Il governo Conte ha ottenuto la fiducia sia alla Camera che al Senato e ora dunque è pienamente in carica. Nelle prossime settimane, l'esecutivo si occuperà di sciogliere i nodi "del sottogoverno" con la distibuzione degli incarichi e delle deleghe per ogni dicastero e si proseguirà poi con la formazione delle commissioni parlamentari.
- Il governo Conte ottiene la fiducia: si lavora sulle nomine, premier in partenza per il G7 07 Giugno
- La Camera dà la fiducia a Conte: il governo è definitivamente in carica 06 Giugno
- Delrio a Conte: "Studi e rispetti la Costituzione, non sia pupazzo. Governo nasce su un inganno" 06 Giugno
- Il governo Conte incassa la fiducia al Senato, oggi si passa alla Camera: voto dopo le 17.30 06 Giugno
- Il governo Conte ottiene la fiducia al Senato 05 Giugno
- La replica di Conte: "Spread non sia l'unico riferimento, su migranti Ue ci ha lasciati soli" 05 Giugno
- Renzi a Salvini: "Ti parlo da padre a padre, ora guidi l'ordine pubblico, attento alle parole" 05 Giugno
- Il governo alla prova del Senato: alle 12 il discorso di Conte, alle 19 il voto di fiducia 05 Giugno
Taverna attacca Renzi: "Sarà all'estero per un po', con lo stipendio da senatore"
Durante il suo intervento al Senato, della vice presidente di Palazzo Madama, la pentastellata Paola Taverna ha colto l'occasione per attaccare Matteo Renzi, "colpevole" di dedicarsi a viaggi e conferenze all'estero, come l'ex segretario del Pd ha annunciato ieri, senza però abbandonare nel frattempo la poltrona da senatore. La pentastellata ha detto con ironia: "Colgo l'occasione per salutare Renzi perché mi dicono che sarà in giro per un annetto, buon viaggio senatore".
E poi ha aggiunto: "Oggi i cittadini si sono rialzati per aver preso la loro vita in mano. Gli italiani hanno ripreso coscienza dell'importanza della partecipazione. Se il M5S oggi è al governo del Paese è perché voi avete fallito, noi siamo il prodotto del vostro fallimento, voi avete usato il potere per realizzare il benessere di pochi, avete avuto la vostra occasione e l'avete sprecata".
Renzi a Salvini: "Ti parlo da padre a padre, ora guidi l'ordine pubblico, attento alle parole"
La discussione sul voto di fiducia al governo Conte al Senato ha visto anche l'intervento di Matteo Renzi a Palazzo Madama. L'ex presidente del Consiglio ha parlato rivolgendosi a Conte, spiegando di non sostenerlo ma di rispettarlo, e poi a Salvini e Di Maio, attaccandoli per i loro metodi in questi primi giorni di governo. Ecco cosa ha detto Renzi in aula:
Il presidente del Consiglio dei ministri non avrà la nostra fiducia, ma avrà sempre il nostro rispetto, perché siamo convinti che nell’abisso valoriale ci siano degli elementi da tenere insieme sempre. Con il giuramento ora rappresenta anche noi e la rispetteremo sempre in quest’aula e fuori da quest’aula. Quando porterà il tricolore al G7 in Canada, quando ci rappresenterà al Consiglio di Bruxelles, quando all’assemblea generale delle Nazioni Uniti ci rappresenterà. Anche per questo siamo rimasti sorpresi dal suo riferimento alle opposizioni e le garantiamo che la nostra opposizione non occuperà mai – come avvenuto nella scorsa legislatura – i banchi del governo, non insulterà i ministri sui social, non urlerà al grido ‘mafia, mafia’ contro le istituzioni, dando fiato a quei pregiudizi che tanta parte dell’Europa continua ad alimentare. Può, con la sua presidenza, dimostrare che parte della narrazione della scorsa legislatura era falsa, perché lei è un premier non eletto, potrei dire un collega. Ma non ne faremo una accusa.
