Il leader del Carroccio: "C'è ottimismo sui punti chiave come tasse, pensioni, immigrazione". Il capo politico del M5S conferma: "Ampi punti di convergenza". ma si continua a trattare: nuovo incontro domenica.
- Verso un premier "tecnico", ai 5 Stelle gli Esteri e l'Economia 13 Maggio
- Lega e M5S hanno chiamato il Quirinale: "Pronti a riferire a Mattarella" 13 Maggio
- Di Maio: "Ottimista, se ci attaccano siamo sulla buona strada" 12 Maggio
- Salvini: "Sostanziale accordo col M5S sui punti chiave" 12 Maggio
- Mattarella ricorda Einaudi: "Prerogativa del presidente della Repubblica è nominare il premier" 12 Maggio
- Pronta la prima bozza del contratto di governo Lega-M5S 12 Maggio
- Casaleggio: "Il contratto di governo con la Lega sarà votato online dagli iscritti M5s" 11 Maggio
- Meloni: "Scelta di sostenere il governo dipende da chi sarà il presidente del Consiglio" 10 Maggio
- Di Maio: "Orgoglioso della nostra coerenza, ora diamo governo all'Italia il prima possibile" 10 Maggio
- Di Maio-Salvini: "Significativi passi avanti su composizione del governo e premier" 10 Maggio
- Di Maio e Salvini trattano su temi e nomi: incontro tra i due per decidere la premiership 10 Maggio
Verso un premier "tecnico", ai 5 Stelle gli Esteri e l'Economia
La linea è condivisa: cautela ma nella considerazione di una "intesa sui punti chiave", che presuppone la continuazione del lavoro anche nei primi giorni della prossima settimana. L'annuncio ufficiale dell'accordo, insomma, sembra dover slittare ancora di qualche giorno. Non tanto (non solo) per la notizia della riabilitazione di Silvio Berlusconi da parte del Tribunale di sorveglianza (che non dovrebbe cambiare il quadro politico, almeno non a stretto giro), quanto piuttosto per il problema che Salvini e Di Maio stanno incontrando nel riempire la casella di Palazzo Chigi e alcuni ministeri pesanti.
Da quanto emerge, appare scontato che si debba convergere su una figura "tecnica" per Palazzo Chigi, ovvero un nome non organico né alla Lega né ai 5 Stelle, che vanti esperienza e allo stesso tempo non sia troppo legato alla politica "tradizionale". I nomi di Giovannini e Massolo continuano a circolare, ma per entrambi ci sono delle "controindicazioni", dubbi che arrivano soprattutto dai Cinquestelle. I quali avrebbero strappato a Salvini il fondamentale ministero dell'Economia, che si sommerebbe a quelli "certi" di Sanità, Lavoro ed Esteri. La poltrona della Farnesina, come vi avevamo anticipato, dovrebbe andare proprio a Luigi Di Maio, che assumerebbe anche la carica di Vicepresidente del Consiglio.
Carica, quest'ultima, condivisa con Matteo Salvini, che otterrebbe anche la poltrona di ministro dell'Interno. La Lega si assicurerebbe la Giustizia e la Difesa, tasselli fondamentali dell'architettura di governo immaginata da Salvini, anche per "tranquillizzare Silvio Berlusconi".
Lega e M5S hanno chiamato il Quirinale: "Pronti a riferire a Mattarella"
Movimento Cinque Stelle e Lega dopo il vertice pomeridiano tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno chiamato il Quirinale non chiedendo altro tempo e dicendosi pronti a Riferire. Lo apprende l'Ansa da fonti del movimento.
Salvini: "Entro stasera chiameremo Mattarella"
"Si lavora su tutto, sabato domenica, giorno e notte". Così Matteo Salvini, alla fine di un nuovo vertice con Luigi Di Maio, ha risposto alle domande dei giornalisti. Sergio Mattarella lo chiamerete? "Verrà chiamato entro stasera". Comunicherete l'accordo o prenderete più tempo? "Lo diciamo a lui, quello che gli diremo".
Vertice M5S-Lega: "La trattativa va avanti ma manca il nome del premier"
"La discussione sul contratto sta andando molto bene", è stato il commento di Luigi Di Maio al termine del vertice, svoltosi questo pomeriggio al Pirellone a Milano, che ha visto impegnati il Movimento 5 Stelle e la Lega Nord per cercare di trovare un accordo sul nuovo governo. Ma il leader pentastellato è stato anche costretto ad ammettere che "manca il nome del premier", anche se, assicura, "sarà una persona di alto profilo politico". Una situazione in divenire tanto che chiede tempo perché "stiamo scrivendo la storia".
Dal tavolo di trattativa i protagonisti continuano a far filtrare ottimismo con fonti 5 stelle che parlano di "probabile chiusura del contratto entro oggi". Anche il Quirinale aspetta notizie dai due leader ai quali il presidente Sergio Mattarella aveva concesso tempo fino a questa sera per presentarsi con delle novità tali da giustificare l'accantonamento della sua proposta di formazione di un governo di tregua fino a nuove elezioni.
