Dopo la timida riapertura di Matteo Salvini nei confronti del Movimento 5 Stelle, la Lega potrebbe pensare di ritirare la mozione di sfiducia nei confronti del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Ma, come dice Luigi Di Maio, "la frittata ormai è fatta". Sarà comunque decisiva la prossima settimana, a partire da martedì 20 agosto, quando Conte effettuerà le sue comunicazioni al Senato che potrebbero precedere le dimissioni o il voto sulla mozione di sfiducia.
- Zingaretti non esclude governo Pd-5S: "Aspettiamo, decide Mattarella, ma no a esecutivo di corto respiro" 16 Agosto
- Renzi sfida M5s: “Vediamo cosa fa, può accadere tutto. Noi pronti a governo istituzionale” 16 Agosto
- Governo, la Lega pensa se ritirare la mozione di sfiducia. Si decide tutto il 20 agosto 16 Agosto
Zingaretti non esclude governo Pd-5S: "Aspettiamo, decide Mattarella, ma no a esecutivo di corto respiro"
"Solo nello sviluppo dell'eventuale crisi di governo sotto la guida autorevole del Presidente Mattarella si potranno verificare se esistono le condizioni numeriche e politiche di un governo diverso con una larga base parlamentare che nasca non a tutti i costi per la paura delle urne, che non abbiamo, ma dalla reale possibilità di trasformare l'Italia, cambiare e rifondare l'Europa e ricostruire una speranza". Lo ha scritto su Facebook il segretario del Pd Nicola Zingaretti, che di fatto non esclude l'ipotesi di un accordo con i pentastellati, per dar vita a un governo Pd-M5S-LeU, come ha proposto il senatore Matteo Renzi.
"Vedremo dopo questo fastidioso ginepraio di parole senza contenuti e senza valori cosa accadrà martedì nel dibattito aperto dal presidente Conte. Diciamo no a qualsiasi ipotesi di governo pasticciato e di corto respiro". Zingaretti ribadisce comunque che il Pd è pronto per tornare alle urne "e proporre una idea diversa rispetto al Paese dell'odio e in questo senso si sta organizzando".
M5s contro Salvini: "Sceglie Berlusconi, ma anche lui lo snobba. È rimasto fregato"
Se da parte della Lega lo scontro con il Movimento 5 Stelle sembra attenuarsi, non può però dirsi lo stesso per ciò che succede tra gli esponenti pentastellati. Con un post sul blog delle stelle il M5s torna all’attacco di Matteo Salvini: “Lui e la Lega non solo hanno fatto cadere il governo a Ferragosto, portando il Paese sull’orlo del precipizio per rincorrere i sondaggi e il loro interesse personale. Salvini e la Lega hanno anche fatto una scelta politica, una chiara scelta politica. Perché 24 ore dopo aver aperto la crisi (nemmeno 24 ore dopo, pensate!) hanno chiamato Berlusconi e sono andati ad Arcore”.
I 5 Stelle aggiungono: “E sapete qual è il paradosso di tutto questo? Che ora pare sia lo stesso Berlusconi a snobbarli. Gli ha dato picche! È incredibile, nemmeno lui si fida di loro, ma è costretto a starci insieme per farsi garantire le tv. È il solito giochino di sempre, sono 30 anni che è così. Io ti do, tu mi dai. Ma a noi queste logiche non interessano. Il MoVimento 5 Stelle è un’altra cosa. Chissà cosa penseranno adesso coloro che negli ultimi mesi si erano avvicinati per la prima volta alla Lega. Salvini ha preferito Arcore a voi. È vero, ha provato a fregarci tutti, ma alla fine si è fregato lui. Ora tirate le somme”.
Zingaretti: "Renzi mi dava del traditore, ma adesso è il tempo dell'unità"
Matteo Renzi "fino a 22 secondi prima diceva che io ero il traditore e volevo fare accordi con i 5S, ma questo è il passato. Adesso è il tempo dell'unità e dei contenuti. Vediamo il 20 agosto quello che succede". Lo ha detto il segretario del Pd Nicola Zingaretti a margine della festa dell'Unità di Cecina (Livorno).
Poi ha aggiunto: "Fino a che stiamo uniti e rimaniamo uniti non sono preoccupato perché il Pd è l'unica garanzia che in questo paese si possa voltare pagina. Io sono il segretario del, Pd e farò di tutto per far rimanere unito il Partito democratico sia per andare alle elezioni e vincere, e qualora si dovesse arrivare a un governo, per portarcelo unito. Non c'è futuro della democrazia italiana senza un Pd unito. E su questo sento su di me tutta la responsabilità".
Renzi sfida M5s: “Vediamo cosa fa, può accadere tutto. Noi pronti a governo istituzionale”
Il senatore del Pd, Matteo Renzi, torna a lanciare la petizione per le dimissioni di Matteo Salvini e su Facebook parla della crisi di governo: “Mai vista una crisi gestita così. Se non fosse una cosa seria ci sarebbe da ridere! Salvini sente scivolarsi via la poltrona e sa che solo con il potere potrà avere ancora un (breve) futuro. Il capitano si è impaurito di brutto. E dunque offre tutto a Di Maio. Scene da far impallidire il calciomercato”.
