Nella Direzione nazionale di oggi pomeriggio, il Partito Democratico sta discutendo della possibile coalizione in vista delle elezioni politiche. Renzi vuole aprire a un'alleanza ampia, includendo sia i centristi che le forze di sinistra come Mdp, Cp e Si.
- Renzi: "Nessun veto a coalizione larga, da Mdp e sinistra ad ala moderata e centrista" 13 Novembre
- Direzione Pd, la minoranza chiede a Renzi di ricucire lo strappo con Mdp 13 Novembre
Renzi: "Nessun veto a coalizione larga, da Mdp e sinistra ad ala moderata e centrista"
Il messaggio del segretario del Pd, Matteo Renzi, è chiaro: aprire a tutti, da Mdp ai centristi. La direzione del Pd si è aperta con le parole del segretario dem, in prima fila presente anche il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. “Siamo alle porte della campagna elettorale – ha esordito Renzi – e lo sforzo unitario che si chiede all'esterno va praticato all'interno in primis da chi dirige e questo che vuol dire parlare del paese e con il paese”. Renzi chiede una “discussione seria” per formare una coalizione in vista delle elezioni: “Gli insulti che ho ricevuto non valgono, per questo dico che è sbagliato fermarsi agli insulti. Dobbiamo ragionare e guardare avanti”. E assicura che il Pd non metterà “alcun paletto a una coalizione più larga possibile”. Il segretario del Pd sostiene che “c’è più sintonia” con Mdp che con gli “avversari storici” e sottolinea l’importanza di tenere aperto un confronto “anche con l’ala moderata e centrista: non devono essere risucchiati da Berlusconi”. A sinistra, Renzi spiega di non voler porre veti su Mdp, Possibile, Si e di puntare anche a Cp di Pisapia. Secondo il segretario del Pd, il partito ha a disposizione un “tempo breve per mettere in campo un’alleanza larga”. L’obiettivo di Renzi in vista delle prossime elezioni è quello che il Pd sia il primo gruppo parlamentare e per farlo serve “stare sopra il 30% nei collegi” per essere competitivi. E con la “coalizione che faremo – assicura Renzi – anche se non fosse la più ampia come auspico, noi siamo già oggi avanti agli altri”.
Il Pd apre alla coalizione di sinistra. Emiliano esulta: "È una rivoluzione copernicana"
Tutti d'accordo sull'apertura di Matteo Renzi a tutte le forze di centro-sinistra per una coalizione maggioritaria. Michele Emiliano parla di una sorpresa e di "rivoluzione copernicana", Cuperlo sottolinea che "Renzi ha rimesso in gioco tematiche come il Jobs act", mentre Richetti invita i detrattori come Bersani a "non dare risposte in base al carattere o alla credibilità di Matteo Renzi". Fassino, incaricato da Renzi di ascoltare tutte le voci in campo, spiega che l'obiettivo è "unire".
Direzione Pd approva la relazione di Renzi, sì a un'alleanza larga: astenuti gli orlandiani
La direzione del Partito Democratico ha approvato la relazione del segretario Matteo Renzi con 164 voti a favore, nessun contrario e una quindicina di astenuti, i rappresentanti dell’area della minoranza guidata dal ministro della Giustizia Andrea Orlando. A essere approvato è stato l’ordine del giorno Martina-Guerini con cui si chiedeva alla direzione di dare il suo consenso alla relazione di Renzi e con il quale si impegna il partito a ricercare un’alleanza sui temi sociali e del lavoro. L’obiettivo è quello di confermare la “volontà di sviluppare un confronto programmatico in vista della prossima legislatura”. I temi prioritari, secondo quanto emerso dall’odg votato, sono quelli del lavoro, della protezione sociale, dell’occupazione, della lotta alla precarietà, della scuola, della formazione, dell’estensione dei diritti civili e di cittadinanza, della riduzione della pressione fiscale e dell’ambiente. L’impegno del partito sarà quello di “verificare la disponibilità di forze di centro e di sinistra, europeiste, civiche, moderate e ambientaliste per la costruzione di un’alleanza elettorale su base programmatica, alternativa a destra e cinque stelle, per le prossime elezioni politiche”.
Orlando frena: "Non c'è nessuna coalizione, siamo in un vicolo cieco"
Andrea Orlando, ministro della Giustizia, smorza i toni "possibilisti" della relazione del segretario del Partito Democratico: "La verità è che siamo in un vicolo cieco, perché abbiamo approvato una legge che prevede le coalizioni ma noi la coalizione non l'abbiamo. Per esempio in Sicilia abbiamo avuto un fenomeno nuovo: la logica del voto utile che finisce per non premiare il PD. È un rischio che corriamo, proprio perché non abbiamo una proposta politica strutturata".
