Il governo Conte ha ottenuto la fiducia sia alla Camera che al Senato e ora dunque è pienamente in carica. Nelle prossime settimane, l'esecutivo si occuperà di sciogliere i nodi "del sottogoverno" con la distibuzione degli incarichi e delle deleghe per ogni dicastero e si proseguirà poi con la formazione delle commissioni parlamentari.
- Il governo Conte ottiene la fiducia: si lavora sulle nomine, premier in partenza per il G7 07 Giugno
- La Camera dà la fiducia a Conte: il governo è definitivamente in carica 06 Giugno
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Il governo Conte ottiene la fiducia: si lavora sulle nomine, premier in partenza per il G7
Il governo guidato da Giuseppe Conte ha ottenuto la fiducia sia al Senato che alla Camera ed è ora pronto a iniziare il suo lavoro. Martedì era arrivata la fiducia a Palazzo Madama con 171 voti favorevoli, 117 contrari e 25 astenuti. Più ampi i margini alla Camera, dove ieri l’esecutivo ha ottenuto 350 voti a favore e 236 contrari. Ora il governo dovrà assolvere ai suoi primi impegni e già questa mattina si terrà un Consiglio dei ministri, una riunione per sbrigare gli affari correnti con alcuni provvedimenti in scadenza. Difficile che già oggi si possa sapere qualcosa sulle nomine che attendono il governo, una partita delicata che vede in bilico ben 43 poltrone tra sottosegretari e viceministri.
Stasera il presidente del Consiglio Conte partirà per il Canada, dove si terrà il G7. La partita delle nomine dovrebbe quindi slittare alla prossima settimana: Conte, infatti, tornerà in Italia solo domenica. A Roma lo attendono le trattative per alcune deleghe molto delicate, come quelle ai Servizi segreti e alle Telecomunicazioni, in bilico tra Cinque Stelle e Lega. Solo dopo la formazione del governo, secondo quanto fatto sapere negli scorsi giorni da esponenti di maggioranza, si passerà alla formazione delle commissioni di Camera e Senato. L’attività del Parlamento a pieno ritmo, quindi, non partirà prima della prossima settimana.
La Camera dà la fiducia a Conte: il governo è definitivamente in carica
Con 350 voti a favore e 236 contrari, la Camera dei Deputati dà la fiducia al governo Conte, sostenuto da Movimento 5 Stelle e Lega. Tra i gruppi di opposizione, l'onorevole Vittorio Sgarbi ha concesso la fiducia al nuovo esecutivo nonostante la linea contraria di Forza Italia. Avendo incassato la fiducia sia alla Camera che al Senato, il governo del professor Giuseppe Conte è ora ufficialmente in carica. Nel corso delle prossime settimane, dunque, si andranno a formare le commissioni parlamentari necessarie al funzionamento dell'iter legislativo e le Camere potranno così lavorare a pieno regime. La prima partita che il governo dovrà affrontare, però, è il rebus del "sotto-governo" ovvero della distribuzione delle cariche da vice-ministro e sottosegretario dei vari dicasteri e delle deleghe più delicate come quella ai servizi segreti o alle telecomunicazioni.
Sgarbi: "Mi piacciono le c…ate e gli ignoranti, per questo voto la fiducia"
L'onorevole forzista Vittorio Sgarbi, durante le dichiarazioni di voti in Aula, ha annunciato – alla sua maniera – che voterà la fiducia al governo Conte: "Mi piacciono le cazzate e gli ignoranti, per questo voto la fiducia. Questo governo è un caos e dove c'è caos io sto bene. Dove c’è il disordine io prospero e quindi voterò la fiducia al governo. Lei è un vicepremier di due vicepremier, non è stato incaricato da Mattarella, ma da Di Maio. E Salvini ha avuto l’incarico da Berlusconi”, ha spiegato Sgarbi, ribadendo che voterà convintamente la fiducia per "assistere al vostro declino".
M5s a Delrio: “Meschino usare i nomi delle vittime di mafia per strappare applausi in aula”
Il nuovo capogruppo alla Camera del MoVimento 5 Stelle Francesco D’Uva ha iniziato il suo intervento durante le dichiarazioni di voto per la fiducia al governo Conte rispondendo a Graziano Delrio che poco prima aveva ricordato al presidente del Consiglio il nome del fratello del capo dello Stato Mattarella, Piersanti, ucciso dalla mafia: “Mi permetta di dire quanto è meschino strumentalizzare i nomi delle vittime di mafia per strappare applausi in quest’aula. Soprattutto se a farlo è chi non ricordava che i grande Aracri fossero di Cutro, eppure ci andava a Cutro a fare la processione”.
“Oggi è l’inizio della Repubblica dei cittadini, la Terza Repubblica”, ha esordito D’Uva aggiungendo che “per l’Italia e per i cittadini che aspettavano il cambiamento quel giorno è finalmente arrivato”. “Siamo chiamati a un gesto di responsabilità, sostenendo con forza l’azione di questo governo. Come cittadini siamo onorati di lavorare ogni giorno per dare le risposte che i cittadini attendono”, ha concluso.
Delrio a Conte: "Studi e rispetti la Costituzione, non sia pupazzo. Governo nasce su un inganno"
Il capogruppo del Pd alla Camera Graziano Delrio attacca duramente il presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante le dichiarazioni di voto sulla fiducia al suo governo: “Sia umile, non venga a parlare di ciò che non conosce. Studi, abbia l’umiltà di studiare, non venga qui a fare lezioni. Lei non è qui per concederci il privilegio di vederla osservare la Costituzione, lei ha il dovere di osservare la Costituzione, non ci sta facendo una concessione. Anzi, se vuole rispettarla riprenda quel programma e lo riscriva di suo pugno, perché lei è presidente del Consiglio, riscriva la lista dei ministri. Il nostro augurio è che non faccia il pupazzo dei partiti”.
