Dopo le dimissioni di Giuseppe Conte e l'apertura formale della crisi di governo, la palla passa al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che martedì terrà nuove consultazioni per capire se le trattative fra PD e Movimento 5 Stelle siano andate a buon fine o se toccherà ridare la parola agli italiani. Intanto Zingaretti apre a Di Maio: “C’è un quadro dal quale iniziare a lavorare”.
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Crisi di governo, Fico al Quirinale: colloquio durato mezz'ora
Dopo la seconda carica dello Stato, la presidente del Senato Casellati, anche il presidente della Camera Roberto Fico si è recato al Quirinale per il colloquio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nell'ambito delle consultazioni al Quirinale, dopo le dimissioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte di ieri. L'incontro tra Fico e Mattarella è durato circa mezz'ora. Come vuole la prassi la terza carica dello Stato non ha rilasciato dichiarazioni.
Crisi di governo, Salvini: "FI in un esecutivo giallo-rosso? Non può governare con noi"
"Chi va al governo con il Pd non va al governo con la Lega". Così il leader della Lega Matteo Salvini ha commentato alla Camera l'eventuale rottura del centrodestra se Forza Italia dovesse essere coinvolta in un governo istituzionale, assieme alle altre forze politiche, Pd e M5S in testa. "Questo però – aggiunge – non interesserebbe gli accordi locali e amministrativi, siamo un partito autonomista". Ai cronisti che gli chiedevano se avesse già sentito Silvio Berlusconi e stesse lavorando al futuro del centrodestra ha risposto così: "Ora stiamo lavorando al programma. Prima aspettiamo le decisioni di Mattarella. Un passo alla volta".
Crisi di governo, iniziano le consultazioni: Casellati da Mattarella
La presidente del Senato Elisabetta Casellati è stata ricevuta dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Alla fine del colloquio, che ha aperto questo breve giro di consultazioni, Casellati non ha rilasciato nessuna dichiarazione. Il colloquio è durato circa 20 minuti. Il presidente emerito della Repubblica, il senatore Giorgio Napolitano, non trovandosi a Roma, sarà sentito telefonicamente.
Crisi di governo, Salvini: "Mentre gli altri parlano di poltrone noi pensiamo agli italiani"
"Gli altri in queste ore parlano di posti, di poltrone. Noi di Manovra, di come tagliare le tasse e aiutare gli italiani". È questa la primissima dichiarazione rilasciata ai cronisti da Matteo Salvini, poco dopo essere arrivato alla Camera dove è in programma l'assemblea dei deputati leghisti alla vigilia delle consultazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il leader del Carroccio ha poi anche commentato la notizia dell'apertura del Pd ad un eventuale esecutivo con il Movimento 5 Stelle, sulla base di cinque punti da rispettare su tematiche tra cui l'Unione europea, i migranti e la sostenibilità ambientale: "Non dovete chiedere a me – ha detto -, chiedete ai Cinque Stelle che ne pensano dei 5 punti di Zingaretti. Sono passati in una settimana dalla Lega a Renzi. Che stomaco che hanno…Li invidio". E poi ancora sugli ex alleati di governo: "Se si va al voto, subito dopo è possibile approvare una manovra che non si limiti a sterilizzare l'Iva ma arriva ad abbassare le tasse agli italiani. Abbiamo idee che con il M5s non era possibile realizzare, a partire dalla flat tax. Categorie economiche si stanno esprimendo e sono contro manovre che alzano le tasse. Sento parlare di patrimoniale, precarietà. Il Pd si accontenta di sterilizzare l'Iva, a noi non basta, le tasse vanno abbassate". Sugli scenari futuri ha detto: "Rottura? Erano troppi i no. Poi gli italiani decideranno. Un Governo che nasce contro è destinato solo a salvare qualche poltrona. A Mattarella chiederemo di andare a elezioni. Qualunque governo nasca sarà un governo contro la Lega".
