Al via la kermesse di tre giorni al Lingotto di Torino. A dieci anni dalla fondazione del Pd avvenuta proprio nel polo fieristico torinese, l'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi presenterà il suo programma per la corsa alla segreteria del Partito Democratico.
- Renzi: "Hanno provato a distruggerci, si mettano il cuore in pace: noi resistiamo" 12 Marzo
- La diretta streaming dell'intervento di Matteo Renzi al Lingotto di Torino 12 Marzo
- Il Pd riparte dal Lingotto: immigrazione, Europa e lavoro al centro del programma renziano 11 Marzo
- Renzi: "Ue va rifondata, è finita la stagione del 'ce lo chiede l'Europa'" 10 Marzo
- Renzi: "Volevo abbandonare la politica, ma poi ho pensato sarebbe stato un atto egoistico" 10 Marzo
Renzi: "Hanno provato a distruggerci, si mettano il cuore in pace: noi resistiamo"
Il candidato segretario del Partito Democratico chiama all'unità il partito, nel suo discorso di chiusura pronunciato dal palco del Lingotto, al termine della kermesse torinese. "Nessuno può distruggerci, questa comunità non si rompe", ha evidenziato Matteo Renzi in apertura. "L'elemento chiave è che qui c'è un popolo che ci crede, che si è mischiato, che ha dei valori", ha proseguito Renzi, rivendicando nuovamente il concetto espresso venerdì scorso durante il primo discorso pronunciato all'avvio dei lavori di Lingotto'17: "Siamo convinti che essere di sinistra non significhi rincorrere il passato. Lo abbiamo detto qui: siamo eredi non reduci". “Nelle scorse settimane oggettivamente qualcuno ha cercato di distruggere il Pd perché c’è stato un momento di debolezza innanzitutto mia. Ma non si sono accorti che c’è una solidità e una forza che esprime la comunità del Pd, indipendentemente dalla leadership: si mettano il cuore in pace, il Pd c’era prima e ci sarà dopo di noi e ora cammina con noi".
Per Matteo Renzi, la sinistra riformista deve riappropriarsi di alcuni temi "scippati" dalla destra, ad esempio quello della legalità, e proporre serie alternative da presentare in sede europea, per un cambiamento che riavvicini i cittadini all'istituzione, allontanatasi nel corso del tempo dall'idea iniziale dei padri fondatori, basata sulla democrazia e sull'Europa dei popoli: "Dire che il prossimo presidente del consiglio europeo sia scelto dalle elezioni è un fatto rivoluzionario. Dico che questa battaglia la vinceremo e dal primo maggio andremo a chiedere questo ai nostri compagni di viaggio del Partito Socialista Europeo. L’Ue deve avere un sistema fiscale unico, perché altrimenti c’è la concorrenza scorretta. Se ci sono le stesse regole sul deficit, devono esserci le stesse regole sul fisco”.
"Nessuna alleanza con chi non comprende il valore legalità. Allucinante un sindaco che si schiera dalla parte di chi sfascia la città", ha sostenuto Renzi, attaccando il primo cittadino di Napoli Luigi De Magistris. "Non ci si può limitare a condannare chi tira molotov contro i carabinieri. Noi stiamo con le forze dell'ordine senza se e senza ma", ha sottolineato l'ex presidente del Consiglio, aggiungendo in seguito un attacco al Movimento 5 Stelle: "Noi siamo dalla parte della giustizia, dobbiamo dirlo con chiarezza agli amici del Movimento 5 Stelle, che in questi giorni hanno pronunciato parole infami contro di noi. Amici, rinunciate all'immunità e prendetevi le vostre querele, se davvero avete rispetto della giustizia", ha dichiarato Renzi attaccando gli esponenti del M5S: "Qualcuno ha confuso la giustizia con il giustizialismo. Per noi il garantismo vale per tutti e non a giorni alterni, anche per Virginia Raggi indagata dalla Procura. I processi si fanno nei tribunali e non su giornali. Le sentenze le emettono i giudici non i commentatori".