“Avevo apprezzato la sua umiltà, oggi sono rimasto sconcertato”, aggiunge ancora Delrio che spiega come il governo di Conte sia nato su “un inganno”. Il capogruppo del Pd alla Camera continua il suo attacco ricordando a Conte una parte del suo discorso, quando ha citato gli insulti ricevuti dal presidente della Repubblica a cui sui social è stata augurata la stessa fine del fratello, ucciso dalla mafia. Conte non ricordava però il nome del fratello di Mattarella e Delrio ricorda che il suo nome era Piersanti Mattarella, scatenando un applauso di parte dei presenti in aula (solo dai rappresentanti di Pd, Fi e in parte FdI) che hanno chiesto alla maggioranza di alzarsi in piedi in ricordo di Piersanti Mattarella, scatenando qualche momento di bagarre.
Delrio sottolinea un altro passaggio del discorso di Conte che ha rivendicato l'essere populista. Il capogruppo del Pd attacca: "Ha rivendicato di essere populista ma in nome del popolo in questo Paese sono stati commessi delitti orrendi, approvate leggi razziali, in Europa sono stati commessi genocidi. Tutti i grandi dittatori lo fanno in nome del popolo. Parlo della storia e non di voi". "Adesso occupatevi degli italiani – conclude Delrio – ne avete il diritto ma soprattutto il dovere".
Gelmini: "Siamo preoccupati, discorso di Conte pieno di luoghi comuni"
La capogruppo di Forza Italia alla Camera, Mariastella Gelmini, ha annunciato il voto contrario di Forza Italia sulla fiducia al governo Conte intervenendo nell’aula di Montecitorio durante le dichiarazioni di voto. “Siamo molto preoccupati – afferma – abbiamo ascoltato un discorso pieno di pauperismo e di luoghi comuni. Vogliamo poi immaginare che sia stato un lapsus ma lei non ha parlato di presunzione di innocenza ma di presunzione di colpevolezza. Immagino sia un errore, le credo. Ma dalla sua foga emerge una visione manettara”.
“Non abbiamo mai usato l’avviso di garanzia come una clava verso chi governava”, aggiunge affermando che esiste una distinzione tra giustizialismo e garantismo. Gelmini continua: “Abbiamo sentito promesse ambiziose senza parlare di coperture. Non vorremmo che la vostra fosse la strada del dissesto e speriamo non nasconda una patrimoniale per gli italiani. Noi stiamo con l’Italia che lavora e produce e questa Italia produttiva non vuole sentir parlare di sussidi di stato, di giustizialismo, di decrescita felice e di uscita dall’Euro”.
Rivolgendosi a Salvini, Gelmini afferma: “Se è stato un bravo leader della Lega, non è stato altrettanto bravo a fare il leader del centrodestra come invece è stato Berlusconi”. Infine, rivolgendosi soprattutto ai Cinque Stelle, conclude: “Ora il palazzo siete voi, tocca a voi dimostrare la capacità di governare questo Paese. Vi facciamo sentiti auguri nell’interesse dell’Italia”.
Meloni: "Se oggi c'è un governo è grazie a noi, FdI ha fatto riaprire il dialogo"
La presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha dichiarato l’intenzione di non sostenere il governo Conte durante il voto di fiducia alla Camera, sottolineando che “se questo governo è qui lo si deve anche a Fratelli d’Italia. Perché quando tutto stava per scivolare, quando in molti hanno gettato la spugna, noi abbiamo mosso, abbiamo fatto riaprire il dialogo perché tra le ipotesi in campo quella di un governo politica era la migliore. Lo abbiamo fatto per senso del dovere e senza chiedere nulla in cambio. E ci hanno criticato per questo. Quando l’Italia è sotto attacco, noi rispondiamo”.
Rivolgendosi a Conte, Meloni aggiunge: “Le auguriamo buon lavoro, ma visti i suoi predecessori non potrà far peggio. Questo non è il governo più a destra della storia, e lo dice lo studio Cattaneo. Se questo fosse stato un governo di destra la destra italiana ne avrebbe fatto parte. Il presidente Fico può stare tranquillo: può continuare ad andare alla parata del 2 giugno a fare il saluto con il pugno chiuso”.
La leader di FdI parla poi di ciò che manca nel programma di governo: “In questo programma manca la riforma più importante di tutte: l’elezione diretta del capo dello Stato. Si vuole entrare nella Terza Repubblica? Lo si fa con il presidenzialismo. E manca il blocco navale al largo delle coste della Libia. Manca il sovranismo. Manca l’industria”. Meloni conclude ribadendo che non sosterrà il governo e non entrerà nel governo ma che tiferà per l’esecutivo “perché siamo sempre dalla parte degli italiani”.
LeU vota no alla fiducia al governo: “Saremo guardiani attenti e intransigenti"
Liberi e Uguali ha annunciato il suo voto contrario al governo Conte nell’aula di Montecitorio, con il suo capogruppo Federico Fornaro: “La nostra sarà una opposizione intransigente e sfidante nelle aule del Parlamento sulle questioni che riguardano la vita quotidiana dei cittadini. Sul piano del rispetto dei principi di civiltà, lei presidente del Consiglio spieghi al ministro dell’Interno che il tempo della campagna elettorale è finito. Gli spieghi che l’attività di soccorsi in mare è disciplinata da varie fonti del diritto internazionale. Le migrazioni sono una delle questioni fondamentali della contemporaneità non solo dell’Italia, non possono essere banalizzati. I migranti sono le vittime e non i protagonisti del sistema di sfruttamento, la pacchia è quella dei mercanti di morte, è quella che deve finire, non quella dei migranti in fuga da guerra, dalla fame”.
