punto De Luca rilancia una "proposta che avanzai prima del referendum, vale a dire un piano per 200mila posti di lavoro al Sud". Poi c'è il tema della sicurezza dove "ha prevalso la posizione di Salvini" e questo perché "nell'ambito del centrosinistra ogni volta che si parla di sicurezza scattano reazioni tutte ideologiche". Infine passa in rassegna gli altri errori, "dalla riforma della scuola al codice degli appalti, alla battaglia, che non c'è stata, per una sburocratizzazione radicale dell'Italia". E conclude: "Il Governo che pure ha portato l'Italia fuori dalla crisi, non ha determinato svolte e serenità per i cittadini".
Salvini: "O c'è un governo politico oppure si torna al voto"
"O c'è un governo o la parola torna agli italiani": lo ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini, a Milano. "Io farei domattina una legge elettorale che dà un premio alla coalizione o al partito più votato – ha aggiunto in una conferenza stampa – Ma credo poco ai governi tecnici a tempo per fare una o due riforme, che rischiano di essere al servizio di Bruxelles".
Questa è la proposta della Lega per modificare la legge elettorale: "Il Mattarellum avrebbe dato un esito più certo di queste elezioni. Si è scelto un miscuglio, meglio comunque del proporzionale puro". E sul Pd dopo Renzi ha detto: "Spero siano a disposizione per dare una via d'uscita al paese, a prescindere da chi uscirà dalle primarie".
Oggi Di Maio ha detto che sul Documento di economia e finanza, che dovrà essere presentato entro il 10 aprile, potrà essere il banco di prova per valutare eventuali convergenze sui temi con le altre forze politiche. "Convergere coi 5 Stelle sul Def? Non lo so. Io ho chiaro che cosa proponiamo noi e noi non proponiamo un reddito per pagare la gente per stare a casa, noi siamo per lo sviluppo e per la crescita. La nostra è un'idea lontana dall'assistenza e dalla clientela ma vicina a chi chiede di abbassa le tasse e di creare lavoro".
M5s, Di Maio riunisce gli eletti e sceglie i capigruppo: saranno Giulia Grillo e Toninelli
Prima di entrare in Parlamento i deputati e i senatori del MoVimento 5 Stelle vengono riuniti da Luigi Di Maio, capo politico del M5s, all’hotel Parco dei Principi di Roma. Un incontro che inizierà alle 13.30 e durante il quale i parlamentari eletti per questa diciottesima legislatura (in totale poco più di 330) verranno divisi in due stanze. La giornata si dovrebbe aprire proprio con l’intervento di Di Maio e proseguirà con quello del capo della comunicazione Rocco Casalino. Ma non solo.
Oggi è la giornata in cui vengono designati i due futuri capigruppo. A essere scelti dal capo politico del MoVimento 5 Stelle due parlamentari uscenti, entrambi persone di fiducia del capo politico del M5s. Resteranno in carica, secondo statuto, per 18 mesi e i nomi sono quelli di Giulia Grillo per la Camera e di Danilo Toninelli per il Senato. Anche loro interverranno davanti ai neo-eletti e spiegheranno come funziona la vita nelle istituzioni, fornendo loro indicazioni sull’uso dei social network e sui rapporti con la stampa.
La riunione dovrebbe andare avanti fino alle 18 circa, con alcuni punti stampa previsti per i giornalisti. I neo-eletti stanno già arrivando all’hotel senza rilasciare, in quasi tutti i casi, alcuna dichiarazione. Finora poche eccezioni, come quella di Giulia Grillo che ha parlato con i cronisti al suo arrivo: “È sacrosanto l'appello di Mattarella alla responsabilità, noi lo abbiamo osservato dal primo minuto facendo appello a tutti. Per il M5s la cosa più importante è l'interesse dei cittadini”.
Bossi: "Salvini può diventare premier con l'appoggio di Berlusconi"
"Berlusconi ha detto che lo fa diventare premier e se lo ha detto Berlusconi …". Così Umberto Bossi ha parlato dell'ipotesi che Matteo Salvini guidi un governo di centrodestra, e lo ha detto ai giornalisti arrivando all'assemblea dei neo-eletti del Carroccio con Salvini. "Lo vuole diventare ma può farlo se ha l'appoggio di Berlusconi. E molti possono dargli una mano, tutti. Mica si può mandare per aria la Lega". "Chi lo appoggerebbe? Questo non lo so, però, però se c'è una possibilità e Berlusconi lo appoggia, sicuro lo può diventare e poi molta gente lo può aiutare", ha insistito il fondatore della Lega.