Guerini: "Matteo Renzi ha rimesso in moto un Paese che era fermo"
Ai nostri microfoni il vicesegretario del PD Lorenzo Guerini, che ha partecipato alla manifestazione del Lingotto, con la quale Matteo renzi ha lanciato la sua campagna per le primarie del Partito Democratico. "I mille giorni del governo Renzi sono stati mille giorni di impegno per l'Italia, di riforme importanti, che hanno rimesso in moto un Paese che era fermo".
Bonaccini: "A Renzi dico che non si deve rinunciare al dialogo con le parti sociali"
Intervistato da Fanpage.it, il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini ha chiesto a Matteo Renzi di ricominciare a parlare con le parti sociali: "Noi in Emilia Romagna abbiamo un patto del Lavoro firmato con tutti e siamo la regione che cresce di più in Italia". "Se devo chiedere qualche correzione a Matteo Renzi, io sostengo dovrebbe avere più cura del partito, serve un maggior radicamento nei territori e una miglior selezione della classe dirigente", spiega Bonaccini, aggiungendo che Renzi dovrebbe puntare a un grande campo democratico che non faccia risultare il Pd isolato, ma anzi punti ad alleanze con forze sia "alla nostra destra che alla nostra sinistra".
Migliore: "Il Pd è un partito molto di sinistra. Gli scissionisti stanno perdendo un'occasione"
Secondo Gennaro Migliore, sottosegretario al Ministero della Giustizia,il Partito Democratico è un partito di sinistra, che non pone barriere tra steccati ideaologici. Commentando la mossa degli scissionisti, che hanno deciso dopo mesi di lotte intestine di abbandonare il partito, Migliore spiega: "A chi in questi anni ha fatto prevalere più l'ossessione contro Renzi al posto di occuparsi del Paese, io dico ‘state perdendo un'occasione' e l'idea di dire ‘ce ne andiamo per poi ricomporci dopo' è un'operazione politicista. Quelli che sono usciti dal Pd hanno un solo obiettivo, che perseguono da quando erano dentro a quando adesso dicono che guardano a Orlando: cercano di far pesare la loro consistenza in fase di congresso".
Fiano: "Il Pd deve combattere chi utilizza la paura per creare consenso"
Emanuele Fiano, responsabile nazionale del Partito Democratico con delega alle Riforme, è intervenuto oggi al Lingotto di Torino al fianco di Matteo Renzi Ai microfoni di Fanpage.it, commentando la reazione della minoranza dem uscita in parte dal Partito Democratico, ha dichiarato:: "E' molto facile lavorare per distruggere, noi vogliamo costruire un'alternativa a chi crea paura per cercare facili consensi", aggiungendo: "Noi dobbiamo avere il coraggio di rispondere a chi utilizza la paura per creare consenso, dobbiamo essere uno strumento per il cambiamento".
Giachetti: "Emiliano utilizza gli stessi argomenti di Salvini e Berlusconi per criticare Renzi"
Il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti commenta le dichiarazioni rese da Michele Emiliano nella giornata di ieri: "Se Emiliano pensa che Renzi abbia fallito al governo e fallirà al congresso, forse dovrebbe venire a farsi un giro qui al Lingotto per rendersi contro della situazione. Sento argomenti da Emiliano molto simili a quelli di Salvini, di Berlusconi. Diciamo che forse il contributo che Emiliano potrebbe dare non a se stesso, ma al Partito Democratico è di portare argomenti un po' più precisi e sani di quelli che ci riserva".
Richetti: "Meglio Renzi premier che segretario: il Pd una comunità che va seguita con cura"
Intervistato da Fanpage.it, l'ex presidente del Consiglio Regionale dell'Emilia Romagna Matteo Richetti, facendo un bilancio sull'operato del Matteo Renzi presidente del Consiglio e del Matteo Renzi segretario di partito ha sostenuto che in veste di premier sia stato migliore rispetto a quanto fatto in questi ultimi anni in qualità di segretario. "Io credo sia molto positivo il bilancio di Renzi premier, rispetto a quello da segretario del partito. Ha avuto il merito di far assumere al parlamento decisioni storiche, come quelle sui diritti civili, ma come segretario sconta una distanza dai circoli, mentre questa è una comunità che va curata".