Fornaro parla poi del sindacalista ucciso in Calabria: “Avremmo voluta vederla – dice ancora rivolgendosi al presidente del Consiglio Giuseppe Conte – sin da subito in prima fila a chiedere verità e giustizia per Soumaila. Saremo guardiani attenti e intransigenti, stimoleremo il Parlamento per un allargamento dei diritti. A cominciare da una legge sullo Ius Soli”. “Troverete in noi una opposizione ferma e intransigente in difesa dei valori costituzionali e aperti al confronto per abbattere le disuguaglianze”, conclude Fornaro annunciando il voto contrario alla fiducia.
Martina: "Contratto di governo è cambiale che pagheranno i giovani, saremo alternativa popolare"
Durante la discussione generale alla Camera sul voto di fiducia al governo guidato da Giuseppe Conte è intervenuto anche il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina, sottolineando come il contratto di governo sia una “gigantesca cambiale che pagheranno i giovani” e promettendo battaglia su molti temi con proposte concrete e definendosi “l’alternativa popolare” al populismo. Martina esordisce ringraziando Mattarella e la senatrice a vita Liliana Segre, “perché le sue parole riecheggiano, mai più leggi speciali, mai più intolleranza. Altro che liquidare quel fatto in Calabria come un fatto da richiamare perché ti costringono”.
Martina commenta il contratto di governo: “Il contratto che avete firmato serve a voi per stare insieme, non al bene del Paese. Non c’è nulla per il futuro di questo Paese, è solo una gigantesca cambiale che pagheranno i giovani di questo paese. Il vostro contratto è iniquo. Se sceglierete di proporre un condono mascherato noi daremo battaglia, se discriminerete i bambini all’asilo daremo battaglia. Altro che destra e sinistra non ci sono più: questa differenza c’è ancora nella misura in cui si dice quello che si sta dicendo su tasse, immigrazione, equità, lavoro. Questo è un governo di destra e dovete avere il coraggio e l’onestà di dirlo. Lo è anche per le reazioni che ha suscitato in Europa, di Farage, Le Pen. Noi invece daremo battaglia per difendere la collocazione internazionale dell’Italia che dal 1948 in poi ha garantito pace e cooperazione: pace, una parola mai pronunciata nel suo intervento. Pace nella nostra storia e nel nostro futuro. Difenderemo la democrazia liberale italiana, figlia della resistenza. E vi misureremo sulle scelte concrete che farete contro i dazi di Trump, starete con gli operai di Terni o con chi pensava oltreoceano che il futuro sia nel sovranismo?”.
Martina si rivolge poi a Conte: “Lei ha definito il suo governo populista, è legittimo. Sappia che populista non vuol dire popolare, populista è chi soffia sul fuoco delle paure senza risolvere. Per noi la sfida è una forza popolare, che risolva i problemi anche quando non si prendono applausi facili. Noi costruiremo una alternativa concreta, con proposte concrete come l’allargamento subito del reddito di inclusione, l’assegno universale per famiglie con figli. Noi saremo l’alternativa popolare, sociale, affidabile, saremo la buona politica, coi piedi per terra e lo sguardo lungo, quella dell’ascolto. A voi il dovere di fare fino in fondo i conti con la realtà. A noi il compito di dare ancora agli italiani il senso di un destino comune”.
Il governo Conte incassa la fiducia al Senato, oggi si passa alla Camera: voto dopo le 17.30
Dopo la fiducia al Senato, il governo guidato da Giuseppe Conte passa all’esame della Camera dove stasera si terrà il voto di fiducia a partire dalle 17.45 circa. Ieri l’esecutivo ha incassato 171 voti favorevoli, 117 contrari e 25 astenuti, tra cui i senatori di Fratelli d’Italia e anche i senatori a vita Mario Monti, Liliana Segre ed Elena Cattaneo. La discussione generale alla Camera ha preso il via questa mattina alle 9 con l’intervento di Vitello Catello, eletto con il M5s ma poi passato al gruppo del Maie. Gli interventi proseguiranno per tutta la mattinata. La replica del presidente del Consiglio Giuseppe Conte è prevista per le 15.30, poi si partirà con le dichiarazioni di voti.
La prima chiama del voto di fiducia è prevista per le 17.45. Il discorso programmatico di Conte non è stato ripetuto questa mattina alla Camera, in quanto il presidente del Consiglio ha già parlato ieri davanti al Senato, consegnando poi il discorso a Montecitorio. Qui l'ordine degli interventi previsti oggi alla Camera, pubblicati su Twitter dall'account ufficiale di Montecitorio:
Eletti i nuovi capigruppo M5S per la Camera e il Senato
Il senatore Stefano Patuanelli e il deputato Francesco D'Uva sono i nuovi capigruppo M5s di Camera e Senato. Li ha eletti l'assemblea dei gruppi pentastellati che si è riunita questa sera per designare i nuovi responsabili dopo che gli attuali presidenti di gruppo Giulia Grillo per la Camera e Danilo Toninelli per il Senato hanno assunto incarichi di governo, la prima come ministra della Salute, il secondo come ministro delle Infrastrutture.
Brunetta (FI) attacca Conte: "Suo discorso sgangherato, banale, spesso ridicolo"
"Discorso sgangherato, banale, spesso ridicolo. Senza capo nè coda, senza un'idea di Paese, senza cultura. Solo tanta rabbia, tanta invidia sociale, tanto giustizialismo, tanto anticapitalismo. Senza un numero, senza una priorità, senza coerenza. Solo contraddizioni". Lo ha scritto in un tweet Renato Brunetta, deputato di Forza Italia.
Brunetta, intervistato a Carta Bianca da Bianca Berlinguer dice di essere preoccupato per il nuovo esecutivo. Nonostante sia amico di Giovanni Tria, il ministro dell'Economia, sostiene di non fidarsi Di Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Brunetta ha invece approvato l'intervento di Matteo Renzi: "Noi siamo all'opposizione, al momento mi sento più vicino a Renzi che a Salvini".