Di Maio annulla la sua partecipazione a Che Tempo che Fa. Fazio: "Non tutto era risolto"
L'intervista a Luigi Di Maio in programma questa sera, domenica 13 maggio, nel programma di Rai 1 "Che Tempo che Fa" condotto da Fabio Fazio è stata annullata. Lo ha confermato con una comunicazione il Movimento 5 Stelle. La decisione del leader pentastellato, che in mattinata ha preso parte al Pirellone a Milano al confronto con la Lega per trovare un accordo di governo, arriva in ore decisive per la trattativa.
"Evidentemente non tutto era risolto", ha commentato Fabio Fazio su Twitter, condividendo la notizia dell'annullamento dell'intervento di Di Maio nella sua trasmissione.
Contratto di governo Lega - M5s: via libera a 15 punti, oggi si chiude
Stando a quanto si apprende in queste ore, sono 15 i punti del contratto di governo su cui è già stata raggiunta una intesa fra le delegazioni di Lega e Movimento 5 Stelle. Si starebbe ancora lavorando, invece, ad altri 4 punti considerati essenziali, fra cui il dettaglio della spending review e interventi sulla questione del conflitto di interessi. La "chiusura delle trattative" è prevista per oggi pomeriggio, con il contratto che potrebbe essere diffuso stasera o nella giornata di domani. Servirà invece maggiore tempo per la definizione del nome di compromesso da "proporre a Mattarella" per la carica di Presidente del Consiglio dei ministri.
Di Maio: "Ottimista, se ci attaccano siamo sulla buona strada"
"C'è intesa su tante cose, su altre discutiamo ma ci sono ampi punti di convergenza e siamo sulla buona strada, sono ottimista e non solo sulla discussione al tavolo ma per quelli che la temono e ci stanno attaccando: vuol dire che siamo sulla buona strada", così Luigi Di Maio in un video su Facebook ha commentato la giornata di lavoro con la Lega per trovare una intesa su un programma di governo comune. "Quelli che attaccano questo governo che ancora deve nascere fanno parte della vecchia politica: più ci attaccano e ci snobbano e più vuol dire che siamo sulla buona strada" ha aggiunto il leader del M5S. Domani le delegazioni dei due partiti torneranno a parlarsi in mattinata a partire dalle ore 10.30
Salvini: "Sostanziale accordo col M5S sui punti chiave"
"C'è un sostanziale accordo col M5S sui punti chiave del contratto di governo", lo ha dichiarato il segretario del Lega Matteo Salvini subito dopo l'incontro col leader del Movimento Luigi Di Maio a Milano. Interpellato dai giornalisti, il leader leghista ha spiegato che sui "temi chiave come sicurezza, lavoro, pensioni e immigrazione" c'è accordo ma su altri punti la distanza rimane e per questo domenica ci sarà un altro incontro. Salvini ha rivelato che il considero "Contratto per il Governo del cambiamento" è andato molto oltre la ventina di punti inizialmente prospettati e si è giunti a circa trenta. "La trattativa va avanti a oltranza", ha aggiunto, spiegando: "Meglio questo tipo di accordo che un governo tecnico venuto da marte o il voto". "Siamo forse politiche diverse con programmai diversi e stiamo cercando di capire se ci sono idee almeno simili su alcuni punti, se si arriva all'80 per cento va bene altrimenti ci abbiamo provato" ha concluso Salvini.
Mattarella ricorda Einaudi: "Prerogativa del presidente della Repubblica è nominare il premier"
Il discorso di Mattarella non è casuale, ma si riferisce chiaramente alla fase che il Paese stra attraversando, mentre Di Maio e Salvini cercano un accordo sul nuovo presidente del Consiglio, il cui nome potrebbe essere fatto già domani. Il termine delle trattative, concordato il Quirinale, è lunedì sera. "Cercando sempre leale sintonia con il governo e il Parlamento, Luigi Einaudi si servì in pieno delle prerogative attribuite al suo ufficio ogni volta che lo ritenne necessario". E' un passaggio dell'intervento del presidente della Repubblica a Dogliani. "Fu il caso illuminante del potere di nomina del Presidente del Consiglio dei Ministri, dopo le elezioni del 1953 per la quale non ritenne di avvalersi delle indicazioni espresse dal principale gruppo parlamentare, quello della Dc", aggiunge.
Era "tale l'importanza che Einaudi attribuiva al tema della scelta dei ministri, dal volerne fare oggetto di una nota, nel 1954, in occasione dell'incontro con i presidenti dei gruppi parlamentari della Dc, dopo le dimissioni del governo Pella". "E' – recita quella nota – dovere del Presidente evitare si pongano precedenti grazie ai quali accada che egli non trasmetta al suo successore, immuni da ogni incrinatura, le facoltà che la Carta gli attribuisce".
Parlando ancora delle prerogative del Quirinale Mattarella ricorda: "Solo una società libera e robusti contropoteri avrebbero impedito abusi". Questa, secondo il presidente della Repubblica, fu una delle "convinzioni più profonde" di Einaudi che, "sin dal suo messaggio alle Camere riunite in occasione del giuramento ricordò il ruolo di ‘tutore' dell'osservanza della legge fondamentale della Repubblica". E poi ha ricordato: "Einaudi rinviò due leggi approvate dal Parlamento, perché comportavano aumenti di spesa senza copertura finanziaria, in violazione dell'art.81 della Costituzione".