Crisi di Governo, apertura del Pd al M5s. Zingaretti: "Cinque punti per trattare con loro"
Il segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti, ha dettato la linea in vista delle consultazioni del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, in seguito all'ufficializzazione della crisi di governo. Lo ha fatto nel corso della direzione del Pd, che ha approvato per acclamazione, all'unanimità, l'ordine del giorno. Zingaretti ha aperto al dialogo con il Movimento 5 Stelle per la nascita di un nuovo governo, indicando cinque punti da seguire. "Appartenenza leale all'Unione europea; pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa, a partire dalla centralità del parlamento; sviluppo basto sulla sostenibilità ambientale; cambio nella gestione di flussi migratori,con pieno protagonismo dell'Europa; svolta delle ricette economiche e sociale, in chiave redistributiva, che apra una stagione di investimenti", aggiungendo che "non ho mai demonizzato il M5s, ma dobbiamo essere consapevoli che con loro ci sono profonde differenze". Nel caso in cui non si riuscisse a formare un esecutivo di legislatura, l'unica via percorribile, secondo il governatore del Lazio, sarebbe il voto. "Io credo dovremo assumerci la responsabilità di dar vita a una governo di svolta per la legislatura – ha precisato -. In caso contrario nessun pastrocchio o accordicchio temporeggiatore ma subito alle urne senza alcuna paura".
Zingaretti apre al governo col M5s: "Doveroso verificare se c'è nuova maggioranza"
Ormai parrebbero non esserci più dubbi: il Partito Democratico è pronto a sedersi al tavolo con il Movimento 5 Stelle per valutare la possibilità di fare un governo insieme, con un orizzonte ampio e non limitato ai prossimi mesi. La conferma arriva dal segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti, che in Direzione Nazionale ha chiesto il mandato al partito per gestire questa fase e valutare se esista una nuova maggioranza parlamentare in grado di permettere al Paese di superare questa fase. Zingaretti ha spiegato: “Abbiamo la responsabilità e il dovere di verificare se esistano le condizioni per un governo forte, con una larga base e che operi secondo una discontinuità netta rispetto a quello precedente. Voglio chiarezza e nessuna confusa ammucchiata”. L'obiettivo è quello di valutare le condizioni per un governo di lunga durata, non limitato al disinnesco delle clausole di salvaguardia e alla manovra economica, "altrimenti è meglio tornare subito al voto".
Il taglio dei parlamentari è ufficialmente congelato
La conferenza dei capigruppo della Camera dei deputati ha ufficializzato lo stop alla discussione sul disegno di legge Fraccaro di riforma della Costituzione. Come noto, la quarta e ultima votazione avrebbe dovuto aver luogo nella giornata di oggi a Montecitorio, ma le dimissioni del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte hanno avuto come primo effetto la cancellazione del calendario dei lavori parlamentari. Per prassi, infatti, non è consentito alle Camere di deliberare su progetti di riforma della Costituzione in regime di crisi di governo, quando ci si limita agli affari correnti. Il taglio dei parlamentari, dunque, è congelato, in attesa di capire se la legislatura proseguirà o se saranno necessarie nuove elezioni.
Crisi di Governo, Orlando (Pd): "No a maggioranza con Conte premier. Serve discontinuità"
Alla vigilia delle consultazioni del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, dopo l'ufficializzazione della crisi di governo seguita alla dimissioni del premier Conte, continuano ad arrivare dichiarazioni da parte dei leader politici sugli scenari futuri riguardanti l'Esecutivo. Tra queste, quella di Andrea Orlando, ex ministro della Giustizia e attuale vicesegretario del Partito democratico. "Non è possibile costruire oggi una maggioranza diversa con lo stesso presidente del Consiglio – ha detto nel corso di una intervista a Radio24 -. Conte ha dato ieri segno di un sussulto apprezzabile, ma francamente mi pare che ci sia un tratto di trasformismo nel cambiare maggioranza e mantenere parte dello stesso esecutivo. Credo che sarebbe più logico pensare a un esecutivo nel quale si introduca una netta discontinuità. Partiamo dalle cose da fare e poi ci possono essere esigenze delle forze politiche di avere esponenti che in qualche modo svolgano una funzione di raccordo e di continuità, però sarebbe un po' un Frankenstein, un governo che sia la somma delle compagine del governo Conte più dei governi Renzi e Gentiloni".