Conte: "Governo del cambiamento ha ottenuto la fiducia. Domani alla Camera e poi partiamo"
"E' andata molto bene anche per quanto riguarda i numeri". Lo ha detto il premier Giuseppe Conte commentando con i cronisti fuori di Palazzo Madama il voto di fiducia dato dal Senato al suo governo. Poi commenta ironicamente l'intervento di Matteo Renzi, che lo ha chiamato "collega" in quanto premier non eletto: "E' professore lui?". E a chi gli chiede se un mese fa avrebbe mai creduto di poter fare il presidente del Consiglio risponde: "Non ci avrei mai creduto".
Subito dopo le votazioni Conte si è fermato a cenare al ristorante di Palazzo Madama.
Governo Conte al Senato ottiene 2 voti in più rispetto agli esecutivi di Renzi e Gentiloni
Il governo del premier Giuseppe Conte ha ottenuto quattro voti in più rispetto alla maggioranza giallo-verde. Si tratta dei voti degli ex M5s Maurizio Buccarella e Carlo Martelli, espulsi dal Movimento per le mancate restituzioni al fondo per le Pmi e quelli dei due senatori eletti all'estero Adriano Cario, uruguaiano, e Ricardo Antonio Merlo, argentino.
Rispetto agli esecutivi precedenti, quelli guidati da Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, il nuovo governo al Senato ha ottenuto due voti in più: con questi numeri, il governo M5S-Lega ha dieci voti di scarto rispetto alla maggioranza assoluta del Senato, che è di 161 voti. Paolo Gentiloni ebbe dal Senato 169 voti favorevoli, e così pure Matteo Renzi. Il primo governo della scorsa legislatura, quello guidato da Enrico Letta, raggiunse invece i 233 voti favorevoli al Senato: era stato votato da un vasto schieramento che comprendeva Pd, Lista Monti, Forza Italia. Il governo con il minor numero di voti al Senato fu quello di Romano Prodi nel 2006: i sì furono appena 165.
Fiducia a governo Conte, senatori a vita Monti, Segre e Cattaneo si sono astenuti
Tre senatori a vita si astengono sul voto di fiducia al governo Conte, mentre due sono in congedo: Giorgio Napolitano e Carlo Rubbia. E Renzo Piano è assente. Si sono astenuti Mario Monti, Giuliana Segre, Elena Cattaneo.
Oltre a loro anche tutti i 18 senatori di Fratelli d'Italia si sono astenuti. Non hanno votato la mozione neanche gli esponenti del gruppo Autonomie Meinhard Durnwalder, Albert Laniece, Juliane Unterberger e Dieter Steger.
Il governo Conte ottiene la fiducia al Senato
Il governo giallo-verde guidato dal premier Conte ha incassato la fiducia da Palazzo Madama. Lo ha annunciato il presidente del Senato Elisabetta Casellati al termine delle votazioni in Aula. I voti favorevoli sono stati 171, 117 i contrari, 25 gli astenuti. Il presidente del Consiglio Conte ha ascoltato la proclamazione al suo banco accanto ad Alfonso Bonafede: subito sono partiti abbracci e strette di mano.
Bernini (Forza Italia): "Votiamo 'no', misure demagogiche che spaccano l'Italia"
Forza Italia voterà "no" alla fiducia al governo Conte. Lo ha annunciato la capogruppo Annamaria Bernini nell'aula del Senato durante le dichiarazioni di voto. Bernini ha criticato il programma esposto definito "Arlecchino" per le sue contraddizioni: "Ci sono punti del programma troppo superficiali". Attacca il premier Conte, non eletto dai cittadini: "Non l'abbiamo vista in campagna elettorale, perché lei era legittimamente altrove, a svolgere la sua professione di avvocato. Lei è un esecutore di un programma scritto da altri".
De Petris (LeU): "Non voteremo la fiducia, dichiarazioni omofobe e triviali del governo"
"Non voteremo la fiducia a questo governo" dice in Aula al Senato Loredana De Petris, della componente Leu del Gruppo Misto, di cui è presidente. "Le minacce sono reali sui migranti. Abbiamo contrastato questi provvedimenti del ministro Minniti, lo faremo con voi – ha detto – "Le dichiarazioni del ministro della Famiglia Fontana sono omofobe, regressive, addirittura contro la legge 194. Vergognosa è la discriminazione dei bambini immigrati. E' demagogia facile, ma non a costo zero".
"Contro queste proposte e questa cultura tribale e medioevale faremo un'opposizione durissima, dentro e fuori il Parlamento – ha aggiunto De Petris – Su questa strada troveremo anche molti elettori M5S". "La cifra di questo governo è quella della Lega, M5S ha accettato di sottostare a una cultura regressiva, me ne dispiaccio molto", ha detto ancora. "Se forzerete le gabbie del rigore Ue per degli investimenti pubblici noi ci confronteremo nel merito – ha invece annunciato De Petris – Abolizione della Fornero e reddito di cittadinanza li condividiamo", mentre "la flat tax é ingiusta e dannosa".
Marcucci (Pd): "Non votiamo la fiducia, governo più di destra della storia repubblicana"
Marcucci, durante le dichiarazioni di voto si rivolge al premier Conte: "Il suo discorso di oggi mi fa avere dei dubbi sulla sua autonomia: i suoi vicepresidenti sono ‘presidenti associati'. Il presidente del Consiglio non può essere né apparire come semplice portavoce di altri. Le chiediamo di non farlo, di non ridurre a questo il ruolo di governo. Questo è il governo più spostato a destra della nostra storia repubblicana. Giallo-verde, con venature di nero. Così come è stato certificato all'estero dalla Le Pen, ma anche in Italia da Casa Pound. I questi 90 giorni avete calpestato il Parlamento, avete offeso il presidente della Repubblica, con violenza e rabbia, così come avete fatto negli ultimi anni. I ‘presidenti associati' sanno che stanno promettendo l'impossibile, lei non si presti, lo dovete ai cittadini".