Mattarella, citando ancora Einaudi, sul ruolo del presidente della Repubblica, ha detto: "può e deve rimanere dormiente per lunghi decenni e risvegliarsi nei rarissimi momenti nei quali la voce unanime, anche se tacita, del popolo gli chiede di farsi innanzi a risolvere una situazione che gli eletti del popolo da sé, non sono capaci di affrontare".
Pronta la prima bozza del contratto di governo Lega-M5S
È iniziato al Pirellone, a Milano, il tavolo tecnico tra i parlamentari del Movimento 5 Stelle e della Lega. Pronto un plico con su scritto ‘Contratto per il governo del cambiamento', che a quanto si apprende al momento sarebbe di una ventina di pagine, e sarebbe suddiviso in 19 punti, almeno nella su prima versione. Per la Lega, oltre a Matteo Salvini, partecipano Roberto Calderoli, Nicola Molteni, Armando Siri e Gian Marco Centinaio e Claudio Borghi, per i 5 Stelle, insieme a Di Maio, ci sono Danilo Toninelli, Alfonso Bonafede, Vincenzo Spadafora e Laura Castelli. Al Pirellone è da poco entrato in auto anche il vice segretario del Carroccio Giancarlo Giorgetti. Presente anche il responsabile della comunicazione del Movimento 5 Stelle Rocco Casalino.
Non ci sarebbe ancora un'intesa sul nome del presidente del Consiglio, ma una delle ipotesi è che potrebbe essere lo stesso Di Maio a guidare l'esecutivo. L'alternativa è che i due leader, che intanto hanno chiesto 24 ore in più di tempo, considerino una figura terza.
E intanto proprio davanti al Pirellone è in corso una protesta di alcune decine di manifestanti. "Reddito per tutti, razzismo per nessuno", si legge nello striscione esposto all'ingresso della via che conduce al grattacielo. I manifestanti espongono anche le sagome di Matteo Salvini, Luigi Di Maio e Silvio Berlusconi. Un cartello recita: "Salvini, Di Maio, Renzi e Berlusconi, tutta la casta dei coglioni". "Salvini più Di Maio, la doppia faccia della casta" è uno dei cori intonati dai giovani dei centri sociali.
Di Maio: "La riabilitazione di Berlusconi non cambia nulla nelle trattative M5S-Lega"
"Assolutamente no", la riabilitazione di Silvio Berlusconi non cambia alcunché nella trattativa per il governo fra M5S e Lega". Così Luigi Di Maio ha risposto ai giornalisti che lo hanno atteso al suo arrivo alla stazione Centrale di Milano, per l'incontro con Matteo Salvini che si terrà a partire dalle 14 al Pirellone. "La trattativa sul contratto di governo va avanti – ha aggiunto -, perché l'obiettivo è di portare i migliori risultati per i cittadini. Prendiamo atto di questa notizia ma la mia considerazione non cambia".
Sul nome del futuro premier ha detto: "Di nomi non abbiamo parlato ancora, oggi si parla del contratto di governo".
E' stata completata, a quanto apprende l'ANSA, una prima bozza del programma comune, che verrà rivista nei dettagli nelle prossime ore. Titolo del plico che contiene le priorità del programma è "Contratto per il governo del cambiamento". In cima alla copertina compaiono i simboli del M5S e della Lega.
Oggi nuovo vertice Di Maio-Salvini: si tratta sul premier
Nuova giornata di trattative per la formazione del governo tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Oggi è previsto un nuovo incontro a Milano tra i leader di M5s e Lega. Il tema caldo, dopo il nulla di fatto di ieri, resta il nome del premier. Inoltre il leader di M5s ha detto che passi avanti sono stati fatti sul programma, ma è emersa una divergenza su uno dei temi caldi che dovrà affrontare il nuovo governo, l'Ilva. Davide Casaleggio ha fatto sapere che il contratto di governo sarà votato online dai 5 Stelle sulla piattaforma Rousseau.
Berlusconi candidabile – Nel mezzo delle trattative per la formazione del governo Lega-M5s è intanto arrivata una importante notizia che riguarda Silvio Berlusconi, il quale ha ottenuto dal tribunale di sorveglianza di Milano la “riabilitazione”. Se in questo momento si dovesse andare alle urne, Berlusconi avrebbe il diritto di presentarsi alla Camera dei deputati o al Senato della Repubblica. “Berlusconi che torna candidabile è una buona notizia per lui, e ne sono davvero felice, e soprattutto per la democrazia”, ha commentato Salvini.
Grillo al vertice con Casaleggio e Di Maio: "Io fuori dal M5S? State scherzando?"
Di ritorno da New York Beppe Grillo si è fermato a Roma nel momento più delicato della trattativa tra M5S e Lega per il governo. Il Garante del Movimento ha convocato un vertice a cena all'hotel Forum, con Davide Casaleggio (anche lui a Roma per un evento su Rousseau) e Luigi Di Maio. Poche parole ai cronisti, ai quali ribadisce, comunque, come la sua presenza nel M5S sia tutt'altro che sbiadita. "Io fuori? Ma state scherzando?", afferma prima di entrare al Forum, dove, tra i presenti alla cena c'è anche Enrica Sabatini, tra i membri del direttivo dell'associazione Rousseau. Il vertice è durato poco meno di un'ora.