"Il mio cuore e la mia testa sono impegnati nella libertà del Nord. Tutto il resto è secondario". Bossi in questo caso ha scelto di non criticare la linea di Matteo Salvini e ha commentato così il risultato ottenuto dal suo partito: "Tanti anni fa la Lega è andata a Roma con una marea di parlamentari, non è la prima volta".
Zaia: "Io premier? Non c'è nessuna alternativa a Salvini, il candidato è lui"
"Il candidato è Salvini, se qualcuno me lo chiede è una richiesta sprecata. Ringrazio tutte le manifestazioni di stima, ma non esiste. Io mi occupo di Veneto e autonomia". Così il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se sarebbe disposto ad accettare un ruolo da premier alternativo a Salvini. Sulla premiership, ha risposto arrivando alla prima assemblea dei parlamentari eletti leghisti, "la partita è assolutamente chiusa, non abbiamo alternativa, ce n'è una e basta".
Brunetta: "Il candidato premier è Salvini o qualcuno indicato dal segretario della Lega"
Il candidato alla presidenza del Consiglio del centrodestra è Matteo Salvini, come ribadito oggi da Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati. "Abbiamo convenuto prima del voto che il partito della coalizione con più consensi avrebbe espresso il nome, e ora spetta alla Lega. Il candidato è Salvini, ma potrebbe anche essere qualcuno che lui indicherà, sempre dentro un metodo di consenso". In un'intervista al Corriere della Sera, Brunetta spiega che ancora non è stato deciso se il centrodestra andrà alle consultazioni al Quirinale con delegazioni separate, "ma intendiamo dare rappresentazione di unità sia formale che sostanziale".
Per Brunetta è più facile che l'interlocutore per un eventuale governo sia il Pd, più difficile che sia il MoVimento 5 Stelle: "In politica non si deve mai dire mai. Però, per la loro natura e per le cose che hanno detto non solo negli ultimi giorni, si sono autoesclusi. Credono di essere il centro del mondo, ma non lo sono: non hanno la maggioranza assoluta e hanno pochissimo potere di coalizione".
Salvini: "Pronti a presentare una manovra per abbassare le tasse, con qualunque governo"
Torna a parlare anche il segretario della Lega Matteo Salvini che, a margine della prima assemblea degli eletti della Lega al Parlamento, annuncia la volontà di presentare “una manovra economica alternativa fondata sul concetto di meno tasse”. Il leader leghista spiega di volersi muovere nel senso opposto a quello “suggerito da Bruxelles” e di essere determinato ad andare avanti “qualunque sia il governo in carica”. Il riferimento è alla possibilità che ad aprile, quando probabilmente verrà presentato il Documento di Economia e Finanza, possa essere in carica il governo attuale, considerate le difficoltà nella formazione di un nuovo esecutivo.
A chi gli chiede se senza un nuovo governo si possa tornare subito al voto, Salvini replica: "Vedremo, una cosa alla volta. Di sicuro non faremo pastrocchi".
Di Maio: "Faremo il possibile per garantire un governo al Paese"
Mentre sembra ancora lontano un qualsiasi accordo per trovare una maggioranza di governo, il capo politico del M5s Luigi Di Maio cerca di portare al centro dell'attenzione un possibile argomento di convergenza: il Def. "Vogliamo agire da subito. Entro il 10 aprile deve essere presentato il Def, il Documento di economia e finanza, che definisce le scelte di politica economica dei prossimi anni, e che dovrà essere approvato a maggioranza assoluta del Parlamento, quindi il Movimento sarà determinante. Sarà l'occasione per trovare le convergenze sui temi con le altre forze politiche". In un'intervista al Corriere della Sera Di Maio smentisce che il Pd sia la prima scelta del M5s per un accordo di governo: "Lo scrivono i giornali, ma io ho sempre detto che parlo a tutte le forze politiche, nessuna esclusa".
"Siamo già al lavoro – assicura – su una proposta che renderemo nota nei prossimi giorni. Se le altre forze politiche vogliono proporre altre misure che hanno al centro il bene dei cittadini, siamo pronti a discuterne". C'è poi il nodo della presidenza delle Camere, su cui Di Maio si dice "disponibile al confronto": "Quello del capo dello Stato è un richiamo sacrosanto, in ballo c'è l'interesse del Paese che per noi viene prima di ogni cosa. Noi, dal canto nostro, faremo tutti i passaggi istituzionali per garantire un governo al Paese", pur ribadendo che "non si parlerà di poltrone ma solo di temi".