Fiducia Governo, Emma Bonino annuncia il "no"
"La cultura radicale mi ha insegnato che non esistono nemici ma avversari e mi ha insegnato che in una democrazia liberale il ruolo dell'opposizione è fondamentale per il buon funzionamento della democrazia:è quello che mi appresto a fare". Lo ha detto in occasione delle dichiarazioni di voto la senatrice Emma Bonino (+Europa), del gruppo Misto. La "mia opposizione sarà rigorosa ma ho di fronte a me avversari, non nemici" ha detto.
La replica di Conte: "Spread non sia l'unico riferimento, su migranti Ue ci ha lasciati soli"
Al termine della discussione generale avvenuta oggi al Senato, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha replicato alle obiezioni mosse dai gruppi parlamentari di opposizione, soffermandosi su alcuni punti sollevati nel dibattito. Ecco l'intervento del presidente del Consiglio:
Vorrei rivolgere un primo pensiero alla senatrice Segre. Ci ha fatto un grande regalo, perché ci ha restituito alla memoria una pagina molto dolorosa della nostra storia. Il tempo trascorre e ci allontaniamo da quella fase storica, ma non dobbiamo consentire l’oblio. Dobbiamo impegnarci a trasmettere questa memoria. Grazie.
Vorrei fare anche un ringraziamento collettivo. Vorrei ringraziare tutti i senatori che hanno parlato. Non è un ringraziamento retorico perché comunque mi ha consentito di precisare meglio alcuni punti e perché quanto detto prima sulla centralità del Parlamento non era una concessione alla retorica. Gli auguri non sono a me personalmente o ai ministri, sono all’Italia. Se noi riusciremo a realizzare questo programma, o anche una parte significativa, se ne avvantaggerà il paese. Alcuni interventi mi segnalano un equivoco, me ne assumo la responsabilità. Io non intendevo mancare di rispetto al Parlamento, anzi. Non ho inteso ergermi a giudice del Parlamento. Forse per il question time, ma io mi riferivo al premier question time, io verrò qui personalmente a rispondere alle vostre questioni. Molti di voi hanno richiamato la singolarità del contratto: io ho dedicato un po’ di attenzione nella relazione, e ribadisco che secondo me è un fatto di trasparenza, di chiarezza. Possiamo contestare il fatto che in piena trasparenza delle forze politiche si incontrano, discutono, senza parlare di poltrone, e cercano di capire se ci sono le condizioni per realizzare un programma di governo? Ho sentito parlare di inciucio, questo è esagerato. E dico anche che se questi 90 giorni sono risultati singolari, diciamo che i protagonisti sono stati tanti e tutti si assumono la responsabilità di questa gestazione e di come è andata.
Temi e questioni di natura economica. L’uscita dall’Euro non è mai stata e non è in discussione. Non è un tema del contratto e non è un obiettivo. Il tema è un altro: è legittimo o no per un governo rinegoziare le politiche economiche? Dobbiamo rinunciare a discuterle? Di questo stiamo parlando. Che ci sia margine o no lo scopriremo. Siamo determinati a farlo. Abbiamo ben presenti gli spauracchi, i termini, lo spread. Però non facciamo dello spread il nostro unico riferimento, perché nasconde speculazione finanziaria. Apprezzo l’onestà intellettuale dimostrata dal senatore Quagliariello, che ha detto che forse le forze di opposizione hanno fatto il tifo perché questo governo nascesse. Penso però che ci dovremmo augurare tutti di non disattendere le aspettative dei cittadini. Ci è stato detto che dobbiamo uscire dalla campagna elettorale: forse c’è un equivoco. Forse non siamo abituati a vedere in un contratto le anticipazioni fatte in campagna elettorale. Anche questa è una singolarità.
Molti interventi hanno lamentato una scarsa attenzione per il Sud. Il contratto di governo vede il Sud dappertutto. Non è una isola che sta lì. Un ministro dedicato espressamente al Sud non è un segnale importante? È chiaro che ci sarà sempre una attenzione costante per il Sud, ma non dobbiamo cedere alla lettura di un paese diviso. Abbiamo bisogno di un ministro che fosse organicamente dedicato a razionare meglio le risorse per il Sud. Abbiamo sbagliato? Lo vedremo.
Infrastrutture. Ci avete detto che non siamo attenti, ma guardate che noi vogliamo far crescere l’economia, che cresce con investimenti produttivi e con le infrastrutture. Non abbiamo declinato nel contratto alcune specifiche opere. Ci siamo appena insediati, lasciateci il tempo di studiare i dossier aperti, di valutare quali infrastrutture realizzare. Oggi ho dedicata molta attenzione agli appalti pubblici, ebbene anche quella è una attenzione pre-ordinata agli investimenti in infrastrutture. Se non riusciamo a superare la stasi attuale non andiamo da nessuna parte. Stiamo studiando il ruolo dell’Anac, dobbiamo potenziare la fase di pre-contenzioso.
Giustizia. Ci accusate di giustizialismo. Cosa è? La certezza della pena è giustizialismo? C’è stata un po’ di preoccupazione per la prescrizione, ma qui bisogna dosare gli equilibri, nessuno ha detto che la prescrizione non sia legittima. Il problema è che se non riusciamo a dosare gli equilibri diventa negata giustizia. Autonomia. Ho apprezzato gli interventi dei senatori che rappresentano gli interessi delle regioni a statuto speciale. Direi che siamo in sintonia. Nel programma c’è anche attenzione alla altra possibilità prevista dalla Costituzione: le regioni che lo richiedono possono ottenere una maggiore autonomia. Ci sono delle trattative in corso, le seguiremo con attenzione.