La replica del M5S: "Di Maio ha chiesto sostegno a Fdi? Follia la versione della Meloni"
Arriva la replica dei pentastellati alle parole di Giorgia Meloni: "Alcuni di Fdi avevano dato disponibilità al sostegno esterno, da qui Luigi Di Maio ha chiesto l'incontro con Giorgia Meloni. E' una "follia" la versione secondo cui Di Maio avrebbe chiesto sostegno alla sua premiership". Questo hanno riferito all'Ansa fonti del M5S secondo cui Di Maio invece avrebbe detto che con Fdi al governo sarebbe un esecutivo "troppo a destra", da bilanciare, a quel punto, con una premiership del M5S.
Inoltre, aggiungono, la possibilità che Fdi dovesse entrare nel governo "era ed è escluso". E ribadisconio che Luigi Di Maio ha incontrato Giorgia Meloni solo per capire che tipo di appoggio Fdi avesse intenzione di dare. Nel corso dell'incontro Meloni avrebbe chiesto invece di entrare nel governo ricevendo il rifiuto di Di Maio.
Meloni: "Di Maio mi ha chiesto un sì per sua premiership in cambio di nostro ingresso nel governo"
"Nel corso dell'incontro cordiale durato quasi un'ora e mezza – racconta in una nota Giorgia Meloni, leader di Fdi – Luigi di Maio ha chiesto il sostegno di Fratelli d'Italia ad una premiership sua o di un altro esponente del M5S in cambio di un via libera a un nostro ingresso nel governo. Ho ribadito al leader pentastellato che FdI – che non ha avanzato alcuna richiesta di ingresso nel nuovo esecutivo – non potrebbe mai far parte di un governo a guida grillina e che anzi abbiamo vincolato ogni nostra decisione proprio a una premiership rispettosa degli italiani che ci hanno votato".
"La risposta che ho ricevuto è che in questo caso lui avrebbe posto un veto sulla nostra presenza perché saremmo una forza "troppo di destra". Non so come si ponga Matteo Salvini rispetto a una posizione di questo tipo, ma sono contenta di aver contribuito a fare chiarezza. Evidentemente in quello che tutti già chiamano governo giallo verde non ci sarà il tricolore", conclude Meloni.
Berlusconi: "Salvini non ha tradito Forza Italia"
Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, mentre usciva dal Palazzo della Permanente a Milano, dove ha visitato la mostra mercato degli antiquari, ha commentato il tentativo di Matteo Salvini di formare un nuovo governo con Luigi Di Maio. "No, no", ha risposto Berlusconi ai cronisti che gli hanno chiesto se si sia sentito tradito da Salvini.
E poi, mentre conversava con uno degli espositori che gli stava mostrando la sua collezione, ha parlato dei rischi di un esecutivo Lega-M5S:"Speriamo che questi due non vadano avanti perché mettono la patrimoniale".
Di Maio ha incontrato Meloni: "Le ho spiegato perché Fdi non può stare nel contratto tra Lega-M5S"
"Con Giorgia Meloni ho avuto un incontro cortese, le ho spiegato perché Fdi non può stare nel contratto di governo tra M5S e Lega". Lo afferma Luigi Di Maio prima di lasciare Montecitorio. Il leader pentastellato oggi pomeriggio ha visto la leader di Fratelli d'Italia, per un colloquio di un'ora che si è svolto nella sede del gruppo di FdI alla Camera.
Sulla premiership e sui ministeri Di Maio ha poi spiegato: "i nomi li faremo sulla base di chi fa cosa". Quanto all'ipotesi che sul suo ruolo come capo di governo ci sia stato un cambio di idea sottolinea: "cambio di idea, che vuol dire? Ho ribadito a Salvini la mia disponibilità a un passo indietro". Sul prossimo incontro con il segretario del Carroccio, previsto per domani al Pirellone a Milano, in cui i due leader dovranno decidere chi sarà il nuovo capo del governo, dice: "Ieri l'incontro è andato bene, non vedo perché domani non debba andar bene. Noi dobbiamo chiudere il prima possibile ma serve un giorno in più credo che non cambi molto". E comunque, sottolinea, domani "non credo che sarà l'ultimo step".
Crosetto (Fdi): "Io ministro? Non penso ma Meloni sarebbe un ottimo premier"
"Io ministro del prossimo governo? Per carità, vi ringrazio, ma no, proprio, no. Ho visto che lo hanno scritto anche i giornali: li ritaglierò per i miei figli, così da poterglieli far vedere quando saranno grandi".
Risponde così Guido Crosetto coordinatore nazionale di Fratelli d'Italia, alle voci che lo vorrebbero come ministro Esteri nel nuovo governo. Come spiega a Radio1. FdI appoggerà l'esecutivo M5S-Lega? "Questo lo decideremo tra oggi e lunedì, ma per quanto riguarda me dico no grazie. Sto valutando se andarmene anche dal Parlamento per stare di più con la mia famiglia, figuriamoci se mi metto a fare il ministro".