Vi è oggi da chi si è presentato insieme alle elezioni una triplice posizione: astensione, contrarietà e approvazione. Il teatrino a cui stiamo assistendo ci fa pensare alla Prima Repubblica, non alla Terza. I due forni o i riferimenti culturali ad alcune espressioni. Quello che nella scorsa legislatura era governo dei non eletti, ora governo dei cittadini. Da inciucio a contratto, da trionfo della partitocrazia a democrazia parlamentare. Da condono a pace fiscale, da uomo che ha tradito chi lo aveva eletto a colui che ha salvato il Paese. Non so se cambierete il Paese, ma intanto avete cambiato il vocabolario.
Il contratto è scritto con l’inchiostro simpatico. La flat tax costa 60 miliardi se la facciamo sul serio. Non ci dite che intervenite sulle pensioni d’oro, perché se fate l’intervento sui 5mila euro netti, recuperiamo 110 milioni di euro. Però se fa la flat tax per 30mila pensionati d’oro spendiamo 700 milioni di euro. O facciamo la flat tax o tagliamo le pensioni d’oro. Ilva: a 20mila persone diamo un lavoro o un reddito di cittadinanza? La legge Fornero costa se va bene 12 miliardi, ne avete messi 5 nel contratto. Noi siamo un’altra cosa. Una parte dell’opinione pubblica crede che in quei banchi ci sia il bipolarismo di domani, noi crediamo ci sia la coalizione di domani. Qualcuno è entrato nel 1992 in Parlamento agitando un cappio, chi nel 2013 parlava di un apriscatole. Anche noi potremmo fare l’elenco di chi sta da quella parte del tavolo sottolineando come qualcuno di voi ha avuto problemi con il fisco, ha assunto parenti, ha usato la prescrizione, ma non ci permetteremo di farlo perché siamo un’altra cosa.
Sulla Giustizia avete un’idea diversa da noi, noi siamo per il garantismo, non giustizialismo. Quando sentiamo il nome di Davigo rispondiamo con Beccaria ed Enzo Tortora. C’è un doppio pensiero che vorrei affidare a lei e ai due vicepresidenti del Consiglio: non mi colpisce che il ministro dell’Interno abbia scelto di partire dalle vicende dell’immigrazione, ma mi colpisce l’espressione ‘la pacchia è finita’. Salvini leader politico ci ha abituato a queste espressioni, io non le condivido. Come prima espressione da parlamentare dico il nome di due ragazzi senegalesi uccisi a Firenze quando ero sindaco. Salvini, le chiedo questo da padre a padre: stia attento alle parole, non è più solo un leader politico. Rappresenta oggi un paese, non possiamo permetterci una crisi diplomatica con la Tunisia, non possiamo animare polemiche e creare un clima incendiario. Lei guida l’ordine pubblico.
A Di Maio: ha detto ‘lo Stato siamo noi’. Non è una frase felice, ma sono d’accordo con il principio se l’ho capita. Una frase del Re Sole. Però lei non è lo Stato, voi siete il potere oggi e tocca a voi. Non avete più alibi, oggi rappresentate il potere e l’establishment. Convocheremo la ministra della Difesa nella sede del Copasir per chiarire dei punti che conosce. Saremo sempre dalla vostra parte quando ci sarà da difendere il Paese.