Mi è stato contestato di non avere utilizzato il lessema patria. Non ho paura di utilizzarlo. Forse, per convenzione linguistica, uso di più il vocabolo Paese. Ma il 2 giugno sono stato orgoglioso di essere lì, di assistere alla sfilata dei nostri corpi scelti. Siamo stati sollecitati a confrontarci con il presidenzialismo: non è nel contratto di governo, ma il Parlamento è sovrano. Se verranno proposte le forze politiche si confronteranno. Sull’immigrazione non facciamo l’errore di raccogliere battute enucleate da interviste: noi combattiamo gli scafisti. Il tema va affrontato nel rispetto della piena dignità. Vogliamo che siano regolamentati i flussi migratori e che il problema sia affrontato a livello europeo, perché siamo stati lasciati soli.
Vi possiamo assicurare che lavoreremo responsabilmente, con il massimo impegno. Seguiremo tante altre attività. Potremo arricchire il contratto di governo con tutte le altre attese dei cittadini.
Taverna attacca Renzi: "Sarà all'estero per un po', con lo stipendio da senatore"
Durante il suo intervento al Senato, della vice presidente di Palazzo Madama, la pentastellata Paola Taverna ha colto l'occasione per attaccare Matteo Renzi, "colpevole" di dedicarsi a viaggi e conferenze all'estero, come l'ex segretario del Pd ha annunciato ieri, senza però abbandonare nel frattempo la poltrona da senatore. La pentastellata ha detto con ironia: "Colgo l'occasione per salutare Renzi perché mi dicono che sarà in giro per un annetto, buon viaggio senatore".
E poi ha aggiunto: "Oggi i cittadini si sono rialzati per aver preso la loro vita in mano. Gli italiani hanno ripreso coscienza dell'importanza della partecipazione. Se il M5S oggi è al governo del Paese è perché voi avete fallito, noi siamo il prodotto del vostro fallimento, voi avete usato il potere per realizzare il benessere di pochi, avete avuto la vostra occasione e l'avete sprecata".
Renzi a Salvini: "Ti parlo da padre a padre, ora guidi l'ordine pubblico, attento alle parole"
La discussione sul voto di fiducia al governo Conte al Senato ha visto anche l'intervento di Matteo Renzi a Palazzo Madama. L'ex presidente del Consiglio ha parlato rivolgendosi a Conte, spiegando di non sostenerlo ma di rispettarlo, e poi a Salvini e Di Maio, attaccandoli per i loro metodi in questi primi giorni di governo. Ecco cosa ha detto Renzi in aula:
Il presidente del Consiglio dei ministri non avrà la nostra fiducia, ma avrà sempre il nostro rispetto, perché siamo convinti che nell’abisso valoriale ci siano degli elementi da tenere insieme sempre. Con il giuramento ora rappresenta anche noi e la rispetteremo sempre in quest’aula e fuori da quest’aula. Quando porterà il tricolore al G7 in Canada, quando ci rappresenterà al Consiglio di Bruxelles, quando all’assemblea generale delle Nazioni Uniti ci rappresenterà. Anche per questo siamo rimasti sorpresi dal suo riferimento alle opposizioni e le garantiamo che la nostra opposizione non occuperà mai – come avvenuto nella scorsa legislatura – i banchi del governo, non insulterà i ministri sui social, non urlerà al grido ‘mafia, mafia’ contro le istituzioni, dando fiato a quei pregiudizi che tanta parte dell’Europa continua ad alimentare. Può, con la sua presidenza, dimostrare che parte della narrazione della scorsa legislatura era falsa, perché lei è un premier non eletto, potrei dire un collega. Ma non ne faremo una accusa.
Vi è oggi da chi si è presentato insieme alle elezioni una triplice posizione: astensione, contrarietà e approvazione. Il teatrino a cui stiamo assistendo ci fa pensare alla Prima Repubblica, non alla Terza. I due forni o i riferimenti culturali ad alcune espressioni. Quello che nella scorsa legislatura era governo dei non eletti, ora governo dei cittadini. Da inciucio a contratto, da trionfo della partitocrazia a democrazia parlamentare. Da condono a pace fiscale, da uomo che ha tradito chi lo aveva eletto a colui che ha salvato il Paese. Non so se cambierete il Paese, ma intanto avete cambiato il vocabolario.
Il contratto è scritto con l’inchiostro simpatico. La flat tax costa 60 miliardi se la facciamo sul serio. Non ci dite che intervenite sulle pensioni d’oro, perché se fate l’intervento sui 5mila euro netti, recuperiamo 110 milioni di euro. Però se fa la flat tax per 30mila pensionati d’oro spendiamo 700 milioni di euro. O facciamo la flat tax o tagliamo le pensioni d’oro. Ilva: a 20mila persone diamo un lavoro o un reddito di cittadinanza? La legge Fornero costa se va bene 12 miliardi, ne avete messi 5 nel contratto. Noi siamo un’altra cosa. Una parte dell’opinione pubblica crede che in quei banchi ci sia il bipolarismo di domani, noi crediamo ci sia la coalizione di domani. Qualcuno è entrato nel 1992 in Parlamento agitando un cappio, chi nel 2013 parlava di un apriscatole. Anche noi potremmo fare l’elenco di chi sta da quella parte del tavolo sottolineando come qualcuno di voi ha avuto problemi con il fisco, ha assunto parenti, ha usato la prescrizione, ma non ci permetteremo di farlo perché siamo un’altra cosa.