Renzi lancia la sfida al M5s: “Adesso vedremo che cosa farà il Movimento Cinque Stelle: può davvero accadere di tutto. Noi abbiamo una sola stella polare: il rispetto delle Istituzioni. Solo quello. Prima l’Italia. Poi il Pd, le correnti, le esigenze personali: prima l’Italia. Prima le Istituzioni. Siamo pronti a un Governo Istituzionale per salvare le famiglie dall’aumento dell’IVA e per evitare che l’Italia sia isolata in Europa. E siamo ancora più pronti a fare un’opposizione ancora più dura se grillini e leghisti si rimetteranno insieme per una banale esigenza di poltrone”.
Poi attacca di nuovo Salvini: “Una persona seria dopo aver perso si dimette. Costa fatica, lo so bene. Ma dimettersi è un gesto di dignità. Salvini non sa che cosa sia la dignità, impaurito com’è. Deve scegliere se salvare la poltrona o salvare la faccia: sceglierà la poltrona per qualche mese, perderà la faccia per sempre. Noi sempre e per sempre dalla stessa parte: dalla parte delle famiglie italiane, non delle ambizioni personali”.
Delrio vuole un nuovo contratto di governo: “Accordo Pd-M5s con intesa scritta alla tedesca”
Il capogruppo alla Camera del Pd, Graziano Delrio, torna ad aprire a un accordo tra dem e Movimento 5 Stelle. E spiega qual è, secondo lui, la ricetta da seguire: “Ciò che serve è un accordo alla tedesca, come Cdu e Spd, una cosa scritta. Ci si mette a sedere, si tratta, si analizza ogni punto per il bene del Paese, convocando le menti migliori, per dare un’impronta diversa”. Delrio, intervistato a Circo Massimo, su Radio Capital, continua: “Questo paese finora è stato ossessionato da argomenti che non hanno portato bene, come l’immigrazione. Mi fa piacere che Conte ne abbia preso atto. Il problema invece è il lavoro, dobbiamo abbassare il cuneo fiscale, c’è il tema del salario minimo”.
Secondo Delrio Salvini è “terrorizzato all’idea” di un accordo tra Pd e M5s, che comunque il capogruppo non dà per scontato: “Salvini ha fatto un errore clamoroso, un autogol, e ora è terrorizzato dall’idea di un accordo tra noi e il Movimento 5 Stelle. Credo che la gestione della crisi, da parte del ministro dell’Interno, sia stata un autogol per ciò che si è visto fino a oggi e se Salvini ci ripenserà e tornerà indietro sarà il suo suicidio politico. Infatti secondo me non ci ripensa, sta semplicemente capendo che ha sbagliato le mosse ma siccome è abile sa che tornare indietro gli farebbe perdere credibilità e sarebbe un suicidio”.
Governo, la Lega pensa se ritirare la mozione di sfiducia. Si decide tutto il 20 agosto
Lo scontro continua sui migranti, in particolare sul caso della Open Arms. Ma intanto il vicepresidente del Consiglio e leader della Lega, Matteo Salvini, sembra mandare qualche segnale di una timida riapertura nei confronti dei 5 Stelle. Troppo tardi, ormai, per Luigi Di Maio, secondo cui “la frittata è fatta”. E stesso discorso sembra valere per Giuseppe Conte: ieri il presidente del Consiglio ha pubblicato su Facebook una lunga lettera rivolta proprio a Salvini con dure critiche riguardanti l’operato del ministro dell’Interno sul tema dei migranti e sulla sua gestione dei rapporti istituzionali.
Salvini sembra comunque ritrattare, almeno in parte, la dura posizione di chiusura nei confronti del governo assunta nei giorni precedenti: “O c’è un governo del sì, con ministri del sì, o l’unica via sono le elezioni”, è la timida apertura del leader leghista. Che in queste ore starebbe pensando se ritirare la mozione di sfiducia nei confronti di Conte. La risposta dei 5 Stelle, con Di Maio, è però eloquente: “È inutile che ora sbraita, è colpa sua se oggi ci troviamo in questa situazione. Ha fatto tutto da solo, per tornare dopo nemmeno 24 ore nelle braccia di Berlusconi. Ora è pentito, ma ormai la frittata è fatta. Ognuno è artefice del proprio destino”.
Si decide tutto la prossima settimana. Il calendario della crisi si aprirà martedì 20 agosto al Senato: Conte effettuerà le sue comunicazioni all’Aula e poi si deciderà il da farsi. Il presidente del Consiglio potrebbe scegliere di andare subito al Colle per rassegnare le sue dimissioni, senza aspettare un voto di sfiducia in Parlamento. Oppure potrebbe aspettare e dopo le sue comunicazioni potrebbero essere votate la risoluzioni che rappresentano a tutti gli effetti un atto di sfiducia. In entrambi i casi partirebbe ufficialmente la crisi di governo.
Conte è atteso poi alla Camera mercoledì 21 alle 11.30. Ma se dovesse dimettersi prima le comunicazioni a Montecitorio non si terrebbero. Stesso discorso vale per giovedì 22 agosto, quando alla Camera è prevista la discussione della riforma del taglio dei parlamentari. Se Conte si dovesse dimettersi prima, però, i lavori parlamentari verrebbero bloccati e quindi non si voterebbe la riforma costituzionale. Sempre in caso di dimissioni, si prevede che le consultazioni possano iniziare proprio tra il 22 e il 23 agosto. E cosa succederà dopo, ad ora, è difficile da prevedere.