Sull'ipotesi Meloni il Ministro della Difesa ha detto: "Sarei molto contento per lei. Lei potrebbe anche essere un ottimo premier, visto che Salvini e Di Maio, tra due uomini, non si mettono d'accordo….a quel punto sarei favorevole ad appoggiare il governo". L'appoggio al governo potrebbe dipendere anche da chi sarà il premier: "Ma fondamentalmente al programma chi si ha" ha spiegato. E su Elisabetta Belloni, indicata come possibile nome ‘terzo' per la premiership, ha detto: "E' una donna molto in gamba. Ma potrebbe esserlo come anche Giancarlo Giorgetti".
Forza Italia: "Sostegno a governo Lega-M5S dipenderà dal nome del premier e dal programma"
"Dal programma di Governo, dalle priorità, dalle figure ministeriali che usciranno, dalla figura del premier, scaturirà la decisione definitiva di Forza Italia", ha dichiarato il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, a Corriere Tv in relazione a un ipotetico sostegno a un esecutivo Lega-M5S con voto di fiducia in Aula.
Salvini dopo l’incontro con Di Maio: “Andiamo a governare per ridare dignità ai cittadini"
Terminato l’incontro tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio e fissato un nuovo faccia a faccia per domani, a Milano, tra i due leader di Lega e MoVimento 5 Stelle. “Andiamo a governare”, scrive Salvini su Facebook parlando dei temi emersi dall’incontro. “Cancellare la legge Fornero, tagliare tasse e burocrazia, ridurre gli sbarchi e aumentare le espulsioni, ridare dignità al lavoro, tagliare sprechi e privilegi, difendere l’Italia in Europa, riconoscere Autonomia alle comunità locali, chiudere le liti fra cittadini ed Equitalia, aiutare (davvero!) i disabili, garantire il diritto alla legittima difesa. Stiamo lavorando per questo”, conclude.
Dell’incontro parla anche Luigi Di Maio: “Speriamo di chiudere il prima possibile, perché se non si chiude si torna al voto”, afferma il capo politico del M5s. “Domani – annuncia – si farà un altro incontro sul programma di governo a Milano, al Pirellone presso gli uffici del Movimento 5 Stelle”. Di Maio assicura che “non si è parlato del nome” del presidente del Consiglio e che sono stati fatti “notevoli passi avanti con il programma del governo”: “Stiamo trovando ampie convergenze su reddito di cittadinanza, flat tax, legge Fornero, sulla questione che riguarda la lotta al business dell'immigrazione, del conflitto di interessi”.
Infine, Di Maio si rivolge ad Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo: “Oggi noi conosciamo la situazione dell'Ue, sappiamo che ci sono delle cose che vanno fatte, ci sono anche nell'ambito del bilancio europeo delle pretese che l'Italia deve portare avanti, sul fondo sociale europeo, sui finanziamenti che devono arrivare, c’è tanto da fare e chi vede questa ipotesi come una minaccia per Ue forse vede una minaccia per la sua poltrona”.
Di Battista: "Salvini? Non mi fido di nessuno, ma la Lega è simile a noi e lui è meglio del Pd"
"Se mi fido di Salvini? Io non mi fido neanche di me stesso. Una cosa però voglio dirla: i cittadini che hanno sostenuto, anche agli albori, la Lega sono molto più simili ai nostri. Il rapporto che la Lega, soprattutto di Salvini, ha avuto con il suo elettorato, non è del tutto dissimile del nostro. C'è un rapporto molto più diretto. Io ero molto, molto contrario a fare una qualsiasi forma di contratto con il Pd", ha dichiarato l'ex deputato grillino Alessandro Di Battista al programma Accordi e Disaccordi.
Casaleggio: "Il contratto di governo con la Lega sarà votato online dagli iscritti M5s"
Il MoVimento 5 Stelle sottoporrà il contratto di governo stipulato con la Lega al voto degli iscritti sulla piattaforma Rousseau. Un voto online annunciato da Davide Casaleggio, presidente dell'Associazione Rousseau. "Quando parliamo di contratto di governo, il modello è quello tedesco. Noi lo faremo in modo meno costoso che in Germania, ma chiederemo agli iscritti di votare direttamente online sul contratto", annuncia durante la presentazione della nuova piattaforma ‘Scudo della rete'. "Il sistema di voto su Rousseau, degli iscritti, è sempre stato determinante – aggiunge -. Sul sistema di certificazione stiamo lavorando, sicuramente sarà un voto blindato e come sempre assicurato a tutti gli iscritti".
Casaleggio ricorda come anche in Germania il contratto di governo "sia stato ratificato dagli iscritti della Spd. Noi lo faremo in modo diverso chiedendo agli iscritti di votare online e non su schede di carta". A chi gli chiede se il voto sarà vincolante, Casaleggio replica: "Sicuramente il voto degli iscritti è l'indirizzo principale per le decisioni di M5s, è sempre stato determinante e lo sarà anche in questo caso".