La neo-senatrice a vita Liliana Segre: "Mi opporrò a leggi speciali contro rom e sinti"
La senatrice a vita Liliana Segre, nominata dal capo dello Stato solo pochi mesi fa, ha tenuto il suo primo discorso davanti al Senato durante la votazione di fiducia al governo Conte. Segre ha parlato soprattutto della sua nomina e di quello che sarà il suo ruolo in Parlamento, auto-definendosi una “nonna” in Senato. Queste le parole di Segre: “Non posso che rivolgere un ringraziamento al presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha deciso di ricordare l’anniversario della promulgazione delle leggi razziali nominando come senatrice a vita una vecchia signora, una delle poche ancora viventi in Italia, che porta sul braccio il numero di Auschwitz. E ho il compito non solo di ricordare ma anche di dare la parola a coloro che 80 anni or sono non la ebbero. A quelle migliaia di italiani appartenenti alla minoranza ebraica che ebbero l’umiliazione di essere espulsi dalle scuole, dalla società, che preparò la shoah che fu un crimine anche italiano, del fascismo italiano. Si dovrebbe dare la parola a quei tanti che non sono tornati, che sono stati uccisi solo perché sono nati, che ora sono cenere nel vento. Salvarli dall’oblio vuol dire anche allontanare gli italiani di oggi dall’indifferenza, invitarli a non anestetizzare le coscienze. Altre minoranze vennero annientate, oggi voglio ricordare gli appartenenti a rom e sinti. Accolgo con grande convinzione l'appello che mi ha rivolto oggi il professor Melloni, mi rifiuto di pensare che oggi la nostra civiltà democratica possa essere sporcata da leggi speciali contro i popoli nomadi: se dovesse accadere mi opporrò con tutte le forze che mi restano. Mi accingo a coprire il mio ruolo ben conscia della mia inesperienza politica. Tenterò di dare un modesto contributo all’attività parlamentare traendo insegnamento da ciò che ho imparato: ho conosciuto il carcere, la condizione di richiedente asilo, non avendo mai avuto appartenenze di partito svolgerò la mia attività di senatrice senza legami e rispondendo solo alla mia coscienza. Mi guiderà solo la fedeltà ai programmi dettati dalla Costituzione repubblicana. Con questo spirito ritengo che la scelta più coerente con la mia nomina a senatrice a vita sia quella di optare oggi per un voto di astensione di fiducia al governo, valuterò di volta in volta, tenendo fede ai valori che mi hanno guidato tutta la vita”. Il discorso di Liliana Segre è stato salutato – più volte – da lunghi applausi del Senato e dal messaggio finale della presidente di Palazzo Madama, Maria Elisabetta Alberti Casellati: “Grazie per la lezione di vita che ha voluto dare a tutti noi”.
La senatrice a vita Elena Cattaneo al nuovo governo: “Non toccate la legge sui vaccini”
Durante la discussione generale sulla fiducia al governo guidato da Giuseppe Conte è intervenuta anche la senatrice a vita Elena Cattaneo, annunciando la sua astensione all’esecutivo M5s-Lega. Ma – assicura – “continuerò a dar corpo al ruolo di senatore a vita concentrandomi per suggerire soprattutto metodi di analisi che penso possano essere di giovamento al Paese intero”. E Catteneo lancia un chiaro messaggio in tema di obbligazione vaccinale e riferendosi alla recente legge introdotta su volontà del ministro uscente Beatrice Lorenzin che rende necessario per i bambini ver effettuato i vaccini per potersi iscrivere a scuola. “Penso – spiega Cattaneo – in tema sanitario alla questione dell'attenuazione dell'obbligo vaccinale, oggetto di una recente e efficace legislazione, di cui mi permetto di suggerire sarebbe saggio attendere qualche anno di operatività e il consolidamento dei dati prima di auspicare modifiche”.
Monti: "Noi abbiamo evitato la Troika, ma non escludo che possa tornare"
Durante la discussione generale sul voto di fiducia al governo guidato da Giuseppe Conte è intervenuto anche il senatore a vita ed ex presidente del Consiglio Mario Monti, sottolineando come quello di oggi sarebbe potuto essere un governo dimezzato nel caso in cui il suo governo tecnico non fosse intervenuto per salvare l'Italia dalla Troika. E, allo stesso tempo, Monti avverte che il rischio del ritorno della Troika non è da escludere. "Formulo al nuovo governo sinceri auguri di buon lavoro nell’interesse dell’Italia – esordisce Monti -. Inoltre, chiunque abbia avuto l’onore e l’onore di sedere dove siede oggi, non può non rivolgere a lei un augurio speciale. Non confido nell’insuccesso di questo governo. Si è detto che Conte è un capo politico dimezzato, credo che non lo sarà, spero che non lo sarà. Un governo è efficace se chi lo guida è il presidente del Consiglio e se questi esercita pienamente i suoi poteri e le sue responsabilità. Sono certo che il governo otterrebbe un credito maggiore, anche presso chi non lo appoggia, se iniziasse la sua vita con un atto di modesta e realismo. L’intero governo nascerebbe oggi come governo dimezzato se altre forze politiche non avessero dato prova di grande responsabilità. Qualunque cosa voi possiate pensare di Fi, Pd, dell’allora terzo polo, di Fdi, il fatto che da novembre 2011 – quando chi vi parla è stato chiamato a prendere quel posto – per oltre un anno abbiano sostenuto provvedimenti impopolari, hanno consentito a portare l’Italia fuori da una crisi colossale".