Nessuna apertura da Mdp e Si: "Le chiacchiere stanno a zero, costruiamo un altro polo"
Sembrano non bastare le parole di Matteo Renzi e il suo segnale di apertura a una larga coalizione, anche a sinistra, per convincere i suoi interlocutori: ancora scettici Mdp e Si che sembrano non credere alle promesse del segretario del Pd. “Non vediamo nessuna novità. Parole, ma ormai Renzi non è più credibile e il fatto che abbia affidato a Fassino i rapporti con la sinistra, dice tutto su quanto siamo distanti…”, commentano da Mdp. Dubbi anche da Pier Luigi Bersani: “Non lo so, bisogna vedere cosa dice sul resto”, afferma commentando la possibilità di una maggiore sintonia tra Pd e Mdp. “Lui si preoccupa sempre di rivendicare quello che si è fatto. Purtroppo c’è qualche milione di elettori che non è d'accordo. Non è Bersani o Speranza, sono gli elettori che non sono d'accordo, che hanno un giudizio critico su tante cose che si sono fatte e che vedono che a dispetto delle affermazioni che siamo usciti dalla crisi, abbiamo dei problemi, a cominciare da quello del lavoro. E quindi staremo a vedere, seguiamo il resto della discussione. Basta che si sappia che le chiacchiere stanno a zero, ci vogliono dei fatti”. Dubbi vengono sollevati anche da Nicola Fratoianni, di Sinistra Italiana, che su Twitter commenta: "Noi continuiamo e continueremo a lavorare con decisione alla costruzione di un altro polo, alternativo e coraggioso".
Tutti d'accordo con Renzi: "Non è in discussione la sua leadership"
La proposta di Renzi di aprire a una coalizione più larga sembra essere stata ben accolta dai presenti alla direzione del Pd. “La priorità è un accordo ampio”, spiega il senatore Andrea Marcucci. Sulle proposte di legge da approvare al più presto, tutti sembrano d'accordo: lo Ius Soli deve diventare legge entro la fine della legislatura.
Direzione Pd, la minoranza chiede a Renzi di ricucire lo strappo con Mdp
Cosa succederà alle prossime elezioni politiche? Il Partito Democratico costituirà una coalizione di centrosinistra coinvolgendo altri soggetti politici oppure andrà alle elezioni da solo? A questa domanda si cercherà di rispondere durante la Direzione nazionale Pd e, in particolare, Matteo Renzi, in qualità di segretario e attuale candidato premier, detterà la linea ufficiale del partito. Nel corso delle ultime settimane si è vociferato molto di una papabile alleanza con i Radicali di Emma Bonino e Benedetto Della Vedova, ma la minoranza dem capitanata da Gianni Cuperlo, Michele Emiliano e Andrea Orlando starebbe allo stesso tempo spingendo per un'apertura nei confronti degli scissionisti di Mdp. In sostanza, la minoranza dem è convinta che il Pd da solo non riuscirebbe a raggiungere il tanto agognato 40% dei consensi da solo e dunque un'alleanza di centrosinistra larga e forte sarebbe auspicabile perché capace di contrastare l'avanzata del centrodestra e del Movimento 5 Stelle. Di contro, però, Matteo Renzi sembra non essere così convinto e in qualche modo non vede di buon occhio un'apertura a Mdp, fondata da ex dem fuoriusciti dal partito proprio perché in polemica con il segretario nazionale del PD.
Al momento la minoranza dem ha presentato due mozioni distinte da discutere in Direzione nazionale: nel primo documento si ribadisce la vocazione maggioritaria del Pd e si sottolinea la necessità di costruire una coalizione di centrosinistra ad ampio spettro, mentre nel secondo documento viene invece indicato il percorso che il Pd deve seguire per arrivare a centrare l'obiettivo, ovvero aprire a una serie di concessioni da inserire in legge di bilancio. Secondo quanto si apprende da fonti interne del Nazareno, però, gli ordini del giorno della minoranza potrebbero essere superati dalla relazione di Renzi se, come viene confermato da fonti Pd, riassumerà quanto chiesto dalla minoranza. In Direzione nazionale, su 120 membri eletti, Renzi dispone di 84 esponenti di maggioranza (in minoranza 24 orlandiani e 12 gli ‘emiliani'). Qualora i 20 esponenti della corrente franceschiniana si schierassero contro Renzi, il segretario nazionale manterrebbe comunque la propria maggioranza.