Sulla Giustizia avete un’idea diversa da noi, noi siamo per il garantismo, non giustizialismo. Quando sentiamo il nome di Davigo rispondiamo con Beccaria ed Enzo Tortora. C’è un doppio pensiero che vorrei affidare a lei e ai due vicepresidenti del Consiglio: non mi colpisce che il ministro dell’Interno abbia scelto di partire dalle vicende dell’immigrazione, ma mi colpisce l’espressione ‘la pacchia è finita’. Salvini leader politico ci ha abituato a queste espressioni, io non le condivido. Come prima espressione da parlamentare dico il nome di due ragazzi senegalesi uccisi a Firenze quando ero sindaco. Salvini, le chiedo questo da padre a padre: stia attento alle parole, non è più solo un leader politico. Rappresenta oggi un paese, non possiamo permetterci una crisi diplomatica con la Tunisia, non possiamo animare polemiche e creare un clima incendiario. Lei guida l’ordine pubblico.
A Di Maio: ha detto ‘lo Stato siamo noi’. Non è una frase felice, ma sono d’accordo con il principio se l’ho capita. Una frase del Re Sole. Però lei non è lo Stato, voi siete il potere oggi e tocca a voi. Non avete più alibi, oggi rappresentate il potere e l’establishment. Convocheremo la ministra della Difesa nella sede del Copasir per chiarire dei punti che conosce. Saremo sempre dalla vostra parte quando ci sarà da difendere il Paese.
La neo-senatrice a vita Liliana Segre: "Mi opporrò a leggi speciali contro rom e sinti"
La senatrice a vita Liliana Segre, nominata dal capo dello Stato solo pochi mesi fa, ha tenuto il suo primo discorso davanti al Senato durante la votazione di fiducia al governo Conte. Segre ha parlato soprattutto della sua nomina e di quello che sarà il suo ruolo in Parlamento, auto-definendosi una “nonna” in Senato. Queste le parole di Segre: “Non posso che rivolgere un ringraziamento al presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha deciso di ricordare l’anniversario della promulgazione delle leggi razziali nominando come senatrice a vita una vecchia signora, una delle poche ancora viventi in Italia, che porta sul braccio il numero di Auschwitz. E ho il compito non solo di ricordare ma anche di dare la parola a coloro che 80 anni or sono non la ebbero. A quelle migliaia di italiani appartenenti alla minoranza ebraica che ebbero l’umiliazione di essere espulsi dalle scuole, dalla società, che preparò la shoah che fu un crimine anche italiano, del fascismo italiano. Si dovrebbe dare la parola a quei tanti che non sono tornati, che sono stati uccisi solo perché sono nati, che ora sono cenere nel vento. Salvarli dall’oblio vuol dire anche allontanare gli italiani di oggi dall’indifferenza, invitarli a non anestetizzare le coscienze. Altre minoranze vennero annientate, oggi voglio ricordare gli appartenenti a rom e sinti. Accolgo con grande convinzione l'appello che mi ha rivolto oggi il professor Melloni, mi rifiuto di pensare che oggi la nostra civiltà democratica possa essere sporcata da leggi speciali contro i popoli nomadi: se dovesse accadere mi opporrò con tutte le forze che mi restano. Mi accingo a coprire il mio ruolo ben conscia della mia inesperienza politica. Tenterò di dare un modesto contributo all’attività parlamentare traendo insegnamento da ciò che ho imparato: ho conosciuto il carcere, la condizione di richiedente asilo, non avendo mai avuto appartenenze di partito svolgerò la mia attività di senatrice senza legami e rispondendo solo alla mia coscienza. Mi guiderà solo la fedeltà ai programmi dettati dalla Costituzione repubblicana. Con questo spirito ritengo che la scelta più coerente con la mia nomina a senatrice a vita sia quella di optare oggi per un voto di astensione di fiducia al governo, valuterò di volta in volta, tenendo fede ai valori che mi hanno guidato tutta la vita”. Il discorso di Liliana Segre è stato salutato – più volte – da lunghi applausi del Senato e dal messaggio finale della presidente di Palazzo Madama, Maria Elisabetta Alberti Casellati: “Grazie per la lezione di vita che ha voluto dare a tutti noi”.
La senatrice a vita Elena Cattaneo al nuovo governo: “Non toccate la legge sui vaccini”
Durante la discussione generale sulla fiducia al governo guidato da Giuseppe Conte è intervenuta anche la senatrice a vita Elena Cattaneo, annunciando la sua astensione all’esecutivo M5s-Lega. Ma – assicura – “continuerò a dar corpo al ruolo di senatore a vita concentrandomi per suggerire soprattutto metodi di analisi che penso possano essere di giovamento al Paese intero”. E Catteneo lancia un chiaro messaggio in tema di obbligazione vaccinale e riferendosi alla recente legge introdotta su volontà del ministro uscente Beatrice Lorenzin che rende necessario per i bambini ver effettuato i vaccini per potersi iscrivere a scuola. “Penso – spiega Cattaneo – in tema sanitario alla questione dell'attenuazione dell'obbligo vaccinale, oggetto di una recente e efficace legislazione, di cui mi permetto di suggerire sarebbe saggio attendere qualche anno di operatività e il consolidamento dei dati prima di auspicare modifiche”.
Monti: "Noi abbiamo evitato la Troika, ma non escludo che possa tornare"
Durante la discussione generale sul voto di fiducia al governo guidato da Giuseppe Conte è intervenuto anche il senatore a vita ed ex presidente del Consiglio Mario Monti, sottolineando come quello di oggi sarebbe potuto essere un governo dimezzato nel caso in cui il suo governo tecnico non fosse intervenuto per salvare l'Italia dalla Troika. E, allo stesso tempo, Monti avverte che il rischio del ritorno della Troika non è da escludere. "Formulo al nuovo governo sinceri auguri di buon lavoro nell’interesse dell’Italia – esordisce Monti -. Inoltre, chiunque abbia avuto l’onore e l’onore di sedere dove siede oggi, non può non rivolgere a lei un augurio speciale. Non confido nell’insuccesso di questo governo. Si è detto che Conte è un capo politico dimezzato, credo che non lo sarà, spero che non lo sarà. Un governo è efficace se chi lo guida è il presidente del Consiglio e se questi esercita pienamente i suoi poteri e le sue responsabilità. Sono certo che il governo otterrebbe un credito maggiore, anche presso chi non lo appoggia, se iniziasse la sua vita con un atto di modesta e realismo. L’intero governo nascerebbe oggi come governo dimezzato se altre forze politiche non avessero dato prova di grande responsabilità. Qualunque cosa voi possiate pensare di Fi, Pd, dell’allora terzo polo, di Fdi, il fatto che da novembre 2011 – quando chi vi parla è stato chiamato a prendere quel posto – per oltre un anno abbiano sostenuto provvedimenti impopolari, hanno consentito a portare l’Italia fuori da una crisi colossale".