Secondo Casaleggio "quando si parla di governo è importante che vengano attivati strumenti di partecipazione attiva dei cittadini stessi, come in Estonia o altri Paesi. Noi stiamo sperimentando alcune forme di partecipazione da parte degli iscritti M5s. Ma se fosse disponibile un'integrazione dei cittadini nella vita dello Stato sarebbe certamente positivo". Casaleggio sottolinea anche la sua volontà di "distinguere la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e quella degli iscritti alla vita del MoVimento. Se fosse già disponibile da parte dello Stato un sistema di discussione per i cittadini sarebbe la soluzione migliore. Quando parliamo di Rousseau parliamo di partecipazione degli iscritti M5s, quando parliamo di governo parliamo di tutti i cittadini italiani".
Di Maio: “Firmeremo contratto davanti agli italiani, convergenze anche su conflitto d'interessi”
L’obiettivo è “portare avanti quanti più punti possibili per gli italiani”, altrimenti si torna al voto. Così Luigi Di Maio, capo politico del Movimento 5 Stelle, fa il punto sulla situazione delle trattative con la Lega per il nuovo governo. “Ci sono ampie convergenze sul reddito di cittadinanza, il conflitto d’interessi, sulla tassazione della flat tax – dice ancora il capo politico M5s -. Ci sono tante buone cose da fare”. Di Maio e Salvini si incontreranno oggi, a mezzogiorno, per continuare a definire i punti che fonderanno questa alleanza di governo e anche per stabilire il nome del futuro presidente del Consiglio.
“Portiamo avanti i temi del contratto di governo – fa sapere Di Maio riferendosi all’incontro -. Il nostro obiettivo è portare avanti quanti più punti possibili per gli italiani. Se riusciamo bene, altrimenti si torna al voto”. Di Maio sottolinea che si parla di “un contratto di governo alla tedesca che dovremmo firmare davanti agli italiani”. E sottolinea che sul “premier non c’è ancora una discussione sui nomi”, rispondendo a gli chiede conto di uno dei nomi che sta circolando in queste ore, quello di Giampiero Massolo. L’impegno ribadito da Matteo Salvini, intanto, è quello di “fare il prima possibile”.
M5s e Lega trattano sul nome del presidente del Consiglio: oggi nuovo incontro Di Maio-Salvini
Altri tre giorni per definire il programma e la squadra di governo. Le trattative tra MoVimento 5 Stelle e Lega proseguono ed entro domenica i due partiti dovranno riferire al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sui temi da inserire nel contratto di governo sembra poter esserci un’intesa, secondo quanto fatto sapere ieri da chi ha partecipato alla riunione tra i due gruppi. Mentre si continua a trattare sui nomi: sia quello del presidente del Consiglio, molto probabilmente una figura ‘terza’, sia quelli dei ministri.
Oggi Matteo Salvini e Luigi Di Maio si incontreranno in una località che per il momento preferiscono mantenere segreta. Sanno che entro domenica devono fornire tutte le comunicazioni al Quirinale, per poi ricevere l’incarico (ovviamente al futuro presidente del Consiglio) tra lunedì o al massimo martedì. A quel punto il presidente incaricato (con riserva) farà partire le sue consultazioni per presentare la lista definitiva dei ministri al Colle. Mattarella potrebbe però anche porre il veto su alcuni nomi. Inoltre, sia M5s che Lega cercano, al momento, di evitare una pubblicazione della lista dei ministri prima di fornirla a Mattarella: sarebbe un’azione che verrebbe vista come sgarbo istituzionale.
I ministri dovrebbero essere al massimo venti, come assicura Vincenzo Spadafora, incaricato dal M5s per le relazioni istituzionali. Intanto il Pd e il suo segretario reggente Maurizio Martina rivendicano già le presidenze di due commissioni per l’opposizione: il Copasir e la Vigilanza Rai, in quanto organi di controllo e garanzia. Continua, nel frattempo, il totonomi. Secondo il Corriere della Sera si sarebbe tirato fuori dalla partita Enrico Giovannini, in quanto “uomo di sinistra” e quindi non propenso ad accettare. Si parla, invece, sempre più insistentemente di Giampiero Massolo, diplomatico di lungo corso e presidente dell’Istituto per gli studi di politica internazionale. Rimane in lizza anche Carlo Cottarelli, ma intanto si continua a discutere del ruolo di Di Maio e Salvini: l’idea più probabile è quella che siano entrambi vicepresidenti del Consiglio con un ministero pesante a testa (Esteri per il M5s, Interno per la Lega), ma il leader del Carroccio potrebbe anche preferire rimanere fuori dal governo.
Renzi: "Tocca a M5S e Lega, voglio vedere ora come realizzano le loro folli promesse elettorali"
"Oggi tanti dicono: il governo Lega-CinqueStelle non piace all'Europa. Probabile, dico io. Aggiungo: non piace nemmeno a me, nemmeno a molti di noi. Ma dobbiamo parlarci chiaramente, amici: quello che conta non è ciò che piace a noi o alla Commissione Europea, ma ciò che piace agli italiani. Il 4 marzo il popolo ha parlato. E se la democrazia è una cosa seria, adesso tocca a loro; altrimenti tanto varrebbe non votare. Salvini e Di Maio hanno la maggioranza in Parlamento, con buona pace di chi diceva che il Movimento Cinque Stelle è un partito di sinistra. Devono rispettare le promesse folli e irrealizzabili che hanno lanciato e rilanciato sui social e nelle piazze: riusciranno a fare una sola aliquota al 15% (flat tax) e dare 1.680€ netti al mese alle famiglie senza lavoro con due figli? Cosa racconteranno a chi farà la fila per il reddito di cittadinanza? Proveranno davvero a rimpatriare 600.000 persone e chiudere Ilva, bloccare Tav e Tap, fermare le grandi Opere? Avranno la forza di cancellare Jobs Act, Buona Scuola, le nostre leggi sui diritti civili e sociali?", scrive Matteo Renzi su Facebook.