"Voi avreste oggi la Troika – argomenta Monti – sareste un governo dimezzato perché sareste ridotti ad agenti di un governo semi-coloniale. La Troika è un agente disgustoso e abbiamo fatto di tutto per evitare all’Italia questa dimostrazione di scarsa dignità. La Troika è stata evitata con lo sforzo di risanamento fatta nel Paese dopo un lungo braccio di ferro con la Germania e con la cancelliera Merkel. Fu quella la premessa che consentì alla Bce la svolta verso le politiche che oggi corrono, se mai, il rischio di farci addormentare un po’ tutti. Non è escluso, e non lo dico con spirito di provocazione ma solo con senso del dovere, che l’Italia possa dover subire ciò che ha evitato allora, cioè l’umiliazione della Troika. Oggi lo spread, questo indice che esiste, è di 235 per l’Italia, di 98 per Spagna e 143 per il Portogallo. E questo in regime di Qe, se togliete quello come avverrà non sarà tanto diverso dal 500 di spread di anni fa. Il vostro è il governo del cambiamento, a questo vorrei applaudire, vorrei salutare un cambiamento già avvenuto", e il riferimento di Monti è alla decisione di cancellare la richiesta alla Bce di eliminare 250 miliardi di euro di debito dal contratto di governo. Ma, sottolinea ancora l'ex presidente del Consiglio, fare questa richiesta "lascia negli investitori stranieri" qualche perplessità.
Applausi al Senato per Sacko, Conte: "Non siamo insensibili"
Al termine del suo discorso in Senato il premier Giuseppe Conte ha ricordato la vicenda di Sacko Soumaila, ucciso con un colpo di fucile in Calabria: "Era uno dei mille braccianti che tutti i giorni si recano al lavoro in condizioni sotto la soglia di dignità. A lui e ai suoi familiari dobbiamo tutti un commosso pensiero".
"Non siamo affatto insensibili", sottolinea Conte. Subito dopo nell'Aula c'è stata una standing ovation unanime di maggioranza ed opposizione per il sindacalista. Tutti i senatori, nessuno escluso, si sono alzati in piedi per applaudire. E' stata l'unica standing ovation unanime della giornata.
Il presidente del Consiglio ha voluto rispondere agli attacchi dell'opposizione, che ha accusato il nuovo governo giallo-verde di non aver preso posizione per condannare l'accaduto: "Sono passati due giorni dalla tragica morte di Soumaila Sacko. Ancora nessuno del Governo ha preso parola. Solo indifferenza. A questo punto spero che questa mattina il presidente Conte metta fine a questo vergognoso silenzio. In Italia ci sono ancora razzisti da sconfiggere e nuovi schiavismi da combattere senza sosta. Altro che ‘fine della pacchia'". Così aveva scritto su Facebook il segretario del Pd Maurizio Martina.