Di Maio fa leva sul tema della responsabilità: "Siamo stati votati da quasi 11 milioni di italiani e io personalmente sento tutta la responsabilità di fronte a questa apertura di credito da parte dei cittadini. Ricordo che siamo stati gli unici già in campagna elettorale ad assumerci la responsabilità di non lasciare l'Italia nel caos prodotto da questa legge elettorale voluta dai partiti". Secondo il capo politico del M5s, se si tornasse a votare "i partiti pagherebbero cara la loro irresponsabilità, noi non avremmo nulla da perdere". Infine Di Maio non tema che ci sia un effetti ‘transfughi' dal gruppo del MoVimento, come avvenuto nella scorsa legislatura: "Molti degli eletti della scorsa legislatura non hanno ceduto alle sirene degli altri partiti, semplicemente sono stati espulsi. In questa legislatura abbiamo triplicato il numero dei parlamentari, vedo un gruppo compatto sia alla Camera che al Senato. Saranno i protagonisti di questa legislatura".
Camusso: "Gli operai hanno votato Lega e M5S perché si sono sentiti isolati"
Susanna Camusso su Repubblica parla della sconfitta della Sinistra alle elezioni, che però secondo lei non equivale a una bocciatura dei sindacati: "Non c'è alcun voto contro la Cgil, anzi ne esce confermata la nostra capacità di tutela al di là e oltre gli schieramenti politici". Tuttavia ammette che in chi ha votato per il M5S c'è una ricerca di risposte, soprattutto su tematiche legate al lavoro e disoccupazione, che indubbiamente la vecchia politica non è stata in grado di offrire: "Chi ha votato M5S ha votato anche per il reddito di cittadinanza, per una nuova forma di assistenza. Ecco: in questa richiesta c'è un messaggio anche per il sindacato. C'è una parte crescente di popolazione che non trova protezione e il mondo del lavoro in generale si sente isolato senza più rappresentanza politica". Però spiega che non c'è stata alcuna sorpresa al Nord dove gli operai iscritti alla Cgil da tempo avevano iniziato a votare Lega: "La novità è che c'è un'altra quota di nostri tesserati che non si astiene più e che vota per i Cinquestelle". E La batosta per la Sinistra è avvenuta alla vigilia dell'avvio dell'iter congressuale che porterà al ricambio del vertice del sindacato.
Nicola Zingaretti scende in campo per le primarie del Pd: "Io ci sarò"
Pochi giorni fa, alle elezioni del 4 marzo, è stato confermato presidente della regione Lazio: il successo di Nicola Zingaretti assume particolare rilievo per la sconfitta del suo Pd in tutta Italia (compresa la sua regione) alle elezioni politiche e per il fatto che si tratta del primo governatore del Lazio rieletto per un secondo mandato. Oggi Zingaretti annuncia in un'intervista a Repubblica di essere pronto a scendere in campo anche per le primarie del Pd. "Io ci sarò. Anche alle primarie, non escludo nulla", dice chiudendo, allo stesso tempo, ad un'apertura per un eventuale governo con i Cinque Stelle: "Restiamo all'opposizione". Zingaretti si presenterà quindi alle primarie forte del suo successo, con 341mila voti in più di quelli presi dal Pd alle elezioni politiche: "Buona amministrazione – è il motivo secondo lui di questa differenza di voto – e rilancio dello spirito dell'Ulivo".
Zingaretti non vuole cancellare l'esperienza di Matteo Renzi: "Non possiamo liquidarla", afferma sostenendo la necessità di una "rigenerazione del partito". "Quei miei elettori – afferma ancora – non sono perduti per il Pd; insieme possiamo riconquistarli. Gli elettori che alle politiche sono emigrati verso i 5 Stelle, verso la destra e verso l'astensione, sono la sofferenza del Pd". E rivendica la bontà del progetto politico nel Lazio che "ha unito tutta la sinistra. Abbiamo fatto l'accordo con Liberi e Uguali, avevamo con noi i sindaci, le liste civiche e, soprattutto, i giovani". Sulle nomine dei presidenti delle Camera Zingaretti sostiene che andrebbero "tenute lontane dalle trattative per il governo".
C'è poi la questione regionale: Zingaretti sa che non sarà facile trovare i numeri per governare il Lazio. "Fisserò quattro punti: rifiuti, sanità, fiscaltià e sviluppo economico. Se ci stanno, bene. Altrimenti non sono attaccato alla poltrona. Arriverei più libero al congresso del Pd", afferma lanciando un messaggio anche alla futura aula del consiglio regionale.