"Hanno promesso tante cose. E su quelle promesse hanno vinto: chiederemo conto delle loro bugie elettorali, ogni giorno. Perché la democrazia non è uno scherzo e dopo questa esperienza di governo giallo-verde sarà chiara a tutti la differenza tra l'estremismo delle promesse a vuoto e il buon senso delle riforme. Sto ricevendo tante email di persone che hanno voglia di non arrendersi, di ripartire, di darci una mano. Teniamoci in contatto, amici, perché non sarà uno scherzo nemmeno la nostra opposizione, durissima. Diremo con forza NO quando si tratterà di dare la fiducia al Governo. Ma a differenza di altri lo faremo rispettando sempre le Istituzioni e il Governo della Repubblica. Perché noi siamo diversi da chi insulta, da chi odia, da chi illude. E lo dimostreremo anche dall'opposizione. Coraggio amici. Ci aspetta una strada lunga, facciamola insieme".
"Due anni fa abbiamo approvato la legge sulle Unioni Civili. Lo abbiamo fatto rischiando, perché non c'erano i numeri e dunque mettendo la fiducia. Oggi lasciamo dopo quattro anni la guida di questo Paese con gli italiani che hanno più diritti e meno tasse, più crescita e meno crisi aziendali. Certo, in molti passaggi siamo stati divisivi, come due anni fa. Ma se sei un leader in certi passaggi devi correre il rischio di porre la questione di fiducia, mettere in conto la possibilità di dividere. E forse di andare a casa, come è successo col Referendum. Siamo fatti così, noi: le battaglie si possono vincere e perdere. Ma non si può mai rinunciare a combatterle. Meglio essere divisivi e mandare avanti il Paese che tenere tutto fermo come è accaduto in passato per lunghissimi anni", conclude Renzi.
Accordo M5S-Lega, il premier sarà un nome terzo: "Il governo potrebbe giurare la settimana prossima"
"Direi che siamo a buon punto, abbiamo cominciato a parlare di temi e convergenza nel decidere che è il momento giusto per dare un governo al Paese. Stiamo parlando di temi, ma la volontà dei due leader è di procedere visto che sono venute meno una serie di condizioni che ostacolavano il percorso che ora è molto positivo. Per il presidente del Consiglio si stanno valutando varie ipotesi, ma quella più certa è trovare un nome terzo. Penso che la prossima settimana il nuovo governo potrà giurare e sarà un governo snello. Oltre ai 13 ministri previsti, ce ne saranno pochi altri senza portafoglio", ha dichiarato Vincenzo Spadafora, responsabile delle relazioni istituzionali di Luigi Di Maio, ospite di Porta a Porta.
M5S: "Con Lega fortissime convergenze su immigrazione, flat tax, Fornero e reddito di cittadinanza"
Il tavolo di concertazione tra M5S e Lega si è concluso. A darne l'annuncio è stato il pentastellato Alfonso Bonafede, che al termine della riunione ha dichiarato: "Flat-tax e reddito di cittadinanza sono punti di partenza importanti. Il primo step del programma sul contratto di governo tra M5s e Lega sarà pronto a breve, anzi brevissimo: entro tre giorni. E’ stato un incontro molto positivo e ci sono moltissime convergenze, su immigrazione oltre che flat tax e reddito di cittadinanza. E’ l’inizio di un confronto che ha mostrato diversi margini di convergenza anche al di là delle aspettative e c’è totale sintonia anche sulla legge Fornero". Sul piatto sarebbe presente anche una legge per il conflitto di interessi: "Ne abbiamo parlato e non c'è alcun problema", hanno specificato i 5 Stelle.
“Con l’incontro di oggi sono state gettate le basi per scrivere un contratto di governo tra MoVimento 5 Stelle e Lega contenente i punti programmatici da realizzare per il Paese. Si è trattato di un incontro molto positivo, che ha messo in luce una piena sintonia prima di tutto sul metodo con cui si sta procedendo e che prevede ulteriori incontri tecnici da qui a domenica per scrivere un programma di governo definitivo. Dal confronto di oggi sono emersi numerosi punti di convergenza programmatici sui quali continuare a lavorare. Superamento della legge Fornero, sburocratizzazione e riduzione di leggi e regolamenti; Reddito di cittadinanza, con iniziale potenziamento dei centri per l’impiego; introduzione di misure per favorire il recupero dei debiti fiscali per i contribuenti in difficoltà, studio sui minibot, Flat tax, riduzione costi della politica, lotta alla corruzione, contrasto all’immigrazione clandestina, legittima difesa. C’è grande soddisfazione per la possibilità concreta di lavorare per il Paese e nell’interesse dei cittadini", si legge nella nota congiunta diramata da M5S e Lega al termine della riunione.