Salvini a Balotelli: "Ius Soli non è priorità degli italiani, divertiti dietro al pallone"
Il neo-ministro dell'Interno Matteo Salvini risponde su Twitter a Mario Balotelli: il calciatore della nazionale italiana oggi ha rivolto un appello per cambiare l'attuale legge sulla cittadinanza. Ma la risposta del leader della Lega è negativa: "Caro Mario, lo Ius Soli non è la priorità mia, né degli italiani. Buon lavoro, e divertiti, dietro al pallone", scrive Salvini rimandando a un articolo in cui vengono riprese le parole dette da Balotelli sul tema durante la presentazione di un libro a Torino. "Brutto avere la cittadinanza solo a 18 anni – aveva affermato Balotelli – da giovane è stato difficile non essere riconosciuto come italiano. Sono nato e cresciuto in Italia e non sono mai stato in Africa purtroppo. Non sono un politico, ma penso che la legge debba essere cambiata. Mi sento di lanciare un appello per questo".
Pd: "Dal presidente Conte solo un discorso pieno di propaganda e luoghi comuni"
“Dal presidente del Consiglio Conte una replica della propaganda che abbiamo ascoltato per 90 giorni da Lega e Cinque Stelle. Solo un discorso generico, pieno di luoghi comuni”, ha scritto su Twitter il segretario del Partito Democratico, Maurizio Martina.
La senatrice Cirinnà dà il benvenuto al ministro Fontana con una maglia pro-famiglie omosessuali
"Il mio ‘benvenuto' al ministro Fontana nell'aula del Senato per ricordargli che tutte le persone e tutte le famiglie hanno gli stessi diritti, lo dice la nostra Costituzione", scrive la senatrice Monica Cirinnà, madre della legge sulle Unioni Civili, pubblicando sulla sua pagina Facebook una sua fotografia dove viene ritratta in Aula con la maglietta delle Famiglie Arcobaleno.
Il discorso programmatico di Giuseppe Conte al Senato - la diretta video
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte aprirà la discussione al Senato sul voto di fiducia al suo governo con il discorso programmatico che avrà inizio alle 12. Dopo il discorso di Conte ci sarà un'interruzione: i lavori riprenderanno nel pomeriggio con la discussione generale e a partire dalle 19 ci sarà invece la votazione sulla fiducia a Palazzo Madama. Qui è possibile seguire la diretta video, attraverso il canale YouTube del Senato:
Il governo alla prova del Senato: alle 12 il discorso di Conte, alle 19 il voto di fiducia
Inizia con il discorso programmatico al Senato del presidente del Consiglio Giuseppe Conte l’iter per il voto di fiducia al nuovo governo. Alle 12 l’aula di Palazzo Madama ascolterà le linee guida del nuovo esecutivo, per poi passare alla discussione generale e al voto di fiducia, che dovrebbe arrivare poco dopo le 19. Domani toccherà invece alla Camera, dove si dovrebbe votare intorno alle 17.30. Quello di oggi sarà “un giorno importante”, come sottolineato ieri dallo stesso Conte che ha preparato un discorso in cui, tra i punti fermi, chi sono anche quelli di un’Europa più equa e di una nuova centralità per il lavoro.
La prima prova per il governo Conte è quindi quella del Senato, dove i numeri della maggioranza sono più ristretti rispetto a Montecitorio. Per oggi, però, Conte può stare tranquillo potendo contare sui 58 senatori della Lega e sui 109 del MoVimento 5 Stelle. A cui si aggiungono altri 4 seggi, quelli degli ex M5s Buccarella e Martelli, e quelli dei senatori del Maie. Per un totale di 171, dieci voti in più della maggioranza. Non è da escludere, inoltre, che alla maggioranza si aggiungano i voti del gruppo per le Autonomie.
Il gruppo di Fratelli d’Italia, che porta in dotazione 18 senatori, si asterrà. Il partito di Giorgia Meloni sembra quindi voler rinunciare al voto contrario dopo una mediazione tra la sua leader e Matteo Salvini, neo-ministro dell’Interno. Rimangono contrari, invece, i 61 senatori di Forza Italia, i 52 del Pd e alcuni componenti del gruppo Misto, come Emma Bonino, eletta con +Europa. Tutt’altra storia domani alla Camera, dove il governo ha una maggioranza più ampia con 346 voti, ben 30 oltre la quota necessaria per stare tranquilli.