La diretta streaming dell'intervento di Matteo Renzi al Lingotto di Torino
Minniti sull'immigrazione: "Severità per chi viola la legge, integrazione per chi rispetta regole"
"Ci sono delle questioni che nella democrazia sono di grandissimo rilievo e ieri è avvenuta una cosa che a mio parere è di grandissima rilevanza: in una democrazia chiunque ha diritto di parola ed è ancora più fondamentale che ce l'abbia chi è più distante da noi. La forza della democrazia è garantire che anche l'avversario più radicale possa esprimere le proprie opinioni. La vicenda di ieri a Napoli rappresenta un punto cruciale: è importante che i diritti costituzionali siano garantiti per tutti ed è altrettanto importante che sia chiaro che in democrazia c'è un confine non valicabile e il confine è quello della violenza. Chi pratica la violenza è contro le nostre libertà. Noi dobbiamo ringraziare le forze dell'Ordine che ieri a Napoli, con tranquilla fermezza, hanno garantito l'esercizio di un diritto costituzionale e hanno impedito che i violenti si impossessassero di una grande città d'Europa", ha dichiarato il ministro dell'Interno Marco Minniti dal palco del Lingotto, proseguendo con un ricordo dedicato a Marcello Cimino, il clochard bruciato vivo a Palermo nella nottata tra venerdì e sabato.
"L'immigrazione è un problema del pianeta. Guardate con diffidenza quelli che propongono soluzioni facili, come se le avessero in tasca. La discriminante tra destra e sinistra è che la seconda non cavalca il fenomeno, cerca semplicemente di governarlo ben sapendo che la partita si gioca però fuori dai confini nazionali, in Africa soprattutto. Se l'Africa sta bene, l'Europa starà bene. E noi questo dobbiamo dirlo ed è per questo che noi siamo andati in Libia, dove c'è la più fiorente industria di traffico di esseri umani, che non si combatte con le petizioni e le questioni di principio. Una cosa è dire in Italia ‘stroncheremo il traffico di esseri umani', un'altra cosa è dirlo a Tripoli. Noi abbiamo fatto un accordo, non semplice, e segnato una strada, dimostrato all'Europa che noi possiamo svolgere un ruolo da apripista. Noi abbiamo fatto in questi anni dell'accoglienza la bandiera del nostro Paese e io, da ministro dell'Interno, sostengo che noi le persone più deboli le accoglieremo sempre, ma l'accoglienza ha un limite e si trova nella capacità di integrazione. Non c'è rapporto tra immigrazione e terrorismo, ma c'è tra mancata integrazione e terrorismo. La dico con nettezza: per quanto mi riguarda il nostro paese deve essere chiaro e netto: severità per chi viola la legge e integrazione per chi rispetta le regole", ha concluso Minniti.
Kyenge: "Salvini ha il diritto di parlare, noi di criticarlo e dire che istiga all'odio"
Intervendo dal palco del Lingotto, l'ex ministro Cecile Kyenge ha difeso il diritto di parola del segretario della Lega Nord Matteo Salvini, sottolineando però che il leader del Carroccio, attraverso le sue parole, istiga all'odio: "Ha il sacrosanto diritto di parlare, ma noi abbiamo il sacrosanto diritto di chiamare le sue parole per quello che sono: istigazione all’odio. Salvini ha incitato alla pulizia di massa. Sono parole che hanno un preciso significato nella storia italiana e europea".
Serracchiani contro D'Alema: "Ha distrutto L'Ulivo, ora vuole distruggere il Pd"
Il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, commentando la scissione del Partito Democratico, ha spiegato di essere dispiaciuta, ma di non condividere il metodo dei colleghi dem che hanno deciso di abbandonare il partito: "Sono d'accordo con quanto sostenuto questa mattina da Chiamparino ( Presidente della Regione Piemonte ndr). Le battaglie si fanno dentro il partito, per cambiarlo, non da fuori". Nel corso del suo intervento dal palco della kermesse torinese, Serracchiani ha contestato Massimo D'Alema e sostenuto: "Nessuna lezione da chi ha distrutto L'Ulivo e ora cerca di distruggere il Partito Democratico"
Il Pd riparte dal Lingotto: immigrazione, Europa e lavoro al centro del programma renziano
Si conclude la seconda giornata della kermesse torinese organizzata dall'ex presidente del Consiglio e candidato alla segreteria del Partito Democratico Matteo Renzi. Nel corso dell'evento, numerosi ministri sono intervenuti dal palco del Lingotto: dal titolare del dicastero dell'Economia Pier Carlo Padoan, al ministro della Difesa Roberta Pinotti, passando per il ministro della Cultura Dario Franceschino, il titolare del dicastero del Lavoro Giuliano Poletti e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi.