Crisi di Governo, capigruppo Lega in Parlamento: "Chi scappa dal voto ha coscienza sporca"
"La Lega è già tutta al lavoro per costruire lItalia dei sì, fondata su un taglio di tasse per 10 milioni di cittadini, investimenti pubblici, infrastrutture, processi giusti e veloci, certezza della pena e bambini che tornano a nascere". Queste le parole di Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari, capigruppo della Lega rispettivamente di Camera e Senato alla vigilia delle consultazioni del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, dopo l'ufficializzazione della crisi di governo in seguito alle dimissioni del premier Giuseppe Conte. I due esponenti del Carroccio anche aggiunto sugli scenari futuri: "Altri stanno pensando al governo dei ‘no' e delle poltrone? Andiamo a elezioni e facciamo scegliere gli Italiani. Chi scappa dalle urne ha la coscienza sporca".
M5s smentisce le trattative con la Lega: "Compatti al fianco di Di Maio"
Il Movimento 5 Stelle non ha riaperto alcun canale di interlocuzione con la Lega e respinge al mittente l’ipotesi di un “passo indietro” di Luigi Di Maio come capo politico. Sono questi i concetti che filtrano da ambienti grillini, dopo che alcuni retroscena avevano adombrato l’idea di un ritorno di fiamma con la Lega. A metterlo nero su bianco sono anche i due capigruppo Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli con una nota: “Sono ore molto importanti per il futuro del nostro Paese. Il MoVimento 5 Stelle si affiderà alla volontà del presidente Sergio Mattarella che segnerà la strada da seguire dopo che Matteo Salvini ha aperto un’assurda crisi di governo in pieno agosto. Il MoVimento è unito e compatto intorno al capo politico Luigi Di Maio. Siamo un monolite. E adesso siamo concentrati sulle consultazioni”.
Il PD cerca l'intesa in Direzione, Zingaretti non vuole un nuovo "contratto di governo"
C’è grande attesa per la direzione nazionale del Partito Democratico, durante la quale dovrà essere impostata la strategia per la gestione della crisi di governo apertasi in seguito alle dimissioni di Giuseppe Conte. Il segretario Nicola Zingaretti cercherà di indicare una strada comune, a partire dalla necessità di verificare se esistano le condizioni per formare una nuova maggioranza parlamentare. L’orizzonte è quello di un “governo di legislatura” che, nella lettura del segretario democratico, dovrebbe marcare un forte segnale di discontinuità rispetto all’esecutivo uscente. È escluso però che il PD si sieda al tavolo per sottoscrivere un nuovo contratto di governo, una pratica che Zingaretti giudica inusuale e non efficace.
Più sfumata la posizione dei renziani, che spingono per l’apertura di un dialogo che porti a un accordo con i 5 Stelle che abbia come priorità assoluta il disinnesco delle clausole di salvaguardia e impedisca l’aumento dell’IVA al 25%. Poche le voci contrarie all’accordo, tra cui quella di Carlo Calenda, che considera un errore sedersi al tavolo di governo con il Movimento 5 Stelle e chiede che il partito “non abbia paura” del voto degli italiani.
Le consultazioni di Mattarella: si comincia da Giorgio Napolitano
Dopo le dimissioni di Giuseppe Conte, giunte al termine di un aspro dibattito parlamentare, la crisi di governo è formalmente aperta. L’iniziativa è ora nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che nella giornata di oggi avvierà le tradizionali consultazioni. Il primo a essere sentito sarà il Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano: le consultazioni avverranno telefonicamente, dal momento che l’ex capo di Stato non si trova a Roma e le sue condizioni di salute non gli consentono di raggiungere il Quirinale in tempi brevi.
Subito dopo, alle 16, sarà la volta della seconda carica dello Stato, la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, poi toccherà al Presidente della Camera Roberto Fico. Il programma delle consultazioni continuerà con i rappresentanti del gruppo del Senato Autonomie, poi con quelli del Gruppo Misto di Camera e Senato e infine con la delegazione del gruppo parlamentare di Liberi e Uguali della Camera dei deputati.
Le consultazioni saranno poi sospese, per riprendere nella mattinata di giovedì 22 agosto, quando al Quirinale saliranno le delegazioni di Fratelli d’Italia, Partito Democratico, Forza Italia, Lega e, infine, Movimento 5 Stelle. È molto probabile che, terminata questa fase, Mattarella si prenda qualche ora di riflessione per poi pronunciare un breve discorso con la sua indicazione per la gestione della crisi.