Meloni: "Scelta di sostenere il governo dipende da chi sarà il presidente del Consiglio"
Le trattative per la nascita di un governo tra Lega e MoVimento 5 Stelle proseguono dopo il via libera di Berlusconi che ha comunicato che Forza Italia non voterà la fiducia a questo esecutivo. Si attendeva invece la posizione di Fratelli d'Italia, ufficializzata oggi da Giorgia Meloni che spiega come la scelta dipenderà da chi sarà il presidente del Consiglio e da alcuni punti fondamentali su cui il governo dovrebbe basare la sua azione. "Ci chiedono se sosterremo o no il governo 5 Stelle-Lega – scrive su Facebook -. Voglio rispondere a questa domanda pubblicamente e non con trattative sotterranee che non ci sono mai appartenute. In primo luogo la nostra scelta non può prescindere da chi sarà il presidente del Consiglio, perché è evidente che chi guida il governo ne caratterizza l’azione".
La seconda condizione posta da Meloni riguarda "tre no e tre sì", definiti "irrinunciabili" da Fratelli d'Italia: "No alla patrimoniale e a qualsiasi introduzione di nuove tasse. No allo ius soli. No alla possibilità dell’adozione per coppie dello stesso sesso. Sì alla Flat Tax immediata al 15%. Sì al blocco dell’immigrazione, sì all’aumento del 15% delle risorse per il comparto difesa e sicurezza, sì all’incremento dei militari nei luoghi a rischio. Sì a destinare il 50% di investimenti in nuove infrastrutture al Mezzogiorno". "A monte – conclude – resta per noi imprescindibile che il governo introduca immediatamente il premio di maggioranza nell’attuale legge elettorale così da permettere senza alibi, in caso di fallimento dell’esecutivo, l’immediato ritorno al voto".
Martina attacca Renzi: "Governo M5S-Lega preoccupa, Pd non può stare a guardare con i pop-corn in mano"
"C’è da essere preoccupati per un governo come quello che stanno trattando Lega e Cinque Stelle con la compiacenza di Forza Italia. Per le scelte economiche e finanziarie che farà e per le loro ricadute sociali. Per le posizioni che esprimerà in Europa e sulla scena internazionale. Per la dose quotidiana di propaganda che distillerà su temi delicati come immigrazione e sicurezza. Dubito che tanti elettori dei Cinque Stelle abbiano votato quel movimento per andare in braccio a Salvini e Berlusconi. Così come dubito che tanti moderati di centrodestra vogliano sostenere ‘benevolmente' un governo condizionato da leadership come queste", scrive il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina.
"Si profila il governo delle contraddizioni e il rischio di una deriva sovranista dannosa. Con forze che al nord hanno predicato ancora “meno tasse per tutti” e altre che al sud hanno detto “più sussidi per tutti”. Populismi che non solo si sommano tra loro ma potranno pure moltiplicarsi nella logica sfrenata di una competizione interna quotidiana. In mezzo c’è l'Italia. Quella reale fatta di cittadini, famiglie e imprese che in questi anni hanno fatto sacrifici e sforzi enormi e che oggi non possono essere presi in giro ancora con promesse mirabolanti. A me hanno insegnato che viene sempre l’interesse generale prima delle convenienze di parte. Quanto a noi, al PD e alle forze di centrosinistra, dobbiamo prepararci e passare presto dalla (giusta) preoccupazione alla sfida. Alla proposta alternativa. Altro che “stare a guardare con i pop corn in mano”. Non scherziamo. Dobbiamo metterci presto al lavoro nella società, con ascolto e capacità di proposta. Tornare a mettere radici forti nei luoghi reali della vita delle persone. Senza accettare il loro terreno di propaganda, ma costruendo il nostro nuovo progetto per l’Italia", conclude Martina, attaccando velatamente l'ex segretario Matteo Renzi, il quale secondo La Stampa avrebbe esultato per l'accordo tra M5S – Lega commentando "ora il Pd può stare a guardare con i pop corn in mano".
Salvini: "Si chiude entro tre giorni, altrimenti si va al voto"
"Il tema immigrazione e sicurezza sbarchi sarà parte fondante del programma del governo. Sono orgoglioso che ora si parli di temi e non di nomi. Abbiamo chiesto due tre giorni al presidente Mattarella per chiudere tutto, se si chiude. Sennò si vota", ha dichiarato Matteo Salvini ai cronisti incrociati nei pressi di Montecitorio.
De Luca: "Un premier leghista? Amministrano bene, è gente corretta e rigorosa"
"L'ipotesi di un primo ministro leghista? Io sono estraneo agli ideologismi, quando i leghisti hanno amministrato, lo hanno fatto ben. Io dieci anni fa avevo un rapporto con un comune del nord, Legnago. C'erano incontri, scambi di delegazioni, era gente corretta, rigorosa e brava dal punto d vista amministrativo. Se diranno stupidaggini le contesteremo ma credo che almeno dal versante Lega non ci sia da aspettare sui conti pubblici qualche colpo di testa anche perché i loro riferimenti sono imprenditoriali, di piccola e media impresa artigiana, quindi gente abituata a fare i conti con i piedi per terra", ha dichiarato il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.