La ferita prodotta dalla scissione del Partito Democratico, che nelle scorse settimane è stato segnato dall'uscita dell'ex segretario Pier Luigi Bersani, del deputato Roberto Speranza e di altri esponenti della minoranza dem, non si è ancora rimarginata. La maggior parte dei renziani intervenuti alla kermesse torinese è concorde nel sostenere che gli ex esponenti del Partito Democratico abbiano fatto un errore: il presidente del Pd Matteo Orfini ha invitato i transfughi a ripensarci: "Voglio bene a Bersani, a Speranza, a Nico Stumpo. Spero ritornino, il Pd è la loro casa". Il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina ha lanciato un appello al popolo del Partito Democratico, sostenendo che in questa fase politica così complessa sia necessario rimanere uniti e accantonare le lotte intestine e le divisioni di corrente.
Nel corso della giornata si è parlato molto di Europa e di Immigrazione. Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha attaccato le forze politiche schierate per l'uscita dell'Italia dall'Unione europea, sostenendo che "chi propone questa alternativa non ha idea delle conseguenze, conseguenze che colpirebbero i cittadini" e dichiarando che il governo si batterà affinché questo scenario non si verifichi mai. Intervenendo dal palco del Lingotto, l'ex ministro degli Esteri Emma Bonino ha a lungo parlato della questione migranti: "L'Italia ne ha bisogno, sono necessari almeno 160mila ingressi all'anno", ha dichiarato, aggiungendo: "Senza gli immigrati l'Italia non riuscirebbe a pagare 670mila pensioni e dovrebbe rimandare a casa 67mila insegnanti". Infine, concludendo l'intervento, Emma Bonino si è scagliata contro la legge Bossi – Fini: "Necessario superarla, è una stupidaggine", ha spiegato.
La manifestazione riprenderà domani mattina, per concludersi con gli interventi del presidente del Consiglio Gentiloni e del candidato alla segreteria del Partito Democratico Matteo Renzi.
Boschi: "Il referendum è stata una dolorosa sconfitta, ma noi siamo ancora in campo"
"La nostra avventura è solo all'inizio e c’è ancora tanta strada da fare. Ma tra le tante battaglie ce n’è una che non dobbiamo dimenticare mai: la questione dei diritti delle donne. Stasera vorrei portare qui la storia della tante donne che sono qui o che avrebbero voluto esserci e non ci sono e anche delle donne che non ci sostengono", ha dichiarato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi intervenendo dal palco del Lingotto, aggiungendo che la questione relativa alle quote rosa sarà prioritaria per il partito. "Abbiamo fatto tante riforme, tra questa quella costituzionale: l’abbiamo persa. La sconfitta è stata dolorosa, ma noi non ci siamo persi: siamo in cammino e qui, da Lingotto, sappiamo che la nostra avventura è solo all’inizio".
Padoan: "Italia fuori dall'Ue? Terrificante. Chi lo propone non ha idea delle conseguenze"
"Un'eventuale Italexit mi fa rabbrividire. Chi la propone o propone referendum consultivi sul tema non ha idea delle conseguenze, persone incapaci di avanzare soluzioni. Noi non lo faremo succedere". Così il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha attaccato le forze politiche favorevoli a un'uscita dell'Italia dall'Unione europea. Nonostante il titolare di via XX Settembre sia favorevole a un'Europa più flessibile e non più fondata sull'austerity, che abbia un occhio di riguardo per le politiche economiche che puntino alla crescita del Pil dei Paesi aderenti, ha sottolineato la sua assoluta contrarietà a un'uscita dell'Italia dall'Unione europea, ipotesi che considera non solo irrealizzabile ma anche decisamente pericolosa per il paese.
"In questi anni mi sono accorto che la risorsa che più scarseggia è la fiducia. Le soluzioni europee sono le più solide, altrimenti l’alternativa è la disgregazione e per l’Italia la frantumazione dell’Europa sarebbe la peggiore delle alternative. La priorità numero uno dell’Europa deve essere la crescita, che deve essere inclusiva. La seconda priorità è il lavoro e questo va fatto con misure europee, si deve ridisegnare il sistema di welfare. Tra le altre priorità ci sono anche istruzione e sicurezza. La disoccupazione rimane elevata, questo è un problema che deve essere affrontato e può essere risolto, ma non si può affrontare fuori dall’Europa", ha concluso Padoan.
Orfini: "Voglio bene a Bersani, a tutti gli scissionisti. Spero tornino, il Pd è casa loro"
Il presidente del Partito Democratico Matteo Orfini ha aperto agli scissionisti del Pd, invitandoli a ripensarci e a tornare nel partito: "A me mancano tutti, sono persone con cui ho condiviso tante battaglie politiche. Secondo me hanno fatto un errore a uscire, e se ne stanno rendendo conto", ha dichiarato Orfini, aggiungendo: "Il Pd è anche casa loro".
Poletti: "Dobbiamo dare delle risposte ai lavoratori, riconnetterci con il Paese"
Intervenendo alla kermesse torinese, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha dichiarato: “Ok le start-up, ma dobbiamo pensare anche agli operai, ai braccianti e i lavoratori che soffrono e se noi parliamo solo di startupper gli altri pensano che noi di loro non ci occupiamo e questo sarebbe un errore terribile perché il Partito Democratico non è il partito di quelli che verranno ma di quest’Italia qui che porta dentro di sé i pilastri delle grandi culture".
Proseguendo, il titolare del dicastero del Lavoro ha replicato a chi attacca il governo in relazione alla nuova legge contro la povertà approvata pochi giorni fa: "Dovevamo aspettare il 2017 per fare una legge contro la povertà? Chi ha governato fino a ieri non ha avuto il coraggio di guardare in faccia il problema della povertà e non ha provato a sconfiggerlo. Il nostro errore è stato avere immaginato che le riforme fossero autorealizzabili. Le riforme, oltre a farle, le devi applicare. Il tema è riconnettere le riforme con il popolo del Paese. Bene, quindi, rimettere al centro il lavoro. Dobbiamo dare una risposta ai lavoratori, ai braccianti, agli artigiani per il futuro. Non indicare cose irrealizzabili. Dobbiamo essere capaci di tenere insieme il muratore con lo start-upper".
Chiamparino: "Chi cambia casacca è un vigliacco"
"Io su questa barca ci sono salito sin dall'inizio. Non mi sentirei a posto con me sesso se in questo momento in cui il vento non è più lo stesso vento che soffiava in poppa nel 2014, io dovessi cambiare casacca e passare da un'altra parte. Mi sentirei un vigliacco. Qui 10 anni fa Walter Veltroni lanciò la proposta politica della vocazione maggioritaria che, in fondo, è la stessa cosa che dire ‘egemonia'. Egemonia vuol dire un campo largo con il Pd al centro", ha spiegato il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino. "Sarebbe importante se da questo incontro al Lingotto venisse fuori questa proposta politica forte: il Pd vuole essere il partito democratico guidato da Renzi che si propone cocciutamente di tornare ad aggregare l'area democratica e d sinistra al di la di quale sarà la legge elettorale".
Bonino: "Abbiamo bisogno dei migranti. La Bossi - Fini va superata, è una legge stupida"
Intervenendo alla kermesse torinese organizzata dall'ex segretario del Partito Democratico Matteo Renzi per lanciare ufficialmente la propria candidatura a segretario, Emma Bonino dal palco del Lingotto ha a lungo parlato di immigrazione, sviscerando i temi più sensibili relativi alla questione. Secondo la leader radicale, che ha accettato l'invito del Pd nella speranza di "contaminare il partito" con le proprie idee, per l'Italia i migranti sono necessari allo sviluppo economico del Paese.
"Bisogna avere il coraggio di dire cose impopolari per essere popolari nella sostanza: abbiamo bisogno di 160mila ingressi l'anno per i prossimi dieci anni. Questa è la verità. Sono necessari per la nostra economia. Senza gli immigrati non pagheremmo 670.000 pensioni e dovremmo mandare a casa 67.000 insegnanti", spiega l'ex ministro degli Esteri, aggiungendo che è inoltre necessario non inasprire le normative in materia di immigrazione, ma anzi al contrario l'Italia ha bisogno di superare la legge Bossi – Fini, di andare nella direzione opposta rispetto a quella percorsa fino a oggi. "Le richieste di asilo vengono respinte al 60%: stiamo creando un esercito di clandestini nel nostro Paese", osserva la leader radicale, aggiungendo: "La Bossi-Fini va superata: è una stupidaggine che intasa solamente le procure".
"La Strada maestra è l'integrazione", spiega Emma Bonino. "Legittimi gli accordi di rimpatrio, ma stiamo attenti a dove li rimandiamo, per esempio la Libia", osserva la leader radicale criticando velatamente il piano proposto dal ministro dell'Interno Marco Minniti.
Martina chiama all'unità il Pd: "Basta con l'antico vizio della divisione"
Il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, è intervenuto nel corso della kermesse torinese per spiegare la sua visione di partito e lanciare un appello all'unità. "Il tema non sono le provenienze di ciascuno ma la nuova appartenenza comune. Oltre la fusione fredda e il partito con il trattino", ha evidenziato il ministro, aggiungendo: "A sinistra è ora di finirla con il vizio antico della divisione e del vicino-nemico". No alle divisioni, Martina punta all'unità sostenendo la candidatura a segretario di Matteo Renzi e si appella ai militanti e al popolo del Partito Democratico in una sorta di "chiamata alle armi contro l'anti-politica: " Vogliamo un partito popolare, alternativo ai populisti", spiega il titolare delle Politiche agricole, ribadendo dal palco la posizione di Matteo Renzi relativa alla necessità di proporre un progetto di cambiamento forte all'Unione europea, un cambiamento che rimetta al centro dell'Ue la democrazia dei popoli.
La profezia di Fassino: "Scissionisti liberi di andarsene, sarà la storia a giudicare"
Renzi: "Ue va rifondata, è finita la stagione del 'ce lo chiede l'Europa'"
La sfida europea, la rifondazione del Partito Democratico dopo la scissione, il mantenimento del ruolo centrale del segretario-premier, il ritorno al maggioritario per scacciare il ritorno del proporzionale alla "Prima Repubblica", il pieno sostegno al governo Gentiloni fino a naturale scadenza di mandato, le battaglie contro xenofobia, populismi e anti-politica, sono questi i temi affrontati dall'ex segretario del Partito Democratico nel discorso di apertura della kermesse torinese al Lingotto.
"Deve essere chiaro che essere il segretario del partito e il candidato alla guida del governo non è solo da statuto o un ambizione personale, ma una consuetudine europea fondamentale", ha spiegato Renzi difendendo la centralità della figura del segretario-premier. "Se non fossi stato capo del partito non avrei ottenuto nessuno dei risultati, l'ho ottenuto avendo il 41%, il consenso della gente. Il mio biglietto da visita con la Merkel erano 11.2 milioni di voti presi dal Pd perché è il consenso la base di ogni rivendicazione".
"Quello del Partito Democratico è un popolo che non parla mai male degli altri ed il primo messaggio è per Orlando e Emiliano, a loro auguro buon lavoro e l'assicurazione che da parte nostra mai una polemica ad personam come quelle che abbiamo subito noi per settimane. Dobbiamo ripartire dopo il brusco stop del referendum ma anche rispetto al post referendum. Sembra che qualcuno sogni di riportare indietro le lancette della storia. Ma noi abbiamo la responsabilità di fare tesoro degli errori, rilanciare sugli ideali e i contenuti e restituire una speranza al Paese. Ripartiamo dai luoghi che hanno segnato la nostra storia e tradizione. Il futuro non va più di moda ma è la nostra sfida, la paura è l'arma elettorale degli altri. Qui Veltroni volle il primo atto del nuovo Pd ma noi non siamo in un luogo della nostalgia, non pensiamo che il collante possa essere la nostalgia. Siamo qui per rivendicare il domani riconoscendo che il diritto alla verità si conquista lottando, c'è una differenza tra essere eredi e essere reduci. Vogliamo ricostruire un orizzonte di speranza concreto sennò il futuro appartiene solo a chi dice solo di no. Se non lo facciamo noi, non lo faranno altri". Con queste parole, Matteo Renzi apre la kermesse torinese del Partito Democratico e lancia ufficialmente la corsa alla segreteria del Pd, aggiungendo: "La politica deve essere capace di indicare una direzione, non dividersi tra correnti. La sfida non è il quotidiano nauseante ping pong di queste settimane e mesi che ha stancato anche gli addetti ai lavori e non ha senso. O il Pd dà una visione o diventa un soggetto che non esiste più".
Spiegando quali saranno i principi cardine del suo programma, Renzi si è scagliato contro l'antipolitica e l'Europa dei tecnocrati e dei governi tecnici: "La crisi del 2008 ha portato un cambio totale dello schema di gioco e questa nuova diseguaglianza chiama la politica ad un sentimento muovo noi siamo quelli che rifiutano l'antipolitica ma non ci possiamo lamentare del grillino di turno perché l'anti-politica è il populista ma anche il tecnocrate che fa come gli pare". Secondo l'ex presidente del Consiglio l'Unione europea va cambiata radicalmente, per rimettere al centro i principi democratici che l'hanno animata sin dalla sua fondazione e non più, quindi, "sterili" indicatori economici. "Bisogna lavorare meglio sulla difesa e sulla sicurezza comune dei cittadini europei. Poi c’è il grande tema della moneta, del fisco, della ricerca, delle grandi reti. Servono proposte concrete: la nostra è quella di rimettere in campo il principio democratico dell’Europa. L’Italia deve impegnarsi per l’elezione diretta del presidente della Commissione. Democrazia, non burocrazia”.
"Ci sono stati premier che andavano in Europa come noi andavamo a scuola, con la giustificazione in mano. Premier tecnici che andavano in Europa con un fare anti italiano, e poi tornavano dicendo "ce lo chiede l'Europa", ha evidenziato Renzi, aggiungendo: "La stagione del ‘ce lo chiede l'Europa' ha forse migliorato i conti pubblici, ma ha disintegrato l'idea dei padri fondatori", attaccando le prese di posizione dei governi tecnici, un riferimento non troppo velato all'ex presidente del Consiglio Mario Monti.
Renzi: "Volevo abbandonare la politica, ma poi ho pensato sarebbe stato un atto egoistico"
Al Lingotto di Torino, nel luogo in cui il Partito Democratico venne fondato e tenuto a battesimo da Walter Veltroni nel giugno del 2007, Matteo Renzi ha scelto di ripartire e lanciare ufficialmente la rifondazione del Pd dopo la traumatica scissione e presentare il programma per la corsa alla segreteria, che terminerà con le primarie fissate il prossimo 30 aprile. "Essere di sinistra significa essere riformisti", ha spiegato l'ex presidente del Consiglio alla vigilia della tre giorni torinese che si aprirà oggi, 10 marzo, e terminerà domenica 12.
"Volevo abbandonare la politica lavorare cinque anni nel privato e poi ritornare, ma sarebbe stato un atto egoistico e quindi ho deciso di continuare", ha spiegato l'ex segretario del Pd arrivando a Torino. Nel capoluogo piemontese sono attesi molti ministri dell'attuale Esecutivo e lo stesso presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Presenti alla kermesse il ministro Maurizio Martina, l’ex governatore del Piemonte Chiamparino, i ministri Pier Carlo Padoan, Luca Lotti, Maria Elena Boschi, Marianna Madia, Dario Franceschini, Graziano Delrio, Marco Minniti, Giuliano Poletti e Roberta Pinotti .