Dopo una serrata trattativa M5S e Pd potrebbero aver trovato l'accordo sul nome del futuro presidente del Consiglio, ancora Giuseppe Conte. Di Maio e Zingaretti devono però trovare l'accordo sui ministri e sui temi della politica economica. Al Quirinale oggi è iniziato il secondo giro di consultazioni. Si continua domani mercoledì 28.
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Trattativa bloccata: M5s non incontrerà più il PD senza un'indicazione chiara su Conte
Quella che sembrava solo una schermaglia tattica è diventata una frattura profonda, molto complessa da sanare. Il Movimento 5 Stelle fa sapere che senza una indicazione chiara, esplicita e netta del Partito Democratico sul nome di Giuseppe Conte per la Presidenza del Consiglio non ci saranno nuovi incontri. Stando alla ricostruzione dei 5 Stelle, dopo l'incontro di circa 4 ore di ieri sera, Nicola Zingaretti non avrebbe dato come unica soluzione il nome di Conte per la guida del governo. Da qui lo stop alle trattative.
Così in una nota stampa:
In una fase cosi delicata per il Paese non c’è tempo da perdere. Noi stiamo lavorando intensamente per dare risposte immediate ai cittadini. E dobbiamo sbrigarci perché il tempo stringe.
Nel partito democratico, però, hanno ancora le idee confuse. Predicano discontinuità ma ci parlano solo di incarichi e di ministeri, non si è parlato ne di temi ne di legge di bilancio.
Così non va proprio bene.
Ieri dopo 4 ore di incontro non si è arrivati a nulla. Così non si può lavorare. O si cambia atteggiamento o è difficile.
Rivedremo il Pd quando nei loro organi di partito avranno dato l’ok all’incarico a Conte.
Nessun altro incontro fino a quando non avranno chiarito ufficialmente la loro posizione su Giuseppe Conte. Se si vuole il voto lo si dica apertamente.
Il M5S è la prima forza politica in Parlamento, lo ricordiamo a tutti.
Termina il vertice fiume: resta nome Conte, non c'è accordo sulla manovra economica
Termina dopo circa 4 ore il confronto a Palazzo Chigi tra Luigi Di Maio, Nicola Zingaretti, Giuseppe Conte e Andrea Orlando. Una riunione fiume, per dirimere i tanti nodi legati all'accordo di governo fra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico. Non ci sono state dichiarazioni ufficiali, ma fonti del Partito Democratico fanno sapere che restano molti punti da chiarire dal punto di vista programmatico, parlando di "strada in salita" perché non vi sarebbe accordo sulle ricette in materia di politica economica. Fonti del M5s ribadiscono di attendere una parola definitiva dal PD su Giuseppe Conte. Si riprenderà a trattare domani.
Quella di oggi, come vi abbiamo raccontato, è stata una giornata campale, con le voci sulla convergenza del PD sul nome di Giuseppe Conte che si sono sommate a quelle sul rilancio da parte del Movimento 5 Stelle, che aveva deciso di sedersi al tavolo delle trattative con richieste di partenza molto rilevanti, trovando la netta contrarietà della segreteria democratica. Il clima è tornato più disteso grazie alla mediazione di Giuseppe Conte, in precedenza raggiunto telefonicamente da Nicola Zingaretti quando era ancora a Biarritz per il G7, il quale si è reso il garante dell'accordo, cercando di mediare fra le parti. Mediazione che dovrà necessariamente proseguire anche nelle prossime ore.
Zingaretti ottimista: "Passi avanti, confronto partito davvero"
Il segretario del Partito Democratico è brevemente concesso ai giornalisti, in una pausa delle trattative che porteranno alla formazione del nuovo governo. Zingaretti ha smentito i retroscena che vogliono un accordo su tutta la linea, ma ha spiegato di essere ottimista e fiducioso sulla possibilità di "dare un governo all'Italia", soprattutto in virtù del fatto che "il confronto è finalmente partito", in particolare sui contenuti. Non ha chiarito se permanga o meno il nodo sulla indicazione di Giuseppe Conte come Presidente del Consiglio (fonti qualificate hanno confermato a Fanpage.it come l'accordo sul Conte bis sia praticamente fatto), ma si è detto contento di come stanno procedendo le trattative, rimandando all'incontro di stasera alle 21.
Conte 2.0, colloquio Zingaretti Di Maio a Palazzo Chigi durato mezz'ora
Il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha lasciato Palazzo Chigi dopo aver incontrato il leader del M5S, Luigi Di Maio. Il colloquio è durato poco più Di 20 minuti. Entrambi i leader si sono allontanati senza rilasciare dichiarazioni. Fonti del Nazareno hanno però dato ormai per certo l'accordo raggiunto per un Conte 2.0, un governo guidato dal presidente del Consiglio dimissionario e una squadra dei ministri, ancora da definire, con dentro i big dei due partiti.
Conte bis, c'è l'accordo. Meloni: "I 5S sono diventati il tonno, chiusi nel Palazzo con il Pd"
"I M5S sono diventati il tonno: si sono chiusi nella scatoletta e non ne vogliono più uscire: sono asserragliati e trattano con quelli che gli italiani erano certi di voler mandare a casa per fare un nuovo governo sulla pelle dei cittadini. Sono chiusi nel palazzo a trattare con il Pd", ha detto la leader di FdI Giorgia Meloni.
"È la fine – sostiene Meloni – di qualunque credibilità per un movimento che doveva rappresentare il cambiamento e invece si è dimostrato la peggiore partitocrazia. Avremo un governo che serva solo a garantire una poltrona ad alcuni e gli interessi di una serie di poteri che quelli che vincerebbero le elezioni non garantirebbero, a partire dalla Francia".
Nuovo incontro fra Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti
È in programma per le ore 18 un nuovo incontro tra Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti, per dirimere gli ultimi nodi di una trattativa che ha subito un'accelerata proprio nelle ultime ore. Dall'incontro potrebbe uscire la posizione comune da recapitare al Capo dello Stato Sergio Mattarella, che ha fatto sapere di attendere novità per le 19 e che già ha stilato il calendario delle prossime consultazioni.
Crisi di governo, il nuovo calendario delle consultazioni al Quirinale
Il Quirinale ha diffuso il nuovo calendario per le consultazioni, annunciate dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che si terranno nelle giornate di martedì 27 e mercoledì 28 agosto. Dopo aver sentito i partiti il presidente della Repubblica prenderà una decisione.
Martedì 27
Il Presidente Emerito della Repubblica, il senatore Giorgio Napolitano, non trovandosi a Roma, verrà sentito telefonicamente.
Ore 16 Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.
Ore 17 Presidente della Camera dei deputati Roberto Fico.
* * *
Ore 18.20 Gruppo parlamentare Misto del Senato.
Ore 18.40 Gruppo parlamentare Misto della Camera.
Mercoledì 28
Ore 10 Gruppo parlamentare ‘Per le Autonomie (SVP-PATT,UV)' del Senato.
Ore 10.30 Gruppo parlamentare ‘Liberi e Uguali' della Camera.
Ore 11 Gruppi parlamentari ‘Fratelli d'Italia' del Senato e della Camera.
* * *
Ore 16.00 Gruppi parlamentari ‘Partito democratico' del Senato e della Camera.
Ore 17.00 Gruppi parlamentari ‘Forza Italia-Berlusconi presidente' del Senato e della Camera.
Ore 18.00 Gruppi parlamentari ‘Lega-Salvini premier' del Senato e della Camera.
Ore 19.00 Gruppi parlamentari del ‘Movimento Cinque Stelle' del Senato e della Camera.
Crisi di governo, la Lega prova a riaprire un canale con il M5S per un accordo di legislatura
"Rinnoviamo la disponibilità ad aprire con i 5 stelle un confronto per arrivare a un accordo di legislatura. Non ci interessano cose di breve respiro o fatte contro qualcuno ma un patto per rinnovare e portare avanti il programma di governo". Lo dice Gianmarco Centinaio, ministro dell'Agricoltura, interpellato al telefono dall'Ansa. Già questa mattina il leghista, ai microfoni di Radio Cusano Campus, aveva messo sul tavolo una proposta concreta del Carroccio per allettare gli ex alleati: Luigi Di Maio presidente del Consiglio di un nuovo governo gialloverde. "L'esperienza di Governo con il M5S, nonostante l'ultimo periodo ovvero dalla campagna elettorale per l'Europee in poi, è stata positiva – ha spiegato Centinaio – specialmente la prima parte dell'azione di Governo ha portato risultati importanti. Per questo è impensabile immaginare un Governo con l'onorevole Boldrini, il senatore Renzi, Boschi, Franceschini. Molti cittadini continuano a credere che si possa tornare insieme con i 5 Stelle e lo credo anche io".
In corso assemblea del M5s: ci sono anche Beppe Grillo e Davide Casaleggio
In corso in questo momento la riunione del Movimento 5 Stelle, per discutere degli ultimi sviluppi della trattativa con il Partito Democratico. All'assemblea partecipa tutto lo stato maggiore grillino, inclusi Davide Casaleggio e Beppe Grillo, che non hanno rilasciato dichiarazioni ai numerosi giornalisti presenti all'esterno dell'edificio. In leggero ritardo è giunto anche Luigi Di Maio.
Crisi di governo, direzione del Pd convocata domani per la decisione definitiva
La direzione nazionale del Partito Democratico è stata convocata dal presidente del partito, Paolo Gentiloni, per martedì 27 agosto alle 18. All'ordine del giorno, a quanto si apprende ci sono la "crisi di Governo" e varie ed eventuali. Nella convocazione si avvertono i membri della direzione che l'orario potrebbe essere aggiornato alla luce degli sviluppi della crisi.
A quanto si apprende da fonti parlamentari, i leader dei partiti dovrebbero comunicare le loro indicazioni al Quirinale entro le 19 di oggi, in modo da permettere al presidente della Repubblica Sergio Mattarella di stilare il calendario della consultazioni.
Crisi di governo, convocato il vertice dei big del M5S
È previsto dopo pranzo, a quanto si apprende, il vertice dello stato maggiore del Movimento 5 Stelle chiamato a fare il punto sulla trattativa per un governo giallo-rosso. Il tempo sta per scadere, e oggi i pentastellati e i dem dovranno trovare la quadra. Al vertice, oltre al capo politico M5S Luigi Di Maio, è prevista la presenza di quasi tutti i big pentastellati, da Roberto Fico a Alessandro Di Battista, da Paola Taverna a Davide Casaleggio. Non è ancora confermata invece la partecipazione di Beppe Grillo. Intanto dal Nazareno arrivano segnali di distensione: "Conte bis? non ci sono veti", ha detto Andrea Marcucci dopo una riunione con Zingaretti.
Crisi di governo, Marcucci (Pd): "Conte bis? Non ci sono veti"
La posizione dei dem sembra essersi ammorbidita. "Non ci sono veti, vogliamo parlare di contenuti". Così risponde il capogruppo Pd Andrea Marcucci, ai cronisti che lo interpellano all'uscita dal Nazareno sull'ipotesi di Conte presidente del Consiglio di un governo M5s-Pd. Insieme al capogruppo Graziano Delrio Marcucci ha avuto un incontro con il segretario Zingaretti, a cui erano presenti anche il presidente del partito Paolo Gentiloni, le due vicepresidenti Ascani e Serracchiani, i due vicesegretari De Micheli e Orlando. "La riunione è andata bene, siamo pronti a confrontarci e a lavorare sui contenuti, non vediamo l'ora di lavorare su quello di cui l'Italia ha bisogno", ha spiegato Marcucci.
Totoministri, Antonio Misiani (Pd) all'Economia? Il dem: "No comment"
"Concentriamoci sul toto-problemi, non sul toto-nomi". Così il senatore, responsabile dell'economia del Pd, Antonio Misiani, ha risposto ad una domanda sulle ultime indiscrezioni, che lo vedrebbero a capo del Mef. "No comment", ha detto intervistato da Sky Tg24. Entrando quindi nel dettaglio delle possibili intese in campo economico, Misiani ha sottolineato che il Pd è contrario alla flat tax e favorevole alla riduzione del cuneo fiscale.
Crisi di governo, atteso nuovo incontro tra Di Maio e Zingaretti
Secondo quanto si apprende da fonti del Movimento 5 Stelle, non è in programma un incontro tra capigruppo M5S e Pd, di Camera e Senato. È invece atteso un incontro tra il segretario dem, Nicola Zingaretti, e il capo politico del Movimento Luigi Di Maio. I vertici del Movimento dovrebbero incontrarsi nel tardo pomeriggio, e probabilmente ci saranno anche Davide Casaleggio e Beppe Grillo.
Trattativa Pd-M5S, Zingaretti insiste: "Discontinuità sui contenuti e sulla squadra"
"Io credo che non ci servano due programmi contrapposti, due programmi paralleli, quel modello di contratto che non era una visione comune dell'Italia. Ma ci vuole un programma comune, che abbiamo condiviso e costruito" . Così il segretario del Pd Nicola Zingaretti fuori dal Nazareno, rivolto al M5S e al capo politico del M5S Luigi Di Maio. "Serve discontinuità sui contenuti e sulla squadra", ribadisce.
Nelle trattative "bisogna ascoltarsi a vicenda, le ragioni degli uni e le ragioni degli altri", ma questo "fino ad ora non è avvenuto", sottolinea il segretario dem.
Pd-M5S, ultimo giorno di trattative: è stallo sul nome di Conte
È l'ultimo giorno di trattative tra il Partito democratico e il Movimento Cinque Stelle per cercare di arrivare a un accordo per la formazione di un nuovo governo prima della seconda tornata di consultazioni con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il nodo principale resta il nome Giuseppe Conte come Presidente del Consiglio. Il M5s pretende un nuovo incarico al premier uscente mentre il Pd vuole una discontinuità a partire proprio dal cambio delle persone che hanno rappresentato l'Esecutivo uscente con la Lega. Nemmeno le telefonate dirette tra i due leader Zingaretti e Di Maio hanno sciolto questo nodo che appare più centrale persino dei contenuti del programma di un eventuale governo. Il segretario Dem Zingaretti ha fatto sapere di non aver cambiato idea su Conte anche se ha assicurato che lavorerà fino all'ultimo per cercare un accordo sui nomi. Anche Di Maio però non cede e ha avvertito che il M5s non accetta ultimatum e veti atrimenti salta ogni dialogo. In una nota i pentastellati hanno ribadito che "L'Italia non può aspettare il Pd perché il Paese ha bisogno di correre e non possiamo restare fermi per i dubbi o le strategie di qualcuno".
Di Maio gela Zingaretti: "L'Italia non può aspettare il Pd"
"La soluzione è Conte, il taglio dei parlamentari e la convergenza sugli altri 9 punti posti dal vicepremier Luigi Di Maio. Non si può aspettare altro tempo su delle cose semplicemente di buon senso. È assurdo", così in una nota il il Movimento 5 Stelle riobatte al segretario dle Pd Zingaretti che in conferenza stampa aveva ribadito il no a Conte come Premier dicendo che gli italiani non capirebbero un semplice rimpasto ma serve discontinuità rispetto al precedente Esecutivo M5s – Lega. "L'Italia non può aspettare il Pd. Il Paese ha bisogno di correre, non possiamo restare fermi per i dubbi o le strategie di qualcuno", hanno concluso dal Movimento.
Zingaretti non cambia idea sul no a Conte: "Troviamo una soluzione, ma serve svolta anche sui nomi"
In conferenza stampa, il segretario del Partito Democratico ribadisce la volontà di mettere in campo un governo di svolta e di discontinuità, con un patto di governo con il Movimento 5 Stelle, a partire dai contenuti perché "l'Italia non capirebbe un semplice rimpastone". "Non c'è solo il tema del nome e degli ultimatum", aggiunge, ripetendo: "Noi non crediamo al contratto, perché non ha funzionato. Noi vogliamo un Paese più green, più giusto e a misura delle donne, che metta al centro il tema della crescita, del lavoro e dello sviluppo. Siamo molto preoccupati per l'eredità del vecchio governo per quanto riguarda la situazione finanziaria del Paese e vogliamo disinnescare l'aumento dell'IVA, oltre che abbassare le tasse ai redditi medio bassi". Poi anticipa che continuerà il piano di ascolto e lancia un appello ai 5 Stelle: "Poniamo al centro del confronto le condizioni di convergenza programmatica, perché serve un programma comune utile per l'Italia. Superiamo le timidezze e scendiamo nel merito delle questioni". Su Conte ribadisce: "In un governo di svolta bisogna garantire la discontinuità a partire dal cambio delle persone. Io non cambio idea. Ora ancora non abbiamo una soluzione, ma continueremo a cercare un accordo".
Fratelli d'Italia raccoglie firme per il voto subito
Come già avevano espresso pubblicamente prima e al Capo dello Stato poi, Fratelli d'Italia è intenzionato ad andare al voto subito senza la formazione di un nuovo governo. Lo ha ribadito la leader Giorgia Meloni spiegando che è partita anche una campagna di raccolte firme per sostenere il ritorno alle urne. "Fratelli d'Italia in piazza contro i governi di inciucio. Anche oggi siamo in diverse piazze italiane per permettere ai cittadini di firmare la nostra petizione per chiedere elezioni subito" ha scritto su Facebook Meloni mentre dal partito fanno sapere di aver già raccolto 50mila firme.
Trattative governo M5S-Pd, anche Beppe Grillo punta su Conte premier
Anche Beppe Grillo rilancia il nome di Conte come Premier di un nuovo governo a trazione M5S. Con un post sul blog del Movimento 5 Stelle, il fondatore dei pentastellati infatti ha ribadito il suo giudizio di alcuni giorni fa ricordano inoltre che è lo stesso già espresso un anno fa al momento della formazione del governo con la Lega. "Saluto con grande piacere il Professor Giuseppe Conte – si legge-, lo abbiamo visto attraversare una foresta di dubbi e preoccupazioni maldestre, faziose e manierate, che ha saputo superare grazie a dei requisiti fondamentali per la carica che è destinato a ricoprire: la tenuta psicologica e l'eleganza nei modi…. Così scrivevo a proposito del nostro Presidente del Consiglio, a maggio del 2018 e questo è il mio pensiero a distanza di un anno" ha fatto sapere infatti Grillo, aggiungendo: "Qualsiasi cosa che preveda di scambiare lui, come facesse parte di un mazzo di figurine del circo mediatico-politico, sarebbe una disgrazia. Ora ha pure un valore aggiunto… l’esperienza di avere governato questo strano paese".
M5S attacca il Pd: "Nessun confronto davanti a veti su Conte"
Non ci può essere nessun confronto tra M5s e Pd sulla composizione di un nuovo governo davanti ai veti "che continuano ad arrivare sul premier Giuseppe Conte". È quanto fanno sapere fonti del MoVimento, sottolineando: "Se non si sciolgono i veti e non otteniamo le garanzie adeguate per il Paese diventa tutto molto difficile”. Per il MoVimento 5 stelle dunque tutto si gioca sul nome di Conte il cui ruolo di presidente del consiglio non sarebbe in discussione. "La lealtà a Giuseppe Conte non si discute, a lui riconosciamo le grandissime capacità dimostrate da Premier, dire di no a Conte per trovare altri nomi figli di strategie politiche, significa indebolire il Paese" fanno sapere, concludendo con una stoccata al Pd: "Non vorremmo che fosse una scusa per tornare al voto. In tal caso Zingaretti e i suoi devono essere chiari”.
Che sul nome di Conte il M5s non è disposto a trattare lo ha ribadito questa mattina anche il leader del Movimento Luigi di Maio in una telefonata al segretario del Pd Nicola Zingaretti. "Tutto il M5s è leale a Conte ed è l'unico nome come premier", ha sottolineato Di Maio durante il colloquio. Lo hanno confermato anche fonti Dem spiegando che Zingaretti nella telefonata con Luigi Di Maio ha ribadito il no a un Conte bis, per i motivi che aveva già spiegato al leader M5s. Secondo fonti della segreteria, Zingaretti però avrebbe espresso "malessere" per gli "ultimatum" da parte di M5s ma si starebbe comunque lavorando per trovare una soluzione.
Landini rilancia Conte: "Ha coraggio politico e ha riaperto i tavoli con le parti sociali"
“Non è compito del sindacato discutere di nomi, ma Giuseppe Conte ha dimostrato coraggio politico e profilo istituzionale importante”, così il numero uno della Cgil Maurizio Landini rilancia il Premier uscente anche alla guida del prossimo esecutivo. Fondamentale nel giudizio di Landini il fatto che Conte abbia avuto il merito di “riaprire i tavoli con le parti sociali" nel corso del suo breve mandato. Quello che serve, però, secondo il sindacalista è un mandato forte e un programma chiaro, "un governo in grado di combattere le diseguaglianze, l’impoverimento economico e sociale, che rimetta al centro un nuovo modello di sviluppo, riformi la P.a. rilanciando i diritti fondamentali del e nel lavoro, puntando sull’economia della conoscenza, sulla salute e sul rispetto dell’ambiente. Inoltre, un nuovo governo avrebbe bisogno di ricostruire un rapporto vero con le parti sociali".
Crisi di governo, Fico non sarà il nuovo presidente del Consiglio: "Darà continuità al suo ruolo"
"Roberto Fico ricopre l'incarico di presidente della Camera dei deputati e intende responsabilmente dare continuità al suo ruolo". Lo hanno detto fonti di Montecitorio. A quanto si apprende Fico non sarebbe interessato a ricoprire l'incarico di presidente del Consiglio, ipotesi circolata in queste ore. Il suo nome avrebbe messo sicuramente d'accordo una parte del M5S e il Pd. Ora la trattativa è di nuovo a un punto morto, anche se la carta Fico non è stata ancora esclusa ufficialmente dal Movimento.
Crisi di governo, ipotesi Fico a capo dell'esecutivo. Zingaretti: "Non diciamo di no"
La trattativa tra Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle per tentare di trovare una quadra sul nome del presidente del Consiglio che potrebbe guidare il nuovo esecutivo giallo-rosso continua. Bisogna raggiungere un accordo entro martedì, quando il presidente della Repubblica Mattarella avrà nuovi colloqui con i partiti al Quirinale, prima di prendere una decisione: o ci sarà una maggioranza solida, oppure si torna al voto. Ieri Giuseppe Conte da Biarritz ha preso le redini della situazione, dicendo che l'ipotesi di un nuovo governo con Salvini è ormai da escludere e sottolineando "la stagione con la Lega è chiusa e non si riaprirà". Ma è proprio sul nome di Giuseppe Conte che Pd e M5S hanno incrociato le spade: Luigi Di Maio in un faccia a faccia con Nicola Zingaretti ha proposto un Conte bis come soluzione. Ma per Zingaretti "serve discontinuità".
Potrebbe essere l'attuale presidente della Camera a mettere d'accordo tutti: una parte dei parlamentari del M5S vedrebbe infatti con favore la premiership di Roberto Fico. Se questo nome fosse accolto da Di Maio non incontrerebbe grossi ostacoli anche tra i dem. Andrea Marcucci, capogruppo Pd al Senato che sta seguendo da vicino il negoziato, in un'intervista a ‘La Stampa' ha detto che "deve prevalere lo sforzo di trovare nomi condivisi. Anche in questo caso bisogna trascurare le carriere personali e concentrarsi sulle cose che uniscono. Di Maio non è certo un nome che potrebbe unire l'alleanza. Fico ha avuto un altro ruolo, è presidente della Camera, è stato certamente meno coinvolto nel governo giallo-verde. Evitiamo però di dare pagelle a eventuali candidati, aspettiamo un confronto serio tra Di Maio e Zingaretti".
"Se ci propongono Fico non diciamo di no", avrebbe detto il segretario dem nel corso della riunione dei big del partito, secondo quanto riportato da Huffington Post. Zingaretti si sarebbe confrontato con i suoi, dopo un lungo vertice a casa Zanda: "Stanno ancora giocando – avrebbe detto Zingaretti – e traccheggiando. Per noi il no a Conte non è negoziabile. È chiaro che ci avanzassero la proposta di Fico, non potremmo dire di no".