Concluso il vertice delle delegazioni Pd e M5S con Conte. La trattativa tra i due partiti che dovrebbero formare la nuova squadra di governo è sembrata di nuovo in salita. Ieri l'intervento di Di Maio alla Camera ha fatto infuriare i dem. Quello del leader pentastellato è suonato infatti come un ultimatum: "O ci sono i nostri punti nel programma di governo o si torna al voto". Ma dopo l'incontro a Palazzo Chigi lo strappo pare ricucito.
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Governo, Gentiloni chiede a Conte un'accelerazione per risolvere la crisi
"Non pretendo uno sprint, ma un'accelerazione gioverebbe. Alle possibilità di risolvere la crisi e soprattutto alla dignità della politica. Aspettando Rousseau". Lo ha scritto su Twitter il presidente del Pd Paolo Gentiloni.
Conte bis in salita, Pd attacca: "Di Maio poltronista non ha chiuso con la Lega"
"Di Maio accusa gli altri di volere le poltrone ma il poltronista casomai è lui". Lo ha detto, in un'intervista a Repubblica, il tesoriere del Pd, Luigi Zanda, secondo il quale inoltre le posizioni del capo politico dei 5 stelle possono fare pensare "che i suoi rapporti con la Lega non siano chiusi per sempre". La trattativa tra i due partiti è sempre più difficile, con Di Maio che ieri ha minacciato di far saltare l'accordo con i dem, se non entreranno nel programma i 20 punti che ieri il leader della Lega ha affidato al premier incaricato Conte. L'accusa del Pd è però che Di Maio sia piuttosto interessato al suo incarico di vicepremier nella squadra del nuovo governo.
"Di Maio non lo capisco – ha aggiunto Zanda -Parla spesso degli altri accusandoli di essere poltronisti. Ma nell'ultimo governo ne occupava tre di poltrone: due ministeri e quella di vice premier. In più era il capo politico del Movimento. Significa che le sue poltrone erano quattro. In fatto di poltrone non scherza".
"Un governo serve all'Italia – ha spiegato -, ma non a qualsiasi costo. Serve un governo solido negli obiettivi condivisi e nella qualità dei suoi componenti" ma, "l'intesa sul programma deve essere verificata ancora, nonostante le nostre insistenze, è stata rallentata anche dall'iniziale richiesta di Di Maio della vice presidenza del Consiglio e del ministero dell'Interno".
"Gli inumani e incostituzionali decreti sicurezza vanno abrogati. Se la parola dà fastidio, allora diciamo che vanno radicalmente riscritti. Sulle politiche migratorie è chiaro che dobbiamo fare la guerra ai trafficanti, gestire i flussi, responsabilizzare la Ue. Ma basta con i porti chiusi e un Mediterraneo cimitero di migranti. Trovo molto irritante che durante la trattativa per la formazione del nuovo governo i ministri Toninelli e Trenta abbiano controfirmato, evidentemente condividendolo, il decreto che sta tenendo da giorni e giorni in alto mare una nave piena di migranti, a cui è vietato avvicinarsi a Lampedusa".