"Voi avreste oggi la Troika – argomenta Monti – sareste un governo dimezzato perché sareste ridotti ad agenti di un governo semi-coloniale. La Troika è un agente disgustoso e abbiamo fatto di tutto per evitare all’Italia questa dimostrazione di scarsa dignità. La Troika è stata evitata con lo sforzo di risanamento fatta nel Paese dopo un lungo braccio di ferro con la Germania e con la cancelliera Merkel. Fu quella la premessa che consentì alla Bce la svolta verso le politiche che oggi corrono, se mai, il rischio di farci addormentare un po’ tutti. Non è escluso, e non lo dico con spirito di provocazione ma solo con senso del dovere, che l’Italia possa dover subire ciò che ha evitato allora, cioè l’umiliazione della Troika. Oggi lo spread, questo indice che esiste, è di 235 per l’Italia, di 98 per Spagna e 143 per il Portogallo. E questo in regime di Qe, se togliete quello come avverrà non sarà tanto diverso dal 500 di spread di anni fa. Il vostro è il governo del cambiamento, a questo vorrei applaudire, vorrei salutare un cambiamento già avvenuto", e il riferimento di Monti è alla decisione di cancellare la richiesta alla Bce di eliminare 250 miliardi di euro di debito dal contratto di governo. Ma, sottolinea ancora l'ex presidente del Consiglio, fare questa richiesta "lascia negli investitori stranieri" qualche perplessità.
Applausi al Senato per Sacko, Conte: "Non siamo insensibili"
Al termine del suo discorso in Senato il premier Giuseppe Conte ha ricordato la vicenda di Sacko Soumaila, ucciso con un colpo di fucile in Calabria: "Era uno dei mille braccianti che tutti i giorni si recano al lavoro in condizioni sotto la soglia di dignità. A lui e ai suoi familiari dobbiamo tutti un commosso pensiero".
"Non siamo affatto insensibili", sottolinea Conte. Subito dopo nell'Aula c'è stata una standing ovation unanime di maggioranza ed opposizione per il sindacalista. Tutti i senatori, nessuno escluso, si sono alzati in piedi per applaudire. E' stata l'unica standing ovation unanime della giornata.
Il presidente del Consiglio ha voluto rispondere agli attacchi dell'opposizione, che ha accusato il nuovo governo giallo-verde di non aver preso posizione per condannare l'accaduto: "Sono passati due giorni dalla tragica morte di Soumaila Sacko. Ancora nessuno del Governo ha preso parola. Solo indifferenza. A questo punto spero che questa mattina il presidente Conte metta fine a questo vergognoso silenzio. In Italia ci sono ancora razzisti da sconfiggere e nuovi schiavismi da combattere senza sosta. Altro che ‘fine della pacchia'". Così aveva scritto su Facebook il segretario del Pd Maurizio Martina.
Salvini a Balotelli: "Ius Soli non è priorità degli italiani, divertiti dietro al pallone"
Il neo-ministro dell'Interno Matteo Salvini risponde su Twitter a Mario Balotelli: il calciatore della nazionale italiana oggi ha rivolto un appello per cambiare l'attuale legge sulla cittadinanza. Ma la risposta del leader della Lega è negativa: "Caro Mario, lo Ius Soli non è la priorità mia, né degli italiani. Buon lavoro, e divertiti, dietro al pallone", scrive Salvini rimandando a un articolo in cui vengono riprese le parole dette da Balotelli sul tema durante la presentazione di un libro a Torino. "Brutto avere la cittadinanza solo a 18 anni – aveva affermato Balotelli – da giovane è stato difficile non essere riconosciuto come italiano. Sono nato e cresciuto in Italia e non sono mai stato in Africa purtroppo. Non sono un politico, ma penso che la legge debba essere cambiata. Mi sento di lanciare un appello per questo".
Pd: "Dal presidente Conte solo un discorso pieno di propaganda e luoghi comuni"
“Dal presidente del Consiglio Conte una replica della propaganda che abbiamo ascoltato per 90 giorni da Lega e Cinque Stelle. Solo un discorso generico, pieno di luoghi comuni”, ha scritto su Twitter il segretario del Partito Democratico, Maurizio Martina.
La senatrice Cirinnà dà il benvenuto al ministro Fontana con una maglia pro-famiglie omosessuali
"Il mio ‘benvenuto' al ministro Fontana nell'aula del Senato per ricordargli che tutte le persone e tutte le famiglie hanno gli stessi diritti, lo dice la nostra Costituzione", scrive la senatrice Monica Cirinnà, madre della legge sulle Unioni Civili, pubblicando sulla sua pagina Facebook una sua fotografia dove viene ritratta in Aula con la maglietta delle Famiglie Arcobaleno.
Il discorso programmatico di Giuseppe Conte al Senato - la diretta video
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte aprirà la discussione al Senato sul voto di fiducia al suo governo con il discorso programmatico che avrà inizio alle 12. Dopo il discorso di Conte ci sarà un'interruzione: i lavori riprenderanno nel pomeriggio con la discussione generale e a partire dalle 19 ci sarà invece la votazione sulla fiducia a Palazzo Madama. Qui è possibile seguire la diretta video, attraverso il canale YouTube del Senato: